Spazio, ultima frontiera

Claudia
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Messaggio da Claudia » 13 set 2005, 23:28

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<A HREF="http://newton.corriere.it/PrimoPiano/Ne ... urno.shtml" TARGET="self]Saturno: anelli soffici come neve[/url]: I colorati e affascinanti anelli di Saturno sarebbero costituiti da qualcosa di molto simile a una morbida e soffice palla di neve, piuttosto che a dei duri cubi di ghiaccio. E' quanto si è appreso dai nuovi dati arrivati dalla sonda spaziale Cassini, presentati al meeting della American Astronomical Society tenutosi nei giorni scorsi a Cambridge. Contrariamente a quanto avevano sempre pensato gli scienziati, le molecole di ghiaccio degli anelli di Saturno ruotano lentamente, come delle piccole lune in miniatura, e non a folli velocità, tali da farle rimbalzare fuori come in un flipper sbattendo l'una contro l'altra ripetutamente. ''Dovrebbero ruotare senza controllo. - spiega Kevin Baines, astrofisico della Nasa - Alcuni anelli di Saturno sono così 'affollati' e pieni di questi pezzi, delle grandezze più disparate, dal granello di polvere alla montagna, che la luce del Sole non riesce a passare e le collisioni dovrebbero essere inevitabili". La sonda Cassini, ora nell'orbita di Saturno, ha invece rivelato un maestoso e più morbido movimento di queste particelle, tramite la misura della loro temperatura quando girano intorno al pianeta. Così si è scoperto che le molecole hanno un lato caldo, di circa -163°C, e un lato scuro di qualche grado più freddo. Quando girano intorno al pianeta (ogni 10 ore), la loro temperatura scende di circa 15° nel punto più lontano dal Sole. ''Se le molecole avessero ruotato ad una velocità più alta del tempo che impiegano per completare l'orbita del pianeta, avrebbero dovuto subire una minore variazione della temperatura. - spiega Linda Spilker, vicecapo della missione Cassini-Huygens al Jet Propulsionary laboratory di Pasadena in California - Un movimento rapido di rotazione dovrebbe assicurare ad ogni parte delle molecole una uguale esposizione al Sole, come avviene con un buon pollo allo spiedo". Questi dati sulla temperatura suggeriscono invece che le molecole compiono una rotazione ad ogni orbita, proprio come fanno le lune di Saturno e anche la nostra Luna. ''Ciò vorrebbe dire che un lato delle molecole è sempre orientato verso il pianeta - continua Spilker - e che le molecole devono riscaldarsi e raffreddarsi abbastanza velocemente. Cosa che dei pezzi di ghiaccio non possono fare. Da questo abbiamo dedotto che sono più simili a delle soffici e permeabili palle di neve che a dei duri pezzi di ghiaccio. La loro superficie soffice agirebbe quindi come una sordina ad ogni collisione, spiegando così perché le molecole mantengono il loro movimento leggero e aristocratico".
[url=http://150.146.47.106/rivistaonline/Art ... 16_13_2005" target="self]I monsoni di Titano[/url]: Titano, il più grande satellite di Saturno, presenta molte somiglianze con la Terra: venti, piogge, vulcani, attività tettonica e forse laghi. Ora, grazie alla sonda Huygens, della missione congiunta della Nasa e dell'Esa Cassini-Huygens, si è scoperto che ha anche i monsoni: lo ha affermato Ralph Lorenz, dell'Università dell'Arizona, al convegno dell'American Astronomical Society Division of Planetary Sciences a Cambridge. "Titano è probabilmente il corpo del sistema solare più simile alla Terra", spiega Jonathan Lunine, dell'Università dell'Arizona. Quello che è completamente diverso è la chimica che governa i fenomeni: molti dei ruoli che sulla Terra appartengono all'acqua, su Titano sono svolti dal metano. Fra questi i fiumi e le piogge. E come in alcune aree della Terra le piogge sono stagionali e intense, così anche su Titano le piogge di metano sono probabilmente occasionali e catastrofiche, a causa del tempo che impiega il metano a raggiungere il livello necessario alle piogge. L'assenza di crateri sulla superficie inoltre fa pensare che probabilmente i vulcani di Titano emettono in continuazione un fluido composto di acqua e ammoniaca che "ripulisce" periodicamente i segni lasciati dagli impatti con gli asteroidi. Inoltre, i dati della sonda Huygens indicano che la superficie ghiacciata è ricoperta da una sottile pellicola composta di materiali organici. Anche se la temperatura sul satellite è troppo fredda per la sopravvivenza degli organismi viventi (meno 178 gradi), c'è chi ipotizza la presenza della vita: David Grinspoon, del Southwest Research Institute, afferma che alcune forme di vita potrebbero occupare determinate nicchie, come le sorgenti termali, proprio come accade sulla Terra, dove intorno ai camini vulcanici sul fondo degli oceani prosperano ecosistemi separati da tutti gli altri. Per il loro metabolismo, gli ipotetici organismi "titaniani" potrebbero usare l'acetilene, insieme all'idrogeno gassoso. Secondo Lunine, la somiglianza fra la Terra e Titano è dovuta a una combinazione fra le dimensioni e la distanza dal sole: la massa di un corpo celeste determina la possibilità di avere flussi di calore dall'interno, e la distanza dal sole permette o meno l'esistenza di acqua allo stato liquido. Lunine paragona da un lato la Terra a Venere e Marte, e dall'altro Titano ai rispettivi simili: Ganimede, uno dei satelliti di Giove, e Tritone, di Nettuno. Venere ha dimensioni simili alla Terra, ma è talmente vicina al sole che l'eventuale acqua sarebbe evaporata. E infatti non presenta nessun segno di attività idrologica o tettonica. Marte invece è abbastanza lontano dal sole per avere acqua, ma la sua dimensione ridotta lo ha raffreddato troppo, e l'acqua è rimasta solo allo stato di ghiaccio, impedendo attività geologica su vasta scala. La Terra invece è nel "giusto mezzo", e così Titano: Ganimede è simile come dimensioni ma non ha il metano e l'azoto, mentre Tritone, dove questi sono presenti, è troppo lontano dal sole, e la bassissima temperatura impedisce ogni attività geologica.
[url=http://ilrestodelcarlino.quotidiano.net ... 2005/09/12:" target="self]Dedicato ad una stella[/url]: Sensazionale scoperta di un gruppo di astronomi italiani: il team guidato dall'astronomo Guido Chincarini ha catturato il più distante oggetto cosmico mai visto fino ad oggi: si tratta di un lampo gamma. Il lampo gamma è 'probabilmente il collasso di una stella molto grande che ha provocato la formazione di un buco nero': la radiazione sprigionata è stata enorme e ha impiegato 12,7 miliardi di anni per raggiungerci'. Secondo Chincarini questi fenomeni sono utili per svelare i misteri della formazione delle galassie. Un nuovo record di osservazione astronomica tutto 'made in Italy'. Lo ha stabilito un gruppo di astronomi italiani catturando il più distante oggetto cosmico mai visto fino ad oggi. Si tratta di un lampo gamma, o gamma ray burst, un'esplosione cosmica avvenuta 12,7 milardi di anni fa e che ha sprigionato un'energia pari a 300 volte quella che potrebbe emettere il Sole nel corso della sua intera vita (10 mila milioni di anni). A fare la straordinaria scoperta, avvenuta al Very Large Telescope in Cile, il team guidato dall'astronomo Guido Chincarini, ricercatore dell'Osservatorio Astronomico di Brera dell'Istituto Nazionale di Astro Fisica (Inaf) oltre che professore all'Università Milano-Bicocca. 'E' la prima volta - ha detto Chincarini - che si osserva un oggetto così lontano e si tratta probabilmente del collasso di una stella molto grande, pari a 30-40 volte la massa del Sole, che ha provocato la formazione di un buco nero con lo sprigionarsi di una radiazione enorme che ha impiegato 12,7 miliardi di anni per raggiungerci'. Il lampo GRBO50904, questa la sua sigla, è stato segnalato lo scorso 4 settembre da Swift, un satellite nato dalla collaborazione tra Usa, Regno Unito e Italia e dedicato a questo tipo di osservazioni. 'A quel punto è partita la corsa a chi prima sarebbe riuscito a vedere l'oggetto da terra puntando con un telescopio - ha detto Chincarini - perchè in questi casi si scatena una vera e propria gara tra scienziati di tutto il mondo'. Il gruppo di Chincarini è stato il primo a fornire in dettaglio il cosidetto red shift, un dato tecnico dal quale è possibile risalire alla distanza dell'oggetto osservato. Grazie all'osservazione di questo fenomeno i ricercatori aprono una finestra nell'Universo primordiale: il lampo gamma si è originato infatti quando l'Universo era a circa il 7% della sua attuale espansione. 'Questi fenomeni - conclude Chincarini - sono utili a comprendere cosa è accaduto in un'epoca molto importante nell'evoluzione dell'Universo e servono ad esempio a svelare i misteri della formazione delle galassie'..
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Messaggio da Lolann » 14 set 2005, 0:21

E' poeticissima la storia di saturno.....ciao cla' bentornata!

Claudia
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Messaggio da Claudia » 14 set 2005, 0:27

Ciao Lolann =)
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annalisa
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Messaggio da annalisa » 14 set 2005, 14:42

che splendide notizie.. alcune fanno sognare

Claudia
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Messaggio da Claudia » 21 set 2005, 12:46

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<A hREF="http://dbs.cordis.lu/cgi-bin/srchidadb? ... BL=IT_NEWS" TARGET="self">Spazio: un buco nero senza galassia[/url]: Un gruppo di astronomi europei, avvalendosi di due dei dispositivi astronomici più potenti al mondo - il telescopio spaziale Hubble della NASA/ESA e il VLT (Very Large Telescope) dell'ESO a Cerro Paranal, in Cile - hanno scoperto un quasar luminoso privo della galassia ospite massiccia solitamente presente.

Tale intercettazione è il risultato più significativo di uno studio congiunto Hubble-VLT sui quasar, in quanto rappresenta la prima scoperta convincente di un oggetto di tal genere. Una spiegazione avvincente è che la galassia ospite sia costituita quasi esclusivamente di "materia scura". La scoperta è stata annunciata la scorsa settimana nella rivista "Nature Physics".

I quasar sono sorgenti di radiazioni potenti e solitamente molto lontane. Vengono comunemente associati alle galassie contenenti un buco nero centrale attivo. Il gruppo, composto da astronomi di Belgio, Francia, Germania e Svizzera, ha condotto uno studio approfondito su 20 quasar relativamente vicini tra loro, allo scopo di esaminare le proprietà delle loro galassie ospiti. Per 19 di essi gli astronomi hanno scoperto, in linea con le loro previsioni, che tali buchi neri supermassicci sono circondati da una galassia ospite. Tuttavia, quando sono passati all'esame del quasar luminoso HE0450-2958, situato a circa 5.000 milioni di anni luce di distanza, non hanno trovato alcuna prova dell'esistenza di una galassia ospite.

I buchi neri supermassicci si trovano solitamente al centro delle galassie più massicce, compresa la nostra Via Lattea. Tali buchi neri si manifestano talvolta in maniera sensazionale, divorando la materia che li circonda. L'ultimo decennio di osservazioni ha dimostrato che i quasar sono normalmente associati a galassie ospiti massicce.

L'osservazione di una galassia ospite di un quasar è un compito impegnativo, in quanto la luminosità del quasar oscura completamente l'ospite e cela la struttura sottostante della galassia. Per superare tale difficoltà, gli astronomi hanno elaborato una nuova strategia estremamente efficiente. Unendo le immagini molto nitide di Hubble alla spettroscopia del VLT dell'ESO, hanno osservato contemporaneamente il campione di 20 quasar e una stella di riferimento. La stella serviva da sorgente di luce puntiforme di riferimento per distinguere la luce del quasar dall'eventuale luce proveniente dalla galassia sottostante. Tuttavia, malgrado le tecniche innovative utilizzate, intorno allo HE0450-2958 non sono state individuate galassie ospiti. Ciò significa che, quand'anche fosse presente una galassia ospite, dovrebbe essere almeno sei volte meno luminosa delle tipiche galassie ospiti, o avere un raggio inferiore a circa 300 anni luce, vale a dire da 20 a 170 volte più piccolo di quello delle consuete galassie ospiti.
"Dobbiamo pertanto concludere che, contrariamente alle nostre aspettative, questo quasar luminoso non è circondato da una galassia massiccia", ha dichiarato Pierre Magain dell'Università di Liegi, Belgio. "La combinazione di due dispositivi potenti quali lo Hubble e il VLT ci avrebbe sicuramente permesso di intercettare una galassia ospite normale".

Gli astronomi hanno effettivamente individuato vicino al quasar un'interessante nube di gas più piccola con un'ampiezza pari a circa 2.500 anni luce, che hanno chiamato "blob". Le osservazioni con il VLT mostrano che questa nube brilla poiché è immersa nella radiazione intensa proveniente dal quasar, e non dalle stelle all'interno della nube. è verosimile ritenere che sia il gas di questa nube ad alimentare il buco nero supermassiccio, consentendogli di diventare un quasar. "L'assen **!!virus deleted!!**

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Messaggio da annalisa » 21 set 2005, 20:39

è bello leggere queste notizie, ma, personalmente, i buchi neri mi inquietano non poco
I viaggi danno una grande apertura mentale: si esce dal cerchio dei pregiudizi del proprio paese, e non si è disposti a farsi carico di quelli stranieri

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Messaggio da Lolann » 21 set 2005, 22:08

affascinante!

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Messaggio da Claudia » 22 set 2005, 11:36

In effetti Annalisa i buchi neri sembrano spaventosi.. pernsa pero' che universo di antimateria contengono, sono affascianti (per quotare Lolann e Spock) =)

--edit--
Ho messo cosi' tanti errori di ortografia in questo post ch emi vergogno da sola! "peRnsa", "affascianti"... BRRR!
@Lolann (post sotto questo): ho studiato eh =)
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Messaggio da Lolann » 22 set 2005, 11:38

Grande cla' che avevi capito il riferimento!

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Messaggio da Claudia » 22 set 2005, 12:11

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<A hREF="http://www.corriere.it/Primo_Piano/Scie ... arte.shtml" TARGET="self]Marte: "martemoti" e francobolli[/url]: Le Poste italiane non potevano scegliere giorno migliore per emettere un francobollo con ologramma dedicato all'esplorazione di Marte da parte dell'Agenzia spaziale italiana. Martedì Michael Meyer, capo del programma di esplorazione marziana della Nasa, ha reso noto che per la prima volta sono stati notati segni che fanno pensare a un'attività sismica e che il clima su Marte tende a riscaldarsi e le calotte polari a sciogliersi rapidamente. Le immagini inviate dalla sonda orbitante Mars Global Surveyor (Mgs), che da otto anni continua a fotografare la superficie del pianeta rosso, mostrano in particolare la presenza di scanalature su una grande duna di sabbia che tre anni fa non c'erano. «Vedersi aprire nuove gole e assistere ad altri cambiamenti sulla superficie di Marte nell'arco temporale di tre anni ci rivelano un pianeta più attivo, più dinamico di quello che sospettavamo», ha dichiarato Meyer. Secondo gli scienziati le scanalature potrebbe essere state provocate dalla vaporizzazione dell'anidride carbonica ghiacciata intrappolata nella sabbia portata del vento. Le immagini inviate da Mgs mostrano anche macigni rotolati da un pendio negli ultimi due anni, segno, anche questo, di possibile attività sismica, o addirittura di un «martemoto», ma non è esclusa anche l'azione di forti venti. Se così fosse, secondo Jack Mustard, geologo alla Brown University di Providence (Rhode Island), «potrebbe voler dire che all'interno di Marte c'è calore, il che significa che l'interno potrebbe essere più attivo di quanto si pensasse».
Secondo Michael Malin, responsabile degli strumenti fotografici di Mgs, le immagini mostrano che la calotta polare meridionale, formata da anidride carbonica ghiacciata, si sta ritirando alla «prodigiosa» velocità di tre metri ogni anno marziano (lungo quasi il doppio di quello terrestre), e che dal 1999 al 2005 il clima si è riscaldato. Per ora gli scienziati non hanno alcuna spiegazione per questo fenomeno.
Luna: allunaggio nel 2020?: La Nasa ha annunciato un progetto per l'invio di una nuova missione sulla Luna entro il 2020. Il capo dell'agenzia spaziale americana Michael Griffin ha reso noto che si sta studiando la possibilità di inviare un team di quattro astronauti a bordo di un nuovo Shuttle che si chiamerà 'Crew Exploration Vehicle'. ''Torneremo sulla Luna non più tardi del 2020 ed estenderemo la presenza umana nel sistema solare e oltre i suoi confini'', ha detto Griffin. Il costo stimato per il ritorno sulla Luna è pari a 100 miliardi di dollari. Dal 7 al 19 dicembre 1972 si svolse l'ultima missione lunare della Nasa. L'equipaggio dell'Apollo 17 era formato da Eugenie Cernan, da Ronald Evans e dal geologo Harrison Schmitt. A 36 anni dallo storico sbarco dell'uomo sulla Luna, la data più probabile è il 2018, ha detto Michael Griffin, l'amministratore dell'Agenzia spaziale americana, aggiungendo che si pensa a lavorare questa volta ad un soggiorno più lungo di quello che effettuarono gli astronauti dell'Apollo nel 1972. Il primo passo di Neil Armstrong sulla Luna segna ancora oggi il vero gigantesco balzo nel progresso dell'intera umanità. Sono le 4,56 minuti e 15 secondi del 21 luglio 1969 in Italia, le 22, 56 minuti e 15 secondi (east time) del 20 luglio negli Stati Uniti, quando il comandante della missione Apollo 11 imprime la sua orma sul nostro satellite. ''Ora scendo. Sarà un piccolo passo per l'uomo, ma un gigantesco passo per l'umanita'', dice Neil Armstrong titubante sull'ultimo gradino della scaletta del Lem 'Aquila'. Poi, finalmente, allunga la gamba **!!virus deleted!!**

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Messaggio da Lolann » 22 set 2005, 13:30

Quella per i radioamatori la fwd subito!

tenga
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Messaggio da tenga » 27 set 2005, 9:45

Ne conosco un po' anche io di amatori, comunico subito la news!

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Messaggio da Claudia » 13 ott 2005, 11:03

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<A hREF="http://www.agi.it/news.pl?doc=200510120 ... e.dalmondo" TARGET="self">Spazio: seconda spedizione cinese[/url]: La Cina e' tornata nello spazio con la seconda missione del suo programma spaziale. Dal deserto dei Gobi (Mongolia interna), e' partita la navicella 'Shenzhou VI', con gli astronauti Fei Junlong (40 anni) e Nie Haisheng (41), che rimarra' cinque giorni giorni in orbita. Il lancio -che e' stato trasmesso in diretta dalla tv statale- e' stato seguito nel centro spaziale di Jiuquan, dal primo ministro cinese, Wen Jiabao, mentre il presidente e il segretario generale del Partito comunista, capo della Commissione militare centrale, Hu Jintao, e' rimasto nella capitale e ha seguito le operazioni dal centro di controllo di Pechino, insieme ai membri del politburo e dell'esercito. Per il gigante asiatico, si tratta della seconda missione con equipaggio lanciata nello spazio, una missione che cade ad appena tre giorni dal secondo anniversario del lancio della prima missione umana cinese, il 15 ottobre 2003, e che -a differenza della prima- e' stata trasmessa in diretta, oltreche' in televisione, anche via radio e su internet.
Secondo il governo cinese, i due 'taikonauti', realizzeranno una missione con fini pacifici. Dopo Stati Uniti e Russia, la Cina e' il terzo Paese ad aver mandato un uomo nello spazio. Il primo 'taikonauta' della Cina, Yang Liweit, che oggi e' un eroe nazionale, rientro' sulla terra dopo una permanenza di 21 ore nello spazio.
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[:pirati][:mauri89]

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Messaggio da drauger » 13 ott 2005, 16:17

(per la news riadioamatori et altro)...se andate qui:
http://www.superindice.it/astronomia/
ci sono alcune cose interessanti (come riutilizzare una webcam per foto et altro con telescopio e Radioastronomia amatoriale (ehp!!! non pensavo nemmeno esistesse...)...è un po' vecchiotta ma ben dettagliata...
ps
se è il caso spostate il post in una parte più congeniale...

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Messaggio da Lolann » 13 ott 2005, 17:16

Drauger inoltro subito il link!

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