Viaggi tra dimensioni nel multiverso

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Kirk
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Viaggi tra dimensioni nel multiverso

Messaggio da Kirk » 6 giu 2010, 5:15

Ciao a tutti,
volevo condivedere con voi, come ai vecchi tempi di qualche anno fa, un'intuizione che ho avuto, come direbbe Penrose "un'eruzione di idee, dopo le quali un problema che prima mi pareva oscuro, ora è assolutamente chiaro".
Faccio presente che ho scritto questa roba nel mio profilo facebook, quindi sarà abbastanza "stringato" rispetto alla completezza che di solito cerco di mettere, in modo che anche ai profani di divulgazione scientifica tutto possa essere chiaro.

Cominciamo da una domanda:
Se
esiste un multiverso in cui ogni situazione, per quanto improbabile,
diventa reale, in distinte realtà, o dimensioni che dir si voglia,
perché ognuno di noi non riceve la visita di un sé stesso, anzi la
visita di infiniti se stessi?

Ne deduco che o la teoria del multiverso è fallace, oppure è
fisicamente impossibile passare da un universo all'altro... infatti è vero che si verifica ogni singola possibilità, ma solo quelle che fisicamente sono possibile. Tuttavia queste conclusioni mi lasciano perplesso, credo ci rifletterò ancora e troverò la quadratura del cerchio.

La prima obiezione che mi viene in mente è questa: il multiverso, è soggetto alle leggi fisiche che sono realmente universali? oppure sono esse stesse frutto di particolari oscillazioni quantistiche? Probabilmente la seconda, epper... Mostra tuttoò, possiamo forse ridurre il numero degli universi di interesse, a quelli che si sono diramati dal "nostro" (in realtà anche il nostro è una diramazione) ancestrale, e che condivodono con esso quindi almeno le leggi, anche se poi si sono separati e diversificati, dal molto lievemente, al molto profondamente.

Tuttavia l'obiezione più forte all'assunto implicito nella domanda iniziale è un altro e ha a che fare con il concetto di infinito/i. Esistono strumenti matematici che consentono di trattare gli infiniti molto bene, e si può "giocare" con gli infiniti perché non tutti gli infiniti sono uguali. Es.: i numeri pari sono infiniti, ma l'infinito dei numeri pari è la metà dell'infinito di tutti i numeri primi. E si potrebbe andare avanti ma è solo per chiarire il concetto. Inoltre potrei aggiungere che le realtà parallele NON sono affatto infinite. O meglio, forse, sono infinite se teniamo conto del "limbo"quantistico che racchiude tutto il Creato, e quindi anche tutte quelle realtà cui si accennava prima, in cui tutto differisce, anche le leggi fisiche. Ma se teniamo conto di un universo ordinato, come il nostro, almeno di quelli che derivano dal nostro ancestrale che, una volta fissate le sue leggi, poi è andato avanti e si è biforcato, esso si è biforcato tantissime volte, un numero troppo grande anche solo per immaginarlo, ma non INFINITE volte.

Inoltre va tenuto presente che, sebbene non sia certo che il viaggio tra universi separati sia possibile, o anche solo plausibile, qualora lo fosse, certamente necessiterebbe 1) una tecnologia avanzatissima, e ora totalmente ignota, anche a livello puramente teorico/speculativo; 2) nuovi materiali probabilmente (suppongo si debba giocare con l'antigravità e ciò implica energia negativa e anche qui a parte gli esperimenti di Casimir che riguardano particelle, non abbiamo la minima idea se sia possibile disporre di materia ad energia negativa macroscopica ed utilizzabile); 3) quantità di energia totalmente fuori dalla nostra portata. Quindi il numero di universi dove ciò sarebbe stato fatto di necessità (pur essendo grandissimo), sarà estremamente piccolo di fronte alla mole degli universi dove non ciò non è avvenuto, ancora, o mai avverrà. Quindi l'ipotesi di una visita da parte di un viaggiatore dimensionale, tanto più se stessi, risulta altissimamente improbabile.

P.S.
Se pur stringato, credo debba precisare almeno la natura di queste "suddivisioni" e biforcazioni. Infatti nei film tematici siamo abituati a vedere come solo le decisioni umane influiscano. Invece quelle sono solo processi macroscopici superiori, in cui, una volta presa, si sono biforcati miliardi di universi, SOLO per il processo decisionale, escludendo tutto il resto dell'universo...
Invece per ogni biforcazione dobbiamo tenere conto dello stato energetico di ogni SINGOLA particella, ovunque sia nell'universo, e per il resto esso può rimanere perfettamente uguale, ma se si differenzia per UNA particella nella costellazione Orione, esso è comunque un universo Altro, e proseguirà per la sua strada dividendosi ancora in un processo ribollente di universi.



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Messaggio da TheGib » 6 giu 2010, 16:26

Premessa: attenzione a giocare con gli infiniti, almeno matematicamente parlando :wink: ; mi spiego:
l'infinito dei numeri pari è esattamente lo stesso dei numeri primi; per l'esattezza è l'infinito più piccolo, il cui nome ufficiale è aleph-0 (dalla lettera ebraica); tale infinito è condiviso dai numeri naturali, pari, dispari, primi, interi, razionali (sì, anche tutte le "frazioni" hanno la stessa cardinalità dei numeri interi...).
Per salire di grado o si segue la catena degli aleph, "contando" l'insieme dei sottoinsiemi dell'aleph precedente, o si prende ad esempio l'insieme dei numeri reali, che secondo l'ipotesi del continuo è il primo infinito superiore ad aleph-0, pur essendo in ogni caso pari all'insieme dei sottoinsiemi ("insieme delle parti") di aleph-0.
N.B.: Gödel & Cohen hanno dimostrato che, nella teoria degli insiemi comunemente utilizzata (con anche l'assioma della scelta), l'ipotesi del continuo è una proposizione indecidibile.

Detto questo, l'affascinante questione degli (infiniti?) universi paralleli, o se vogliamo del multiverso, è stata trattata in un interessante articolo de "Le Scienze" del Giugno 2003; dal loro archivio ho estratto il link relativo al sunto, che comunque riporto qui sotto; nel caso posso ripescare (con opportuna ricerca domestica) anche l'intero originale :wink: .
(giugno 2003)
Universi paralleli
di Max Tegmark

Ci credereste che esiste una copia di voi stessi che sta leggendo questo articolo? Una persona che non siete voi, ma che vive su un altro pianeta, anch'esso chiamato Terra, adornato di montagne, fertili campi e metropoli, e che smetterà di leggere cinque minuti prima di voi? L’idea di un simile alter ego appare strana e poco plausibile, ma è sostenuta da diverse osservazioni astronomiche e sta diventando l'ultima "moda" delle teorie cosmologiche. Il più accreditato degli attuali modelli prevede che ognuno di noi abbia un gemello in una galassia che si trova alla distanza enorme, inimmaginabile, di circa 10 elevato alla 10 alla 28 metri da qui.
Secondo le teorie cosmologiche, addirittura, esistono infiniti altri mondi abitati. E non solo uno, ma infiniti di essi ospitano persone che hanno il vostro stesso aspetto, nome e ricordi e che sperimentano tutte le possibili permutazioni delle vostre scelte di vita. Sfortunatamente, questi mondi sarebbero così lontani da essere irraggiungibili anche con le più ottimistiche ipotesi sui progressi della tecnologia. E dunque il concetto di "multiverso" sembra destinato a rimanere per sempre nel regno della metafisica.
Ma il confine tra fisica e metafisica è definito dal fatto che una teoria sia verificabile sperimentalmente, non dipende dalla sua stranezza o dal coinvolgimento di entità inosservabili. E finora gli scienziati hanno esaminato quattro diversi tipi di universi paralleli, tanto che ora l’esistenza del multiverso non è più in discussione. Le teorie degli universi paralleli formano una gerarchia nella quale gli universi differiscono sempre più dal nostro. Essi potrebbero avere condizioni iniziali diverse (livello 1); o costanti fisiche e particelle differenti (livello 2); o addirittura leggi fisiche diverse (livello 4).
Nei prossimi anni, accurate misurazioni della radiazione di fondo e della distribuzione della materia a grande scala confermeranno o confuteranno il livello 1, definendo meglio la curvatura e la topologia dello spazio, e verificheranno anche il livello 2. Se i tentativi di costruire computer quantistici avranno successo, rappresenteranno una prova a favore del livello 3. Infine, l’unificazione della relatività generale e delle teorie quantistiche dei campi sarà decisiva per il livello 4.
Allora, si deve credere agli universi paralleli? Obiezioni valide, in verità, non ce ne sono. Contro di essi si dice che rappresentano uno “spreco” e sono strani. Per il primo argomento, le teorie dei multiversi postulano l’esistenza di mondi che non potremo mai osservare. Perché la natura dovrebbe concedersi il lusso di un’infinità di mondi? Ma l’argomento si può ribaltare. Che cosa sprecherebbe la natura? Certo non spazio, massa o atomi. Il vero problema è l’apparente riduzione di semplicità. Ma un insieme è spesso più semplice di uno dei suoi elementi: la complessità aumenta quando restringiamo l’attenzione a un elemento di un insieme, perdendo di vista la simmetria e la semplicità impliciti nella totalità degli elementi considerati collettivamente. In questo senso, i multiversi di livello più alto sono i più semplici.
L’obiezione sulla stranezza è estetica, non scientifica. Che cosa ci aspettavamo? Quando ci poniamo una domanda profonda sulla natura della realtà, non ci aspettiamo una risposta strana? L’evoluzione ci ha dato la capacità di intuire la fisica quotidiana, importante per la sopravvivenza: ogni volta che ci avventuriamo oltre il quotidiano, invece, dovremmo ragionevolmente prevedere di trovare qualcosa di bizzarro.

[© 1999 - 2005 Le Scienze S.p.A.]
Per tornare alla questione sollevata, a mio parere potrebbe essere la struttura stessa del multiverso ad impedire questi contatti; come dire, una della meta-leggi multiuniversali sarebbe "non si passa!".
Se così non fosse, sono comunque d'accordo sulla finitezza (seppur immensa) del tutto (in fisica di "veri infiniti" ne vedo pochi, e mai sopra aleph-0 :mrgreen: ). Comunque si immaginino E le ramificazione, E la struttura generale, direi che si rimane sempre nel finito.

Per cui rimane la questione: ammettendo che la seppur minima probabilità/possibilità di "attraversare" esista, se e come si verificherebbe?
Problemini a catena, immaginando ogni universo come una bolla spazio-temporale:
1) Se due bolle hanno leggi fisiche divergenti, come organizzo il passaggio e come risolvo la non-simmetria delle condizioni? ==> meglio attraversare selezionando universi "simili"
2) Benché ipotizzabile in teoria, chi avrebbe le risorse tecniche, temporali, energetiche per realizzare l'attraversamento? ==> altro setaccio di occasioni
E fin qui, tutto già sviscerato prima di me (almeno mi sembra)

Aggiungo io:
3) Tornando all'immagine, seppur puerile ma serve per capirsi, della bolla, che non dimentichiamo essere un continuum spazio-temporale; dove sbucherebbe il passaggio?
Perché, immaginando di realizzare il buco tra due bolle contigue, il viaggiatore apparirebbe dall'altra parte del secondo universo.
Con questo voglio dire che, oltre ai problemi del punto 2), rimane la questione che una cosa è realizzare un buco, un'altra poterne anche decidere la posizione spazio-temporale dall'altro lato.
Quindi:

a) La possibilità di incontrare alter-TheGib adesso E qui è un infinito di livello superiore ( ::p: ) alla possibilità che alter-TheGib arrivi dalle nostre parti.
b) Magari è già qui, ma è in Cina oppure è nel Medio Evo... un po' come succedeva nel (peraltro mediocre, ammp) romanzo "Timeline" di M. Crichton
c) Come sempre succede in questi casi, perché mostrarsi senza sapere le condizioni socio-tecno-politiche dall'altro lato?


La nostra vera nazionalità è l'umanità. H.G.Wells
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"...c'è una certa drammatica ironia in tutto questo, una sincronia che sconfina con la predestinazione, si potrebbe dire..." R.Giles

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Messaggio da Kirk » 7 giu 2010, 2:11

Hai perfettamente ragione, ma davo per scontato che chi avesse una tecnologia e risorse tali da permettersi un simile passaggio (se fisicamente realizzabile), potesse anche deciderne il percorso. Credo che in effetti, anche questo aprirebbe l'ennesimo vaso di pandora delle possibilità e ci sarebbe un altro setaccio ad riductio, in cui un certo numero di civiltà dotate di tale ingegno, alcune potranno scegliere il luogo e il tempo che vorranno, altre no, e chi ne ha la capacità potrebbe scegliere altri luoghi e altri tempi rispetto al proprio Alter.
E tuttavia, torniamo, sempre per la certezza, di fronte al realizzarsi di tutte le possibilità, che tra queste ci saranno CERTAMENTE chi vorrà visitare il proprio alter, ecc. ecc.
Secondo me quindi se ne può uscire con queste tre soluzioni:

1)il multiverso non esiste, esiste solo la nostra realtà;

2)viaggiare tra universi è fisicamente impossibile in via di principio con una tecnologia avanzata a piacere (perlomeno lo è in un universo con le nostre leggi fisiche, in altri chi lo sa, altra possibilità gravida di universi);

3)il numero delle civiltà in grado di fare questi balzi, pur grandissimo nel complesso degli universi è minuscolo, e quindi improbabile che un universo a caso (il nostro in particolare) ne riceva la visita.



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