Quella gran brutta bestia della matematica

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TheGib
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Quella gran brutta bestia della matematica

Messaggio da TheGib » 8 ago 2007, 7:25

Su “La Repubblica” di venerdì 03-08-2007 la rubrica “Il Diario” è dedicata alla matematica ed al suo insegnamento in Italia; con interessanti interventi, tra cui uno del ben noto (mediaticamente parlando) P.G.Odifreddi.

Il tutto è consultabile qui:
http://download.repubblica.it/pdf/diari ... 082007.pdf

Ne evidenzio un estratto, dalla sotto-rubrica “Sillabario”:
I TONI sono sempre gli stessi: «Ma per favore! Al diavolo la matematica». – «Una tortura,già a scuola. Non so proprio come sono riuscito a passare l’esame di maturità».– «Un incubo! Sono davvero completamente negato…». – «L’Iva ancora ancora ce la faccio, con il calcolatore. Ma tutto il resto è troppo difficile». «Formule matematiche? Veleno per me. Stacco semplicemente la spina».
Sono affermazioni che si sentono fare tutti i giorni. Le pronunciano con disinvoltura persone sicuramente intelligenti, colte, con un singolare misto di arroganza e fierezza. Si aspettano ascoltatori comprensivi, e questi non mancano mai. Si è stabilito un consenso generale che determina tacitamente ma in modo massiccio l’atteggiamento verso la matematica. A nessuno sembra dar fastidio che la sua esclusione dalla sfera della cultura corrisponde a una specie di castrazione intellettuale. Chi giudica deplorevole questa situazione, chi mormora qualcosa sul fascino e l’importanza, sulla portata e la bellezza della matematica, è considerato un esperto e guardato con stupore; e se si fa riconoscere come un cultore dilettante, passa nel migliore dei casi per uno stravagante che si occupa di uno hobby insolito, come se allevasse tartarughe o collezionasse fermacarte vittoriani.

Hans Magnus Enzensberger

Citando un certo imperatore, mi viene da commentare:
io l'ho sempre detto... :sad:

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Messaggio da R. Daneel Olivaw » 8 ago 2007, 8:25

A me piace la matematica: la trovo... affascinante!

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Messaggio da spones » 8 ago 2007, 9:59

Ne ho parlato con il Prof... :rolleyes: brutta situazione... :rolleyes:

P.S. Per la cronaca, anch'io non sono certo una cima... :smokin:
"Those people who think they know everything are a great annoyance to those of us who do."

Isaac Asimov

------------------------------

:smokin: Denny Crane :smokin:

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Messaggio da Myra » 8 ago 2007, 10:55

AAAAhhh, io sono fissata per la matematica e da quando la insegno mi sono fissata ancora di più, anche i miei alunni dicono quelle cose detestabili. Le persone su citate possono essere, a mio avviso, Fatta eccezione per quella ristretta cerchia di persone certamente colte e intelligenti ma che purtroppo hanno avuto pessimi insegnanti di matematica, la rimanente parte della popolazione non capisce la matematica perchè non è abbastanza intelligente.

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Messaggio da Fabio P » 8 ago 2007, 11:34

Nella mia vita passata amavo la matematica, Ingegnria mi ha tolto ogni fascino per questa materia.

Ora è possibile che finisca per insegnarla anch'io, magari mi tornerà la passione

Chissà
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Messaggio da Miles » 8 ago 2007, 11:38

Il mio problema con la matematica, materia che ho sempre trovato affascinante ma troppo criptica per le mie "celluline grigie", è lo stesso che ho riscontrato a suo tempo durante lo studio del latino e del greco: al pari di quest'ultime, la matematica è un linguaggio che però non serve a comunicare (nell'esperienza di tutti i giorni, almeno) e, in quanto tale, rimane per me una materia troppo "platonica" per potermi offire lo stimolo necessario al miglioramento. Lo so perchè, fino ad un certo punto della mia "carriera scolastica" avevo le stesse difficoltà con la lingua inglese, difficoltà poi brillantemente superate quando ne ho capito e ne ho sfruttato l' uso paratico al di la dell'eserciziario scolastico (potenza delle avvenutre grafiche in inglese dei primi anni '90 che ero costretto a giocare con il mouse in una mano e il dizionario nell'altra!!!)

Di fronte ad astruse dimostrazioni algebriche mi sono spesso ritrovato a chiedere all'insegnante: "Scusi prof. ma... alla fine a che serve tutto questo?"

La risposta era sempre più o meno un laconico: "serve."

Alla fine l'unico stimolo diventa lo spauracchio del debito o della bocciatura, e credo sia fondamentalmente sbagliato impostare la questione in questi termini. Alla fine molte delle mie insegnanti di matematica hanno dovuto issare bandiera bianca con me, perchè nonostante dimostrassi di essere interessato e attento alle lezioni, i risultati sono sempre stati deludenti se non proprio catastrofici...

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Messaggio da TheGib » 8 ago 2007, 11:54

Il passaggio da "mistero della fede" ad "affascinante linguaggio" avviene, quasi sempre, grazie agli insegnanti; oppure, in alcuni casi fortunati, grazie ai genitori.
Se non si riesce a stabilire un "proficuo contatto" in questo senso, la strada è ovviamente difficile. E non credo ci siano ricette o manuali, poiché molto dipende dai caratteri delle persone coinvolte: non è detto che un certo approccio vada bene per ogni tipo di studente.

Non voglio dare colpe né scusanti, dato che il lavoro dell'insegnante è (ammp) un dei più difficili, impegnativi e malvalutati; mi limito a raccontare un aneddoto di vita vissuta:
Un ragazzo bocciato in prima liceo proprio per la matematica, viene successivamente seguito durante l'estate (voleva ritentare) da un giovane studente ai primi anni di università, entusiasta della materia.
Da quel momento in poi i voti (in matematica) del ragazzo oscilleranno tra il 7 e l'8, benché continui sino alla fine delle superiori a richiedere un appoggio, più psicologico che altro, per lo studio della materia.
Ovviamente è una situazione limite e difficilmente ripetibile, ma aiuta ad inquadrare la questione.
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Messaggio da Miles » 8 ago 2007, 12:39

SI è vero, alle volte il supporto psicologico gioca tantissimo: ho avuto per anni un'insegnante privata che è anche un'amica di famiglia; con la sua semplice supervisione andavo a razzo, peccato che il giorno dopo, durante il compito in classe, la mia mente diventava come vuota... dimenticavo tutti i procedimenti, come se non li avessi mai studiati. Il pomeriggio dello stesso giorno, invece, quando tornavo a studiare a casa dell'insegnante riuscivo a fare gli stessi esercizi del compito in classe col minimo sforzo... che rabbia!
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Messaggio da Galen » 8 ago 2007, 18:59

Sono d'accordo con Miles.
Io non credo, Myra, che in media le persone non siano abbastanza intelligenti: dicendo così non fai altro che dare ragione al loro atteggiamento isolandoti da sola.
Io credo invece che non ci provino proprio, che non affrontino la fatica perché completamente disinteressati al mezzo per ottenere il risultato.
L'insegnamento della matematica spesso viene astratto troppo per suscitare interesse, solo pochi vengono affascinati da procedure che appaiono fini a se stesse. In questo senso è una materia a rischio (ce ne sono altre), perché spesso viene separata all'origine dalla vita comune, e non si può fare affidamento su chi trova affascinanti i numeri in sé perché non sarà mai la normalità. Se la si insegna in questo modo, presupponendo un fascino non condiviso che difficilmente può essere trasmesso su queste basi, si perde in partenza.

In fondo basterebbe vincere il rifiuto, non importa se poi le conoscenze della materia non vengono approfondite dalla gente: lo saranno quando ne avranno bisogno, purché siano mentalmente aperti al miglioramento. Sarebbe sufficiente che accettasse di applicare nella vita quotidiana i rudimenti base... in fondo 9 volte su 10 sono più che sufficienti: se si accetta di usare banali nozioni elementari per quelle nove volte, alla decima c'è la possibilità che ci si senta abbastanza "forti" per superare i propri limiti. Per questo non credo sia questione di intelligenza: chiunque ha fatto le scuole elementari sa "far di conto" abbastanza per affrontare la maggior parte dei bisogni di tutti i giorni, solo che voglia provarci.
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Messaggio da R. Daneel Olivaw » 8 ago 2007, 19:20

Volevo dire a Myra più o meno quello che ha detto Galen, mi ha preceduto.

Io poi ho un'esperienza personale in merito: una volta (alle medie e all'inizio delle superiori) anch'io non capivo la matematica. Allora non mi rendevo conto ma in seguito, con il senno del poi, ho capito che le mie difficoltà dipendevano sostanzialmente da una scarsa fiducia nelle mie capacità, situazione generata dal fatto che ero stato "educato" a considerare la matematica una materia difficile, al di là delle mie capacità, che fra l'altro sottovalutavo.

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Messaggio da NGS » 9 ago 2007, 10:13

Secondo me, si fa poca matematica nei primi anni dell'istruzione (elementari). A quelle età si può apprezzare la matematica soprattutto in accoppiamento con la fisica o la chimica.
Ai miei tempi si faceva poco e niente...ora nn so.
Ma di sicuro quelli che ora aborrono la matematica, sono di quelle generazioni (e precedenti).
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Messaggio da Myra » 9 ago 2007, 10:31

Io non penso che il non capire la matematica sia un sintomo del fatto che le persone sono poco intelligenti. Credo in realtà che la maggior parte delle persone sono poco intelligenti (ci sarebbe poi da quantificare questo poco, ma usciamo fuori dal seminato) quindi il fatto di non capire la matematica ne è la semplice conseguenza, mi stupirei del contrario.

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Messaggio da Fabio P » 9 ago 2007, 11:17

Io parlerei, prendendo spunto nientepopodimenoché dalla Bibbia, di talenti. Ognuno ha dei talenti, chi non ha il talento della matematica magari ne ha altri.
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Messaggio da TheGib » 9 ago 2007, 11:37

Il... "problema iniziale" è un po' diverso: in certi ambienti è quasi "un punto d'onore" non sapere la matematica, ed anche per questo non si ritiene che sia un problema averla abbandonata.

Dal punto di vista intellettuale, si sa che ci sono vari "tipi" di intelligenza; quella logico-matematica è solo uno dei tanti (se non sbaglio sono 9).
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Messaggio da Myra » 9 ago 2007, 16:45

E' vero, in teoria è così, ma nella pratica chi è bravo in matematica capisce un po' di tutto e se la cava un po' in tutto, potrebbe fare qualunque cosa. L'intelligenza è qualcosa di trasversale, io non credo molto alla faccenda dei talenti (l'unico talento che potrebbe fare eccezione è il talento artistico). La logica serve un po' a tutto, anche a inventare una ricetta di cucina.
E' un mio pensiero, una convinzione dovuta alla mia personale esperienza, un pensiero che non mi piace neppure ma che non riesco a fare a meno di avere.

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