E' vero, ma mi fa veramente sorridere che nonostante sia alla luce del sole che "tutto cambi affinché tutto resti sempre uguale", questo meccanismo della morte di un supereroe produca sempre lo stesso effetto sui lettori, di innescare la caccia alla "pietra miliare" che magari nel giro di pochi mesi ritornerà ad essere un numero come un altro (come ad esempio il famoso Civil War #2 con lo smascheramento dell'Uomo Ragno, poi completamente resettato - e per fortuna, aggiungo io -)
Sai cosa? Mi piacerebbe vivere editorialmente un periodo di transizione come quello che ci fu nel passaggio dalla casa editrice Atlas alla Marvel, con intere generazioni di eroi messe nel dimenticatoio e sostituite da nuove (che poi sono quelle che ancora oggi sono i miti dei fumetti) e vedere se oggi ci sono dei Lee, dei Kirby, dei Dikto in grado di creare miti nuovi che non facciano rimpiangere i precedenti.
Ovviamente è un'utopia, un esperimento che non si verificherà mai, però penso che se la morte (palesemente provvisoria) di un'icona del fumetto vende sempre così bene, anche quando è lo stesso personaggio a morire e risorgere continuamente, suscitando sempre lo stesso interesse di un evento mai visto, forse vuol dire che - in un certo qual senso sadico - c'è la speranza nel lettore che le icone restino morte sul serio, c'è il desiderio di vedere qualcosa di mai visto.
Un po' come uno che gioca alla lotteria con la speranza di vincere, anche se sa benissimo che le possibilità sono irrisorie.
Secondo me, se veramente esiste nel lettore questo "desiderio perverso" di fine, il fenomeno andrebbe analizzato molto più a fondo che come semplice operazione di marketing.
Potere ai FAN![:mauri12]