ROMA (9 maggio) - Confessione n° 1: non siamo tra i fans di Star Trek, anzi la parola “fan” ci piace poco.Confessione n° 2: dei film tratti dalle serie tv diffidiamo da tempo, mentre le 10 versioni cinematografiche precedenti di Star Trek non hanno certo lasciato il segno. Confessione n° 3: dopo 5 minuti di film abbiamo cominciato ad ammirare il look “biologico” delle scenografie, dopo altri 10 abbiamo riconosciuto l’umorismo e il gusto del paradosso di J.J. Abrams, il creatore di Lost ormai consacrato “nuovo Spielberg”. E quando i giovani Spock e Kirk si ritrovano prima a litigare e poi, molto lentamente, a cooperare a bordo dell’Enterprise, ci siamo lasciati andare a un divertimento che ci ha accompagnato fino alla fine di questo giocattolone da 150 milioni di dollari, un po’ sit-com, un po’ saga spaziale, con tutte le psicologie, le battute e le gag al posto giusto.
Naturalmente non era affatto ovvio trasformare un oggetto di modernariato come l’Enterprise e il suo equipaggio multietnico in un film in linea coi tempi, che sposa il ritmo e le trovate visive a un clima di rinnovata tolleranza e curiosità molto intonati all’era Obama. Abrams e i suoi sceneggiatori, Roberto Orci e Alex Kurtzman, già con lui nell’ultimo Mission Impossible, ci riescono lavorando sul meccanismo ben rodato del “prequel”, che ringiovanisce personaggi e situazioni lasciando intatte le idee chiave della serie.
Ed ecco le sbruffonate del futuro capitano Kirk, cui il quasi adolescente Chris Pine dà un tocco di maledettismo alla James Dean (il divertente prologo automobilistico cita proprio Gioventù bruciata). Ecco le orecchie a punta e il culto della logica dei vulcaniani, anche se l’imperturbabile Spock (Zachary Quinto), perseguitato dai compagni di college, ha un padre vulcaniano ma una madre terrestre (fugace apparizione di Winona Ryder), dunque è assai meno impermeabile alle emozioni di quanto voglia sembrare... il tutto servito da uno script che alterna con molta efficacia scene d’azione e momenti di gruppo (mai saga fu più corale e democratica), battaglie stellari e scaramucce adolescenziali, la lotta per il comando sull’Enterprise e quella per l’amore della bella Uhura (Zoe Saldana), esperta di lingue aliene che sulla Terra divide casa con una bionda dalla pelle... verde, bandiera di tolleranza nonché protagonista dell’unica scena di sesso del film.
Aggiungete viaggi e paradossi temporali, “teletrasporti”, cadute libere nel vuoto stellare, punte drammatiche (ilpirata galattico Eric Bana fa addirittura implodere il pianeta Vulcano), contrappunti comici (il giovanissimo navigatore russo Cechov, lo scienziato inglese Simon Pegg), e capirete cosa voleva dire Abrams dichiarando: questo non è un film per i fans. È un film per tutti gli altri, che sono molti di più: infatti si prende tutte le libertà di cui ha bisogno. Per il suo e il nostro piacere.
RECENSIONE: Il Messaggero "Star Trek torna a..."
- Sandro
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Bisogna dare atto ad Abrams che una volta visto il film, nessuna delle sue affermazioni può essere smentita. Il suo obbiettivo era quello di portare nuovi fans al cinema cercando di non perdere i vecchi (almeno nell'immediato ) e ci riuscirà sicuramente . Voleva portare sullo schermo il mitico equipaggio della serie classica, giustificando a suo modo, come si ritrovano sulla stessa plancia e quali sono i legami tra di essi.
Questo a pensarci bene, ribalta il modo in cui Roddenberry aveva concepito la serie. Credo che per quest'ultimo infatti, al centro di tutto vi fosse la missione, mentre i rapporti interpersonali, tra i membri dell'equipaggio, ciascuno con il suo preciso scopo, e la composizione dello stesso fossero un valore aggiunto da approfondire, come ha fatto, nel corso della serie. Sono pertanto curioso su come Abrams imposterà il suo Star Trek nei prossimi film...
"For all we know, at this very moment, somewhere, far beyond
all those distant stars... Benny Russel is dreaming of us."
Questo a pensarci bene, ribalta il modo in cui Roddenberry aveva concepito la serie. Credo che per quest'ultimo infatti, al centro di tutto vi fosse la missione, mentre i rapporti interpersonali, tra i membri dell'equipaggio, ciascuno con il suo preciso scopo, e la composizione dello stesso fossero un valore aggiunto da approfondire, come ha fatto, nel corso della serie. Sono pertanto curioso su come Abrams imposterà il suo Star Trek nei prossimi film...
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- favarato
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ConsensoOriginally posted by favarato
Ribadisco la mia idea di base: nonostante tutto il film rispetta il fandom molto piu' di quello che mi aspettassi.
La nostra vera nazionalità è l'umanità. H.G.Wells
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"...c'è una certa drammatica ironia in tutto questo, una sincronia che sconfina con la predestinazione, si potrebbe dire..." R.Giles
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"...c'è una certa drammatica ironia in tutto questo, una sincronia che sconfina con la predestinazione, si potrebbe dire..." R.Giles
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