5x06 - Il gioco
- Gas75
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5x06 - Il gioco
Numero di produzione: 206
Titolo originale: The Game
Data stellare 45208.2
Anno 2368
(fonte http://www.hypertrek.org)
Wesley Crusher, in permesso dall'Accademia, è in visita sull'Enterprise; durante la sua permanenza, si diffonde sulla nave un gioco olografico che Riker ha portato dalla sua gita a Risa, che provoca una strana dipendenza in ogni persona che lo utilizza; intanto Data viene misteriosamente disattivato.
---
Gli autori sanno sempre come sfruttare il ritorno dei personaggi, e questa "continuity leggera" si conferma un punto di forza della serie.
Qui la continuity è rappresentata dal ritorno a bordo di Wesley, approfittando di una breve vacanza... E gli autori hanno saputo costruire una storia su misura per le sue competenze ed intelligenza, mentre il "gioco" mette progressivamente in scacco l'intero equipaggio!
La scena della disattivazione di Data l'ho trovata molto da "mad doctor", con Riker e Troi nascosti in attesa, per poi riunirsi a Beverly nel folle gesto, con freddezza sorretta da un tacito fine comune...
Mi ha lasciato sconcertato scoprire che anche Picard, dopo aver congedato Wesley, era stato "contagiato"... Patrick Stewart la sa fare proprio bene la faccia del "folle cattivo", anche senza impianti Borg addosso!
Quando tutto sembra ormai perduto, ecco risorgere Datasalvatutti! , con un entrata in scena forse un po' troppo da supereroe, ma dopo "Indizi", gli concedo tranquillamente questo e altro!
Non dimentichiamo che il merito della riattivazione dell'androide cmq va a Wesley: poi Data ha fatto tutto da sé programmando quel "raggio purificatore"...
La storiella romantica col guardiamarina Robin Lefter ci sta bene, poiché Ashley Judd mi piace non poco. A vederla com'è oggi, mi ricorda un po' Federica Panicucci...
http://digilander.libero.it/OcchiVerdiSito
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Se rinasco voglio un harem con Uhura e Deanna!
Titolo originale: The Game
Data stellare 45208.2
Anno 2368
(fonte http://www.hypertrek.org)
Wesley Crusher, in permesso dall'Accademia, è in visita sull'Enterprise; durante la sua permanenza, si diffonde sulla nave un gioco olografico che Riker ha portato dalla sua gita a Risa, che provoca una strana dipendenza in ogni persona che lo utilizza; intanto Data viene misteriosamente disattivato.
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Gli autori sanno sempre come sfruttare il ritorno dei personaggi, e questa "continuity leggera" si conferma un punto di forza della serie.
Qui la continuity è rappresentata dal ritorno a bordo di Wesley, approfittando di una breve vacanza... E gli autori hanno saputo costruire una storia su misura per le sue competenze ed intelligenza, mentre il "gioco" mette progressivamente in scacco l'intero equipaggio!
La scena della disattivazione di Data l'ho trovata molto da "mad doctor", con Riker e Troi nascosti in attesa, per poi riunirsi a Beverly nel folle gesto, con freddezza sorretta da un tacito fine comune...
Mi ha lasciato sconcertato scoprire che anche Picard, dopo aver congedato Wesley, era stato "contagiato"... Patrick Stewart la sa fare proprio bene la faccia del "folle cattivo", anche senza impianti Borg addosso!
Quando tutto sembra ormai perduto, ecco risorgere Datasalvatutti! , con un entrata in scena forse un po' troppo da supereroe, ma dopo "Indizi", gli concedo tranquillamente questo e altro!
Non dimentichiamo che il merito della riattivazione dell'androide cmq va a Wesley: poi Data ha fatto tutto da sé programmando quel "raggio purificatore"...
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- VulcanSmile
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Non trascendentale, ma godibile, soprattutto nella sensazione di oppressione quando il "virus" si diffonde e restano solo i fanciulli sempre più circondati dagli adulti drughé.
"I have a dream; a dream that all people... Humans, Jem'Hadar, Ferengi, Cardassians... will someday stand together in peace... around my Dabo tables." (Quark)
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- TheGib
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la metafora mi sembra abbastanza chiara: "la dipendenza dai videogiochi" che proprio in quel periodo stavano emergendo fortemente tra i giovani, che poi si allarga alla dipendenza che ogni "droga" può dare.
Non sto dando giudizi di valore naturalmente, ma la metafora dell'episodio a me sembra abbastanza chiara.
Non sto dando giudizi di valore naturalmente, ma la metafora dell'episodio a me sembra abbastanza chiara.
- TheGib
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Cioè... il gioco come tecnologia mediatica per spegnere/ammaliare/addormentare le menti degli interessati? Ho capito bene?Originally posted by Dathon
...Io pensavo al gioco come metafora, invece.
La nostra vera nazionalità è l'umanità. H.G.Wells
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...siamo tutti un po' Garak
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- spones
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The Game - storia di Susan Sackett (segretaria di Gene Roddenberry, tra i suoi "credits" Menage a Troi), Fred Bronson (tra i suoi "credits" Menage a Troi e gli America Music Awards) e Brannon Braga ("quel" Brannon Braga). Sceneggiatura di Brannon Braga (sempre lui). Conclusione, secondo me vi state facendo troppe pippe mentali...
Probabilmente la "metafora" semplicemente non c'é...
Probabilmente la "metafora" semplicemente non c'é...
"Those people who think they know everything are a great annoyance to those of us who do."
Isaac Asimov
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Denny Crane
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Enorme spones !
Secondo me sono tanti gli episodi in cui riusciamo a vedere tante cose portando avanti discussioni lunghissime e che magari, negli intenti degli autori, erano semplici storielle da 45 minuti. Però, secondo me, è un dettaglio, non esiste il manuale d'uso delle "opere d'arte", ognuno le vive come meglio crede, ci vede ciò che la sua sensibilità gli suggerisce. Dal canto mio, essendo abbastanza "orso", ci ho visto solo una storiella carina, però... riflettendoci...
Secondo me sono tanti gli episodi in cui riusciamo a vedere tante cose portando avanti discussioni lunghissime e che magari, negli intenti degli autori, erano semplici storielle da 45 minuti. Però, secondo me, è un dettaglio, non esiste il manuale d'uso delle "opere d'arte", ognuno le vive come meglio crede, ci vede ciò che la sua sensibilità gli suggerisce. Dal canto mio, essendo abbastanza "orso", ci ho visto solo una storiella carina, però... riflettendoci...
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- TheGib
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Confesso che, dal basso della mia mente semplice e debole (cit. spones ), non ci avevo pensato . Affascinante, molto affascinante.Il gioco come riduzione della complessità, come falsa percezione di sé e del mondo
Anche perché solleva alcune interessanti questioni:
- La riduzione è tale che la complessità della visione soggettiva (del mondo) viene talmente ridotta da portare ad una percezione falsamente oggettiva, in quanto realizzata con un gioco simile per tutti?
- La percezione di sé "semplificata" ci porta ad una sorta di perfezione comunitaria, in quanto diveniamo (per noi stessi) esseri con schemi mentali analoghi e ripetibili (per qualcuno la teorizzazione dell'umanità perfetta)?
- Le sfide del gioco come catarsi per cristallizzare l'essenza degli ostacoli dell'esistenza?
- Il rischio di guardare in un'unica direzione come esemplificazione della mancanza di fantasia e/o pensiero laterale?
- La ricerca interiore (o esteriore) del dispensatore del gioco (cui iuvat)?
- La risposta esterna quale presentazione della complessità (Data, per esempio)?
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