Unificazionisti o Diversificazionisti?

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Myra
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Unificazionisti o Diversificazionisti?

Messaggio da Myra » 12 lug 2007, 15:37

Pensate che negli anni riusciremo meglio a comprendere la natura mediante leggi che tendono a unificare oppure ritenete che la natura stessa e la vita soprattutto, manifesterà se stessa differenziandosi sempre più e diversificandosi in tutte le sue forme?
Forse il voler unificare corrisponde più a un nostro desiderio di semplificare e generalizzare che a una effettiva e oggettiva necessità. In questo modo ci sembra che potremmo riuscire ad appropriarci delle leggi che regolano i fenomeni inquadrandoli in un'unica ottica. La vita però tende a differenziarsi e a specializzarsi e premia la diversità e la complessità a scapito dell'uguaglianza e della semplicità.
Cosa ne pensate, qual'è la strada giusta? Dobbiamo unificare o diversificare?

carletto
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Messaggio da carletto » 12 lug 2007, 16:34

mi sembra una domanda complessa, tra l'altro perché quando la scienza "unifica" è solo quando riesce a dare una descrizione sintetica di una grande varietà di fenomeni, e il fatto di vederli "uniti" è un'altra cosa rispetto alle loro somiglianze instrinseche, che di per sé rimangono tali prima e dopo l'avvento della teoria unificante.
d'altra parte, il modo di percepire le cose da parte nostra è un fattore non del tutto secondario, specialmente nell'ambito delle visioni o filosofie empiriste, a cui la scienza moderna è indubbiamente debitrice, così come il capitalismo e il materialismo tanto diffusi oggi.

in ogni caso, bisogna pur distinguere da tra il comportamento delle scienze naturali volte a comprendere l'universo da un lato e la gamma degli umani comportamenti dall'altro, che non necessariamente devono seguire la stessa strada...
in sostanza: la domanda che cosa vuol sapere?

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Messaggio da Darmok47 » 12 lug 2007, 17:25

francamente ladomanda mi sembra mal posta, anche perché se da un lato parli di teorie unificatrici che riguardano quindi concetti di fisica fondamentale e d'interazione di forze, dall'altro parli di differenziazione della vita (biologica suppongo) che è una cosa completamente diversa. Oggi si cerca l'unificazione nelle forze e nelle leggi del mondo, che però non determinano una omogeneità o una uniforme unificazione analoga nella vita che anzi può e deve differenziarsi

per dirla elegantemente "infinite diversità in infinite combinazioni" possono esistere anche in un universo governato da una legge unificata cosi come da tanti mattoncini di lego tutti uguali si possono creare costruzioni diverse e dalle mille funzioni

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Messaggio da Myra » 12 lug 2007, 18:02

Mi piace questo esempio dei mattoncini di lego. In effetti la domanda è complessa (e probabilmente anche mal posta), di proposito ho evitato un lungo prologo, sia per lasciare aperto il dibattito, sia perchè io stessa ho un po' di confusione mentale sull'argomento e speravo che il confronto fosse chiarificatore. E' vero che la biologia e la fisica sono due discipline differenti ma se uno ha la tendenza a unificare le deve necessariamente inquadrare in un'unica ottica che vede la biologia asservita (ma il termine forse è infelice) alla fisica.

Siccome si tratta di due modi di vedere la realtà, magari entrambi validi, dovrei porre in questo modo la domanda: siete di quelli che tendono a unificare, generalizzando e semplificando, oppure di quelli che tendono a diversificare, particolareggiando e complessificando?
Io appartengo al primo gruppo, ad esempio. Mio malgrado.

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Messaggio da TheGib » 12 lug 2007, 18:53

Idem; questione di conformazione mentale :wink: .
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Messaggio da carletto » 12 lug 2007, 18:59

a tutti e due i gruppi: unificare e diversificare sono due facce della stessa medaglia, a mio parere.
Sia nell'ambito natura-scienza che nell'ambito delle attività umane, l'unificazione è il passo successivo alla diversificazione: prima si creano tante cose differenti, e poi si cerca di raggrupparle razionalmente.
spesso vengono "unificate" cose dalle origini del tutto varie o concetti provenienti da campi totalmente differenti tra loro.
magari, poi, si scopre che la "unificazione" teorica a cui si giunge permette di rivelare una complessa storia comune di due oggetti/concetti/idee che si pensavano estranei fino alla loro inclusione nella teoria unificante: per esempio, lo studio casuale delle somiglianze tra le lingue nei secoli scorsi ha poi portato a scoprire tutta una serie di relazioni complesse tra lingue apparentemente distanti tra loro, e che pure hanno una storia comune che si ignorava.

l'unificazione operata in un ambito generalistico talvolta può portare ad una eccessiva semplificazione, che non sempre è funzionale a ciò che si vuol studiare: la classificazione operata per uno scopo può essere inutile o fuorviante in altri casi: classifico i viventi in base alle relazioni filogenetiche o a quelle ecologiche? sono più simili ragni e insetti o ragni e scorpioni? colibrì e api o colibrì e pinguini?

la classificazione è ben riflessa poi spesso nella lingua: noi usiamo un termine per identificare i singoli gruppi nei quali classifichiamo arbitrariamente le cose: il triangolo, il quadrato, il pentagono, eccetera sono tutti "poligoni". ma fino a che punto sono simili tra loro?
ecco allora che qui corre la sottile linea tra la differenza "qualitativa" e quella "quantitativa": più o meno si potrebbe dire che se due concetti diversi hanno nomi diversi siamo in presenza del primo caso, mentre se hanno nomi simili (o tuttalpiù uguali) si ha il secondo. ma spesso non è chiaro fino a che punto una differenza quantitativa tra due oggetti può spingersi prima di divenire qualitativa e non poter quindi classificare i due oggetti nella stessa categoria. In matematica le ellissi, le parabole e le iperboli sono tutte "coniche" (intersezioni tra un piano ed una superficie conica) e possiamo differenziarne la forma in base ad un semplice numero reale positivo: l'ellitticità (rispettivamente minore di, uguale a o maggiore di 1), ed in fisica corrispondono alle orbite kepleriane (o newtoniane): ma entro quali ambiti ci interessa sostenere che un'orbita ellittica è solo quantitativamente differente da un'"orbita" iperbolica? state pur certi che alla NASA la differenza interessa parecchio, se non vogliono perdere le loro costosissime sonde per lo spazio.

talvolta le classificazioni sono molteplici, oltre che essere varie in senso verticale (lo Stato italiano composto da Regioni, Province, Comuni) lo possono essere anche in senso orizzontale: ecco le divisioni e le inclusioni variano a seconda di che cosa si vuole studiare: sono da classificare più vicine italiano e tedesco o italiano e francese? se lo chiedi ad un linguista le ultime due sono ligue neolatine, mentre il tedesco è una lingua gemranica, ma se lo chiedi ad un altoatesino la risposta potrebbe non essere scontata...

naturlamente la scienza e l'ambiente sono fondamentali nella costruzione della nostra struttura mentale: avevo letto un mesetto fa di un curioso esperimento in cui a persone appartenenti a due gruppi distinti, uno inglese l'altro russo, veniva mostrata un disegno con tre quadrati: due blu uguali e uno azzurro, e veniva loro chiesto di indicare se ve ne fosse uno di colore diverso dagli altri (purtroppo non conosco con precisione i termini dell'esperimento): una percentuali significativamente superiore di persone del secondo gruppo aveva indicato il quadrato azzurro rispetto al primo gruppo, secondo gli autori dell'esperimento (che stavano compiendo studi in tal merito) perché in russo le parole per "blu" e "azzurro" sono diverse, mentre in inglese no.
i **!!virus deleted!!**

Myra
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Messaggio da Myra » 13 lug 2007, 8:30

Sì è vero che la scienza opera in entrambi questi settori, che sono due facce antitetiche della stessa medaglia, un po' come onda e particella, ma tu se fossi uno scienziato di quale settore faresti parte?
Forse nel primo gruppo ci sono più teorici, ma non tutti, e nel secondo più sperimentatori, ma non tutti.

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