4x18 Le Regole del combattimento

Sette anni in bilico tra due quadranti, due mondi, due civiltà e la prima vera grande guerra in Star Trek
Cinderella
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Messaggio da Cinderella » 9 gen 2007, 9:35

Io infatti sono d'accordo con the Jeeg2000, che nei Klingon l'onore sia un gran cianciare.
Sono d'accordo anche con te sui punti deboli dell'episodio, nonostante mi sia piaciuto.
Non lo contestavo a te, ma a chi sosteneva che gli dava fastidio un avvocato Klingon. Secondo me è un'assurdità:
primo perchè un avvocato Klingon si è già visto (ed era interpretato anche dallo stesso Michael Dorn) e secondo perché non si può pensare che non so quanti miliardi di Klingon facciano tutti i guerrieri e basta! (poi quando non c'è nemmeno una guerra).

Sul fatto che l'avvocato menta...ne siamo sicuri? A me sembrava che anche lui alla fine fosse all'oscuro della trappola Klingon e ne abbia dovuto ammettere l'esistenza di fronte alle prova mostarte da Sisko. Ma forse è stata una sensazione solo mia!
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Messaggio da Maydon » 9 gen 2007, 12:05

infatti i klingon non fanno solo i guerrieri e questa visione semplicistica però che spesso appare in star trek.
Se c'è stato un altro avvocato klingon, ciò dimostra che quindi ds9 non ha inventato niente, però in un sistema giudiziario non per forza devono esserci avvocati, vedi i cardassiani o altri popoli, lì l'avvocato è una figura messa lì giusto per far scena ma che non ha la minima influenza.

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Messaggio da Yugo » 9 gen 2007, 14:56

I Klingon sono un popolo evoluto, dotato di navi a curvatura, teletrasporto, etc... Un popolo composto solo da guerrieri non sarebbe arrivato a tanto. In TNG mi ricordo un episodio dove appariva uno scienziato Klingon.
Da alcuni discorsi di Martok (molto più avanti) si evince che comunque essere un guerriero è considerato più "onorevole" e soprattutto le posizioni di comando sono riservate alle stirpi più nobili. Tuttavia su Q'onos i Klingono "comuni" fanno i contadini, gli scienziati, i tecnici, etc...

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Messaggio da rhye » 9 gen 2007, 15:32

...o avvocati, appunto. solo che interpretano le cause a modo loro, come una sfida, una battaglia. Non ci vedo nulla di strano in questo avvocato...forse un po' troppo "viscido" ma alla fine ammette l'ipotesi proposta dal capitano, dimostrando un minimo di "onore".

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Messaggio da TheGib » 9 gen 2007, 15:37

Secondo me la ammette perché non poteva fare altrimenti, e (per rispondere a Cinderella) sapeva fin dall'inizio che l'accusa era montata ad arte. Comunque "viscido" è la parola giusta, per questo non mi è klingon-piaciuto.
N.B. parere p-e-r-s-o-n-a-l-e :wink:
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Messaggio da Cinderella » 11 gen 2007, 11:37

Io sul fatto che lo sapesse sono tutt'altro che convinta (anzi, io penso il contrario).

In TNG c'è anche un Ferengi scienziato (il Klingon non lo ricordo). Il che fa vedere che già TNG non era così "quadrata" nel descrivere le razze.
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Messaggio da Maydon » 11 gen 2007, 11:57

infatti il problema di star trek è spesso quello di descrivere razze unidimensionali, ossia che incarnano un solo ideale, una sola aspirazione, questo anche perchè ne vengonpo presentate fin troppe.
Visione questa molto semplicistica e fuori dalla realtà, basti vedere la razza umana che incarna infinite aspirazioni, quindi ben venga mostrarci ferengi-scienziati, romulani sinceri ecc. ecc.

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Messaggio da spones » 11 gen 2007, 12:42

Sarà anche vero, salvo poi dire, in ben determinati episodi:

1) I Ferengi non hanno alcun interesse per la Scienza, ma "sfruttano" quella altrui per fare affari.
2) I dottori Klingon sono un controsenso per un popolo per i quali morire in battaglia é un onore, avere problemi di salute é un disonore e (vedi Worf in TNG) rimanere storpi é inaccettabile (meglio la morte).

Insomma, ognuna delle razze di Star Trek ha le sue caratteristiche principali:

I Vulcaniani sono principalmente freddi, logici e con la puzza sotto il naso.
I Klingon sono principalmente guerrieri, inkazzosi e puzzolenti.
I Cardassiani sono principalmente viscidi e arroganti.
I Bajoriani sono principalmente presuntuosi, supponenti e con i paraocchi.

Eccetera...

Ma ognuna di queste razze, per motivi di produzione (di sceneggiature, insomma) ha le sue eccezioni.

P.S. Per la cronaca, io non trovo per nulla assurdo che possano esistere razze nell'unioverso prive del "pluralismo intellettuale" (ma esiste davvero, poi?) degli umani...


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Messaggio da Cinderella » 11 gen 2007, 12:50

più che di pluralismo intellettuale qui si parla di pluralismo professionale...e non sempre le due cose coincidono anche se è chiaro che una professione può poi influenzare lo sviluppo intellettuale di un singolo e perchè no di un intero gruppo di persone.
Che Star Trek descriva i popoli in maniera piuttosto quadrata è spesso un fatto. D'altronde si parla spesso per Star Trek di un uiverso ideale e un universo ideale è per forza semplificato. Il che è insieme il pregio e il difetto di Star Trek.


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Messaggio da TheGib » 11 gen 2007, 13:23

spones ha scritto:
P.S. Per la cronaca, io non trovo per nulla assurdo che possano esistere razze nell'unioverso prive del "pluralismo intellettuale" (ma esiste davvero, poi?) degli umani...
Intanto, speriamo che esistano altre razze... :smokin: :mucca: :nerd :alien:
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Messaggio da spones » 11 gen 2007, 13:52

Uhm... per avere un "pluralismo professionale", bisogna che prima ci sia un "pluralismo intellettuale". Cioè, prima di intraprendere una qualsiasi professione, bisogna che quella professione esista (che la società accetti la possibilità che quel tuo strambo comportamento sia effettivamente un mestiere), altrimenti ti regalano una bella camicia bianca (con i bottoni dietro) e ti offrono una suite molto ben imbottita... :smokin: :wink:

P.S. @ TheGib: esistiamo, esistiamo... e quando sarete finalmente pronti ve lo dimostreremo... [:vulcan] [:spock]
P.S. :smokin:
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Messaggio da TheGib » 11 gen 2007, 14:01

@spones: ti quoto per il commento sui pluralismi; per il resto, ti sei risposto da solo, citando la "bella camicia bianca" :mrgreen:

P.S. scusa, devo andare: ho lasciato il disco volante in divieto di sosta :mrgreen:
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Messaggio da Cinderella » 12 gen 2007, 12:57

spones ha scritto:
Uhm... per avere un "pluralismo professionale", bisogna che prima ci sia un "pluralismo intellettuale". Cioè, prima di intraprendere una qualsiasi professione, bisogna che quella professione esista (che la società accetti la possibilità che quel tuo strambo comportamento sia effettivamente un mestiere), altrimenti ti regalano una bella camicia bianca (con i bottoni dietro) e ti offrono una suite molto ben imbottita... :smokin: :wink:

certe professioni possono essere semplicemente tollerate perché necessarie, ma non per questo cambaire il modo di concepire la società. Infatti esistevano in certe società (indiana) le caste così come esistevano i ceti sociali (non le classi) nel mondo medievale europeo. Ma anche il mondo medievale non era così rigido come uno è portato a pensare.



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Messaggio da spones » 12 gen 2007, 13:56

Scusa, ma se una professione non esiste, non esiste. Non si può "tollerarla". Prima bisogna che esista e poi si può aprire il dibattito se é giusto che qualcuno la faccia o meno...

Ti faccio un esempio: noi abbiamo i procuratori (agenti, rappresentanti) dei giocatori, giusto? Immagina una società in cui lo sport non esiste. Arrivo io, mi presento e dico: "Salve, mi chiamo Caliendo e voglio rappresentare i vostri migliori giocatori di calcio, basket e ping pong!"

Secondo te che fanno, mi tollerano o mi rinchiudono? :smokin: :wink:
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Messaggio da Cinderella » 12 gen 2007, 14:16

Dipende dalla mentalità e dalla reazione della società e dai suoi rapporti con altre società. Se tu gli spieghi che nel tuo mondo esistono questi giochi (che saranno diversi dai loro, perchè l'elemento ludico in genere è presente in qualsiasi società) e vorresti importarli nel loro mondo la reazione può essere di apertura e interesse per il nuovo "gioco" o i nuovi giochi. Ma potrebbero anche farti fuori o richiuderti...

Detto questo il mio discorso era completamente diverso e trattava dell'immagine che un popolo ha di sè e di sè trasmette e che gli altri percepiscono, ma che solo in parte ha a che vedere con l'effettiva realtà di esso (in questo senso facevo l'esempio della società medievale).
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