Il tutto è consultabile qui:
http://download.repubblica.it/pdf/diari ... 082007.pdf
Ne evidenzio un estratto, dalla sotto-rubrica “Sillabario”:
I TONI sono sempre gli stessi: «Ma per favore! Al diavolo la matematica». – «Una tortura,già a scuola. Non so proprio come sono riuscito a passare l’esame di maturità».– «Un incubo! Sono davvero completamente negato…». – «L’Iva ancora ancora ce la faccio, con il calcolatore. Ma tutto il resto è troppo difficile». «Formule matematiche? Veleno per me. Stacco semplicemente la spina».
Sono affermazioni che si sentono fare tutti i giorni. Le pronunciano con disinvoltura persone sicuramente intelligenti, colte, con un singolare misto di arroganza e fierezza. Si aspettano ascoltatori comprensivi, e questi non mancano mai. Si è stabilito un consenso generale che determina tacitamente ma in modo massiccio l’atteggiamento verso la matematica. A nessuno sembra dar fastidio che la sua esclusione dalla sfera della cultura corrisponde a una specie di castrazione intellettuale. Chi giudica deplorevole questa situazione, chi mormora qualcosa sul fascino e l’importanza, sulla portata e la bellezza della matematica, è considerato un esperto e guardato con stupore; e se si fa riconoscere come un cultore dilettante, passa nel migliore dei casi per uno stravagante che si occupa di uno hobby insolito, come se allevasse tartarughe o collezionasse fermacarte vittoriani.
Hans Magnus Enzensberger
Citando un certo imperatore, mi viene da commentare:
io l'ho sempre detto...
...siamo tutti un po' Garak