il Replicatore

Myra
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Messaggio da Myra » 13 ago 2006, 22:51

E' vero che è tutta fantasia Daneel però ammetterai che alcune tecnologie sembrano più plausibili di altre. Che ne dite di fare una classifica? Aprirò un sondaggio :smile:

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R. Daneel Olivaw
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Messaggio da R. Daneel Olivaw » 14 ago 2006, 0:31

Certo, non l'ho mai negato questo :smile:

stantuffo
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Messaggio da stantuffo » 15 ago 2006, 1:24

Myra ha scritto:non so cos'è la luce solida
Me la sono inventata, non ti preoccupare :grin:


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Messaggio da itamare76 » 15 ago 2006, 6:29

Forse ad una temperatura relativamente bassa anche la luce solidifica ... ::p:
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Messaggio da Myra » 15 ago 2006, 9:15

Giusto! Ho tirato proprio ieri una bottiglia di luce dal freezer! :smile:

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Messaggio da stantuffo » 15 ago 2006, 14:56

Diciamo che a me era venuto in mente il fatto che (rispolvero le rimembranze dei corsi di chimica e struttura della materia, esami ancora da dare :grin: ) nel "nostro mondo" la luce è ondulatoria e la materia è particellare mentre a livello quantistico (?) è il contrario ossia la luce è particellare (fotoni) e la materia è ondulatoria...
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Messaggio da Miles » 15 ago 2006, 15:21

Da quel poco che ne so, è come se gli ologrammi di Star Trek fossero dei fasci di luce proitettati all'interno di micro campi di forza che imprigionano i fotoni dando forma e consistenza all'oggetto simulato.

Quello che non mi è molto chiaro, tralasciando la questione del cibo, è come facciano i partecipanti alla simulazione a non sbattere in continuazione sulle pareti del ponte! :razz:

Da qualche parte avevo letto che veniva creata una sorta di "bolla" attorno al partecipante, in modo che potesse muoversi liberamente (come sul tapirulan), senza andare a sbattere e avendo l'impressione di essere in uno spazio illimitato. Posso accettare questa tesi per un solo partecipante, ma quando ce ne sono di più e ci si divide all'interno della simulazione, come fa il computer a gestire tutti i possibili punti di vista soggettivi?

In questo senso, gli emettitori del ponte ologrammi non si limitano a ricreare un ambiente proiettandolo tutto attorno nella sala, ma dobbiamo supporre che la proiezione avvenga direttamente all'esterno di questa sorta di "bolla" che avvolge il partecipante (sempre che io ricordi bene quello che lessi tempo fa sugli "Star Trek files" della DeAgostini).

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Messaggio da Myra » 15 ago 2006, 16:47

Stantuffo la luce è sia particellare che ondulatoria. Come pure la materia. La differenza è che nel mondo macroscopico la natura ondulatoria non viene fuori perchè la lunghezza d'onda di ogni particella è direttamente proporzionale alla costante di planck e inversamente proporzionale alla sua quantità di moto (che dipende fortemente dalla massa), pertanto anche per un corpo di massa 1 grammo, la lunghezza d'onda è talmente piccola che non è possibile apprezzarla. Questo non succede per un elettrone il quale evidenzia sia l'aspetto ondulatorio che quello particellare. Ma forse già sai queste cose, se le hai studiate...

Miles, ho letto recentemente il libro Il vendicatore di W Shatner in cui spiegano per benino il funzionamento del ponte ologrammi. Pare che venga creata l'illusione della prospettiva continuamente mentre ti sposti. Per i dettagli devo andare a rivedere la cosa e magari scopiazzo qui.

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Messaggio da itamare76 » 15 ago 2006, 17:25

scopiazza pure :grin:
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Messaggio da Miles » 15 ago 2006, 20:13

Si, capisco il trucco della prospettiva ma mettiamo che entrino nel ponte ologrammi il personaggio "A" e il personaggio "B"; la simulazione è un castello.

"A" decide di visitare l'ala est del castello mentre "B" decide di visitare l'ala ovest. "A" avrà l'impressione di spostarsi di 60 metri in una direzione, mentre "B" avrà l'illusione di spostarsi di 60 metri nella direzione opposta. Ora, mettiamo che il ponte ologrammi sia lungo solo una cinquantina di metri: il computer deve quindi calcolare due prospettive diverse, considerando che i partecipanti si spostano in direzioni opposte. Conseguentemente, il ponte ologrammi non può limitarsi a proiettare l'illusione del castelllo sulle pareti del ponte (perchè l'illusione prospettica funzionerebbe solo per uno dei due), ma deve necessariamente proiettare due luoghi del castello contemporaneamente, facendo in modo che ogni partecipante percepisca solo la zona in cui è inserito. Insomma, è veramente cervellotico!

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Messaggio da stantuffo » 15 ago 2006, 20:17

No Myra sono veramente a secco di queste cose e ti ringrazio del ripassino :grin:

Che palle sono finite le vacanze :sad:
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Messaggio da Myra » 15 ago 2006, 20:50

Miles è tutto molto cervellotico perchè si tratta di una tecnologia molto complessa. Ora ti scopiazzo quelle cose del libro Il vendicatore.
Ci sono Kirk e Spock sul ponte ologrammi, Kirk si chiede come funziona e Spock glielo spiega.
Kirk:- Adesso noi siamo molto più lontani di quanto sia lunga la stanza, come è possibile?
Spock: -mentre si allontanava da me, i sensori nel pavimento hanno seguito i suoi passi. Quando si è avvicinato alla parete, i campi di forza del pavimento hanno iniziato a m uoversi come un nastro trasportatore, dandole la sensazione fisica di cammminare, anche se rimaneva sul posto. I pannelli OHD lungo le pareti hanno proiettato immagini olografiche per far sì che lo sfondo olografico si muovesse seguendo il suo apparente avanzamento fisico.
Insomma, sembra proprio una cosa fattibile!

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Messaggio da Mauri » 15 ago 2006, 21:17

Si ma come detto prima questo è valido per una persona, ma se sono di più e si muovono in direzioni differenti come la mettiamo?
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Messaggio da Miles » 15 ago 2006, 23:00

Si può ipotizzare che il ponte ologrammi ponga una sorta di "muro" tra i vari partecipanti se questi si separano uno dall'altra e che su questo "muro" venga proiettata l'illusione prospettica soggettiva. Mi spiego: avete presente il "muro olografico" che si vede nell'episodio di Voyager dove i Vidiiani esportano il polmone a Neelix? Ecco, magari il computer elabora una barriera del genere fra i partecipanti alla simluazione in modo che, se si allontanano di una certa distanza fra di loro, ognuno sparisca alla vista dell'altro e viva la sua esperienza soggettivamente. Non mi vengono in mente altre idee... comunque, se la teoria è valida, la grandezza del ponte ologrammi diventa fondamentale: per quanto il computer possa creare l'illusione, più partecipanti ci sono più spazio ci vuole per suddividere la proiezione olografica affinchè ognuno abbia la propria personale illusione prospettica. I ponti ologrammi dell'Enterprise sono molto ampi, ma mi viene da pensare che quelli del bari di Quark forse sono un po' troppo piccolini per emulare bene il locale di Vic Fontaine...

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Messaggio da stantuffo » 16 ago 2006, 13:46

Si questo ragionamento regge! E' come se ogni partecipante venga racchiuso in una "bolla" sulle cui pareti viene proiettato il resto del ponte secondo le relative prospettive. Ovviamente ci deve essere fisicamente lo spazio per contenere tutte le persone!
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