Chaos on the Bridge

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Miles
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Messaggio da Miles » 17 gen 2017, 10:59

William Shatner, nel 2014, filma (e firma) un nuovo documentario sul mondo di Star Trek dopo The Captains.

Questa volta l'argomento è più complesso e - per certi versi - più interessante rispetto alle esperienze degli attori che hanno interpretato l'ufficiale più alto in grado nelle varie serie, perché Shatner si concentra su un periodo di tempo molto limitato ma decisamente turbolento che racconta la genesi di The Next Generation fino alla sua terza stagione.

Il perché di questa scelta sta nel fatto che in quegli anni, l'esistenza di TNG - e la sussistenza dell'intero franchise - era costantemente messa in pericolo. Sorprendentemente, non tanto dalla freddezza dei fan (all'epoca, era inconcepibile che in una serie di Star Trek non fossero presenti Kirk, Spock e McCoy!) ma da una serie di tensioni interne allo staff che hanno rischiato di mandare in malora l'intero progetto anche per gli anni futuri. E, senza troppi giri di parole, pur con il dovuto rispetto e tutte le attenuanti del caso, è proprio Gene Roddenberry ad essere dipinto come il nemico numero uno della produzione.

Che i primi tre anni di TNG fossero stati molto complicati è storia nota e se ne parla spesso nei making of allegati ai cofanetti o nelle memorie degli attori, ma in Chaos on the Bridge - grazie anche ad un'azzeccata combinazione di interviste, animazioni in stile fumetto e ad una metafora western-pokeristica per rappresentare giochi e strategie di potere (davvero sorprendenti se si pensa, invece, a come in TNG ci sia l'atmosfera più pacifica di tutto il franchise), viene fuori un documento in grado di immergere lo spettatore dinamicamente in un infernale dietro le quinte che restituisce il mitico creatore della serie spogliato dalla sua aurea di santità, per conoscerlo meglio.

Sembra che tutto remasse contro TNG sin dalla stesura della sceneggiatura di Incontro a Farpoint (per la paternità della quale nacque un contenzioso tra D.C. Fontana e Roddenberry stesso). Gli studios volevano fortemente una nuova serie di Star Trek ma Roddenberry pretendeva di avere la prima e l'ultima parola su tutto, facendo scappare moltissimi autori ai quali riscriveva o cestinava sceneggiature da lui stesso verbalmente approvate poco prima, a pochi giorni dall'inizio delle riprese; gli attori erano i primi a non credere al progetto ed è cosa nota che Stewart (insofferente ai modi indisciplinati dei suoi colleghi attori sul set) abbia firmato per il ruolo solo perché il suo agente gli aveva detto che la serie sarebbe stata certamente cancellata nel giro di poco tempo; gli autori si sentivano frustrati dai rigidi paletti di Roddenberry che pretendeva assoluta armonia fra i personaggi, cosa che - dal loro punto divista - gli segava completamente le gambe impedendogli di creare una tensione drammatica. E poi la malattia di Gene, l'abbandono di Denise Crosby, la partenza di Gates McFadden (giudicata prepotente da qualcuno ai piani alti) e l'arrivo di Diana Muldaur, mai integratasi con l'equipaggio tanto quanto con la compagnia di attori... insomma, non so quanto Shatner abbia deciso di enfatizzare la cosa ma quel che resta alla fine del documentario è la sensazione che il successo di TNG - senza il quale non avremmo certo avuto le serie successive - sia stato un vero miracolo contro ogni previsione.

https://www.netflix.com/it/watch/80074110
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