Come legare libero arbitrio e predestinazione

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Kirk
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Come legare libero arbitrio e predestinazione

Messaggio da Kirk » 28 gen 2007, 17:40

Qualche giorno fa ho avuto un'intuizione, che, come direbbe Penrose, come un'onda in piena, o una luce abbagliante se preferite, irrompeva fra i miei pensieri, e stavo pensando a tutt'altro.
In effetti stavo pensando ad un videogioco che mi piace, stavo pensando al modo migliore di spiegare ad un mio amico le differenze tra il primo e il seguito.
Ebbene, questi giochi, come tutti i giochi, hanno trame già delineate, dall'inizio alla fine, ma si differenziano perché hanno finali alternativi a seconda delle scelte compiute dal giocatore nel gioco. La differenza sostanziale per quel che ci interessa, a parte che a livello di trama il secondo non c'entra una mazza col primo e come trama fa acqua da tutte le parti rispetto alla trama epica del primo episodio, è che nel secondo, grazie alle nuove capacità di memoria e calcolo, sono presenti non 3 finali, ma ben 6, e per conseguirli ci sono modi molto più raffinati di cambiare il proprio destino ludico.
Non solo qualche scelta banale e qualche risposta acida invece che risposte da "buono", ma tutta una serie di azioni complesse.

Questa premessa è d'obbligo, forse qualcuno avrà già capito dove voglio andare a parare.
L'universo (non intendo certo solo l'insieme di galassie e spazio visibile chiaramente con questa parola, ma un significato assai più profondo e meno intuitivo), potrebbe sostanzialmente essere tradotto in un immenso codice d'informazione, straordinariamente complesso. Questo mi porta a supporre che, forse, potrebbe essere assimilabile ad uno strumento computazionale, con le debite proporzioni.
La mia intuizione è essenzialmente questa: la relatività generale ci dice, e molto chiaramente, che il tempo con le sue direzioni è solo apparente, non esiste in realtà una distinzione, il tempo è assimilabile ad una dimensione con un lato aperto e infinito. In base a questo assunto, perde di ogni valora quello che noi chiamiamo libero arbitrio, sembrerebbe in un certo senso che tutto quello che noi siamo portati a fare, sia solo una necessaria conseguenza di questo universo "congelato", che noi non possiamo vedere nel suo insieme, in quanto siamo parte di esso e viaggiamo assieme ad esso nella quarta dimensione.
La fisica quantistica tuttavia ci viene in soccorso, a quanto pare quello che volgarmente viene definito universo (diverso dal concetto che volevo intendere sopra), vive in una sorta di limbo quantico, non essendoci alcun osservatore esterno, di fatto non esiste alcuna "scelta" definitiva che le particelle e le loro conseguenze macroscopiche, possano effettivamente assumere. Tutto rimane appunto nel limbo dell'indecisione, e tutte le strade fisicamente possibili, sono là, con eguale dignità d'esistenza.
Questo però, aggiungo io, non significa ASSOLUTAMENTE che TUTTO è possibile. Sicuramente è possibile un grandissimo numero di eventi, ma non è possibile QUALSIASI cosa.
Cosa significa tutto ciò?
Noi dobbiamo pensare all'enorme quantità di particelle subatomiche che esistono nell'universo, e dobbiamo pensare che Ognuna di esse, poteva, può, e potrà, nel corso del tempo, assumere un comportamento che differisce da quello che ha assunto, o da quello che i nostri discendenti potrebbero vedere. Ciò significa una miriade di cose, che varia dal comportamento degli ammassi galattici a quello del pensiero degli esseri viventi. E' impossibile farsi un'idea mentale chiaria, possiamo solo intuire l'enorme complicazione di queste interazioni e dire che è un numero spaventosamente grande, inimmaginabile per la nostra mente.

A questo punto però la matassa comincia flebilmente a dipanarsi. Non vi sembra forse, di trovare un'analogia, pur con le debite proporzioni, tra un videogioco elettronico, dove un autore staglia diverse trame possibili, ma di cui il giocatore (a meno che non rigiochi varie volte), ne prenderà una sola, e la vita del nostro universo?
Scendiamo di un gradino. Innanzitutto non voglio assolutamente dire qui, che esiste un qualche programmatore cosmico, è un problema che non intendo affrontare, anche se le questioni della Causa Prima, e del Primo Motore, mi trovano quanto più lontano possibile. Se c'è un qualche architetto cosmico, a mio parere, non è da quelle parti, ma molto più nascosto, impossibile da scovare in via di principio, questo ihmo naturalmente, ma lascio a tutti le loro credenze o convinzioni. Il problema che intendo affrontare invece riguarda la natura delle cose, non la loro origine.
L'universo, a quanto pare, ha in sé una quantità IMMENSA di possibili vie, e verosimilmente le ha seguite tutte, o meglio, tutte queste strade sono tutte degne della realtà fisica, eppure noi ne vediamo una. Che cosa significa questo? Appunto, scendiamo di un gradino e parliamo di noi, perché in fin dei conti noi vediamo l'universo con i nostri occhi, e non sapremo mai se ne esistono davvero altri non percepibili, o perlomeno rimarrà una questione confinata alla metafisica verosimilmente.
Per iniziare dovrei scrivere qualcosa circa la nostra natura nel tempo, cercherò di essere breve.
Noi viviamo nel qui e ora, perché non poteva che essere così. Inutile chiedersi perché non siamo vissuti al tempo di Giulio Cesare o non eravamo dinosauri che combattevano per la vita in un mondo ostile, noi siamo costituiti da un particolare schema di particelle, che solo in questo luogo e in questo tempo ha avuto la possibilità di venire ad essere, prima, o dopo, non era evidentemente possibile (naturalmente non posso escludere che in futuro una medesima struttura possa in qualche modo emergere, ma sarebbe di una improbabilità cosmica).
Noi funzioniamo da perfetti osservatori, anche se c'è da dire molte altre cose possono svolgere la stessa funzione, anche oggetti inanimati, e sicuramente tutti gli esseri viventi.
Nel momento in cui siamo venuti in essere, abbiamo, in un certo senso "fissato" le condizioni dell'universo tra il marasma quantico degli universi possibili, noi non potevamo che emergere in uno di essi. Ovviamente parlo della nostra personalità singola, non si può escludere che, anzi, seguendo questa teoria è CERTO, altre realtà contengano copie simili (non identiche), a noi.
Comunque sia, noi avanziamo nel tempo, in questa dimensione, che non possiamo conoscere a priori in quanto la luce svolge una funzione fondamentale nel trasporto dell'informazione. Se noi stiamo fermi, viaggiamo lo stesso, è questa una cosa quasi inquietante, ma il fatto è che la vita, l'esser vivi, è propriamente un viaggio. Se il tempo si fermasse noi non potremmo accorgercene, anzi credo sia senza senso fare una simile ipotesi anche se mentale. Un tempo che si ferma non significa proprio nulla dal nostro punto di vista di organismi che vivono nel tempo. Diverso è se il tempo si ferma in regioni localmente contenute e diverse dalle nostre, ma questo è un altro discorso...
Indi, per concludere, l'universo contiene una quantità immensamente grande di tracce, di trame, di storie, in teoria si potrebbero perfino quantificare, forse, almeno indicativamente. "Basta" moltiplicare tutte le particelle subatomiche esistenti per tutte le loro possibili interazioni quantistiche nel corso di tutta la storia dell'universo, dall'inizio alla fine (per fine intendo quando i processi avranno portato all'annichilimento totale della materia, anche qui altra questione aperta in ogni caso, che non vale la pena di affrontare qui), solo che andrebbero poi fatti calcoli assai complessi di carattere geometrico per ogni nuova particelle che si trova di fronte a due possibilità e tutte le altre, e poi ancora e ancora e ancora. Insomma possiamo certamente affermare che il numero di "trame" possibili è senz'altro il numero non infinito più grande che esista nell'universo conosciuto.
Quindi queste realtà esistono, ma non sono tutte palpabili, per noi, osservatori, solo una di queste deve necessariamente essere verificabili, le altre "crollano" letteralmente. Quindi per noi lo spaziotempo appare decisamente congelato, predestinato, ma possiamo dire che ci sono tante trame diverse grazie alla fisica quantistica. Tuttavia, se guardiamo da un piano ancora più alto, vediamo sorprendentemente un altro universo congelato immensamente più grande!!!!!
E' quello, il metaverso, che contiene tutte le storie possibili, che sono Finite.
Esiste quindi una differenza tra lo spaziotempo congelato, che racchiude di fatto solo la nostra particolare linea, e il metaverso congelato, che le racchiude tutte.
L'enormità di trame, rendono disponibile un futuro vario, che dipende quindi anche dalle nostre scelte. Noi infatti abbiamo uno spaziotempo congelato solo in passato, nel futuro anche per noi c'è ancora quel limbo quantico con tutte le strade aperte, almeno per quanto riguarda la nostra limitata capacità di modificare l'ambiente esterno. Ad esempio, noi non potremo mai incidere sul futuro di una singola particella contenuta su Plutone, ma potremo incidere sulle particelle che manifestano l'elaborazione del nostro pensiero e ci permettono di prendere decisione, le quali, a loro volta a cascata, modificano (ho sbagliato verbo, dovrei dire imboccano una direzione del destino) il destino.
La conclusione a livello umano è questa, forse non possiamo modificare il destino, ma possiamo imboccare strade diverse, e talmente varie, che negli effetti pratici è come se lo potessimo modificare.
La conclusione a livello fisico è che, per quanto grandi siano le possibilità di scelta, a quanto pare, tutto quanto doveva esistere, era già iscritto nei picoistanti seguiti al big bang.

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Messaggio da TheGib » 28 gen 2007, 19:10

Kirk, come sempre il tuo eloquio è impareggiabile.
Ma questa volta, benché non sia assolutamente in grado di competere con te, ti posso dire una cosa: era arrivato a questa conclusione molto tempo fa :wink:

Complimenti vivissimi! hai espresso in forma precisa, compiuta e completa quello che "vado predicando" e che sento dentro di me, confortato dalle mie (seppur minori) conoscenze di matematica, fisica ed in particolare relatività e quantistica; con il tuo permesso utilizzerò questo testo molte, molte altre volte :smile:
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Messaggio da Kirk » 28 gen 2007, 20:00

Ma certo. :smile:
Ma raccontami come sei giunto a queste conclusioni. :wink:

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Messaggio da TheGib » 28 gen 2007, 21:04

E' abbastanza semplice, e non vorrei tediare nessuno.
Premetto che io credo nel Grande Architetto, ma come te ritengo che sia molto ben nascosto e furbo.
Da questo fatto nasce la mia crisi tra libero arbitrio e predestinazione. Ma la mia matrice matematico-informatica mi ha fatto pensare, parecchi anni fa, ad una spiegazione simile alla tua.
Riflettevo sulla possibilità di creare macchine pensanti, e su quello che per loro sarebbe stato libero arbitrio, ma non per chi le aveva progettate. Nel senso che, sapendo esattamente la loro programmazione, in teoria sarebbe stato possibile prevederne il comportamento in qualsiasi situazione. Ma il bello era che la "macchina pensante" non avrebbe avuto alcun sentore di questo, dovendo prendere una decisione "in privato" basandosi sui propri schemi mentali.
Applica questo concetto a tutti i possibili meccanismi, pensanti e non, dell'universo. Noi sappiamo che il determinismo assoluto non è raggiungibile, ma in linea teorica è possibile elaborare tutte le possibili reazioni e decidere quella giusta, nel senso che rispetti tutte le condizioni del "momento". Quindi quello che in linea generale-assoluta era predestinazione, in "locale" diventava libero arbitrio, anche perché non è possibile in realtà costruire in effettivo un meccanismo di controllo: ci vorrebbe come minimo un altro universo... :wink:

Naturalmente tu hai sviluppato molto meglio tutto il castello teorico che supporta queste ipotesi, ma io credo che la conclusione psicologica a cui siamo arrivati, e che ci conforta, sia molto simile :smile:

Scusami se sono stato poco chiaro; cercherò di esserlo di più se lo riterrai necessario.
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Messaggio da Kirk » 28 gen 2007, 21:16

No invece, credo che tu in poche righe abbia condensato un ragionamento sintetico e chiaro di quello che io ho fatto in un discorso piuttosto logorroico.
Siamo arrivato alla stessa conclusione partendo da due strade diverse, questa tua spiegazione ha aggiunto un nuovo tassello nella mia mente...

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Messaggio da TheGib » 28 gen 2007, 22:08

Lo stesso è successo a me leggendo la tua. Ne sono lieto.
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Messaggio da Kirk » 29 gen 2007, 17:01

speriamo di ricevere altri contributi

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Messaggio da VulcanSmile » 20 mag 2009, 21:40

Questa discussione è stupenda! Ma che fine ha fatto l'utente Kirk?!
Ho letto a bocca aperta perché la mia inclinazione umanistica mi ha lasciato con lacune gravissime nelle materie scientifiche.
Potremmo essere dei pupazzi illusi, ma sono contento comunque che mi sia stata data questa opportunità.
Un ragionamento simile mi è capitato di farlo relativamente all'inesistenza del "caso". Prendo un treno che non prendo mai, a un orario in cui di solito non sono in giro e mi siedo di fronte a un signore che legge il giornale. Appena abbassa il quotidiano, riconosco un amico che non vedevo da anni e che non prende mai il treno e comunque non viaggia mai a quell'ora. Un caso? In realtà, potendo calcolare tutte le concatenazioni di eventi che hanno portato me e lui ad arrivare lì scopriremmo che il termine "caso", semplicemente, non è pertinente. Se non nella nostra percezione dell'evento, in termini di conformità alle nostre aspettative determinate dall'esperienza. Giusto?
In ogni caso, dico una banalità, la nostra percezione è comunque fondamentale: i dieci minuti che stanno tra il primo e il secondo squillo della sveglia sono un meraviglioso post-sonno che a volte mi sembra cullare la mia mente semiconscia per mezz'ora; mentre dieci minuti di un buon episodio con un Brent Spiner in forma durano un baleno. In questi casi, è l'orologio che ha palesemente torto, no? :razz:
(Mi rendo conto di aver abbassato notevolmente la qualità filosofica del discorso. Vi è andata bene che per iscritto almeno non si sentono i rutti).

"I have a dream; a dream that all people... Humans, Jem'Hadar, Ferengi, Cardassians... will someday stand together in peace... around my Dabo tables." (Quark)

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Messaggio da TheGib » 21 mag 2009, 6:05

Originally posted by VulcanSmile

Ma che fine ha fatto l'utente Kirk?!
Vorrei saperlo anch'io... :sad:

Io non ha mai creduto al caso.

Per quanto riguarda l'osservazione sulla percezione della realtà, invero molto pertinente, potresti provare il seguente test: quando sei ad uno di quei party/cocktail/ricevimenti/feste che fate voi creativi ( :mucca: ), diciamo con una trentina o più di invitati, prova a far dichiarare ai presenti la data di nascita, nel senso di giorno/mese a prescindere dall'anno; potresti restare sorpreso... :wink:



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Messaggio da VulcanSmile » 21 mag 2009, 9:11

Mon cher, mi vanto di essere un pubblicitario che non frequenta i party dei pubblicitari!

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Messaggio da TheGib » 21 mag 2009, 9:31

[OT mode on]
Ti prego, dimmi che non hai niente a che fare con l'orrenda pubblicità radiofonica della bambina di nome Giulia (che tra l'altro ha l'accento SBAGLIATO) che beve una nota bibita...
[OT mode off]

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Messaggio da ormazad » 21 mag 2009, 10:51

E me la sta facendo odiare : abbasso la vacanza dai nonni ! viva il patè !


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Messaggio da VulcanSmile » 21 mag 2009, 11:33

OT
No non è colpa mia... anche perché ora ho cambiato agenzia e mi occupo di altro, non di spot... anche se dovrebbe andare in produzione la mia ultima fatica prima di cambiare posto... quando uscirà, se sarà decente, me ne assumerò pubblicamente la responsabilità.
OT OFF

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Messaggio da palmas73 » 11 giu 2009, 11:45

che interessantissima discussione, non avete visto quel film... mi pare si chiamasse sliting doors? in cui la protagonista vive due vite parallele.
secondo me ogni giorno abbiamo scelte che aprono o chiudono molte possibilità... chi di noi dice col senno di poi "ah! se avessi fatto..."
e se l'universo stesso in realtà è un sogno? c'è chi lo chiama matrix divina... il cui scopo è quello di imparare?

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Messaggio da Kirk » 24 lug 2009, 14:11

Ciao a tutti! no, non ho visto quel film, troppo poco cerebrale per i miei gusti. :razz:
Recentemente ho provato a leggere Passaggi curvi di Lisa Randall, speravo di trovarvi quale che nuova ispirazione ma in realtà mi sono perso nelle elucubrazioni dell'autrice che, a mio parere, per cercare di spiegare il particolare, perde di vista l'essenziale, un po' come guardare una ferrari al microcoscopio.


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