aggiornato all 18.38
appena dopo la legalizzazione delle droghe pesanti...
...ovviamente... [:mauri121]
A parte gli scherzi, la proposta di legge presentata da Marco Beltrandi ad agosto dell'anno scorso andava in questa direzione ponendo l'attenzione su un tema(del P2P e non della droga
) che non può essere rimandato all'infinito.
Devo assolutamente postare l'intero articolo di Punto-Informatico perchè (al di là del partito a cui è iscritto di cui ce ne possiam fregare) dice cose da me condivisibilissime:
"Spiega Beltrandi: "Oggi le legislazioni nazionali sono gravemente sbilanciate sul versante della sicurezza, causando un pesante sacrificio alla libertà di accesso ai contenuti, all'informazione, alla conoscenza. Si profila il rischio che il diritto d'autore, nato a garanzia dell'innovazione e del progresso sociale ed economico, divenga in alcuni casi un elemento di negazione della libera circolazione delle idee, delle opere, dei contenuti".
Il parlamentare, che fa diretto riferimento a Lawrence Lessig e al suo volume-culto Free Culture, sottolinea quanto sia rilevante che per il timore che la condivisione di contenuti porti a violazioni del diritto d'autore non si spinga nella direzione opposta, ovvero costringere la società a fare a meno dei vantaggi del P2P, "anche quelli - sottolinea Beltrandi - completamente positivi e che non comportano tensione con i diritti degli autori".
La proposta, spiega Beltrandi, si basa su diversi presupposti. Ad esempio, sostiene, "è ormai provato che la condivisione gratuita dei contenuti online non danneggia i detentori dei diritti, ma addirittura in alcuni casi induce un bisogno di cultura che ha positive ricadute anche sul mercato. Una recente ricerca dell'Anica, ad esempio, dimostra che tra chi fa file sharing vi è una maggiore propensione ad andare al cinema rispetto al resto della popolazione".
Non solo: in arrivo c'è la piattaforma Qtrax in cui credono le major e che prevede l'accesso degli utenti ad un sistema di condivisione di un catalogo da 20 milioni di brani, un servizio finanziato tramite pubblicità e sponsorship.
Ma ci sono anche altre esperienze che indicano la nuova strada, insiste il parlamentare della Rosa nel Pugno, come la decisione del MIT di rendere di pubblico dominio tutta la produzione scientifica di docenti e ricercatori, oppure la distribuzione del videogame FIFA07 gratuita in Corea del Sud, "pagata" dalle sponsorizzazioni, e via dicendo. Si impongono cioè nuovi modelli che hanno come risultato consentire l'accesso ai contenuti.
A fronte di tutto questo, in Italia la legge, come ben sanno i lettori di Punto Informatico, considera di rilevanza penale la pura condivisione di file. Ciò non toglie che si abbia anche una responsabilità civile per cui se spesso l'utente eventualmente pizzicato non viene perseguito penalmente lo può essere (caso Peppermint docet) sotto il profilo civile, magari perché i detentori dei diritti interessati cercano un "risarcimento danni".
"L'incriminazione del file-sharing - sottolinea Beltrandi - è una tipica ipotesi di reato artificiale cui non corrisponde la percezione del disvalore del fatto da parte dei consociati, per i quali lo scambio di materiali (pur illecito) è avvertito come naturale e culturalmente accettato. Immaginiamo quale sarebbe il risultato di portare a giudizio centinaia di giovani con l'imputazione di aver scambiato file protetti dal diritto d'autore".
Dunque, spiega il parlamentare, la proposta di legge intende puntare all'autorizzazione alla messa a disposizione del pubblico di file per fini personali senza scopo di lucro. "Si introduce - sottolinea il promotore della proposta - un meccanismo analogo alle licenze collettive in vigore nei paesi nordici con l'obiettivo di delineare un quadro legisla
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