Il debutto di Fringe

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Il debutto di Fringe

Messaggio da solo » 1 set 2008, 14:58

Per una volta l'istrionico J.J. Abrams ha spostato i riflettori dalla rielaborazione cinematografica di Star Trek, per puntarli su 'Fringe', promettente serial televisivo inventato e realizzato da Abrams e dai suoi fidati collaboratori Alex Kurtzman e Roberto Orci. La ragione sta nel fatto che il serial inizierà la propria programmazione sulla rete USA Fox il prossimo 9 settembre, e pertanto un po' più di attenzione lo merita. In ragione di questo, il trio ha presenziato a una lunga conferenza stampa a New York e, nelle loro dichiarazioni, vengono spiegati in dettaglio la filosofia e le tematiche del progetto.

'Fringe' racconta le vicende dell'agente speciale dell'FBI Olivia Dunham, interpretata dall'attrice australiana Anna Torv, impegnata nelle indagini su un misterioso disastro aereo avvenuto sui cieli di Boston. Le vicende investigative si intrecciano con quelle personali, dato che il compagno di Olivia è rimasto gravemente ferito nel disastro; il disperato tentativo di salvargli la vita porta la donna sulle tracce di Walter Bishop (l'attore John Noble, èi]'Il Signore degli Anelli: Il ritorno del re'[/i], 'Stargate SG-1'), brillante scienziato tenuto segregato da oltre 17 anni per via del suo impegno in misteriosi progetti scientifici. Per raggiungere Bishop, Olivia dovrà a sua volta aiutare il figlio scapestrato dello scienziato, interpretato da Joshua Jackson ('Vengo a prenderti', 'Cursed', 'Ombre dal passato'), mentre nel corso delle indagini la donna scoprirà risvolti oscuri e incredibili della ricerca scientifica e della realtà.

Nell'intervista Abrams, Kurtzman e Orci parlano della genesi della serie, che definiscono "gravidanza programmata", e dell'influenza che hanno avuto sul progetto i gusti personali degli autori, da 'The Twilight Zone' a 'Twin Peaks' al cinema di David Cronemberg, negando però una stretta somiglianza con 'X-Files'. Là dove le avventure di Mulder e Scully sconfinavano a tratti nel soprannaturale, 'Fringe' rimane ancorato alle possibilità della ricerca scientifica di frontiera, spostando l'azione nel futuro non di anni o mesi, ma forse solo di pochi minuti. In tal senso la serie è di fantascienza nel senso classico, cioè basata sull'estrapolazione scientifica il cui spunto lo si può trovare nei trafiletti sui giornali o in rete, nei quali vengono annunciate in sordina scoperte e applicazioni fino a pochi anni fa impensabili.

La struttura del serial è estremamente flessibile, per come i suoi autori l'hanno pensata. Il plot narrativo è stato sviluppato per ora in 13 episodi, ma nulla vieta di accorciare o allungare (si spera) il numero di puntate, dato che i tre sanno già da ora perfettamente dove vogliono arrivare. Gli autori ammettono che l'esperienza "confusionaria" di 'Alias' è stata decisiva nella volontà di determinare da subito un punto di arrivo certo delle vicende. Se in quella serie infatti, si parlava di una ragazza alla scoperta di sé stessa, mentre in 'Lost' di un gruppo di persone costrette a fare i conti con il proprio passato, in 'Fringe' tutto è incentrato su alcune persone estremamente diverse tra loro che però hanno bisogno l'uno degli altri per raggiungere i propri obiettivi. In questo senso la frontiera, la "frangia", è intesa non solo nella ricerca scientifica ma anche nei rapporti personali, e si trova nei demoni che ognuno deve affrontare e sconfiggere necessariamente con l'aiuto degli altri.

La struttura del serial prevede che gli episodi siano indipendenti l'uno dall'altro, contestualizzati però in un arco narrativo che si evolve in modo predefinito. Con ciò gli autori sperano di favorire l'ingresso di nuovi spettatori anche una volta iniziato, esperienza questa determinante per il successo di qualunque serial. Come al solito, fondamentale per tenere desta l'attezione sarà l'insieme di elementi diversi che caratterizzaranno le storie: thriller, romantico, avventuroso, tecnologico. Oltre ad evitare il difetto di molti serial di questo tipo, cioé di sviscerare troppo la trama nella prima stagione facendo sì che le successive si trascinino un po' stancamente.

Parlando del cast: l'attenzione si è puntata sul ruolo del giovane Jackson, ormai lontano dai lidi adolescenziali di 'Dawson Creek' e imbarcato in una carriera cinematografica promettente. Il suo personaggio è stato definito dagli autori come "la terza gamba del tavolo", apparentemente di poca importanza ma fondamentale per l'equilibrio del tutto. Il figlio dello scienziato Bishop farà da ponte tra lui e Olivia e avrà una costante evoluzione durante la serie.

In ultima analisi 'Fringe' si annuncia come una serie complessa e sfaccettata, di possibile grande impatto ma esposta al rischio di tutte le produzioni targate Abrams, ovvero quello di farsi sommergere dalla disordinata genialità del suo creatore. Se le esperienze del passato hanno davvero insegnato qualcosa, questo rischio potrebbe essere evitato e allora questa serie potrebbe rappresentare una piacevole ventata di aria fresca nel panorama televisivo fantascientifico.

Immagine
'Una scena della serie'

Fonti: Corriere della Fantascienze, Sci Fi Wire












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Messaggio da Galen » 1 set 2008, 15:30

Non ho ben capito quale sia il rischio targato Abrahms... so che ognuno ora tirerà fuori la sua, ma io non ho capito cosa vuol dire "farsi sommergere dalla genialità del suo creatore".
Per quanto ne so Alias ha presentato problemi nel momento in cui Abrhams se ne è andato (questo l'ha sommersa?), mentre in Lost non vedo problemi attribuibili a lui (in realtà fatico a trovarci particolari problemi e basta, ma magari va a gusti).

Comunque Fringe sembra interessante, lo proverò senz'altro. :wink:

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Messaggio da Piccio » 1 set 2008, 17:44

Per quanto mi riguarda spero che non diventi un altro Lost, che secondo i miei gusti è diventato peso ed inguardabile con questa mania del colpo di scena e del non arrivare mai a conclusioni.

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Messaggio da Dathon » 1 set 2008, 18:55

Originally posted by Piccio

Per quanto mi riguarda spero che non diventi un altro Lost, che secondo i miei gusti è diventato peso ed inguardabile con questa mania del colpo di scena e del non arrivare mai a conclusioni.
Rompo l'equilibrio dei fraris del forum, e mi associo. :grin:

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Messaggio da Galen » 1 set 2008, 20:14

Io invece trovo che Lost sia diventato sempre meglio (magari questo telefilm ne fosse all'altezza, ma ne dubito).

E non sono d'accordo che non dia mai spiegazioni, risposte ne sono arrivate tantissime. Se poi non piace che da lì si aprano altri interrogativi, vuol dire che non piace l'elemento fondante della serie, il mistero fantascientifico. Se uno se ne accorge a metà non può dare la colpa alla serie, secondo me.
Poi è vero che ha avuto almeno un momento di stanca in cui la storia andava avanti poco (colpa come al solito della produzione, non degli autori).
E' però un problema da cui trovo si sia ripreso da tempo e che da almeno una stagione e mezza il ritmo sia aumentato sempre di più (oltre che rendere evidente anche ai più ostinati quello che si sapeva quasi da subito, che la serie tratta di fantascienza tout court e non di qualche generico e assurdo volo pindarico).

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Messaggio da TheGib » 1 set 2008, 21:16

[semi-OT mode on]
Sperando che rimanga nella SF, credo comunque che abbia trascinato un po' troppino certi tormentoni; non avendo però ancora visto gli ultimi quattro episodi trasmessi, sospendo il giudizio :wink:
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Messaggio da Dathon » 1 set 2008, 22:31

Per me Lost, come ho già detto, è puro virtuosismo narrativo. Non posso giudicarla come fiction, né science né di qualunque altro tipo.

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Messaggio da Galen » 2 set 2008, 11:15

Allora si vede che mi piacciono i virtuosisimi narrativi... se sono così, trovo che siano migliori della maggior parte della comune narrativa. Se però con virtuosismo si intende sceneggiare fatti col bilancino, non sono d'accordo: di imitatori che cercano di replicare certe formulette ce ne sono molti, ma pochi hanno lo stesso smalto.
Non considerarla come fiction mi pare però un assurdo. Non staremo mica giudicando secondo parametri crociani che escludano l'esistenza di qualsiasi tecnica di scrittura in virtù di un non meglio definito talento o arte (che pare uscita dal campo del "soprannaturale")? Cosa peraltro, la tecnica, che usano tutti... focalizzarsi sul Lost perché riesce meglio in questa cosa non mi pare abbia molto senso e tutta questa "anima" non la vedo neanche altrove.


@TheGib: certo che rimane nella SF, come sempre, dove vuoi che vada?! :wink:
Ad ogni modo sono d'accordo che certe cose siano state trascinate troppo a lungo. Purtroppo la produzione vuole allungare il brodo quando fa successo, accorciarlo quando ne fa meno. Ogni giorno cambiano idea e sti poveri sceneggiatori diventano pazzi a strutturare in questo modo... prima bisogna assolutamente chiudere alla quarta stagione, mò di stagioni ne vogliono fare almeno 6 (troppe per i piani iniziali). Imho comunque è un peccato veniale se il resto è buono e coerente (siamo lontanissimi dal trascinamento accanito di X-files, ad esempio) e come dicevo prima mi pare che ora la storia vada avanti ad un ritmo molto più veloce rispetto agli inizi.

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Messaggio da Mr Snooze 2 » 2 set 2008, 11:31

Questo anche perché finalmente i produttori e gli sceneggiatori sanno esattamente quanti episodi mancano alla fine.
Saranno sei stagioni totali, ma le ultime tre saranno composte da un numero di episodi paragonabili a due stagioni regolari (48 in tutto).
Quindi, alla fine la serie sarà composta da 117 episodi, che sono effettivamente troppi per una serie del genere ma c'è da sperare che gli autori riescano comunque a tirare le fila delle innumerevoli sottotrame.

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Messaggio da Galen » 2 set 2008, 13:21

Sarà... lo spero davvero che i produttori abbiano preso una decisione definitiva e che gli sceneggiatori l'abbiano finalmente avuta dopo le mille richieste. Peccato che di queste "decisioni definitive" ne abbia già sentite parecchie negli ultimi 2 anni, spesso smentite da una settimana all'altra a seconda dei dati di ascolto sulle singole puntate (disgustorama... non tanto sul fatto che decidano in base agli ascolti, che tanto purtroppo lo fanno tutti, ma che pretendano di capire il trend sulla base di una singola puntata è da imbecilli imho).

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Messaggio da Dathon » 2 set 2008, 13:27

Originally posted by Galen

Allora si vede che mi piacciono i virtuosisimi narrativi... se sono così, trovo che siano migliori della maggior parte della comune narrativa. Se però con virtuosismo si intende sceneggiare fatti col bilancino, non sono d'accordo: di imitatori che cercano di replicare certe formulette ce ne sono molti, ma pochi hanno lo stesso smalto.
Perché non sono virtuosi, appunto. Poi non sta scritto da nessuna parte che il virtuosismo debba essere stereotipato. Anzi.

Non considerarla come fiction mi pare però un assurdo. Non staremo mica giudicando secondo parametri crociani che escludano l'esistenza di qualsiasi tecnica di scrittura in virtù di un non meglio definito talento o arte (che pare uscita dal campo del "soprannaturale")?
Neanche per scherzo. :wink: Io al limite sto dicendo che il postmodernismo ha fatto il suo tempo, e che è ora di ricominciare a parlare per comunicare, e non solo per esplorare il linguaggio. O più semplicemente, che nel momento in cui ti poni l'obiettivo di realizzare la serie più complessa di tutti i tempi (ed è questa l'unica cosa che mi sembra emerga dal testo), il tuo obiettivo non è più quello di raccontare una storia, e quindi IMHO non si può più parlare di fiction.

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Messaggio da Mr Snooze 2 » 2 set 2008, 14:38

Originally posted by Galen

spero davvero che i produttori abbiano preso una decisione definitiva e che gli sceneggiatori l'abbiano finalmente avuta dopo le mille richieste.
Per la cronaca, produttori e sceneggiatori sono sulla stessa barca. Chi decide davvero se una serie chiude o va avanti è la rete televisiva (perlopiù sulla base degli ascolti).
Comunque l'annuncio di quando finirà la serie (2010) l'ha fatta il presidente della ABC Entertainment in persona nel maggio scorso. Quindi è più di una voce di corridoio.

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Messaggio da Galen » 2 set 2008, 15:28

E' stato molto più di una voce anche altre volte... Io, quando mancano ancora ben due stagioni, ho imparato a non dare niente per scontato. Se poi questa sarà davvero la volta buona, tanto meglio. :wink:

Si, per produttori non intendevo gli esecutivi, ma chi compra la serie e ha potere decisionale.
Originally posted by Dathon
nel momento in cui ti poni l'obiettivo di realizzare la serie più complessa di tutti i tempi (ed è questa l'unica cosa che mi sembra emerga dal testo), il tuo obiettivo non è più quello di raccontare una storia, e quindi IMHO non si può più parlare di fiction.
Mah, io smitizzerei questa cosa della serie più complessa di tutti i tempi (non ho fatto classifiche e non me ne importa), anche perché a me invece non sembra emerga da nessuna parte: io vedo più che altro la volontà di raccontare una buona storia e non ho mai sentito gli autori dire diversamente... Certo, non dubito che Abrahms stia anche esplorando il linguaggio (non so se ciò basta ad ascriverlo al postmodernismo e se questo abbia fatto il suo tempo): che nei suoi lavori tenti sempre di rivoluzionare in qualche modo i processi narrativi, è fuor di dubbio.
Quello che mi chiedo io è, perché una cosa deve escludere l'altra? Perché esplorare la scrittura non può conciliarsi con lo scrivere una buona storia?

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Messaggio da Dathon » 2 set 2008, 16:58

Originally posted by Galen

Certo, non dubito che Abrahms stia anche esplorando il linguaggio (non so se ciò basta ad ascriverlo al postmodernismo e se questo abbia fatto il suo tempo): che nei suoi lavori tenti sempre di rivoluzionare in qualche modo i processi narrativi, è fuor di dubbio.
Quello che mi chiedo io è, perché una cosa deve escludere l'altra? Perché esplorare la scrittura non può conciliarsi con lo scrivere una buona storia?
Io sto dicendo un'altra cosa, infatti. La ricerca di nuovi modi di scrivere è quasi un imperativo morale per qualunque scrittore, per come la vedo io. Ma non può essere quello il significato della scrittura. E io in Lost non vedo altro. E' una serie adrenalinica, certo, ma come può esserlo vedere le scene degli incidenti automobilistici più spettacolari in TV. E' un bel gioco a incastro, pure. Per chi ama il genere. Ma non c'è niente che rimanga dopo aver visto un episodio, se non la curiosità per il successivo.

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Messaggio da Galen » 2 set 2008, 17:21

Oi, sarà questione di gusti perché per me non è così... infatti anche a serie terminata, senza più la curiosità di come andrà a finire, la rivedrei (come rivedrei 24, che pure "soffre" della stessa caratteristica). Certo non è uno di quei film immortali che potrei visionare all'infinito, né dico che non ci siano serie migliori, però la rivedrei volentieri.
(Oltre a ciò, da una serie mi "accontento" di buon grado di una narrazione che mi appassioni... mi domando piuttosto se sono così tante le altre serie che lasciano qualcos'altro).


Per tornare in topic, quello che mi lascia dei dubbi su questo Fringe è proprio il fatto di volersi discostare da Lost in un punto: rinunciare ad una serialità serrata non tanto per volontà creativa, ma per non spaventare gli spettatori occasionali... temoche questo possa essere limitante.
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