Evoluzionismo come ideologia...
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- Capitano
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- Comandante
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Sì, però a me piaceva di più l'altro nick che avevi , uno poteva chiamarti inter, ora come ti dobbiamo chiamare? Confesso che questo non mi piace molto, anche perchè è troppo lungo. Che dici, facciamo un sondaggino?
Scusate l'o.t per favore.
Non ci vuole niente a fare la pazzia, basta che lei si metta a gridare in faccia a tutti la verità.
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- Capitano
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- Miles
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Vedi, credo che ai cattolici venga chiesto di "tapparsi gli occhi" per vedere al di là. E' importante che l'ostia non sia solo un simbolo, una metafora o un surrogato, perchè perderebbe completamente senso tutto l'impianto concettuale del sacramento eucaristico. Ci si salva mediante il corpo e il sangue del Salvatore, secondo i cattolici, e quindi non attraverso un pezzo di pane e un po' di vino. Del resto anche nell'ultima cena, il Signore ha offerto pane e vino e non "materialmente" se stesso. E nel Vangelo stesso, viene detto che molti dei suoi seguaci si allontanarono da lui, scandalizzati dal fatto di doversi "cibare" di Dio. Finchè si vive con la consapevolezza che è un atto di fede personale che ti porta a credere nonostante le evidenze, e purchè non si rechi danno ad altre persone, non ci vedo niente di male. Ovviamente è un altro discorso se si fa leva sull'ignoranza della gente.
- Miles
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Non saprei rispondere con esattezza... diciamo che penso che se uno crede con la consapevolezza che stà attuando un atto di fede personale, allora un minimo di senso critico lo ha perchè se credesse con facilità vorebbe dire altresì che la sua fede è sterile e di facciata. A me fanno molta paura quelli che credono coi paraocchi e che finiscono quasi sicuramente per perdere il senso del reale. Per esempio: io normalmente non crederei alla Transustanziazione, perchè la mia esperienza del reale mi suggerisce che è impossibile. Tuttavia, nel particolare atto della comunione, io ho bisogno di crederci e per farlo ho bisogno di un atto di fede. Se questa consapevolezza non viene da me, ma mi viene semplicemente suggerita senza che io ne comprenda il senso, diventa tutto inutile. Diventa addirittura dannoso quando l'incapacità dell'atto di fede porta masse di gente a credere solo in presenza di eventi particolari come statue che sanguinano, apparizioni, miracoli e via dicendo.
Fortunatamente la chiesa cattolica procede sempre con i piedi di piombo, prima di dire ufficialmente se un evento può essere considerato miracoloso o meno. Per rispondere alla tua domanda, il limte formale lo considero quello. Però ci sono miracoli riconosciuti che continuano a lasciarmi perplesso, come per esempio, la liquefazione del sangue di S.Gennaro che piuttosto che darmi delle certezze mi fa venire dei dubbi, proprio alla luce di quello che ho detto prima. Alla fine si tratta sempre di un cammino personale e secondo me il sacerdote ha l'obbligo non d'influenzare, ma di persuadere.
Il limite alla credulità è quello che c'imponiamo noi stessi. Se te lo impone qualcun altro, è un grosso guaio e il passo verso il fondamentalismo è breve.
Del resto considera questo: nel Vangelo Cristo non dice mai "dovete credere in me", ma prima di operare miracoli chiede "Credi tu in me?" oppure "Credi che io possa far questo?". Questo per me spiega il modo in cui è giusto vivere la propria fede, sempre con un punto interrogativo prima, come una domanda a cui dare convintamente una risposta e non come un paio di paraocchi.
Fortunatamente la chiesa cattolica procede sempre con i piedi di piombo, prima di dire ufficialmente se un evento può essere considerato miracoloso o meno. Per rispondere alla tua domanda, il limte formale lo considero quello. Però ci sono miracoli riconosciuti che continuano a lasciarmi perplesso, come per esempio, la liquefazione del sangue di S.Gennaro che piuttosto che darmi delle certezze mi fa venire dei dubbi, proprio alla luce di quello che ho detto prima. Alla fine si tratta sempre di un cammino personale e secondo me il sacerdote ha l'obbligo non d'influenzare, ma di persuadere.
Il limite alla credulità è quello che c'imponiamo noi stessi. Se te lo impone qualcun altro, è un grosso guaio e il passo verso il fondamentalismo è breve.
Del resto considera questo: nel Vangelo Cristo non dice mai "dovete credere in me", ma prima di operare miracoli chiede "Credi tu in me?" oppure "Credi che io possa far questo?". Questo per me spiega il modo in cui è giusto vivere la propria fede, sempre con un punto interrogativo prima, come una domanda a cui dare convintamente una risposta e non come un paio di paraocchi.
- Miles
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Perchè credere a priori è un prerequisito di ogni religione. Se fossi nato in un altro paese, probabilmente crederei a priori in un altro dio.
L'importante, per agganciarmi al mio post precedente, è che io creda perchè lo sento, e non semplicemente per un retaggio culturale.
Ci sono molti cristiani che smettono di credere o addirittura cambiano religione: non dico che mi faccia piacere, ma forse è meglio questa soluzione a una fede che ti è stata tramandata ma che non senti tua.
Non credo a priori a qualcos'altro che non si attinente alla mia religione perchè sarei un credulone!
Ogni gioco ha le sue regole, per quanto riguarda le questioni di fede e spirituali, poichè i sensi e la razionalità non aiutano, occorre "credere", altrimenti non si va da nessuna parte. Per le altre cose, fortunatamente c'è la scienza.
L'importante, per agganciarmi al mio post precedente, è che io creda perchè lo sento, e non semplicemente per un retaggio culturale.
Ci sono molti cristiani che smettono di credere o addirittura cambiano religione: non dico che mi faccia piacere, ma forse è meglio questa soluzione a una fede che ti è stata tramandata ma che non senti tua.
Non credo a priori a qualcos'altro che non si attinente alla mia religione perchè sarei un credulone!
Ogni gioco ha le sue regole, per quanto riguarda le questioni di fede e spirituali, poichè i sensi e la razionalità non aiutano, occorre "credere", altrimenti non si va da nessuna parte. Per le altre cose, fortunatamente c'è la scienza.
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