Crossover: Un Borg da ricordare (TNG)

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Crossover: Un Borg da ricordare (TNG)

Messaggio da trekfan1 » 4 ott 2009, 18:02

Sailor Trek: The Next Generation
Un Borg da ricordare...
Capitolo 1 - L'apparizione delle Sailor Senshi
Storia originale di Bill Harris
Traduzione ed adattamento di Ezio "Bosk" Boscani

Il piccolo pianeta orbitava attorno al suo sole, gli abitanti
ignari della minaccia che li sovrastava. Era comprensibile, visto che
la loro tecnologia stava entrando in un periodo paragonabile
all'inizio del diciannovesimo secolo terrestre. Percio' continuavano
con le loro vite, senza sapere della grossa nave spaziale cubica che
si stava avvicinando al loro mondo.
La nave entro' in un'orbita alta e inizio' a fare le sue scansioni.
Era grossa abbastanza da poter essere vista da terra. Molta gente
discuteva su cosa fosse e sulle conseguenze del loro futuro. Come
naturale, quando si affronta l'ingoto, le discussioni degenerarono in
panico quando i residenti cercarono rifugio, convinti che fosse vicina
la fine del loro mondo.
Inconscia del dramma che stava causando, la grossa nave rimase li',
continuando le sue analisi.
Fortunatamente per loro, il livello di tecnologia era troppo
primitivo per essere di qualche interesse per gli alieni. Si giro' e
lascio' il sistema silenziosamente come ci era entrata. Lentamente le
vite laggiu' tornarono alla normalita', quando realizzarono che
l'Armageddon non era previsto per quel giorno.
Si', il mondo era troppo primitivo per loro. Ma la ragione che
indusse la nave a lasciare il pianeta era un'altra. Aveva rilevato una
sorgente di energia subspaziale a diversi anni luce di distanza, di
un tipo che indicava una nave spaziale, sconosciuta, ma avanzata.
Avanzata abbastanza per loro. Per venire assimilata.
E se avessero resistito all'assimilazione? Irrilevante. La
resistenza era inutile. Sarebbero stati assimilati. Sarebbero entrati
a far parte dei Borg.
Tutto sarebbe diventato Borg.

La nave spaziale che aveva attirato l'attenzione dei Borg si
muoveva lentamente, le superfici cristalline incrinate e oscurate.
L'unico occupante era mal messo allo stesso modo. Mugugno',
riprendendo lentamente conoscenza, quindi si guardo' intorno prima di
chiedersi l'ovvia domanda. "Che e' successo? Dove sono?"
Lentamente i ricordi recenti riaffiorarono e chiuse il pugno con
rabbia. Aveva catturato le Sailor Senshi. L'unica che era rimasta era
Sailor Moon, e non aveva possibilita' di fronte al suo potere. Sarebbe
bastato poco tempo per sconfiggerla definitivamente. Se non fosse
stato per quella... quella... quella piccola mocciosa dai capelli
rosa... In qualche modo aveva danneggiato il sistema principale di
energia, causando un ritorno di potenza massivo che aveva danneggiato
ogni sistema e il cui risultato fu quella esplosione...
Quel ricordo lo fece calmare. Come poteva essere ancora vivo?
Quando cedette il sistema principale, la nave avrebbe dovuto essere
distrutta con lui.
Non importava. Poteva trovare la risposta piu' tardi. Prima doveva
cercare di riparare la nave, quindi avrebbe potuto progettare la sua
vendetta. Contro quelle che l'avevano abbandonato e tradito. E contro
le Sailor Senshi.
Specialmente contro Sailor Moon. E quello scemo mascherato.
I suoi pensieri vennero interrotti dall'apparizione di una figura
vicino a lui. Sembrava molto strano, un misto fra umano e macchina con
la pelle molto pallida. Si muoveva lungo l'area, facendo scansioni
costanti. Non sembrava interessato a lui, ma alla nave. Mentre
conduceva le sue scansioni, si mosse verso di lui diverse volte, ma
non gli diede mai un secondo sguardo, ignorandolo. Alla fine non
pote' tollerarlo ulteriormente. "Che stai facendo qui?" chiese.
La creatura lo ignoro' di nuovo, e continuo' ad esaminare l'interno
della nave.
"Mi permetta di presentarmi. Io sono Rubeus!" Scaglio' una scarica
di energia contro l'intrusore, causandogli una grossa ferita nel petto
che lo fece cadere al suolo.
Prima di potersi congratulare, un altro intrusore apparve e riprese
da dove il precedente era stato interrotto. Rubeus stava per fare lo
stesso con questo, ma si senti' teletrasportato via dalla sua nave. Si
guardo' attorno per vedersi in una vasta camera. Da dove si trovava,
poteva vedere dozzine, centinaia, forse migliaia di alieni
uomo-macchina.
Dal nulla e dappertutto risuono' una voce: "Abbiamo valutato la tua
nave come inferiore tecnologicamente e troppo danneggiata per poterci
resistere. Rimarrai qui per essere assimilato. Se resisterai, verrai
distrutto."
Rubeus rabbrividi' internamente. Sembrava che migliaia di voci
fredde e meccaniche parlassero come una sola. Ancora, si rifiuto' di
essere intimidito. "Assimilazione?!? Voi creature dovete imparare
molto da me. Sono piu' potente di quanto sembri."
"La potenza e' irrilevante. Dovrai cedere."
"Chi siete voi?"
"Noi siamo i Borg. La tua esistenza come la conosci e' terminata.
Aggiungeremo le tue caratteristiche biologiche e tecnologiche alle
nostre. Sarai assimilato. La resistenza e' inutile."
Rubeus sorrise. "Lo vedremo!"

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Space -- The final frontier.
These are the voyages of the starship Enterprise.
It's continuing mission -
to explore strange new worlds...
to seek out new life and new civilizations...
to boldly go where no one has gone before.


Sailor Trek: The Next Generation
Un Borg da ricordare...

Capitolo 1 - L'apparizione delle Sailor Senshi

Storia originale di Bill Harris
Traduzione ed adattamento di Ezio "Bosk" Boscani

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Usagi sedeva arrabbiata al suo banco. 'A volte la vita e'
totalmente ingiusta!' Non era arrivata in ritardo di piu' di due
minuti e Ms. Haruna la aveva messa in punizione. 'Magari il suo
ragazzo le ha dato buca.'
Guardava con impazienza l'orologio. Non mancava molto, e sarebbe
potuta andare. Se avesse corso, non sarebbe arrivata troppo tardi
all'appuntamento con Mamoru. Oh, aspetta... Si era appena ricordata
che le Senshi dovevano riunirsi al tempio prima. Si acciglio' al
pensiero di dover sopportare un'altra romanzina da Rei sulla
puntualita'.
Alla fine, dopo aver aspettato il lento scorrere del tempo, Ms.
Haruna le diede il permesso di andare. "Grazie, Ms Haruna. Non saro'
piu' in ritardo, promesso! Bye!" disse fuggendo fuori dalla porta.
Improvvisamente ci fu un lampo di luce accompagnato da uno strano
suono e Usagi svani' senza lasciare traccia.
Haruna si alzo' e si guardo' intorno prima, e nel corridoio poi, ma
Usagi non era piu' in vista. 'E' successo, finalmente' penso'. 'Quella
ragazza e' riuscita a farmi avere le allucinazioni.'

"Huh?" Usagi si guardo' intorno, nella stanza. Non era il corridoio
della scuola. Di fatto, non aveva mai visto quel posto prima d'allora.
La maggior parte del mobilio sembrava tipica di una suite di un hotel,
ma alcuni manufatti sembravano cosi'... alieni.
La statua sul tavolo, per esempio. Raffigurava due figure che
combattevano, ma le facce non sembravano umane.
E c'erano quelle armi appese al muro. Almeno, credeva che fossero
armi. Le lame erano molto affilate, ma piegate in una maniera che non
aveva mai visto in nessuna spada o altre armi bianche. Non aveva mai
visto nessuno della Negaforce usare qualcosa del genere. Lo stesso si
poteva dire per la Black Moon.
Giro' per la stanza in silenzio per un po', poi decise di vedere se
c'era qualcuno. "C'e' nessuno?" Senti' un suono sibilante alle sue
spalle, quindi si scontro' contro qualcuno. "Oh! Mi scusi, io..." la
sua voce svani' quando ebbe una buona visuale dell'uomo contro cui
aveva cozzato. Era alto, oltre due metri, con una pelle molto scura.
Era vestito con un'uniforme di qualche tipo color nero e oro che le
sembrava familiare, con una grossa fascia metallica. Ma non fu quello
che la blocco'.
Erano quelle increspature sulla fronte. Come quelle della statua.
Lui la guardo', apparentemente controllando la propria tempra. "Che
sta facendo qui?" domando' con una voce alta e penetrante. "Come e'
entrata nel mio alloggio?"
"Um... Io... Um.." si blocco', sentendo il panico salire dentro di
lei lentamente. "Chi e' lei?" riusci' a chiedere alla fine.
"Sono il tenente Worf. Ora, risponda alla mia domanda. Cosa sta
facendo nel mio alloggio?"
"NON LO SO!!!" Usagi grido' con tutta la voce che aveva. "CHE POSTO
E' QUESTO?? VOGLIO ANDARE A CASA!! WAAAAAAAAAAAAAA!!!"
L'ufficiale Klingon sussulto' visibilmente quando la ragazza
lascio' partire un urlo lacerante. Dovette coprirsi le orecchie.

Ami si guardo' attorno nella stanza. C'era qualcosa di stranamente
familiare in quel posto, anche se non sapeva come fosse finita li'.
Comunque, la prima cosa da fare era capire dove si trovava. Ora se
solo avesse potuto ricordare perche' quella stanza le stava dando una
sensazione di deja vu...
Un momento. Lei era stata in quella stanza prima... o almeno una
molto simile. Assomigliava all'infermeria dell'Enterprise, solo
sembrava piu' avanzata. Trovo' cio' che sembrava un terminale del
computer nella stanza attigua. Premette cio' che sperava essere
l'interruttore e vide che lo schermo si accese, ma cio' che era
scritto sullo schermo attiro' la sua attenzione prima di qualsiasi
altra cosa.
"USS Enterprise NCC-1701-D" lesse. Sedette silenziosamente per un
momento, digerendo le ultime informazioni. "Dev'essere una nave
stellare della Federazione, pero' piu' avanti nel tempo di quella di
Kirk. Ma quanto piu' avanti? Computer, qual'e' la data stellare
attuale?" chiese.
"Data stellare 45237.4" fu la risposta.
Noto' che la voce del computer era migliorata, e fece dei rapidi
calcoli mentali. "Piu' di cento anni dopo" disse. Questo poteva
combaciare con la tecnologia piu' avanzata che aveva visto. "Ma come
sono arrivata qui?"
"Potrei farti la stessa domanda" disse una voce dalla porta. Presa
di sorpresa, Ami guardo' e vide una attraente donna dai capelli rossi
che stava in piedi. Era apparentemente di un'eta fra i trentacinque e
i quaranta, ed era vestita con un'uniforme azzurno-nera simile a
quella di Spock e di McCoy, ma indossava anche un camice azzurro. "Non
sono abituata ad avere estranei in infermeria. Tu chi sei?"
"Mi spiace di trovarmi qui." disse Ami in maniera apologetica "ma
sinceramente non ho idea di come ci sia arrivata. Pochi istanti fa
ero a Tokyo, ma ora sono qui. Io sono Mitzuno Ami."
"Sono Beverly Crusher, Ufficiale medico capo." rispose "Vediamo di
capire come sei arrivata qui."

Rei si stava innervosendo davanti al fuoco sacro. Era gia'
abbastanza che Usagi fosse in ritardo, ma ormai da lei se lo
aspettava. Ma dov'erano le altre? Non era da loro essere in ritardo, o
almeno le avrebbero fatto sapere che ritardavano. Specialmente Ami.
Chiuse gli occhi per meditare e calmarsi. In un istante il caldo
confortevole del fuoco svani'. Apri' gli occhi e guardo'. Ovviamente
non era piu' al tempio. Tutto attorno a lei c'era una vasta varieta'
di piante con uno stretto passaggio fra di esse. Pur non essendo una
botanica, alcune delle piante le sembravano chiaramente aliene. Si
alzo' e comincio' a guardarsi attorno, cercando di capire dove si
trovasse. Penso' subito di trovarsi in una specie di palazzo.
Dopo un breve giro, si trovo' di fronte ad una serie di finestre.
Sperando di trovare delle risposte, si avvicino' e guardo' fuori.
Invece trovo' altre domande. Vide solo oscurita', con migliaia di
stelle visibili. E alcune di esse erano visibili solo come strisce di
luce, come se si stesse muovendo ad un'incredibile velocita'. "Sono su
una nave spaziale" disse a bassa voce.
"Scusami." Rei si giro' verso la voce. Era una donna attraente,
sulla trentina, con capelli neri lunghi all'incirca come quelli di
Makoto.
Ma i suoi occhi...
I suoi occhi non sembravano avere un'iride, erano completamente
neri.
"Il mio nome e' Deanna Troi, consigliere di bordo. Sto percependo
una grande confusione in te. C'e' qualcosa che non va?"
"Lo puo' ben dire" rispose Rei.

Guinan guardo' nel Ten Forward. Sentiva che stava per succedere
qualcosa, qualcosa dove *lui* aveva a che fare. Il chiaro lampo di
luce che conosceva attiro' la sua attenzione verso una delle finestre,
annunciando l'apparizione di una ragazza alta, dai capelli castani.
Guinan penso' che avesse piu' o meno l'eta' di Wesley Crusher.
Ovviamente le apparenze potevano ingannare quando *loro* erano
coinvolti. Guardo' la ragazza intensamente per un momento. No, era
definitivamente umana... ma non era solo umana. C'era qualcosa di
piu' in lei.
Guinan scosse la testa. Che cosa stava combinando quella entita'
questa volta?

Makoto si guardo' attorno confusa. L'ultima cosa che si ricordava
era che stava arrivando al tempio. La cosa successiva era che si
trovava li'... dovunque il *li'* fosse. Comunque sembrava una specie
di salotto. Diverse persone attorno a lei la stavano guardando.
Evidentemente il fatto di trovarsi li' era un mistero per lei come per
loro.
Ora che ci pensava, c'era qualcosa di familiare nei loro vestiti...
Ovviamente erano uniformi di qualche tipo, ma dove le aveva gia'
viste?
Sperando di capire dove fosse, guardo' attraverso la grossa
finestra che le stava vicino e rimase stupita dalla visione. Stelle,
migliaia, tutte attorno. Alcune passavano velocemente.
"Non sei di queste parti, vero?"
Presa di sorpresa, Makoto si giro', pronta a combattere. La donna
che le si era avvicinata silenziosamente non era evidentemente una
minaccia, penso'. Si rilasso' un poco. "No, non lo sono. Non so
neanche dov'e' che mi trovo."
Guinan sorrise e annui'. "Lo penso anche io. La gente non ha
l'abitudine di apparire dal nulla, anche su questa nave."
Makoto guardo' fuori di nuovo. "E' una specie di nave spaziale,
vero?"
"Una nave stellare, ma e' quasi lo stesso. Io sono la barista, e
di solito curo le cose qui attorno. Ti posso offrire qualcosa?"
Makoto fece una risata. "Che ne dici di un viaggio verso casa?"

Geordi alzo' lo sguardo dal pannello diagnostico. Poteva giurare di
aver sentito qualcosa. Entro' nella camera del nucleo a curvatura e
quasi non credette a quello che gli mostrava il visore. C'era una
giovane ragazza bionda, attorno ai quindici anni. Stava guardando
alcuni pannelli della sala macchine. "Hey! Non toccare!"
La ragazza salto' alla voce, e la sua mano scivolo' lungo il
pannello. Geordi corse al suono dell'allarme e resetto' velocemente il
sistema. La guardo' attraverso il visore. "Chi sei?" chiese. "E che
stai facendo qui?"
"Mi chiamo Aino Minako." si guardo' attorno. "Um... Mi puo' dire
dove mi trovo? E chi e' lei?"
"Sono il capo ingegnere Geordi LaForge. E tu ti trovi nella sala
macchine." Lo sguardo della ragazza era ancora piu' imbarazzato.
L'uomo provo' con qualcosa di piu' generico. "Sulla nave stellare
Enterprise."
"Enterprise" La ragazza si guardo' attorno. "Ma tutto questo sembra
piu' avanzato rispetto a quando sono stata qui." e per enfatizzare,
indico' i pannelli.
Ma calcolo' male la distanza, e tocco' i controlli di nuovo. Come
prima, l'allarme entro' in funzione e questa volta il computer
aggiunse "Attenzione! Contenimento dell'antimanteria in diminuzione.
Il nucleo a curvatura esplodera' fra trenta secondi."
Geordi la sposto' rudemente e inizio' velocemente a lavorare ai
controlli. Fortunatamente il disallineamento non era eccessivo e fu in
grado di riportare il tutto sotto controllo.
Fece un profondo respiro, cercando di calmarsi. Quello che era
appena successo era impossibile, si disse. Ci dovevano essere sistemi
di sicurezza per prevenire modifiche accidentali ai controlli che
causassero problemi come questi.
Ma nonostante tutto, l'aveva visto succedere. Due volte.
"Fammi un piacere!" le disse. "Non toccare nient'altro qui dentro."
Minako lo guardo' in silenzio, leggermente contrariata.

Artemis esamino' la stanza per quella che sembrava essere la
millesima volta. Oltre alla porta, non riusciva a vedere nessun'altra
uscita. E sembrava bloccata. E non lo aiutava il fatto che l'altro
occupante della stanza, una gatta, stava miagolando costantemente e si
strusciasse contro di lui.
Cio' lo scosse come se avesse ricevuto una martellata. "Oh, bene!"
borbotto'. "Che fortuna!" La gatta era in calore.
Luna lo avrebbe ucciso.

Data entro' nel suo alloggio, e fu sorpreso dalla scena che gli si
paro' di fronte. Aveva preso tutte le precauzioni per evitare che Spot
uscisse dall'alloggio finche' era in quelle condizioni, con un certo
successo. Ma nonostante i suoi sforzi, un altro gatto, apparentemente
maschio, era riuscito in qualche modo ad entrare nel suo alloggio.
Spot voleva accoppiarsi con lui.
Date le sue condizioni, non era una sorpresa.
Cio' che era sorprendente era che il gatto bianco stava cercando in
tutti i modi di evitare Spot. Infatti fece un balzo incredibile e gli
salto' sulla sua spalla.
"Non dovresti essere in questa stanza quando Spot e' in queste
condizioni." Il gatto bianco gli rimando' uno sguardo frustrato, come
per dire 'E lo vieni a dire a me?'
Data osservo' l'intruso. "Attualmente ci sono altri ventitre gatti
sulla nave, undici dei quali maschi. Ma non riesco a trovarne uno che
ti assomigli a bordo dell'Enterprise."
Quando disse "Enterprise", gli occhi del gatto si aprirono, come
attoniti. L'androide si acciglio'. Cio' indicava un livello di
intelligenza che superava quello dei normali gatti. Naturalmente era
possibile che il tutto fosse una risposta ad uno stimolo auditivo, ma
scarto' questa ipotesi. Data apri' il suo tricorder ed esamino'
attentamente il gatto. Sembrava essere in tutto un gatto normale, ad
eccezione di quella strana luna crescente con le punte rivolte verso
l'alto sulla sua fronte. E l'espressione del muso poteva suggerire...
intelligenza.
Poteva anche essere senziente?
L'androide valuto' il caso. Aveva gia' visto quel simbolo prima,
legato a felini senzienti. Accedette alla sua memoria interna e
richiamo' il riferimento pochi picosecondi dopo, i diari della nave
USS Enterprise.
Poteva essere uno dei due felini incontrati? Si sedette al
terminale del suo computer. "Computer, accedere ai diari di bordo
della USS Enterprise NCC-1701. Data stellare 5046.7. Iniziare
riproduzione, massima velocita'."
Fermo' la riproduzione dopo pochi minuti, quindi scelse le sequenze
piu' appropriate. Alcuni tocchi sui controlli mostrarono la foto che
cercava. La esamino' attentamente, comparandola col gatto che stava
tenendo in braccio. Meno dello 0.005 percento di differenza.
"Ciao Artemis. Io sono il tenente comandate Data."

'Sembra essere uno di quegli sbalzi' penso' Riker. Stavano
arrivando diversi rapporti di persone che apparivano da diverse parti
della nave. Finora erano tutte ragazzine. Almeno, cosi' aveva capito
da Worf che il suo incontro era con una ragazza. Non ne era sicuro
visto il rumore.
In ogni caso, bisognava avvisare il capitano. Finora i visitatori
non sembravano una minaccia, ma le cose potevano cambiare in fretta.
Stava per andare nell'ufficio del capitano, quando senti' un rumore
che aveva gia' sentito e che odiava. Il suono di un teletrasporto Q.
Un giovane sulla ventina era apparso fra le poltrone e la
navigazione.
Non sembrava una minaccia, ma Riker aveva imparato a non fidarsi delle
apparenze. Il costo di quella particolare lezione era quasi costato la
vita a Geordie. "Sicurezza sul ponte. Allarme intruso." Fece due passi
verso l'intruso e chiese "Chi diavolo e' lei?"
Prima che potesse rispondere, una coppia di uomini della sicurezza
uscirono dal turbolift, con i phaser spianati. Mise le mani avanti in
un gesto difensivo "Ehi! State calmi! Non so come sono arrivato qui,
ma non voglio far del male a nessuno!"
"Lieto di sentirlo" rispose Riker. "Ma spero che capira' se
prendiamo delle precauzioni finche' non lo verificheremo. Ora, chi e'
lei?"
"Mamoru" rispose. "Chiba Mamoru. Puo' sembrare una domanda stupida
ma... Dove sono?"

Picard guardo' la sua scrivania. La gatta nera era appena apparsa e
lo guardava. "Ora, come diavolo sei arrivata qui?"
'Credimi, vorrei saperlo' penso' Luna. Guardo' la stanza. Era ben
arredata, ma sembrava un ufficio. Una zona dove lavorare, insomma.
Il campanello suono'. "Avanti." disse Picard.
Riker entro' nella stanza, ma si fermo' quando vide il gatto. "Un
gatto, signore? Non credo che i pesci lo gradiranno."
Luna lo fulmino' con lo sguardo. 'Per favore!'
"Non e' colpa mia, Numero Uno." rispose Picard. "E' appena apparsa
qui dal nulla.'
Riker sembrava agitato. "Sta diventando un fenomeno frequente.
Questo ragazzo e' appena apparso sul ponte." Indico' Mamoru che stava
ancora vicino alla navigazione. Due persone della sicurezza gli
stavano vicino, tenendolo d'occhio. Luna salto' giu' dalla scrivania e
corse verso Mamoru, che la prese in braccio.
"Luna! Che ci fai qui? Come ci sei arrivata?"
"Immagino allo stesso modo in cui sei arrivato tu" gli rispose
bisbigliando, in modo da non farsi sentire dalle guardie. "Anche se
non so dove ci troviamo."
Picard si diresse verso Mamoru. "Sembra conoscerla, signor...?"
"Chiba. Chiba Mamoru. Questa e' Luna."
"Capitano Jean-Luc Picard. E' la sua gatta?"
"No" rispose Mamoru. "E' della mia ragazza, Usagi."
Picard decise di mettere da parte il tutto per un attimo. "Ha detto
che ci sono state altre apparizioni, Numero Uno."
Riker annui'. "Si', signore. Abbiamo diversi rapporti di altre
apparizioni sulla nave. Infermeria, giardino botanico, Ten Forward,
sala macchine. E... Penso che Worf abbia fatto rapporto dal suo
alloggio."
"Pensa?"
Riker alzo' le spalle. "C'era qualcosa che stava facendo un baccano
infernale. Ho fatto accompagnare tutti al Ten Forward."
"Sembra che sia Usagi." disse dolcemente Mamoru.
Luna sospiro' guardando il ponte. C'era una targa alla destra del
video che colpi' la sua attenzione. Si avvicino' e la osservo'
attentamente.
No, non poteva essere...
Picard chiese "Abbiamo qualche idea su come questa gente sia salita
a bordo della..."
"ENTERPRISE!" urlo' Luna.
"Luna!" disse Mamoru, impreparato. Picard e Riker guardarono
stupiti la gatta, per altri motivi.
"Oh, non ancora!" disse Luna con voce piu' calma.

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TO BE CONTINUED

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Messaggio da trekfan1 » 4 ott 2009, 18:09

Sailor Trek: The Next Generation
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Capitolo 2 - Il racconto di due incontri
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Capitolo 2 - Il racconto di due incontri

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Traduzione ed adattamento di Ezio "Bosk" Boscani

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Riker ritrovo' la voce per primo. "Ancora? Non mi ricordo di aver
visto un gatto parlante prima d'ora."
"Non questa nave." rispose la gatta. "Un'altra con lo stesso nome."
Questo fece suonare un campanello nella mente di Picard, ma non
voleva ancora crederci. "Chi era l'ufficiale comandante?" chiese.
"Il nome del capitano era James Kirk."
I due ufficiali si scambiarono uno sguardo. "James Kirk." disse
Picard. Annui', tornandogli alla mente i ricordi.
"Ora ricordo." disse Riker. "L'ho letto dai diari della prima
Enterprise. Tu sei Luna, vero?" Dopo che Luna annu' in risposta "Ma e'
successo piu' di cento anni fa. Com'e' possibile che siano qui ora?"
"Una bella domanda, Numero Uno."
Il loro faccia a faccia venne interrotto dall'interfono. "Data a
capitano Picard."
"Qui Picard. Avanti, signor Data."
"Signore, ci sono state segnalazioni di persone apparse
misteriosamente sulla nave? Nello specifico, ragazze sui quindici
anni?"
Picard sembro' sorpreso. "Si', signor Data. Ma lei come lo sa?"
"Ho appena avuto una discussione con uno dei nostri... ospiti.
Credo che non siano una minaccia per la nave."
"Si prepari ad un incontro degli ufficiali superiori. Picard,
chiudo." Si rivolse al primo ufficiale. "Numero Uno, riunisca gli
ufficiali superiori fra dieci minuti."
"Si' signore." Riker diede un altro sguardo a Luna, poi si mosse.
Picard fece un cenno alle guardie. "Scortate il signor Chiba e Luna
al Ten Forward."

"Mamoru!" Luna fece appena in tempo a scappare dalle braccia di
Mamoru prima che un tornado biondo lo avvinghiasse. "Unminutoprimaeroa
scuolapoieroquiehovistoqueltipaccioconquellabruttafrontee...'
"Ehi! Usagi! Rallenta!." cerco' di calmarla per farle riprendere
fiato. "Non mi devi raccontare tutto cosi'."
"Gia', dovresti almeno dargli il tempo di respirare." disse Rei.
Ami intervenne prima che Usagi potesse rispondere. "Ho avuto la
possibilita' di accedere al computer di bordo, e di parlare col dottor
Crusher. Credo di sapere dove siamo."
"Si, io e Mamoru abbiamo parlato col capitano." disse Luna. Si
fermo' ed annuso' Artemis, e poi diede in escandescenza. "E' un altro
gatto quello che sento? UNA GATTA??!?"
"Um..." Artemis cerco' di dire qualcosa.
"Artemis! Farabutto!" disse Mina dandogli uno scappellotto.
"Si', farabutto." aggiunse Usagi. "Tradire Luna cosi'!"
Artemis cerco' di difendersi, ma Luna non gli diede il tempo.
"USAGI!"
"Ah, Luna, lo sai... E' solo questione di tempo."

Il capo della sicurezza Klingon era arrabbiato. Piu' del solito.
Dall'altra parte, Riker sembrava essere divertito. "Sta
scherzando!." Il suo sorriso che indicava che trovava la situazione
alquanto divertente, causo' un ulteriore peggioramento dell'umore del
Klingon. "Ha davero detto che lei ha una brutta fronte?"
"Da quello che ho capito." Worf si fermo', stringendo i denti.
"Urlava a voce cosi' alta che sono sorpreso che tutta la nave non
l'abbia sentita."
Geordi lascio' perdere. "Non si preoccupi, Worf. Almeno Usagi non
ha quasi fatto saltare la nave." Alzo' la mano agli sguardi allarmati
attorno al tavolo. "Non vi preoccupate, sono stato in grado di
riprendere il controllo abbastanza in fretta... o non saremmo qui a
parlare ora. Ma in qualche modo Minako ha causato il deterioramento
del campo di contenimento dell'antimateria... E il tutto premendo
accidentalmente un paio di controlli!"
Riker sembro' scettico, come gli altri. "Geordi, e' impossibile!"
"Lo so, comandante. E se non l'avessi visto accadere avrei i vostri
stessi dubbi. Ma e' cio' che e' successo. Tutto quello che posso dire
e' che Minako non si deve avvicinare a nessun sistema principale della
nave, come il controllo vitale. E dubito che abbiano avuto esperienze
extraterrestri."
"Non e' completamente corretto, Geordi."
"Che vuoi dire, Data?"
"Ho avuto una lunga conversazione con Artemis..."
"Artemis?" chiese il dottor Crusher. "Il gatto bianco?"
"Una volta che hai visto un gatto parlare, dottore, non e'
impossibile accettare che ce ne sia un altro che lo puo' fare." disse
Picard. "Continui, signor Data."
"Si' signore. Le ragazze in questione sono un gruppo noto come
Sailor Senshi. Possiedono poteri straordinari, e hanno difeso la loro
Terra da minacce extradimensionali, che loro chiamano la Negaverse."
"Ricordo." disse Riker. "Se non sbaglio, stavano combattendo contro
qualcuno chiamato Queen... Boral, giusto?"
"Queen Beryl, signore." corresse Data. "Stando ad Artemis la
situazione si e' risolta a loro favore."

"Vuoi dire che sono della stessa Federazione di Kirk, Spock e
McCoy?" chiese Usagi.
Ami annui'. "Si', e' corretto."
"Devo prendervi in parola." disse Mamoru. "I miei ricordi di quel
periodo sono un po' vaghi."
"Beh... Diciamo che ti avevano lavato il cervello." gli disse
Makoto.
Minako si acciglio'. "Ma per noi e' passato meno di un anno. Com'e'
possibile che sia passato un secolo per loro?"
"E piu' importante" aggiunse Rei. "Come siamo finiti qui?"

"Non sono in grado di capire la discontinuita' temporale,
comandante."
"Assumendo che siano le stesse incontrate dall'Enterprise di Kirk,
allora la questione e': come sono finite qui?" chiese Geordi. "Non
siamo vicini al flusso quantico che Kirk ha attraversato."

"Non saprei" disse Ami.
"Ma Ami, tu dovresti sapere tutto!" disse Usagi.
"Smettila, Usagi!" disse Rei. "Anche un genio puo' non sapere
qualcosa!"
"Si', vero. Scusa Ami."
"Lascia perdere. In qualche modo penso che le persone qui siano
imbarazzate quanto lo siamo noi."
"Non so se puo' significare qualcosa" disse Makoto, "Ma mentre vi
aspettavo, ho parlato con Guinan, e secondo lei qualcuno chiamato Q
potrebbe essere il responsabile."
"Q?" chiese Mamoru. "Cos'e' un Q?"
"Una lettera dell'alfabeto?"

"Q." Worf disse il nome in una maniera velenosa. Cio' certamente
non miglioro' il suo umore.
"Avevo la senzazione che c'entrasse in qualche modo. Speravo di
sbagliarmi." disse Riker. Era disgustato del fatto che l'entita'
potesse avere a che fare con la situazione quanto Worf. "La vita nel
continuum dev'essere noiosa per lui, ancora."
Troi scosse la testa. "Non ha senso. Quando Q crea queste
situazioni, non perde tempo a prenderne il merito."
"Vero, consigliere." disse Picard. "Comunque Guinan e' quasi sicura
di aver sentito la sua presenza poco prima che Makoto apparisse nel
Ten Forward."
"Il che ci riporta alla domanda di prima." disse Crusher. "Perche'
sono qui? Q non fa nulla senza ragione."
Riker si rivolse al capo della sicureza. "Signor Worf, i sensori
hanno rilevato qualcosa di strano?"

Ami alzo' lo sguardo dal computer. "Ho interfacciato il computer
con quello della nave. Sto conducendo una scansione sensoriale della
zona."
"Non ci e' voluto molto per connetterti." disse Minako.
"La tecnologia e' piu' avanzata, ma i protocolli di comunicazione
sono praticamente gli stessi di quando mi ha aiutato il signor Spock
ad interfacciarmi col computer dell'altra Enterprise." Il computer
emise un suono e la ragazza si fermo' per vedere i risultati. "Ci sono
tracce di energia Negaverse nel campo subspaziale."
"Puoi tradurre, Ami?" chiese Usagi.
"Penso che voglia dire che ci sono tracce che indicano l'entrata
della Negaverse in questo universo." rispose Mamoru. Ami annui' in
conferma.
"Forse questo Q ci ha portate qui per aiutare l'Enterprise a
combatterlo." suggeri' Minako.
"Ne dubito" disse Guinan. Assieme ad una cameriera iniziarono ad
appoggiare sul tavolo bevande ed altro di fronte a loro. "Esperienze
passate mi hanno insegnato che non ha una natura favorevole."
Gli occhi di Usagi si aprirono quando Guinan pose sul tavolo un
grosso gelato al cioccolato di fronte a lei, e ne approffitto'
immediatamente. Pratica come sempre, Ami disse "Non so come faremo a
pagare tutto questo."
Guinan sorrise. Se aveva dei dubbi che queste non fossero native del
ventiquattresimo secolo, questa frase li cancello'. "Non vi
preoccupate. Non usiamo soldi."
Mamoru rimase perplesso. "Eh? Proprio per nulla?"
"Alcune razze come i Ferenghi si'. Ma in tutta la Federazione no."
Usagi era estasiata. "Cibo gratis? Mi piace questo posto!" e
affondo' il cucchiaino con rinnovato vigore.
Rei si irrigidi'. "Sento qualcosa." Si alzo' e ando' verso la
finestra. Chiuse gli occhi per concentrarsi.
Tutti i pensieri del cibo gratuito svanirono nella mente di Usagi.
"Rei?" chiese gentilmente. "Stai bene? Che c'e'?"
"Sento una grande malvagita' nelle vicinanze." Si fermo' un attimo,
cercando di localizzare la minaccia. Apri' gli occhi e scosse la
testa. "Non so dire cos'e', ma qualcosa mi dice che e' familiare."
Usagi cerco' di rincuorare la compagna. "Non ti preoccupare, Rei.
Abbiamo combattuto contro la Negaverse e l'abbiamo spazzata via tempo
fa. Ce la faremo anche ora."
"Spero che tu abbia ragione."

La voce di Ro dall'interfono interruppe la riunione. "Ponte a
capitano Picard."
"Qui Picard."
"Signore, i sensori hanno rilevato un vascello che sta dirigendosi
verso di noi ad alta velocita' curvatura, apparentemente in rotta di
intercettazione."
Ad un cenno di Picard, gli ufficiali superiori si alzarono e
andarono verso la porta che dava sul ponte. "Stiamo arrivando,
ensign."

"Signor Worf, veda se riesce ad identificarlo."
"Si signore." L'ufficiale Klingon rispose mentre torno' alla sua
stazione tattica. Focalizzo' i sensori sulla nave in arrivo,
comparando la configurazione con quella di navi conosciute. "Nave di
tipo sconosciuto, ma e' in rotta di intercettazione, curvatura nove
punto tre."
Riker si acciglio'. "Chiunque siano, hanno una fretta del diavolo
di incontrarci."
Le mani di Data si mossero velocemente sulla stazione di
navigazione. "Capitano, basandomi su un'analisi della curva di
potenza del vascello, credo che ci sia un alto grado di probabilita'
che si tratti di una nave Borg."
Il capitano e il primo ufficiale si scambiarono uno sguardo. "Data,
come puo' essere? Le navi Borg hanno una forma ben distinta. Le
scansioni di Worf l'avrebbero dovuta riconoscere."
"Lo so, comandante. In ogni caso, e' cio' che le mie analisi
indicano."
"Potrebbe essere un nuovo tipo di nave Borg, Numero Uno."
Riker sembro' alquanto apprensivo. "Spero di no. Gia' e' dura
affrontare l'altro tipo." Picard non rispose, ma annui'.
"E' nel raggio visivo." annuncio' Worf.
"Sullo schermo." ordino' il capitano. Il visore mostro' la forma
distante di una nave che si avvicinava. "Ingrandire." Lo schermo
cambio' e stavolta l'immagine della nave riempi' lo schermo.
Riker espresse il suo stupore. "Che diavolo?" Tutto attorno alla
nave c'erano protuberanze di una quanche sostanza cristallina. Ma il
centro della nave, cubico, era ben chiaro. Tutti i presenti la
riconobbero immediatamente.
"I Borg." Picard guardo' lo schermo, un senso di terrore gli corse
lungo la schiena. Era passato un anno da quando avevano affrontato una
di queste navi, ma ogni tanto aveva ancora degli incubi. Sentendo la
sua apprensione, Troi lo guardo', con il viso carico di ansia.
"Molto modificata, ma e' una nave Borg." continuo', la voce quasi
sussurrata. Si scosse, cercando di scrollarsi di dosso i dubbi e le
paure per accettare il nuovo confronto. Non importava quali fossero i
propri sentimenti ed emozioni, era il capitano, e il suo equipaggio
contava su di lui, per guidarli in questa situazione. Quando parlo'
di nuovo, la sua voce fu piu' convincente. "Numero Uno, posti di
combattimento."
"Allarme rosso!" urlo' Riker. "Tutti ai posti di combattimento!"

Le senshi si spaventarono al suono della sirena dell'allarme che si
diffondeva nel Ten Forward. Attorno a loro, tutti i membri
dell'equipaggio si alzarono e raggiunsero l'uscita, correndo alle
proprie postazioni. "Ricordo questo suono." disse Minako. "E'
l'allarme rosso."
"Mi chiedo perche'?" chiese Makoto.
Ami premette alcuni tasti del computer. "Mi sono collegata allo
schermo principale." disse. "Dovremmo vedere cosa c'e'." Si riunirono
attorno a lei, compresa Guinan. Non mostro' reazioni alla vista del
display, ma guardo' intensamente l'immagine. Dentro di lei insorse un
senso di paura... e di odio.
Rei senti' la reazione di Guinan piu' che notarla. "Che c'e'?" le
chiese.
"E' un vascello Borg. Ma e' modificato in qualche maniera. Non e'
come le navi Borg che ho visto finora." Rimase in silenzio, preferendo
non condividere la sua precedente esperienza con i Borg. Non era
necessario che conoscessero come i Borg invasero e distrussero il suo
pianeta.
"Sapete" disse Artemis "quelle protuberanze mi sono familiari."
Luna annui'. "Hai ragione! Sembrano quelle della nave spaziale di
Rubeus."
"Impossibile!" esclamo' Makoto. "E' scoppiata!"

"Capitano, ci stanno chiamando" disse Worf.
"Sullo schermo." Picard guardo' pazientemente lo schermo aspettando
che Worf trasferisse il segnale.

Le Senshi rimasero a bocca aperta quando videro l'immagine.
"Rubeus!"

Picard si acciglio' all'immagine sullo schermo. Si aspettava la
solita visione dell'interno di una nave Borg, o forse un individuo
assimilato che facesse da portavoce.
Ma non era questo il caso. L'individuo sembrava un tipico umano,
capelli rossi, ma con un paio di eccezioni. La prima era che aveva un
impianto Borg sulla tempia sinistra. Cosa non inusuale, visto che era
su una nave Borg. Ma cio' che era insolito era che quello era il solo
impianto visibile, e che la pelle invece di essere pallida, era di un
colore naturale.
Ma non fu questo che mando' un brivido freddo lungo la schiena di
Picard. Invece fu causato dalla seconda eccezione: un simbolo di luna
crescente sulla fronte. Era simile a quello di Luna ed Artemis, ma
invece di essere dorato e con le punte rivolte verso l'alto, era nero
e con le punte rivolte verso il basso.
Combinando il tutto con la sensazione di individualita' che
proveniva dai suoi occhi, Picard ebbe un brutto presentimento.
Si schiari' la voce. "Sono il capitano Jean-Luc Picard della..."
"... nave stellare Enterprise della Federazione. Si', lo so" disse.
Il suo sorriso incremento' l'apprensione di Picard. "Permetta di
presentarmi. Sono Rubeus... di Borg."

----

TO BE CONTINUED

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Messaggio da trekfan1 » 4 ott 2009, 18:12

Sailor Trek: The Next Generation
Un Borg da ricordare...
Capitolo 3 - Arrivano... I Borg!
Storia originale di Bill Harris
Traduzione ed adattamento di Ezio "Bosk" Boscani

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Space -- The final frontier.
These are the voyages of the starship Enterprise.
It's continuing mission -
to explore strange new worlds...
to seek out new life and new civilizations...
to boldly go where no one has gone before.


Sailor Trek: The Next Generation
Un Borg da ricordare...

Capitolo 3 - Arrivano... I Borg!

Storia originale di Bill Harris
Traduzione ed adattamento di Ezio "Bosk" Boscani

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Quelli nel Ten Forward osservarono il dialogo iniziale fra Picard
e Rubeus in silenzio. Alla fine Guinan scosse la testa. "C'e'
qualcosa di molto sbagliato qui."
"Io direi che c'e' qualcosa che non va!" esclamo' Rei. "Quel tipo
dovrebbe essere morto!"
"Forse, ma non e' quello che intendevo. Non si sta comportando come
un Borg. Sembra che abbia ancora la sua individualita'."
"Ed e' insolito?" chiese Minako.
"Non ci sono individui Borg. Esiste solo il collettivo." rispose
Guinan. "Sono droni senza mente, il cui solo scopo e' assorbire altre
razze e culture." fece una pausa. "Almeno, questo dovrebbe essere. Non
pensavo che esistessero esseri oltre a Q in grado di affrontare i
Borg da soli, ma se e' in grado di prendere il controllo di una nave
Borg..." la sua voce svani'.
"In questo caso, vi dovete trasformate e andare sul ponte!" disse
Luna. "Hanno bisogno di voi contro Rubeus!"
"Giusto Luna!" rispose Usagi. "MOON CRYSTAL POWER... MAKE UP!"
"MERCURY STAR POWER... MAKE UP!"
"MARS STAR POWER... MAKE UP!"
"JUPITER STAR POWER... MAKE UP!"
"VENUS STAR POWER... MAKE UP!"
Guinan guardo' con un senso di soggezione le ragazze e Mamoru che
si trasformavano. Con un "Andiamo!" di Sailor Moon, si mossero assieme
ai gatti fuori dal Ten Forward.
Guinan sorrise ironicamente quando le porte si chiusero dietro di
loro. Era un bene sapere che l'universo poteva continuare la sua vita,
anche dopo piu' di cinquecento anni. "Buona fortuna!" Guardo' fuori
dalla grossa finestra di prua, dove la forma alterata della nave Borg
era visibile, e la sua espressione si addoloro'. "Ne avrete bisogno!"

Rubeus era evidentemente divertito dalle frasi di Picard. "Non mi
interessa se la mia nave sta violando il vostro prezioso territorio,
capitano. I Borg non si sono mai curati di rispettare i confini
politici, e io intendo fare altrettanto."
"Io? La mia?" Troi bisbiglio' a se stessa. Andando verso Picard
"Capitano, non solo si sta comportando come un individuo, ma si
sente tale. Piu di lei... piu' di Locutus."
Picard annui', ignorando il lapsus del consigliere. Tutto questo
era in accordo con cio' che aveva notato di Rubeus, basandosi sulla
propria conoscenza di prima mano dei Borg. "Qual'e' il tuo scopo nello
spazio della Federazione?"
"Domanda semplice che merita una risposta semplice. Ho conquistato
questa nave, e intendo usarla per costruirmi una grossa forza capace
di distruggere i miei nemici. Quindi tornero' al mio mondo per
prendermi la rivincita su quelli che mi hanno contrastato. Usando i
miei nuovi... amici, voi e il vostro equipaggio sarete i primi a
venire assimilati nella mia armata." Fece una pausa, sorridendo
diabolicamente. "E' tempo di unirti al *mio* collettivo... Locutus."
"Al diavolo!" ruggi' Picard. In quel momento il ponte si scosse
violentemente sotto i suoi piedi.
"I Borg ci hanno presi col loro raggio traente." disse Worf.
"Stanno assorbendo gli scudi. Novanta percento... ora ottanta..."
"Sto variando la modulazione degli scudi." disse Geordi dalla console
della sala macchine.
"Chiuda il canale, signor Worf, e risponda al fuoco con tutte le
armi." ordino' Picard.
Il Klingon non rispose, ma si mosse velocemente per eseguire.
L'immagine di Rubeus svani' dallo schermo, rimpiazzata dalla visuale
della sua nave. Diverse scariche di phaser e siluri fotonici colpirono
la nave. "Nessun danno. Scudi al sessanta percento... cinquanta..."
"Fuoco a volonta'."
LaForge scosse la testa. "La variazione della modulazione degli
scudi non ha effetto. Dureranno ancora per pochi secondi."
"Data, ci tolga di mezzo quel raggio traente!" ordino' Riker. Le
mani dell'androide si mossero rapidamente sui controlli, alterando
velocemente la frequenza dei phaser con ogni colpo a segno
sull'emettitore del raggio traente. Si poteva vedere i raggi cambiare
colore, cambiando dal giallo al rosso, blu, verde ed altro. Dopo pochi
secondi, un lampo di luce annuncio' il successo.
"Raggio traente Borg distrutto."
Sfortunatamente, il suo successo avvenne con pochi secondi di
ritardo. "Gli scudi sono andati." annuncio' Worf, mentre diversi Borg
si materializzarono sul ponte. Il capo della sicurezza reagi' per
primo, alzando il suo phaser e colpendo un Borg in un movimento
rapido. Collasso' in una serie di scintille, con gli impianti che si
muovevano ancora. Gli altri spararono immediatamente dopo, e la prima
ondata di droni venne respinta. Ma quando l'ultimo cadde, arrivo' la
seconda ondata. Worf e Data fecero fuoco simultaneamente. Colpirono il
bersaglio, ma senza effetto. Worf cambio' il settaggio del suo phaser
e sparo' due volte, con stessi risultati, prima di constatare l'ovvio:
"Si sono adattati ai phaser a frequenza casuale!"
Il come fosse successo, doveva aspettare visto che i droni si
mossero verso i membri dell'equipaggio e la scena degenero'
velocemente in un combattimento corpo a corpo. Usando la sua forza,
Data fu in grado di metterne due fuori uso abbastanza velocemente. Si
stava muovendo per dar manforte ai suoi compagni ma si ritrovo'
circondato da una specie di campo di forza.
Alla stazione tattica, Worf estrasse un'arma Klingon tradizionale,
un mekh'leth, da dietro la sua fascia e diede un colpo potentissimo al
drone piu' vicino. Questo cadde e Worf si sposto' per attaccarne un
altro. Ma venne preso alle braccia e si trovo' bloccato. Anche gli
altri membri dell'equipaggio si trovarono nella stessa situazione.
Cio' che i Borg mancavano in agilita', l'avevano in forza e
persistenza.
Data stava cercando di liberarsi dal campo di forza usando il
phaser, quando vide due dispositivi a forma di artiglio emergere dal
dorso della mano di un Borg e penetrare la pelle dell'ensign Harris,
che si trovava alla stazione scientifica uno. La ragazza collasso' al
suolo e il Borg continuo' alla ricerca di un altro bersaglio. Data
poteva vedere altri Borg tentare azioni simili, ma i suoi compagni
riuscivano per il momento ad evitarli.
"Fermi tutti!" Gli occhi si mossero verso le porte del turbolift
che si erano aperte sul ponte. Sailor Moon e Tuxedo Kamen erano sulla
porta, e dietro c'erano le altre senshi.

Rubeus stava guardando la battaglia attraverso gli occhi dei droni.
I suoi occhi si riempirono di stupore e la sua espressione cambio' in
incredulita'. "Non puo' essere!"

"Sono la paladina della legge, Sailor Moon! Posso non sapere come
siamo capitati qui, ma questo posto inizia a piacermi. Anche se quel
tipo la' dietro ha una brutta fronte!" Nonostante lo sforzo, Worf la
guardo' per un attimo, mentre Luna mugugno'. "In ogni caso, se voi
tipi mezzi meccanici lavorate per Rubeus, dovete essere i cattivi. In
nome della Luna, vi puniro'!"

Rubeus gugni'. "E' proprio lei! Riconoscerei quei discorsi
insopportabili dovunque!" Si fermo', considerando la nuova situazione.
Forse non era del tutto malvagia. Infatti... Si'! L'apparizione di
Sailor Moon qui poteva essere un evento fortunato dopo tutto. Non
doveva perdere tempo per sviluppare una flotta.
Invio' un segnale mentale ai droni sull'Enterprise. "C'e' un
cambiamento di piano, amici miei."

I Borg che stavano tenendo Ro e Troi le lasciarono e si mossero
verso le senshi. Le ragazze intanto avevano gia' iniziato a darsi da
fare per aiutare l'equipaggio.
"VENUS! LOVE ME... CHAIN!" La catena di energia dorata si avvolse
attorno al Borg che stava addosso a Geordi, che cerco' di
divincolarsi, ma lo lascio' libero. Venus diede alla catena un forte
strattone, scagliando il Borg contro quello che stava combattendo con
Worf. Barcollo', rilasciando la presa sul Klingon.
Worf ringhio' e stava per abbattere la sua arma, ma Jupiter fu piu'
veloce. "SPARKLING WIDE PRESSURE!" La scarica elettrica colpi' ambo i
Borg, che smisero di muoversi dopo aver emesso una serie di scintille.
Worf annui' alla senshi.
"Bel colpo."
Mars si mosse per affrontare i due Borg che stavano avvicinandosi.
Evito' facilmente gil attacchi, quindi rilascio' il suo potere
"BURNING... MANDALA!" I cerchi di fuoco circondarono i Borg, e la
forte luce dell'attacco li nascose alla vista. Quando il bagliore
svani', era rimasto poco dei Borg: un mucchietto di cenere e parti
cibernetiche.
"SHINE AQUA... ILLUSION!" Un'ondata di energia fredda congelo' il
Borg sul posto. Beverly gli diede un buon calcio che aveva imparato
recentemente dal corso di autodifesa di Worf, e il Borg cadde a terra,
sbriciolandosi all'impatto. Disse un rapido "Grazie" alla senshi prima
di correre verso l'ensign ferito.
Sailor Moon prese la mira verso quello che stava tenendo Picard,
alzando il suo scettro. "MOON PRINCESS HALATION!" Il raggio di
energia parti' ed esplose nel petto del Borg che stava combattendo col
capitano. Tuxedo Kamen la segui', lanciando una sventagliata di rose
che colpirono i droni rimasti. "Beh, e' stato facile!"
"E' quello che volevo che tu pensassi, Sailor Moon!" disse una voce
familiare dietro di lei. "Il mio vero bersaglio sei tu!" Si mosse,
mandando uno dei suoi globi oscuri nel centro del ponte, stordendo
tutti i presenti, ad eccezione di Data.
E Rubeus, naturalmente.
Mamoru guardo' in alto, e vide Rubeus che stava sorreggendo il corpo
di Sailor Moon. Con un urlo, salto' verso di lui, cercando
disperatamente di dividerli. Sfortunatamente, il suo sforzo fu vano,
visto che Rubeus svani' dal ponte, prendendo Sailor Moon con se'.
Sul ponte, i corpi dei Borg si disintegrarono, lasciando solo delle
macchie sulla moquette.
"USAGI!"
Worf fu uno dei primi dell'equipaggio a riprendersi. Guardo' lo
schermo e vide che il cubo Borg stava allontanandosi. Il campo di
forza attorno a Data svani' in quel momento. "La nave Borg sta
andandosene." Worf controllo' velocemente il tattico. "Velocita'
curvatura nove punto tre... Sta accellerando a curvatura nove punto
sei."
"Hanno preso Sailor Moon!" urlo' Tuxedo Kamen. Il dolore nella sua
voce era evidente a tutti. "Dobbiamo seguirli!"
Data si sedette alla sua postazione e inseri' rapidamente una serie
di comandi. "Inserita rotta di inseguimento e motori attivati." La
nave accellero' oltre la velocita' della luce e si mise
all'inseguimento della nave Borg.
Picard si rimise in piedi. "Ci porti a distanza di teletrasporto,
signor Data." disse e si sedette sulla sua poltrona con una smorfia di
dolore. "Quindi uguagliare le velocita'." Senza una parola, Data
inseri' i comandi sulla console. "Feriti, dottore?"
"Solo l'ensign Harris qui" rispose, mentre la controllava col
tricorder. "Crusher a sala teletrasporto tre. Emergenza medica. Due da
portare in infermeria."
"Energia!" ripose la voce di O'Brien e scomparvero in una luce blu.
Riker guardo' sul ponte, controllando l'equipaggio. Ad eccezione
della sfortunata ensign, non c'erano altri feriti, e la nave sembrava
apparentemente in buone condizioni. "Dopotutto, penso che siamo stati
fortunati, capitano."
"Fortunatamente per noi, c'erano loro che ci hanno aiutato."
rispose Picard, indicando le senshi. "Grazie." Le ragazze annuirono
senza parlare, ognuna di loro troppo preoccupata per Sailor Moon per
dire qualcosa. Tutte guardavano semplicemente l'immagine della nave
Borg sullo schermo, con l'eccezione di Mercury. Stava lavorando
furiosamente al suo computer.
"Non capisco." disse Riker. "Ci avevano in pugno, e all'improvviso
hanno preso solo Sailor Moon e sono andati."
"Lei ha il cristallo d'argento" rispose Venus, come se quella frase
spiegasse tutto.
Evidentemente no. "Il cristallo l'argento?"
"Il cristallo d'argento e' un manufatto del Moon Kingdom di immenso
potere, comandante." rispose Data. "Nel loro precedente incontro col
capitano Kirk, Sailor Moon lo uso' per distruggere una nave spaziale
aliena che stava per distruggere l'Enterprise. Era praticamente immune
ai phaser e ai siluri fotonici. I diari dell'Enterprise indicano che
le forze di Queen Beryl furono vicine ad impossessarsi del cristallo
d'argento di Sailor Moon. Sembrerebbe che anche Rubeus lo voglia."
"Lo vuole" disse Mars.
Mamoru stava per scoppiare. "Dobbiamo tirarla fuori da li'!"
"Concordo" disse Picard. "Signor Data, riesce a localizzarla?"
L'androide consulto' le letture dei sensori, e scosse la testa. "I
Borg stanno generando interferenze ai sensori. Non riesco a fissare la
sua posizione."
"La puoi localizzare, Sailor Mercury?" chiese Venus.
Diede un sospiro frustrato e scosse la testa. "No. Ci stavo
provando, ma in qualche mono stanno disturbando le mie scansioni."
"Quando sei stata a bordo della prima Enterprise, sei stata in
grado di aumentare le tue capacita' di scansione interfacciandoti col
computer principale." suggeri' Data. "Forse se provassimo..."
"Credo di no. Le mie scansioni erano limitate, percio' l'avevo gia'
fatto." Arrossi' in leggero imbarazzo agli sguardi di Picard e Riker.
"Mi spiace, avrei dovuto chiedere, ma non ce n'e' stato il tempo."
"Nessun danno." disse il capitano, "Ma la prossima volta, almeno
dicci cio' che fai." La ragazza annui'.
"La posso trovare una volta a bordo!" disse Tuxedo Kamen.
"Se e' vero, potremmo inviare una squadra." suggeri' Riker.
"Negativo, comandante." disse Data. "Il campo Borg EM e' adattato
per evitare il teletrasporto."
"Possiamo provare con un Sailor Teleport." suggeri' Luna.
La frase suscito' sguardi stupiti dall'equipaggio. "Il cosa?"
chiese Riker.
"No" le rispose Mercury. "Non so come, ma stanno generando anche
uno schema energetico che ci impedirebbe il teletrasporto a bordo."
"Allora non c'e' niente che possiamo fare" disse Mamoru. Con
rabbia, frustrato, spedi' il pugno contro il muro del ponte.
Picard si acciglio' considerando la situazione. Pur non
mostrandolo, era internamente frustrato dalla situazione come Tuxedo
Kamen. Rubeus e i suoi Borg aveva evitato ogni tentativo di salire a
bordo della sua nave per tentare un salvataggio. L'altra sola opzione
- usare una navetta per oltrepassare il campo EM come era stato fatto
a Wolf 359 - era fuori questione, finche' viaggiavano a quella
velocita'. Sembrava che avrebbero dovuto attendere finche' la nave
Borg non fosse arrivata alla sua destinazione prima di poter fare
qualcosa. Parlando della destinazione... "Signor Worf, qual'e' la
rotta della nave Borg?"
Il capo della sicurezza consulto' il tattico. "Zero due cinque
punto sei."
Riker si acciglio', non capendo. Non aveva il cervello di Data, ma
se si ricordava astronavigazione correttamente, non era una rotta per
la Terra... o per qualsiasi altro pianeta della Federazione." Ensign
Ro, che sistemi si trovano lungo la rotta?"
L'ensign Bajoriano consulto' le carte stellari dell'area e traccio'
la rotta della nave Borg attraverso di essa. "Nessun sistema stellare
si trova lungo la rotta della nave Borg, comandante."
"Dove diavolo stanno andando?"
"Non so." rispose. "Comunque ci portera' nella zona neutrale
Romulana in circa due ore e mezza.'
"Due ore, venticinque minuti, tre secondi." puntualizzo' Data.
"Grande!" L'espressione del primo ufficiale indicava chiaramente il
contrario.
"Mantenere l'inseguimento." ordino' Picard. "Nel frattempo, signor
LaForge, veda se puo' trovare un modo di attraversare il campo EM dei
Borg. Lavori col capo O'Brien. Data, voglio che analizzi la rotta dei
Borg. Veda se puo' scoprire dove stanno andando."
"Si signore" risposero i due ufficiali.
Picard si alzo' e si rivolse alle Senshi. "In attesa, potreste
dirmi tutto cio' che sapete di questo Rubeus. Numero Uno, a lei la
plancia." Detto questo, il capitano e le Senshi entrarono
nell'ufficio. Luna e Artemis si scambiarono uno sguardo, e la gatta
segui' le Senshi, mentre il gatto bianco salto' sulla ringhiera del
ponte. Anche Mamoru rimase in plancia, con lo sguardo fisso sullo
schermo.
"Ti porteremo indietro, Usagi. Lo spero."

Sailor Moon si sveglio' di colpo. Le sue mani e i piedi erano
assicurati ad una specie di tavolo. Guardandosi attorno, fece l'ovvia
domanda: "Dove sono?"
Rubeus arrivo' da dietro un angolo. "Salve, Sailor Moon. Benvenuta
sulla mia nave."
"Rubeus!" Ricordi degli eventi recenti le tornarono im mente.
L'apparizione sull'Enterprise, l'incontro con le altre al Ten Forward,
la battaglia sul ponte, un vago ricordo di Rubeus che la prendeva, e
alla fine il teletrasporto. "Che ci faccio qui?"
"Io direi che la risposta e' ovvia. Sai che voglio il cristallo
d'argento. E ora ce l'ho, assieme a te."
"Non ti servira'! Abbiamo sconfitto il Death Phantom! Crystal Tokyo
e' salva."
Rubeus la guardo' dubbioso. Poteva questa ragazza aver sconfitto il
Death Panthom e le forze della Black Moon? Beh, anche se fosse stato vero,
non importava. Avrebbe avuto la sua vendetta su quelli che rimanevano.
"Questo e' da vedersi."
La ragazza cerco' un altro approccio. "Hey, com'e' che sei ancora
vivo? La tua nave e' esplosa!"
"Quasi, ma non del tutto. Quello che tu pensi sia stata
l'esplosione della mia nave, era una grossa scarica di energia dal
macchinario per i viaggi temporali che si era attivato in maniera
incontrollabile. Avrebbe dovuto distruggere la nave, ma in qualche
modo sono stato trasportato in questo universo. Comunque la mia nave
era pesantemente danneggiata." Fece un cenno mostrando la nave e i
Borg attorno a loro. "Questa nave mi ha trovato, e si e' avvicinata
con l'intenzione di assimilarmi... di farmi servire i Borg." Si chino'
su di lei, guardandola negli occhi. "Ora loro servono me. Come lo
fara' il tuo cristallo."
"Non ti lascero' mai il cristallo."
"Come i miei servi Borg dicono: la resistenza e' inutile, Sailor
Moon. Io controllero' il cristallo d'argento. E te!"

Picard fece un cenno verso le due sedie e il sofa' nell'ufficio.
"Prego, sedetevi." Silenziosamente, le senshi si sedettero, Mercury e
Mars sulle sedie. Luna salto' sulla scrivania. Il capitano si diresse
verso il replicatore. "Volete qualcosa?"
"No, grazie" replico' Mercury, e le altre fecero un cenno negativo.
Picard annui'. "The, Earl Grey, caldo." Ci fu un lieve ronzio
mentre la bevanda richiesta si materializzo'. Picard prese la tazza e
si sedette alla scrivania, anche se dovette accettare il fatto che
Luna si trovasse li'.
Mars lo guardava, impaziente. "Pensavo che volesse parlare di
Rubeus, non prendere il the."
"Sii paziente, Rei" le disse Luna. "Sono sicuro che il capitano
comprende la serieta' della situazione."
"Ha ragione." rispose. "Capisco che siate ansiose di aiutare la
vostra amica. E vi assicuro che io e il mio equipaggio faremo il
possibile per poterlo fare. Ma prima, ho bisogno di conoscere cosa sto
affrontando. Conosco i Borg, avendo avuto..." si fermo' un attimo, coi
ricordi dell'ultimo incontro coi Borg che gli tornavano alla mente.
"... rapporti con loro nel passato. Comunque, non ho nessuna idea di
cosa aspettarmi da Rubeus... oltre il fatto che se e' riuscito a
prendersi una nave Borg, dev'essere molto potente."
"Allora vuole riempire i buchi, e insieme trovare un modo per
tirargli un calcio nel-bip-?" chiese Jupiter.
Picard sorrise. "Non lo direi mai cosi' coloritamente, ma si'...
questa essenzialmente e' l'idea."

Data si rivolse al comandante Riker. "Comandante, Credo di aver
trovato la destinazione della nave Borg." Tocco' pochi controlli sulla
console di navigazione, e l'immagine della nave Borg fu sostituita da
una mappa stellare. La rotta dei Borg era tracciata sopra di essa, con
il punto stimato di arrivo evidenziato, un punto nello spazio non
lontano dalla zona neutrale Romulana.
"Data, ne e' sicuro?" Dopo uno sguardo dall'androide, il primo
ufficiale aggiunse "Non importa."
Artemis guardo' lo schermo dal suo punto di osservazione sopra il
tattico. "Cos'ha di speciale questa zona?"
"E' la posizione del flusso quantico che connette i nostri
rispettivi universi." rispose l'Androide.
"Vuol dire la strada percorsa dalla prima Enterprise per
raggiungere il nostro mondo?" Il gatto penso' per un attimo. "Uh oh."
"Uh oh e' corretto." rispose Riker. "Capitano Picard in plancia."
Dopo pochi secondi, la porta si apri' e Picard usci' dall'ufficio,
seguito dalle Senshi e da Luna. Vedere Artemis straiato sul tattico,
proprio dietro alla poltrona di comando, lo fece sorridere. Worf
ovviamente non trovava niente di divertente. Guardava il gatto ogni
pochi secondi. "Rapporto."
"Data ha trovato dove stanno andando." Fece cenno allo schema sullo
schermo.
"Il flusso quantico" disse Picard. I motivi gli furono subito
chiari. "Naturalmente..."
"Oh no..." lo stesso pensiero passo' nella mente di Sailor Mercury.
"Cosa? Cos'e'?" chiese Jupiter.
"I Borg hanno la capacita' di assimilare interi mondi. Ora, io
dubito che anche i Borg non possano assimilare Crystal Tokyo, ma se
avessero dalla loro parte il potere del cristallo d'argento..." la
voce del capitano si spense.
Stava diventando chiaro per Sailor Venus. "Non vorra' dire che...?"
"Si', Rubeus vuole usare i Borg per assimilare la vostra Terra. E
prima della creazione di Crystal Tokyo o viaggiando indietro nel
tempo." Picard guardo' lo schermo. "In qualche modo dobbiamo impedire
che cio' accada."
"Come li fermiano?" chiese Artemis. "Da come stanno le cose, non
possiamo neanche salire a bordo della loro nave."
"Ma ci potrebbe essere un modo per evitare che entrino nel vostro
universo." Picard guardo' il suo ufficiale alle operazioni. "Data,
c'e' un modo per chiudere il flusso quantico?"
Data rimase pensieroso per un attimo. "In teoria. Se facessimo
detonare un siluro fotonico nel flusso, dovrebbe farlo collassare. Ma
servirebbe una modifica del siluro per emettere un campo curvatura
della giusta frequenza per entrare nel flusso, e per generare la
giusta varianza temporale di campo per farlo collassare."
"Quanto tempo ci vorra'?"
"All'incirca un'ora."
Riker sembro' dubbioso. "E' un po' rischioso, Data. Siamo proprio
ad un'ora dal flusso."
"Lo so bene, signore."
"Lo faccia. In fretta, signor Data." Data si alzo' dalla sua
postazione e si diresse verso il turbolift.
"Capitano, anche se riuscissimo a chiudere il flusso, come faremo
ad arrivarci prima dei Borg?" chiese Riker. "Sappiano dalle esperienze
passate che non possiamo superare in velocita' le loro navi."
Picard alzo' le spalle. "Dobbiamo essere creativi. Creeremo
un'occasione per rilasciare il siluro."
"Non sembra molto ottimista" osservo' Mars.
"Tutti noi conosciamo i Borg" le disse Troi. "Possono essere...
avversari formidabili."
"Si', ce l'ha detto!" disse Jupiter. "Sembrano malvagi."
Venus sorrise ironicamente. "Beh, almeno la situazione non puo'
peggiorare."
"Capitano" disse Ro "Siamo appena entrati nella zona neutrale
Romulana."
"Stavi dicendo?" disse Artemis. "OW!" Venus lo guardo' mentre si
massaggiava il naso dolorante.
"Cos'e' questa zona neutrale Romulana?" chiese Jupiter.
Mercury le rispose. "E' una zona cuscinetto fra la Federazione e
l'Impero Romulano. Incursioni in questa zona possono venire
considerate come un atto di guerra della parte che vi entra." Dopo uno
sguardo interrogativo da Riker, mostro' il suo computer. "Ho preso i
files dal vostro computer."
"Signor Worf, segni di vascelli Romulani?"
Worf controllo' i sensori. "Ci sono diverse anomaile subspaziali
che potrebbero essere vascelli Romulani occultati." rispose "Sono su
una rotta parallela con la nave Borg, ma non si avvicinano."
"Stanno solo controllando la situazione" osservo' Jupiter.
Worf annui', visto che era la sua stessa opinione. La sua
attenzione fu attirata da un altro allarme che suono' sulla sua
postazione. "Capitano, riceviamo un messaggio dal Comando di Flotta.
Priorita' Uno."
Riker e Picard si guardarono "E ora che succede?" chiese Riker.
Picard alzo' le spalle. C'era un solo modo per saperlo. "Qual'e'
il messaggio, signor Worf?"
"E' un allarme rosso di settore" rispose. "Sensori a lungo raggio
da Deep Space Seven hanno rilevato due navi Borg che sono entrate
nello spazio federale, in rotta verso questa regione. Sembra che siano
in rotta di intercettazione con la nave di Rubeus."
Picard ebbe improvvisamente la sensazione di affondare. "Ensign Ro,
conferma?"
Ro impiego' qualche secondo per tracciare la rotta delle navi in
questione prima di rispondere. "Si, signore. Intercetteranno questa
nave approssimativamente fra un'ora alle coordinate del flusso
quantico."
"Di bene in meglio!" disse Riker.
"Beh, sa come si dice: Non piove mai, vengono solo giu' cani e
gatti." Luna la guardo', mentre Artemis semplicemente sospiro' e
scosse la testa.

----

TO BE CONTINUED

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Messaggio da trekfan1 » 4 ott 2009, 18:15

Sailor Trek: The Next Generation
Un Borg da ricordare...
Capitolo 4 - Q's and Answers
Storia originale di Bill Harris
Traduzione ed adattamento di Ezio "Bosk" Boscani
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Space -- The final frontier.
These are the voyages of the starship Enterprise.
It's continuing mission -
to explore strange new worlds...
to seek out new life and new civilizations...
to boldly go where no one has gone before.


Sailor Trek: The Next Generation
Un Borg da ricordare...

Capitolo 4 - Q's and Answers

Storia originale di Bill Harris
Traduzione ed adattamento di Ezio "Bosk" Boscani

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Ci fu un silenzio di tomba dopo che Worf ebbe fatto il suo
rapporto. La prima che diede voce alla sua frustrazione fu Jupiter.
"Grande! Cosi' Usagi si trovera' nel mezzo del fuoco incrociato quando
attaccheranno quella cosa!"
Riker si avvicino' a Picard. "Riusciamo a malapena a sostenere
l'attacco di una nave Borg." osservo' a bassa voce. "Ora, come
possiamo badare a tre di esse, chiudere il flusso quantico e
recuperare Sailor Moon, *il tutto* nello stesso momento?"
Picard non rispose alla domanda. Al momento non aveva idea di cosa
si potesse fare. "Merde" disse sottovoce.

Le due navi Borg stavano aspettandoli quando uscirono dalla
curvatura. Picard tremo' internamente alla visuale sullo schermo.
Come Riker aveva osservato, un'unica nave Borg era gia' complessa
da affrontare. La Flotta Stellare aveva approntato una flotta di
quaranta navi stellari a Wolf 359... e ne aveva perse trentanove. E'
stato solo un colpo di fortuna che l'Enterprise riusci' a fermarli nei
pressi della Terra.
Ma tre? Era un incubo fatto realta'.
I due cubi normali si affiancarono alla nave di Rubeus. I tre
grossi vascelli si fermarono, apparentemente ad osservarsi. "Ci tenga
fuori dalla linea di fuoco, ensign." ordino'.
"Si' signore."
"I Borg stanno chiamando Rubeus." disse Worf.
"Sentiamo, signor Worf." disse Picard.
Il Klingon tocco' un controllo, e la voce dei Borg usci' dagli
altoparlanti. Picard noto' simpaticamente che le senshi si
spaventarono quando sentirono quella fredda, voce meccanica. Ebbe la
stessa reazione quando la senti' per la prima volta, circa tre anni
prima.
E la sentiva ancora nei suoi incubi.
"Noi siamo i Borg. Il vostro tentativo di scissione dalla
collettivita' non avra' successo. Verrete riassimilati subito. Le
vostre caratteristiche biologiche e tecniche verranno di nuovo unite
alle nostre. La resistenza e' inutile."
Il silenzio cadde sul ponte, attendendo la risposta di Rubeus. "Non
penso proprio."
Immediatamente le due navi Borg iniziarono a far fuoco contro i
rinnegati, con scariche di energia che uscivano dallo scafo. Si
vedevano diversi raggi traenti che si scaricavano sulla superfice dei
rinnegati.
"Ora si fa interessante." commento' Riker. Diversi raggi trancianti
vennero sparati, e causarono grosse falle nello scafo.
"Perche' non fanno nulla?" chiese Jupiter. La nave di Rubeus
sembrava ignorare i suoi attaccanti, nonostante i danni che stava
subendo. Poi inizio' ad illuminarsi... Poco dapprima, poi aumento' di
intensita'.
"I sensori sono andati fuori scala" fece rapporto Ramirez, che si
era messo al posto di Data. Il bagliore aumento' nuovamente, e tutti
in plancia cercarono di schermarsi gli occhi. Quando sembro' non poter
aumentare oltre, un accecante raggio di energia parti' dalla nave di
Rubeus e colpi' una nelle navi Borg. Un altro bagliore oscuro'
temporaneamente lo schermo che si spense per un attimo. Quando torno'
l'immagine, tutto cio' che rimaneva del cubo Borg era una nuvola di
detriti.
"Oh mio Dio!" disse Troi.
"Che diavolo era quello?" chiese Riker.
Worf controllo' i sensori. "Stanno usando un'arma dall'immenso
potere distruttivo. Tipo sconosciuto." La nave rimasta continuo' a far
fuoco, con maggiore intensita'. "Sto rilevando danni struttirali alla
nave di Rubeus, ma non sufficienti per metterla fuori uso."
"Un'arma che puo' distruggere una nave Borg con un colpo. Roba da
non credere!" osservo' Picard a bassa voce. La nave di Rubeus riprese
ad illuminarsi, evidentemente pronta a sparare di nuovo. "Picard a
Data. Il siluro modificato e' pronto?"
"Quasi, signore. Stimo che mi serviranno altri cinque minuti."
"Forse non li avremo, signor Data."
"Si signore." rispose la voce calma dell'androide.
La luce dallo schermo comincio' ad aumentare fino ad
un'intensita' accecante nuovamente. Fuori, la nave Borg rimasta
inizio' incredibilmente a ritirarsi, ma venne bloccata da un raggio
traente della nave Borg rinnegata.
"Non ci posso credete" disse Mercury quando fini' le sue analisi
della nuova arma. "Quell'impulso di energia!" esclamo'. "E' del
cristallo d'argento! In qualche modo sono riusciti ad usarlo come
un'arma!"
"Impossibile!" disse Luna. "Non possono usarlo finche'..." la sua
voce svani'.
"E' viva, Luna." le disse Mamoru, con la voce che non dava adito a
dubbi. Ma la sua espressione era costernata. Come era possibile che
Rubeus potesse usare il cristallo d'argento come arma? Usagi non
gliel'avrebbe mai dato, non finche' viveva. E finche' viveva, Rubeus
non avrebbe potuto controllarlo. Ma allora, come poteva farlo?
Ebbe la sensazione di non voler conoscere la risposta.
Lo schermo si illumino' di nuovo, e l'altro vascello Borg divento'
una nuvola di detriti. Allontanandosi dai rottami, la nave Borg
rinnegata inizio' ad avvicinarsi all'Enterprise, con una luce bianca
che la circondava e che cresceva di intensita'.
"Penso che siamo nei guai." Venus disse capendo la situazione.
"Capitano" disse Worf "Stanno puntando le armi su di noi!"
"Si'! Siamo decisamente nei guai."
Picard stava per ordinare manovre evasive, ma la voce di Data
arrivo' dall'interfono. "Signore, il siluro e' pronto e caricato nei
tubi."
A Picard venne una strana idea, quasi dettata dalla disperazione.
"Dati dei sensori sulla posizione del flusso quantico." ordino'.
"Lettura: due quattro sette punto cinque." rispose Ro. "Distanza
centomila chilometri."
"Rotta due quattro sette punto cinque. Curvatura nove. Voglio
uscire dalla curvatura al punto indicato dai sensori, proprio sul
flusso."
Riker guardo' il suo capitano. "La manovra Picard?"
"Una leggera variazione, Numero Uno." rispose il capitano.
Ro annui'. "Pronti, signore." Sullo schermo, la nave Borg stava
aumentando la luminosita'.
Picard porto' la sua mano sinistra avanti. "Siluro pronto. Engage!"
Un osservatore esterno sarebbe stato impressionato. I motori a
curvatura spinsero la nave rapidamente, tanto che sembro' svanire per
un breve istante. Allo stesso istante, la nave Borg attivo' la sua
arma dove si trovava l'Enterprise. Ma stranamente, il raggio devio',
seguendo e colpendo la nave stellare nel momento in cui usci' dalla
curvatura. Ci fu un grosso lampo di luce, e l'Enterprise svani'.

"Eccellente." Rubeus guardo' con soddisfazione. Al contrario delle
navi Borg, sembro' che la distruzione dell'Enterprise non avesse
lasciato il minimo detrito. La sua nuova arma l'aveva fatta svanire
dal piano dell'esistenza.
Peccato. Avrebbe voluto avere un trofeo, per ricordarsi il suo
trionfo sulle Senshi. Il cilindro di Tuxedo Kamen, per esempio.
Dopo alcuni istanti, torno' ai suoi affari. Prima doveva
attraversare il flusso quantico verso il suo universo nativo. Poi
andare a Crystal Tokyo.
Nessuno, neanche la stessa Queen Serenity, sarebbe riuscito a
fermarlo questa volta.

In qualche piano sconosciuto dell'esistenza, una potente entita'
osservava. Rubeus era un pazzo arrogante. Anche Worf aveva piu'
cervello di lui.

Ci fu un lampo di luce accecante sul ponte, e il pavimento rollava
violentemente. Ro e Ramirez si aggrapparono alle loro postazioni,
mentre gli altri venivano sbattuti come bambole, visto che gli
smorzatori inerziali non riuscivano a reggere. In plancia, diversi
pannelli esplosero, e le luci fluttuarono, per poi diminuire ai
livelli di stato di emergenza.
Finalmente, come era iniziato, fini'.
Picard senti' diversi lamenti provenire dal ponte oscurato, quando
si rimise in piedi. Sussulto' per le varie botte ed escoriazioni
subite, ma cerco' di concentrarsi sullo stato del suo equipaggio.
"State tutti bene?"
"Piu' o meno" gli rispose Mars, tenendosi la spalla sinistra.
Piego' l'arto per provare. Faceva male, ma sembrava piu' o meno
funzionale. Qualsiasi ferita avesse, poteva aspettare.
Mercury attivo' il visore inizio' a controllare il ponte. Sul
visore ogni individuo venne esaminato a turno e veniva fatta una
veloce diagnosi. "Botte ed escoriazioni per la maggior parte, sebbene
il comandante Riker abbia un polso fratturato. E..."
La voce angosciata di Venus la interruppe. "Artemis!" prese il
gatto molto attentamente.
"E' solo... una zampa rotta, Minako." la rassicuro'. "Niente di
troppo serio."
"Fortunatamente e' una frattura composta" continuo', facendo una
scansione piu' dettagliata. "Dovrebbe guarire naturalmente una volta
bloccata."
"Possiamo fare di meglio." le rispose Picard. "Plancia ad
infermeria." Silenzio. "Plancia a sala macchine." Dopo alcuni istanti,
"Il sistema interno di comunicazione dev'essere guasto. Ensign Ro,
vada verso la sala macchine. Mi faccia un rapporto danni."
"Si signore" rispose la Bajoriana che aveva gia' aperto il pannello
del tubo di Jeffries. Anticipando l'ordine del capitano, Ramirez stava
gia' aprendo il kit di emergenza medico che si trovava nella parte
anteriore della plancia.
Picard annui' approvando. Il passo sucessivo era l'accertamento
delle condizioni della nave. Ci sarebbe voluto un po' perche' Ro
raggiungesse la sala macchine, ma fortunatamente c'era un'alternativa.
Non che potesse fare qualcosa con l'informazione, ma era meglio che
attendere. "Mercury, puoi fare una scansione dettagliata del resto
della nave?"
"Penso di si'" rispose, e inizio' a lavorarci. Cambio' l'intensita'
delle scansioni, guardando oltre il ponte e controllo' le altre parti
della nave.
Mentre stava lavorando, Ramirez fece cio' che poteva per curare i
feriti. In breve uso' il rigeneratore scheletrico nel kit medico per
chiudere la frattura del polso di Riker e della zampa di Artemis, dopo
che Worf l'ebbe messa in posizione.
"Il vostro generatore principale e' disattivo, come i sistemi
ausiliari." inizio' il rapporto Mercury. "Il supporto vitale e' sulle
batterie, ma la struttura sembra intatta, e rilevo letture di forme di
vita."
"E i Borg?"
Scosse la testa. "Non li rilevo." poi si acciglio' "Strano... Non
rilevo nulla all'esterno della nave."
"Signor Worf, lo schermo principale funziona?"
Worf torno' al tattico e cerco' di armeggiare ai controlli.
"Negativo signore. Siamo sulle batterie. Tutti i sistemi della plancia
sono disattivati."
"C'e' un solo modo per scoprire che c'e' la' fuori." disse Riker,
dirigendosi nella sala tattica. Quando gli altri lo seguirono, lo
sentirono esclamare "Che diavolo?"
Il gruppo delle Sailor Senshi e del personale della flotta
guardarono fuori dalle finestre della sala tattica. Fuori non videro
l'usuale oscurita' dello spazio inframmezzato dalle stelle, ma solo
una grigia foschia senza forma. Era come se l'Enterprise fosse immersa
in un banco di nebbia.
Venus fu la prima a parlare. "Che e' successo? Siamo morti?"
"Non mi sento morta!" le rispose Mars.
"Beh, ma com'e' che non siamo stati distrutti?" chiese Jupiter
"Pensavo che quei cubi Borg fossero piu' potenti di questa nave."
"Non guardare la trave nell'occhio"
Riker guardo' Venus con sguardo incerto, poi sussurro' a Mercury
"Ma e' sempre cosi'?" Leggermente imbarazzata, annui' mentre Artemis
sospiro'.
Worf estrasse un tricorder. "Il tricorder non sta registrando nulla.
E' come se l'universo fuori dalla nave non esistesse."
"Non rilevo altro" aggiunse Mercury. Aveva ancora il visore attivo
e lo stava usando in congiunzione col computer. "Tutte le letture
spazio-tempo sono a zero."
"Stai dicendo che... non siamo da nessuna parte, Mercury?" chiese
Tuxedo Kamen.
"Una buona scelta di parole" disse una voce invisibile. Riker si
lamento', visto che era familiare a tutto l'equipaggio. In un lampo di
luce, Q apparve nella sala tattica, sedendosi al posto abituale di
Picard, a capo tavola. "Diciamo che siete fuori dai normali confini
dello spazio e del tempo. Almeno per quanto le vostre menti limitate
lo possano comprendere." Le senshi lo guardarono, incerte su chi o
cosa fosse.
Picard sapeva benissimo con chi aveva a che fare. "Q. Era ora che
ti facessi vedere."
L'entita' si alzo' e si avvicino' al capitano, sembrando alquanto
addolorato. "Mi sarei aspettato un minimo di gratitudine da te,
Jean-Luc. Dopo tutto ho appena salvato la tua preziosa nave e
l'equipaggio da un destino abbastanza ignobile portandovi fuori dallo
spazio e dal tempo prima di esplodere."
"Ma non prima che la nave venisse danneggiata e parte del mio
equipaggio ferito."
"Oh..." Q scrollo' le spalle. "Non c'e' danno che non possa venir
riparato e il riposo che vi assicurero' potra' curare le vostre
piccole ferite."
"Hai programmato tutto tu, vero?" lo accuso' Riker.
L'entita' fece nuovamente spallucce. "Se intendi che io abbia
portato Sailor Urlatrice Moon e le sue compagne Senshi, assieme al
cavaliere mascherato e ai due felini parlanti, allora la risposta
potrebbe essere si'." Guardo' il capo della sicurezza. "Oh, si e'
ristabilito il tuo udito, Microcervello?" Worf lo guardava
stoicamente, trattenendo la sua collera, visibile solo nei suoi occhi.
Dopo aver ridacchiato un attimo, Q guardo' Picard con un'espressione
piu' seria. "Comunque non ho nulla a che fare col fatto che Rubeus e'
qui. Ha fatto tutto da solo."
"E perche' ci hai portate qui?" chiese Jupiter.
"Pensavo che fosse ovvio, anche per una col tuo intelletto
limitato." le rispose. Jupiter lo guardo' e fece un passo minaccioso
verso di lui.
Venus le pose una mano sulla spalla "Ferma, Jupiter. Sta solo
cercando di provocarti."
"Non e' difficile" sorrise Q. "Davvero, Worf, dovresti conoscerla
meglio. E' perfetta per te. E vice versa. Dopotutto, a lei ogni
maschio assomiglia al suo vecchio fidanzato."
Lo fece. Quel verme aveva oltrepassato il limite. Makoto chiamo' il
suo potere, intenzionata a bombardarlo. "SPARKLING WIDE..."
"No, Mako!" grido' Luna.
Era come un duello vecchia maniera. La senshi infuriata stava da una
parte del tavolo, pronta a scagliare il suo attacco, mentre Q stava
fermo, con un sorriso sulla faccia.
"...PRESSURE!"
Il disco di energia elettrica attraverso' la lunghezza del tavolo e
colpi' Q in pieno, con il suono di una scarica elettrica. Picard
poteva scommettere di aver visto per un attimo uno scheletro dove Q
stava, in mezzo alla tempesta elettrica. Quando fini', Q stava ancora
li', con i suoi capelli comicamente ritti. "Scioccante!" schiocco' le
dita e i suoi capelli ripresero la pettinatura originale. Alzo' il
palmo della mano e una piccola sfera di elettricita' danzava sopra di
essa. Giochicchiandoci come con una palla da baseball, chiese "Pensi
di poterlo fare anche tu?"
Il capitano si interpose fra Jupiter e l'entita' "Q."
"Oh, non ti preoccupare, Picard. Le voglio far sfogare le
emozioni." Q fece un gesto e la palla di energia svani'. Guardando
Jupiter, la sua voce divenne piu' seria. "Per questa volta."
Ma Makoto non era ancora soddisfatta. "Perche tu..."
Mars e Venus si mossero per fermare la compagna. "Non ora, Jupiter.
Non possiamo aiutare Sailor Moon se lasciamo che questo verme ci
abbatta." le disse la bionda.
"Verme?" Q sospiro'. "E' un complimento da qualcuna che non riesce
neanche ad avere un ragazzo." Venus lo guardo', e Mars si trovo'
nell'inaspettata posizione di dover calmare qualcun altro. Di solito
era lei quella che doveva venir calmata.
Artemis salto' sul tavolo. "Sai, Guinan ha davvero ragione su di
te. Sei assolutamente incontentabile, senza possibilita' di ritegno."
L'entita' si doveva davvero sentire petulante. "E per un gattino,
certamente tu hai una grossa bocca... Senza pensare a certi
atteggiamenti. Forse questo ti aiutera' a rilassarti." disse Q,
schiccando le dita. Il gatto svani'.
"ARTEMIS!" esclamo' Luna.
Venus salto' Mars, che non cerco' neanche di fermarla, e si
avvicino' come una furia all'entita'. "Che gli hai fatto?? Riportalo
qui!" gli ordino', puntandogli un dito in faccia.
"Lo sai? E' carino il modo in cui sbuffano le tue narici quando ti
arrabbi."
"Dove l'hai mandato?" chiese Luna.
"Oh, sta bene." la rassicuro'. "Ed e' ancora sulla nave. Ponte
cinque, stanza tre quattro sette per essere preciso."
Riker sembro' confuso. "L'alloggio di Data? ma perche'..."
"Oh no!" lo interruppe Troi. "E' Spot. E' in calore."
Uno strano silenzio calo' nella stanza. Alla fine Mamoru chiese
"Chi e' Spot?"
"E'... la gatta di Data." rispose Riker. Un incorreggibile Q
ridacchiava ai loro sguardi, mentre Luna e Venus sembravano tanto
furiose da volerlo uccidere.
"Riportalo qui! O io..."
"O tu cosa? Mi legherai con la tua catena dorata?" Q stava
chiaramente divertendosi. "Mi piacerebbe vederlo."
Picard vide che la situazione stava andando fuori controllo
rapidamente, e intervenne prima che Q esasperasse troppo le senshi.
"Abbiamo giocato abbastanza, Q" disse. "Se sei venuto qui per un
qualche motivo, suggerirei di arrivare al punto. E riporta qui Artemis
subito!"
"Oh, molto bene." disse con un sospiro e schiocco' le dita. Artemis
riapparve sul tavolo.
Ami cerco' di far rientrare la conversazione. "Ci hai portato qui
per aiutare l'Enterprise ad affrontare Rubeus, giusto?"
"Si!" ando' verso Mercury, con un sorriso sulla faccia. "E' bello
avere qualcuno intelligente qui intorno." Guardando Riker e Worf,
aggiunse "Sarebbe uno scambio vantaggioso."
Mercury si acciglio': era stata alla sua presenza per pochi minuti,
ma aveva capito come mai Guinan e gli altri dell'Enterprise non lo
sopportavano. "Non sono sicura che sia un complimento, detto da te."
Un'espressione scioccata apparve sulla sua faccia. "Che rudezza!
Comunque, per rispondere alla vostra domanda, si', e' quella la
ragione per cui vi ho trasportate qui. Sapevo che Picard e la sua
banda non avrebbe avuto possibilita' contro un gruppo di Borg
rinforzato dal potere di Rubeus. Comunque non avevo previsto che
Sailor Moon venisse presa prigioniera... o che Picard stesse quasi per
far distruggere la sua preziosa nave. Davvero, Jean-Luc, e' stato un
po' insensato da parte tua."
"Perche' ci hai salvati, Q?" chiese Picard.
"Una mia debolezza, Jean-Luc. Ho scoperto che non avrei potuto
sopportare un universo senza Worf come avversario." L'ufficiale Klingon
non lo degno' di un commento. Dopo tutto, non c'era onore nel
permettere a Q di essere un suo antagonista.
"Va bene, ma perche' portare qui la nave?" chiese Tuxedo Kamen,
indicando il vuoto all'esterno. "Perche' non hai semplicemente
protetto la nave e non ci hai lasciati dove eravamo?"
"La risposta, ragazzo mascherato, e' che io ho potuto vedere che
non eravate pronti per affrontare Rubeus e la sua banda. Avete bisogno
di tempo per pianificare, per prepararvi. E lo avrete. Una piccola
cortesia da moi. Quando sarete pronti, vi trasportero' al luogo della
battaglia." Picard guardo' Q. C'era qualcosa di strano nella risposta,
ma non era il caso di intervenire. Ci sarebbe stato tempo piu' tardi.
"E se i Borg usasssero il cristallo d'argento contro di noi di
nuovo?" chiese Troi.
Q fece il gesto di lasciar perdere. "Se ci proveranno, non avra'
effetto."
"Che vuoi dire con questo?" chiese Mars.
"Semplice, piccola lanciafiamme." Mars lo guardo' "Se sono stato in
gradi di proteggervi una volta, saro' in grado di farlo di nuovo. Ed
ancora se necessario. Ma mi spiace. A parte qualche piccola
informazione, questo e' tutto cio' che posso fare per aiutarvi.
Altri..." lo disse guardando il soffito "... hanno imposto...
restrizioni sul mio operato."
"Ci vuoi aiutare?" chiese incredulo Tuxedo Kamen.
"Che tu ci creda o no, si'!" rispose fermamente Q. "E questo e' il
mio primo aiuto: quando la nave Borg attraversera' il flusso quantico,
i loro sistemi di energia saranno temporaneamente debilitati a
causa del passaggio. Ma voi non avrete questo handicap. Sara'
possibile per te teletrasportarti sulla nave e recuperare la tua
amata. Perche' tu lo voglia fare, non lo capisco comunque."
Picard ignoro' il commento sarcastico di Q e bado' all'informazione
ricevuta. "Debilitati?" Gli venne in mente una strategia, e si volto'
verso Riker. "Il disco deflettore principale."
Il primo ufficiale sembro' incerto. "Non ha funzionato l'altra
volta."
"Ma quella nave era preparata a subirlo, ed era alla massima
potenza. Questa nave che incontreremo avra' le sue riserve di energia
assorbite dal passaggio." Se possiamo credere a Q, penso'. "Potrebbe
funzionare questa volta. Dovremmo fare in modo che LaForge inizi al
piu' presto le modifiche, dopo che le riparazioni saranno completate."
Appena detta questa frase, l'illuminazione principale torno' attiva,
accompagnata dalla chiamata del sistema di comunicazione.
"LaForge a capitano Picard."
"Qui Picard. Com'e' la situazione comandante?"
"Ho appena riattivato l'energia di riserva, signore, e sto
lavorando per ripristinare l'energia principale. Non so come, ma
qualsiasi cosa ci abbia colpito, ha fatto saltare i rele' della
maggior parte dei ciruiti della nave. Siamo stati impegnati per
riattivarli. E' tutto, assieme a leggeri danni allo scafo."
Q sorrise, "Ve l'avevo detto."
Picard lo guardo' un attimo. "Geordi, una volta finito, voglio che
inizi a modificare lo scudo deflettore principale come ha fatto quando
abbiamo incontrato i Borg la prima volta. Il comandante Riker le
fornira' i dettagli."
La voce di LaForge sembro' insicura. "Si signore."
"Che facciamo nel frattempo?" chiese Venus.
"Potreste andare a fare spese sul ponte ologrammi." suggeri' Q,
guadagnandosi uno sguardo assassino dalle senshi. Picard alzo' gli
occhi al cielo per un attimo. Sembrava che Q fosse in gran forma in
questa particolare visita. Una volta ancora Picard avrebbe desiderato
che... se ne andasse e non tornasse mai piu'.
"Odio dirlo, ma quella del ponte ologremmi non e' una cattiva idea.
Potremmo programmare una serie di simulazioni." suggeri' Riker.
"Abituarle a lavorare con noi, e far vedere loro cosa potrebbero
trovare su una nave Borg.'
Picard annui' approvando. "Buona idea, Numero Uno. Worf, Data ed io
lavoreremo con loro, mentre lei pianifichera' la tattica per la
battaglia fra le due navi." Inizio' ad andare verso la porta,
ignorando gli sguardi sorpresi sulle faccie di Riker e di Troi.
"Signore?" chiese incerto.
Picard si fermo' e guardo' il suo primo ufficiale. "Io guidero'
l'away team, Numero Uno."
Q sorrise deliziato. "Oh, sara' divertente!"

----

TO BE CONTINUED

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Messaggio da trekfan1 » 4 ott 2009, 18:24

Space -- The final frontier.
These are the voyages of the starship Enterprise.
It's continuing mission -
to explore strange new worlds...
to seek out new life and new civilizations...
to boldly go where no one has gone before.


Sailor Trek: The Next Generation
Un Borg da ricordare...

Capitolo 5 - Missione di salvataggio

Storia originale di Bill Harris
Traduzione ed adattamento di Ezio "Bosk" Boscani

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"Capitano, le posso parlare un attimo? chiese Riker. Guardando gli
altri, aggiunse "In privato."
Picard annui', pensando che fosse una buona idea discutere col suo
primo ufficiale. "Ci volete scusare?" Accontentando la sua richiesta,
gli altri tornarono sul ponte. Mentre il capo della sicurezza stava
uscendo, disse "Signor Worf, scorti le Sailor Senshi al ponte
ologrammi due, e inizi a lavorare con loro e il signor Data. Vi
raggiungero' fra breve." Riker rimase in silenzio, ma la sua faccia
aveva un'espressione del tipo "Lo vedremo".
"Si, signore."
Picard stava per iniziare col suo primo ufficiale, quando si
accorse che Q era ancora presente. "Anche tu, Q. *FUORI!*"
"Beh, so quando non sono gradito" l'entita' grugni' e svani'.
"Sara' un bel giorno, quello" osservo' Picard.

Dopo che la porta si chiuse dietro di loro, Mars chiese "Che c'e'
che non va?"
"E'... insolito che sia il capitano a guidare una spedizione."
rispose Troi, esitando. "Di solito e' il primo ufficiale che lo fa
mentre il capitano rimane sulla nave."
Jupiter si acciglio' ed osservo' "Gee... Non era cosi' col capitano
Kirk."
Q scelse quel momento per riapparire, spaventando i due gatti. "I
tempi cambiano" disse. "E non sempre in meglio."
"Zitto Q!" dissero diverse voci all'unisono.

"Con tutto il rispetto, signore." Riker inizio' con voce ferma "e'
impazzito?"
Picard lo guardo' con un'espressione divertita. "Non pensa di stare
esagerando, Will?"
"No, signore." rispose "Come primo ufficiale, e' mio dovere guidare
le missioni per mantenere il capitano fuori da pericoli non necessari.
E sul mio manuale... Beh, sui manuali di tutti... guidare una missione
di salvataggio su una nave Borg non e' per nulla sicuro." Fece un passo
verso Picard. "Signore, perche' ha l'intenzione di guidare questo away
team?"
Picard sospiro' e si sedette. "Ho le mie ragioni, Will. Primo, io
conosco la strada su una nave Borg. Io conosco i Borg."
"Vero" rispose Riker. "Ma anche io sono stato su una nave Borg, e ho
avuto anche io un'esperienza nell'affrontarli."
"Penso che possiamo concordare che la mia esperienza fu... di
natura piu' intima" gli rispose Picard.
Riker fece una smorfia. Non poteva controbattere quella frase. Il
periodo di Picard come Locutus, gli aveva dato una visione del mondo
Borg che nessun altro avrebbe potuto avere. "Non posso discutere di
questo. Ma credo che stia prendendo un rischio inaccettabile."
"E' un rischio, Numero Uno, ma lo devo affrontare." Picard fece una
pausa, cercando di trovare le parole giuste. "Probabilmente... no, e
inevitabile che incontreremo ancora i Borg. E quando accadra', dovro'
essere capace di confrontarmi con loro faccia a faccia. E non e'
qualcosa che si possa fare da un ponte di comando."
Riker guardo' pensieroso considerando le ragioni del suo capitano.
"Signore, questi che incontreremo non sono i soliti Borg. Potrebbero
reagire diversamente rispetto a quello che si aspetta..."
"Sia quel che sia, io andro', comandante." Picard interruppe il suo
primo ufficiale, con un tono di voce leggermente piu' alto di quanto
volesse. Poi con voce piu' calma, aggiunse. "E' qualcosa che devo
fare, Will."

Mamoru e le Senshi si guardarono attorno dopo essere entrati nel
ponte ologrammi due. Era una stanza vuota, tutta nera ad eccezione di
una griglia giallo oro che adornava muri, pavimento e soffitto.
"Questo e' un ponte ologrammi?" chiese Venus. "Non mi sembra un gran
che."
"E' perche' non abbiamo ancora attivato il programma." rispose
Data. Le aveva incontrate all'entrata, attendendo pazientemente il
loro arrivo. "Computer: accedere ai diari di bordo e ricreare
l'interno di una nave Borg." Istantaneamente la stanza svani' e si
trovarono all'interno di una nave Borg.
I cinque nuovi arrivati si meravigliarono al realismo della
simulazione. "Wow!" commento' Jupiter. "Voi avete la tecnologia per
far questo?"
"Il ponte ologrammi puo' in teoria creare ogni ambiente
necessario." rispose Worf. "Sono usati sia per ricreazione che per
simulazioni di allenamento."
"Questa non potra' essere una simulazione precisa, visto che
Rubeus avra' sicuramente modificato la sua nave Borg." disse Data. "In
ogni caso, potra' darci l'opportunita' di lavorare assieme."
"Il capitano voleva che iniziassimo immediatamente." disse Worf
informando l'androide. "Si unira' a noi piu' tardi."
"Bene."
"Non mi sembra troppo sorpreso che il capitano Picard verra' con
noi." commento' Mars.
"Dato che sono un androide, non sono capace di esprimere o di
provare emozioni come la sorpresa."
Tuxedo kamen si acciglio'. "Androide?"
"E' una forma di vita sintetica. E' stato creato, non e' nato."
rispose Mercury.
Venus guardo' Data. "Vuoi dire che e' un robot?"
"Androide, non robot." corresse Data. "Computer: caricare
programma di allenamento, combattimento contro Borg, simulazione alfa,
e attivare il programma." I due ufficiali presero le loro armi e si
prepararono. Simultaneamente, diversi ologrammi dei Borg si mossero
dalle loro posizioni e si diressero verso di loro.
Prima che qualcuno potesse sparare, Mars grido' "BURNING...
MANDALA!"
Diversi cerchi di fuoco colpirono un Borg che si avvicinava, mentre
una rosa ne colpi' un altro. Entrambi iniziarono a svanire e a
riapparire, e il computer intervenne "Errore nel programma."
"Interessante." commento' Data, mettendo via il suo phaser.
"Computer: fermare programma." Gli altri Borg in vista si fermarono.
Worf guardava i Borg che stavano ancora tremolando. "Che e'
successo?"
"Non prendetevela con me." disse Mars difendendosi. "Ho fatto cio'
che avrei fatto sulla nave Borg."
"Non me la sono presa con te."
"Computer: arco." Data esamino' le letture dei controlli del ponte
ologrammi. "Il computer non e' stato in grado di interpretare gli
effetti dell'attacco di Sailor Mars, ne' quello di Tuxedo Kamen.
Presumo che sia necessario esaminare le varie modalita' di attacco di
ciascuna delle Senshi e che il computer le possa analizzare una ad
una."
"Allora cominciamo." disse Jupiter. "Stiamo perdendo tempo."

Picard entro' in infermeria e, dopo un momento per cercarla, ando'
verso il dottor Crusher. Stava dirigendosi verso il ponte ologrammi
quando Beverly lo chiamo' e gli chiese di fare una deviazione da lei.
Sperava che Riker non l'avesse convinta a richiedere il suo aiuto per
dissuaderlo dal condurre la missione. Non voleva combattere di nuovo
per questo. "Mi volevi vedere, Beverly?"
Si alzo' dalla sua paziente, con la faccia evidentemente
preoccupata. "Si', Jean-Luc. E' per l'ensign Harris."
Picard guardo' il bioletto e rimase sbalordito. Si ricordo' quando
l'aveva accolta a bordo la settimana precedente, quando si era
presentata per il suo primo turno di servizio in plancia. Era una
donna attraente, non era passato un anno da quando si era diplomata
all'Accademia. Ora, la sua pelle aveva preso la tonalita' del gesso e
la sua espressione era senza vita, e guardava il soffitto. Ma, peggio
di tutto, la parte destra della sua faccia si era trasformata in un
impianto Borg di qualche tipo.
Sapeva gia' che l'ensign Kristin Harris non esisteva piu'. Rimaneva
solo un drone Borg.
"Come...?"
Beverly scosse la testa. "Non ne sono completamente sicura, ma io
credo che il Borg le abbia iniettato una serie di nanosonde. Una volta
all'interno, hanno iniziato a replicarsi e le hanno alterato la
biochimica... fino ad arrivare al suo DNA. Hanno anche formato una
serie di impianti che servono per collegarla al collettivo Borg."
"Cio' potrebbe spiegare la sua attuale inattivita'. Dato che Q ci
ha rimossi dal normale spazio tempo, non c'e' la possibilita' che si
colleghi al collettivo." Picard si fermo' un attimo. "La puoi curare?
Le puoi rimuovere gli impianti come... come hai fatto con me?"
Crusher esito' prima di rispondere. "Non al momento, no. La tua
assimilazione consis-bip- in una semplice serie di impianti che sono
stata in grado di rimuovere facilmente. Ma per lei, dovrei rimuovere
milioni, forse miliardi di quelle nanosonde. E dal modo con cui si sono
legate alla sua struttura cellulare, neanche il biofiltro del
teletrasporto le puo' separare." I due rimasero silenziosi per un po'.
"Capitano, credo che la sua assimilazione fosse unica, per qualche
ragione. Questo sembrerebbe essere il loro metodo standard di
assimilazione. Chiunque passi questo processo, potrebbe essere perso...
per sempre."
Picard alzo' lo sguardo e la guardo' per un momento. Quindi si
giro' e usci' velocemente dall'infermeria, lasciando il dottore con la
sua paziente.

I suoi pensieri erano ancora a cosa aveva visto in infermeria.
Picard entro' nel ponte ologrammi senza guardarsi attorno e si fermo'
subito. Si stava aspettando di entrare nel mezzo di una simulazione
dell'interno di una nave Borg, ma vide la familiare griglia del ponte
ologrammi. Dall'altra parte della stanza, poteva vedere diversi
oggetti di test per il teletrasporto.
O almeno, di solito quello era il loro utilizzo. Alcuni erano
carbonizzati, fusi o anneriti in qualche modo, e uno di essi era
coperto di ghiaccio.
Mentre osservava, Data lo vide mentre stava piazzando un altro
oggetto di test nel centro della stanza. Anticipando la sua domanda,
spiego' "Stiamo analizzando i poteri di attacco di ogni senshi. Dato
che i loro poteri non aderiscono alle leggi della fisica che noi
conosciamo, il computer non era in grado di interagire correttamente
con la simulazione olografica."
"Vedo" disse Picard, osservando i risultati. "Tra quanto potremo
iniziare l'addestramento?"
"Abbiamo quasi finito" rispose Mercury da dietro di lui. Si volto' e
vide la senshi che stava all'arco, con al suo fianco Tuxedo Kamen.
Worf stava da parte, con un'espressione di impazienza disegnata sul
volto. Mercury stava ai controlli dell'arco e aveva anche il suo
computer in mano. Evidentemente stava aiutando Data nelle analisi dei
loro poteri.
"Manca solo l'analisi dei poteri di Tuxedo Kamen." disse Data,
tornando verso di loro.
"Procedete." disse Picard, pensando brevemente a come una rosa
poteva causare problemi al computer. La sua domanda ebbe risposta
quando la rosa colpi' l'oggetto di test e si conficco' profondamente
in esso. Picard ando' verso l'oggetto e lo esamino' con un senso di
stupore. L'oggetto di test era composto per la maggior parte di
duranio, e nonostante cio' la rosa vi era penetrata facilmente. "Molto
impressionante" disse, cercando di mantenere un tono di voce
distaccato. "Sebbene consiglierei di stare attendo a scagliare quelle
rose attraverso lo scafo, se fossi in lei."

Crusher entro' nella sala tattica, e trovo' Riker seduto alla fine
del tavolo. Seduti sul tavolo, c'erano i due gatti, che stavano
tenendo una fitta discussione con lui. Crusher mentalmente scosse la
testa, e si avvicino' al trio. Il concetto di avere a che fare con
gatti parlanti non era qualcosa a cui si era abituata. "Mi volevi
vedere, Will?"
"Si'" rispose Riker, facendole cenno di sedersi. Quando si sedette
"Stiamo pianificando una strategia per il nostro prossimo incontro con
Rubeus." Il dottore assunse subito uno sguardo scettico che sembrava
dire 'Stai discutendo di strategia con due gatti?', al quale Riker
rispose "So che stai pensando, Beverly. Ma visto che loro non
conoscono i Borg..."
"... noi conosciamo bene Rubeus" concluse Artemis.
"Questo e' sicuramente vero." ammise Beverly.
Riker le porse il padd su cui stava lavorando. "La base di quello a
cui siamo arrivati e' li'."
Crusher studio' il contenuto del padd per un momento e si
acciglio'. "Will, questo e' molto simile alla strategia che hai usato
contro i Borg a Wolf 359."
Riker annui'. "Abbiamo fatto delle modifiche, come l'uso del disco
deflettore, ma hai ragione. Il nucleo della strategia e' sempre lo
stesso."
Beverly sembro' sconcertata. "Ma i Borg non saranno pronti a
questo?"
"Deve ricordare che e' qualcosa piu' dei Borg che dobbiamo
affrontare." le ricordo' Luna. "Rubeus controlla quella nave, ora. E'
lui che vogliamo imbrogliare."
Artemis continuo'. "La sua arroganza e' la sua debolezza. Se
pensera' che stiamo usando una strategia che ha gia' funzionato
prima..."
"... non si preoccupera' di cercare altro." annui' e depose il
padd. "Bene, ma cosa vuoi da me?"
"Voglio che tu comandi la sezione a disco." le rispose Riker.
"Will, io sono un dottore... non un ufficiale di comando." obietto'
immediatamente.
"Sei un ufficiale anziano, Beverly, e hai la qualifica per prendere
posto sul ponte. Worf e Data accompagneranno il capitano, e ho bisogno
di Geordi in sala macchine. E non voglio dare in mano tutto questo ad
un giovane ufficiale. Detto semplicemente, tocca a te."

Diverse ore dopo, un Geordi LaForge molto stanco usci' dal
turbolift della plancia. Si fermo' un attimo nel vedere Q... che stava
seduto a mezz'aria. Si riprese in fretta e ando' a fare rapporto a
Riker. "Ci siamo. Ho regolato lo scudo deflettore principale per
emettere una scarica di energia ad alto potenziale. Tutti i banchi
phaser sono stati regolati per variare la loro frequenza
automaticamente e ho rimodulato le variazioni di frequenza degli scudi
di entrambe le sezioni. Tutti gli altri sistemi della nave sono stati
riparati e sono operativi. Siamo pronti quando vogliamo."
"Beh, e' quasi ora. Tutta questa attesa sta diventando noiosa."
Riker si sforzo' di ignorare Q. "Ben fatto Geordi. Riker a Picard."
"Qui Picard. Che c'e', Numero Uno?"
"E' tutto a posto. Siamo pronti quando vuole.'
"Molto bene." Un forte rumore lo interruppe. Riker senti' qualcuno
urlare "Guarda dove ha mirato a quella cosa!" e senti' il capitano
sospirare.
"State tutti bene, signore?"
"Solo un... lieve bisticcio fra Worf e Sailor Mars" rispose il
capitano, con la voce stanca. "L'ennesimo che abbiamo avuto nelle
ultime ore." Senza saperlo, ripete' le parole del suo capo ingegnere.
"Qui e' quasi tutto a posto. Saremo pronti quando vorremo.
Considerando dove ci troviamo, possiamo permetterci di tenere solo il
signor Data di guardia. Questo permettera' a tutti di avere
l'opportunita' di trovare un po' di riposo prima di proseguire."

Il campanello della porta scosse Mamoru dal suo sogno ad occhi
aperti. "Si'?" La porta si apri' e Troi entro'. "Qualcosa che possa
fare per lei, consigliere?"
"Veramente, sono venuta a vedere se c'era qualcosa che potessi fare
io per te." gli rispose. "Posso sentire la tua frustrazione dall'altra
parte della nave. Ne vuoi parlare?"
Torno' con lo sguardo al nulla grigio all'esterno della nave. "Non
c'e' niente di cui parlare. Sto bene."
Troi considero' brevemente la situazione. Di solito se ne sarebbe
andata via, lasciandolo decidere da solo se e quando avesse voluto il
suo aiuto. Ma la situazione corrente non lo permetteva. Molto presto
avrebbe accompagnato il capitano in una missione pericolosa. Non c'era
altra scelta se non forzare la mano. "Certo che stai bene" disse,
mettendo un tono patronale nella voce. "Stai emanando piu' rabbia di
quanta ne ha emanata Worf per un anno intero perche' andava tutto
bene." Una esagerazione, sicuramente, ma forse avrebbe avuto effetto.
Si giro' verso di lei. "Che dovrei dire? Si', sono arrabbiato!
Arrabbiato con me stesso, perche' non sono stato in grado di
proteggere Usagi, perche' non sono riuscito a fermare Rubeus mentre la
rapiva! E' questo che vuole sentire?"
"In parte" ammise. "Ma c'e' molto di piu', vero?"
La guardo' per un attimo, poi annui'. "Si'" rispose, con una voce
piu' calma. "Di solito riesco a percepirla, sentire come sta. Ma da
quando Q ci ha messi qui, non sento nulla!"
"Dato che Q ci ha tolti dallo spazio normale, e' ovvio."
"Lo so... Ma non riesco ad abituarmici."
"Ma ci devi provare" disse Deanna. "Tra poche ore, il capitano e le
senshi dovranno contare su di te quando andrete su quella nave. Lo
devi a loro, e a Usagi, il fatto di essere pronto. Quindi smettila di
martoriarti e recupera un po' di sonno."
"E' un ordine, consigliere?" chiese mostrando un leggero sorriso.
"Si'" rispose, ritornando il sorriso. "Se necessario posso chiedere
al dottor Crusher di darti un sedativo."
"Non serve" disse andando verso la camera. Deanna si volto' e ando'
verso la porta. Non un lavoro da manuale, ma non era proprio un caso
da manuale. Si fermo' nel corridoio, per sentire lo stato emozionale
delle altre ospiti dell'Enterprise. Senti' solo le normali emozioni
legate al sonno, anche se per due di esse sembravano abbastanza...
erotiche. Se aveva letto bene, entrambe pensavano, in un modo o
nell'altro... Sorrise, ridendo internamente. Se fossero rimaste a
bordo per un po' di tempo, Will avrebbe avuto tempi duri.
Beh, non c'era la necessita' di parlargliene. Almeno, non ora.
Stava per tornare al suo alloggio, quando trasali', sentendo una
serie di pensieri non proprio da signora che fecero eco nella sua
mente. E cio' era strano, visto che poteva percepire solo emozioni,
essendo mezza Betazoide. Ci voleva un telepatico completo, come sua
madre, per comunicare con lei in quella maniera.
Premette il campanello e la porta si apri' in risposta, lasciandola
entrare. Vestita nel tipico abito di una principessa Shintoista, Rei
si alzo' da dove si era inginocchiata nel centro della stanza. Deanna
poteva vedere un grosso fuoco che ardeva li', ma dalla mancanza di
calore, poteva dedurre che fosse un ologramma. "Non dovresti essere a
letto?" le chiese la senshi.
"Beh, stavo andando nel mio alloggio quando ho sentito... dei
forti pensieri." Fece un paio di passi all'interno della stanza.
"Posso capire la tua frustrazione, ma non penso che il capitano
apprezzerebbe se tu facessi *quella cosa* al suo computer."
"E' solo che non riesco a leggere nulla da *questo*!" esclamo',
facendo scomparire l'ologramma. "E quel dannato computer non mi
permette di averne uno vero qui dentro." Guardo' a dove c'era il fuoco
olografico. "Aspetta un minuto... Hai *sentito* i miei pensieri???
Pensavo che tu fossi solo empatica."
"Con altri non telepatici, si'" ammise Troi. "Ma sembra che tu
abbia un alto potere psichico rispetto agli altri umani." Si fermo' ed
invio' *Riesci a sentirmi?*
Rei sussulto'. "Si', l'ho sentito."
*Prova tu*"
*Vuoi dire cosi'?*
Deanna annui'.
"Wow!"

Erano passate quasi otto ore quando Riker entro' sul ponte da
battaglia con il personale pronto al proprio posto. Gli sembrava
strano essere li' senza avere Worf e Data al suo fianco, ma era sicuro
che i loro rimpiazzi avrebbero potuto sostituirli degnamente. Infatti,
il capo O'Brien aveva preso servizio come ufficiale tattico prima,
sulla Rutledge, durante i conflitti Cardassiani. "Siamo pronti, capo?"
"Si' signore" rispose O'Brien.
"Bene." Riker ando' verso la poltrona centrale e si accorse che era
gia' occupata da un gatto bianco. "Senza offesa, Artemis... Ma credo
che quello sia il mio posto."
"Mi scusi" rispose il gatto. "Era il solo posto per stare fuori dai
piedi... o almeno, lo era." Salto' giu' dalla poltrona e sali' sulla
ringhiera del ponte.
Riker si sedette nella poltrona di comando quando Q apparve.
"Oh, bene. Finalmente incomincia lo spettacolo."
Riker penso' che fosse meglio ignorare i soliti commenti sarcastici
dell'entita'. Non poteva sopportarlo, ma la presenza di Q era un male
necessario perche' si potesse avere una qualche possibilita' di
successo. "Q, puoi proteggere la sezione a disco e la sezione a
curvatura allo stesso tempo?"
"Naturalmente." rispose col suo solito tono di voce. "E' facile
come..." e schiocco' le dita.

Crusher guardo' dalla sedia di comando l'apparizione di Q sul
ponte. Sorrise e si inchino' melodrammaticamente. "Al suo servizio,
madame capitano."
Luna, seduta nella sedia del primo ufficiale, scosse la testa.

Riker annui'. "Bene. Quando vuoi, Q.'
"Ogni tuo desiderio e' un ordine" rispose Q. Pensando di cogliere
l'opportunita' per prendere in giro Riker un poco, aggiuse "Numero
Due." Quando Riker lo guardo', schiocco' le dita. Lentamente il visore
cambio' e mostro' il normale spazio stellato.
"Siamo nel sistema terrestre" disse Ro. "Cinquantamila chilometri
dall'orbita lunare."
"Allarme rosso." ordino' Riker. Quando le sirene dell'allarme
iniziarono a suonare, aggiunse. "Riker a Crusher. Prepararsi."
"Siamo pronti" rispose il dottore dall'interfono.
"Rilevo una sorgente takionica." disse O'Brien. Di fronte a loro
lo spazio sembro' ondeggiare, e la nave Borg di Rubeus apparve.
"Giusto in orario." disse Riker. Q lo guardo' con uno sguardo
incerto.
"I livelli di energia dei Borg sono bassi. Il loro campo EM e'
abbastanza basso da poter permettere il teletrasporto." disse O'Brien.
"Non l'avevo detto prima?" disse Q con arroganza.
"Riker a Picard. I nostri ospiti sono arrivati. Pronti per il
teletrasporto."

"Siamo pronti al suo segnale. Picard chiudo." Il capitano guardo'
il gruppo di ufficiali della flotta e delle Sailor Senshi. Worf e Data
stavano attendendo pazientemente il segnale per il teletrasporto,
mentre le loro alleate erano praticamente come sui carboni ardenti,
chi piu' chi meno. Solo Mercury sembrava tranquilla, ma solo perche'
era distratta con il suo computer.
"Perche' non ci teletrasportiamo ora?" chiese Tuxedo Kamen.
"Fa tutto parte del piano." gli ricordo' Picard. "Le due parti
dell'Enterprise forniranno un diversivo, dando l'impressione che
cercheremo di mandare una navetta attraverso il campo EM. Rubeus non
puo' sapere che e' troppo basso per essere efficiente, percio'
potremo non incontrare resistenza per un po'." Sembro' che questo li
tranquillizzasse per un attimo.
"Non ti preoccupare, Mamoru. Andremo lassu' presto." gli disse
Venus, dandogli dei colpetti sulla spalla. "Come si suole dire:
servono anche quelli che stanno in piedi ai piatti."
"Servono anche quelli che sono in piedi e attendono." la corresse
Data.
"E' lo stesso!" gli rispose con un grugnito Venus.

Rubeus guardo' il monitor incredulo. "Impossibile! Dovevano essere
distrutti! Come sono sopravvissuti? E come sono arrivati qui?"

"Riker a Crusher. Iniziare sequenza automatica di separazione."
Beverly premette un controllo sulla console di comando. "Iniziata
sequenza automatica di separazione." Ci fu un leggero suono metallico
quando la sezione a disco si divise dalla sezione a curvatura.
Accellero' a pieno impulso e si inclino' diagonalmente quando fu
libera dall'altra meta' dell'Enterprise. "Aprire il fuoco."

"La sezione a disco e' a cinquecento metri."
Riker annui' notando che la sezione a disco aveva iniziato a far
fuoco con i banchi phaser. Tutto bene. "Attivare i motori a curvatura.
Portiamoci dall'altra parte del cubo Borg, ensign."
I motori a curvatura si attivarono e portarono la sezione a
curvatura piu' veloce della luce per qualche secondo. Non come la
manovra Picard che l'avrebbe portata naso a... faccia col cubo. Usci'
dalla curvatura piu' o meno alla stessa distanza di partenza, ma
dalla parte opposta del vascello nemico.
"Apra il fuoco, capo." ordino' Riker. "Con tutte le armi."
Ro posiziono' la nave in maniera da permettere a O'Brien di
utilizzare tutti i banchi phaser possibili. In rapida sequenza, il
capo rilascio' una salva da cinque dei banchi phaser della sezione a
curvatura, e lancio' anche una sequenza di siluri fotonici. "Nessun
danno evidente al vascello Borg." disse O'Brien.
Riker annui'. Era cio' che si aspettava confrontandosi coi Borg.
"Timoniere, manovra evasiva omega."

Rubeus guardo' la battaglia sui monitor e si diverti' mentre
l'Enterprise continuava a far fuoco. "Usate pure tutti i vostri phaser
e i siluri! Non potere danneggiare questa nave! Ma io posso!."
Mentalmente ordino' al sistema difensivo di concentrarsi sulla sezione
a curvatura.

La sezione a curvatura venne scossa. "Ci hanno presi con un raggio
traente!" urlo' O'Brien mentre cambio' la mira dei phaser verso la
sorgente del raggio. "Stanno assorbendo gli scudi."
"Plancia a sala macchine..."
"Ci sto lavorando!" rispose Laforge velocemente. "Sto tentando di
rimodulare la frequenza di risonanza degli scudi."

Luna guardo' le letture del pannello. "La sezione a curvatura e'
nei guai. Penso che dovremo accelerare il piano alla fase due."
"Concordo." rispose Beverly. "Signor Steiner, lanciare le bombe di
antimateria."
"Si signore." l'ensign Steiner attivo' un controllo sul tattico che
rilascio' diversi contenitori magnetici di antimateria attaccati a
vari punti della sezione a disco. Colpirono tutti la nave Borg con
bagliori similari a fuochi d'artificio.
'E ora, il prossimo passo' penso' Crusher. "Lanciare la navetta.
Timoniere, manovra evasiva delta quattro."

Rubeus vide la propria attenzione dirigersi verso la sezione a
disco. "Ah, quindi volete mandare qui una squadra, sperando di salvare
Sailor Moon, hmmm? Pazzi!" Decidendo di prevenire quella strategia,
Rubeus diresse il sistema di armi verso la sezione a disco, e
intensifico' le scansioni sulla navetta.

Un forte lampo annuncio' la distruzione del raggio traente.
"Abbiamo distrutto il raggio traente. Rubeus sembra volersi
concentrare sulla sezione a disco."
"Bene, sta procedendo secondo i piani finora" commento' Artemis. "Si
aspetta che la navetta abbia la squadra di salvataggio a bordo."
"Non deludiamolo, almeno finche' la squadra non e' andata." Prese
un profondo respiro prima di dire "Riker a Picard. E' ora, capitano.
Buona fortuna."
"Hey! Le racconteremo tutto quando saremo tornate ed avremo
schiacciato quel verme!" rispose la voce di Jupiter, seguita da
diverse urla entusiastiche. Riker non pote' trattenersi dal sorridere.
"Condivido i loro sentimenti, Numero Uno. Picard, chiudo!"
"Spero che si sia un poi." Riker disse fra se'. "Capo, abbassi gli
scudi e li teletrasporti."

*Buona fortuna Rei. Spero che la riporterete indietro.*
*Grazie Deanna* arrivo' la risposta. E poi piu' intensamente *Ce la
faremo!*

L'away team si materializzo' nella nave Borg. Picard, Data e Worf
con i loro phaser pronti. Le senshi si fermarono un attimo per
abituarsi all'ambiente, poi Mercury inizio' le sue scansioni usando il
visore, mentre Data stava utilizzando il suo tricorder. Venus
rabbrividi' internamente. Era esattamente come la simulazione che
avevano fatto il giorno prima. "Gee... Quei ponti ologrammi sono
eccezionali!"
"Hanno la loro utilita'" rispose Picard. "Ma non sono precisi, a
volte." Indico' un nodo di distribuzione vicino che aveva un grosso
cristallo incastrato dentro di esso. Gli altri nodi erano stati
modificati allo stesso modo.
"Interessante." disse Data. "Sembrerebbe che l'intero sistema
energetico dei Borg sia stato modificato. Ma non capisco il perche'."
"Penso di saperlo" gli rispose Mercury. "E' per renderlo
compatibile con la tecnologia usata dalla nave originale di Rubeus."
"E quindi per poter integrare completamente la sua nave nel cubo."
disse Picard. Si guardo' attorno. "Anche se tutto cio' e'
interessante, e' meglio che ci muoviamo. Data, Mercury... avete
trovato qualcosa?"
"Le letture del tricorder sono limitate. Non riesco a fissare la
posizione di Sailor Moon."
"Neanche io" aggiunse Mercury.
Tuxedo Kamen stava guardandosi attorno, come se stesse ascoltando
una voce lontana. "E' di la', molto debole." disse, con la voce poco
piu' alta di un bisbiglio. Li guido' attraverso un corridoio. "Da
questa parte! Presto!"
Lo seguirono nella nave Borg. "Come fa a saperlo?" chiese Picard a
Sailor Mars. "Non lo ha fatto sul ponte ologrammi."
"Usagi non era sul ponte ologrammi." gli rispose. "E' sempre stato
in grado di intervenire quandunque fosse in pericolo. C'e' una specie
di legame psichico fra loro due."

"Bene, bene." disse Rubeus. "Abbiamo ospiti." Li osservo' farsi
largo nella nave, senza ostacoli per ora. Gli altri monitor mostravano
le due sezioni dell'Enterprise che continuavano a sparare, ma ad un
ritmo piu' serrato. La sezione a curvatura aveva anch'essa rilasciato
la sua salva di antimateria. Lascio' che i sistemi automatici si
prendessero cura di loro, preferendo concentrarsi sui nuovi arrivati.
"Percio' hanno fatto tutta questa strada per prendere Sailor Moon.
Sarebbe un peccato deluderli. Ma preparero' un'accoglienza degna di
loro."

L'attraversamento della nave sembrava non disturbare i Borg.
Dovunque si girassero, altri Borg si muovevano, eseguendo lavori di
manutenzione o seplicemente erano a ricaricarsi nelle loro postazioni.
Ma finora non avevano fatto nulla per ostacolare il cammino dell'away
team.
Picard sapeva che non sarebbe durato a lungo.
Tuxedo Kamen si fermo' e si guardo' attorno. "E' vicina. Molto
vicina."
"Non riesco ancora ad identificarla." disse Data.
"Neanche io" aggiunse Mercury. "Un momento! Rilevo un grosso numero
di Borg che si avvicinano. Da tutte le parti!" Nel momento in cui
termino' la frase, diversi Borg apparvero, avanzando verso l'away
team.
"Sembra che la corsa gratis sia finita!" commento' Jupiter,
richiamando il suo potere. "SPARKLING WIDE PRESSURE!" Il suo colpo
prese in pieno due Borg che caddero in una cascata di scintille.
Picard premette il comunicatore. "Picard ad Enterprise. Incontriamo
resistenza." Quando non ci fu risposta, lo ripremette. "Enterprise,
rispondete!"

"I Borg hanno iniziato a disturbare le comunicazioni con l'away
team." disse Steiner. "E ho anche perso le coordinate per il
teletrasporto. Le comunicazioni con la sezione a curvatura per ora non
subiscono interferenze."
Beverly annui'. "Stato della navetta?"
"E' quasi in posizione" rispose Luna.
Troi ebbe uno strano sguardo, ascoltando una voce che solo lei
poteva sentire. "I Borg stanno cercando di fermarli, ma li stanno
combattendo." disse.

"SHABON SPRAY!" Una densa nebbia discese nei corridoi, nascondendo
il gruppo alla vista dei Borg. Simultaneamente, Mars grido' "FIRE
SOUL!" e un'ondata di fuoco libero' una strada, che venne subito
utilizzata.
Continuarono a muoversi senza essere fermati per un po'. Poi due
Borg cercarono di bloccarli. Questa volta fu Venus a prendere
l'iniziativa. "CRESCENT BEAM SHOWER!" Il vasto raggio di luce multiplo
colpi' i Borg, rendendolo inoperativi. Si mossero ulteriormente, solo
per venir bloccati da altri Borg. Gli ufficiali della flotta spararono
all'unisono, liberando temporaneamente la strada.
"Ho localizzato la fonte dell'energia del cristallo d'argento!"
esclamo' Mercury.
"Si', e' qui dentro!" Incurante del pericolo, Tuxedo Kamen corse in
una stanza adiacente, ma si fermo' quando vide cose c'era all'interno.
"No..." sussurro', terrorizzato. Le senshi si fermarono allo stesso
modo, impietrite dalla visione di fronte a loro.
Solo Mars ebbe la forza di sussurrare "Usagi... Che ti hanno
fatto?"

Sul ponte, Troi si irrigidi' quando senti' i pensieri di Rei e
disse a bassa voce "Oh no!"
"Che succede?" chiese Luna.
"Usagi. L'hanno..."

Gli ufficiali della flotta erano in piedi dietro alle senshi, in
silenzio. Worf e Data avevano gia' visto quella scena.
Picard ci era gia' passato.
Questo era cio' che avevano paura di trovare, ma speravano di no.
Sailor Moon era in piedi davanti a loro, con impianti cibernetici
Borg, piu' di quanti ne aveva avuti Picard piu' di un anno prima.
Usagi era stata assimilata.
Rubeus entro' nella stanza, e si fermo' di fianco a Sailor Moon.
"Benvenuti, vi stavo aspettando. Permettetemi di presentarvi... Sailor
Borg!"

----

TO BE CONTINUED


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Messaggio da trekfan1 » 4 ott 2009, 18:25

Sailor Trek: The Next Generation
Un Borg da ricordare...
Capitolo 6 - in nome della Luna...
Storia originale di Bill Harris
Traduzione ed adattamento di Ezio "Bosk" Boscani

---------------------------------------------------------------------

Space -- The final frontier.
These are the voyages of the starship Enterprise.
It's continuing mission -
to explore strange new worlds...
to seek out new life and new civilizations...
to boldly go where no one has gone before.


Sailor Trek: The Next Generation
Un Borg da ricordare...

Capitolo 6 - In nome della Luna...

Storia originale di Bill Harris
Traduzione ed adattamento di Ezio "Bosk" Boscani

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L'osservatrice si appoggio' al proprio bastone, mentre controllava
lo scorrere del tempo. Ora che la battaglia era ripresa nel suo
universo, poteva osservare gli eventi direttamente invece di dover
aspettare le informazioni di Q.
E cio' era un bene, perche' il momento cruciale si stava
avvicinando...

Erano fermi, in piedi, scioccati dalla visione di Sailor Moon
assimilata.
Tuxedo Kamen perse il controllo. "CHE COSA LE HAI FATTO!!" urlo'
contro Rubeus. Gli scaglio' una salva di rose, e salto' verso di lui.
Rubeus blocco' l'attacco con una serie di campi di forza, e scaglio'
una scarica di energia contro Tuxedo Kamen. Il ragazzo mascherato
colpi' il muro duramente, e rimase li' per un attimo, confuso.
Questo galvanizzo' le senshi che entrarono in azione. La stanza fece
eco agli urli dei loro attacchi quando scagliarono tutti i loro
attacchi piu' potenti contro Rubeus, mentre gli ufficiali della flotta
aggiungevano i loro phaser nella mischia. Il loro sforzi non
produssero nulla, visto che ogni attacco veniva bloccato da un campo
di forza.
Rubeus stava in piedi, ridendo all'inutilita' dei loro sforzi. "La
resistenza e' inutile!" Come se stessero attendendo quel segnale,
droni Borg entrarono nella stanza e avanzarono verso l'away team.
In mezzo a tutto cio', Sailor Moon rimase dov'era, silenziosa ed
inespressiva, come ogni Borg attorno a lei... eccetto per una singola
lacrima che le scendeva lungo la guancia.

"Troi a Riker."
Riker involontariamente si sedette piu' ritto nella sedia. Il fatto
di contattarlo direttamente, senza passare attraverso Beverly, doveva
essere qualcosa di estremamente importante. "Dimmi Deanna."
"Will, ho appena ricevuto un rapporto telepatico da Sailor Mars."
Guardo' Luna. "Secondo quanto mi ha detto, Sailor Moon e' stata
assimilata."
Artemis non capi' subito cosa voleva dire, ma in qualche modo
sapeva che non era nulla di buono. Anche O'Brien e Ro si irrigidirono
quando sentirono l'annuncio di Troi, e Riker assunse uno sguardo scuro.
"Che vuol dire?" senti' Luna chiedere, con la voce confusa.
In plancia, Troi e Crusher si scambiarono uno sguardo, visto che
entrambe non volevano accettarlo. Sentendo una lunga pausa
dall'interfono, Riker penso' che toccasse a lui. "Significa che e'
diventata una Borg ormai."
Ci volle un attimo perche' Luna capisse, ma quando lo fece, esplose
in un urlo di dolore. Si rivolse a Q, con l'espressione chiaramente
arrabbiata. Dal canto suo, Q sembrava annoiato. "Q!! E' colpa tua se
adesso e' in quelle condizioni! Riportala qui e falla tornare normale!
ORA!"
"Mi spiace, ma non posso farlo." rispose l'entita', scegliendo per
qualche motivo di farlo dalla sezione a curvatura. "Ho le mie
istruzioni per non intervenire in questo caso."
Sul ponte di battaglia, Riker diede un'occhiata tagliente a Q. "Da
chi?"
"E' cio' che, come dicono loro, io posso sapere e voi dovete
scoprire."
Luna si riprese, preparandosi ad attaccare Q, senza curarsi delle
conseguenze. Ma prima di poterlo fare, una mano la trattenne. "Non
servirebbe a nulla" le disse Beverly. "Comunque, se l'away team
potesse portarla indietro, potrei riuscire a guarirla." 'Spero'
aggiunse silenziosamente. "Qual'e' la posizione della navetta?"
Luna si sforzo' di concentrarsi sul tattico che stava controllando.
"E'... Sta manovrando per arrivare in posizione, sta usando solo i
razzi." La sezione a disco tremo' sotto il fuoco delle armi mentre
stava dando il suo rapporto.
Riker vide la sezione a disco subire il colpo. "Beverly, qual'e' la
tua situazione?"
La voce di Crusher suono' strana, quando rispose un momento piu'
tardi. "Abbiamo perso gli scudi, e il motore ad impulso uno. I phaser
sono ancora operativi."
Riker annui' nel momento in cui anche la sezione a curvatura venne
scossa dal fuoco del nemico. "Hai fatto tutto quello che dovevi,
Beverly. Ritira la sezione a disco a distanza di sicurezza. Tocca a
noi, ora."
Ci fu una breva pausa dall'altra parte. "Ricevuto. Buona fortuna,
Will." La sezione a disco viro' e si allontano' dalla battaglia.
"Scudi al settantacinque percento." disse O'Brien. Controllo' le
letture dei sensori, aggiungendo altre cattive notizie. "I Borg hanno
appena ristabilito il campo EM. Il teletrasporto e' impossibile.
Stanno aumentando anche la potenza degli scudi."
Riker annui'. Era il momento di giocare le loro carte... e sperare
che Rubeus non avesse scambiato i mazzi. "Iniziare la carica del
deflettore, capo. Pronti al fuoco al mio comando."

All'interno la battaglia era terminata. Ogni membro dell'away team
era trattenuto da un Borg, ad eccezione di Worf e Jupiter, per i quali
erano necessari due droni a testa. Nonostante cio', sembrava che
avrebbero potuto liberarsi, se i Borg fossero stati piu' deboli.
Sparsi al suolo, c'erano i corpi dei droni che erano caduti nella
battaglia, e la forma senza vita di Data.
Era stata breve, penso' Picard guardando lo sguardo di Rubeus. Era
stata semplicemente una questione di numero. C'erano troppi Borg per
loro da combattere.
Si erano adattati ai phaser troppo velocemente, portando i membri
dell'Enterprise al combattimento corpo a corpo. Questo andava bene per
Worf e Data, ma Picard venne immobilizzato facilmente. Worf usava il
suo mekh'leth con successo, ma alla fine fu sopraffato da due droni
che lo presero mentre era alle prese con un terzo.
Le senshi e Tuxedo Kamen durarono di piu'. Rubeus non capiva come
mai i Borg non erano stati in grado, per qualche motivo, ad adattarsi
ai loro poteri, e ne trassero vantaggio. Ma ne arrivavano piu' di
quanti ne riuscivano ad abbattere, e ad una ad una le senshi vennero
fermate.
Ma anche cosi' avrebbero potuto avere una possibilita' se Data non
fosse stato disattivato. L'androide stava andando verso il drone che
teneva Mercury, considerando che la nebbia avrebbe potuto permettergli
di liberare gli altri senza problemi e quindi avere la possibilita' di
cambiare l'esito della battaglia. Un Borg lo intercetto', distraendolo
per un secondo. In quel secondo, Rubeus si teletrasporto' dietro di
lui e premette in una piccola fessura che si trovava nella sua
schiena. Data cadde a terra come una marionetta a cui vengono tagliati
i fili. Il capitano si acciglio' quando capi' come faceva Rubeus a
sapere come disattivare Data. Picard conosceva la posizione
dell'interruttore dell'androide e, a causa della sua precedente
assimilazione, anche i Borg lo sapevano. Ed evidentemente
quell'informazione era disponibile anche a Rubeus.
Picard cerco' di divincolarsi quando un altro drone gli si
avvicino' con due artigli che si estendevano dal dorso della sua mano.
Gli torno' il terrore di venire assimilato una seconda volta.
Per il momento, quel destino gli veniva risparmiato. "Non ancora,
amici miei." disse Rubeus. Il Borg si allontano'. "Ci sara' tempo per
questo piu' tardi. Ma prima..." Due pannelli dietro di lui
tremolarono, e mostrarono le immagini delle due sezioni
dell'Enterprise. La sezione a curvatura stava facendo ancora fuoco
incessantemente, ma la sezione a disco stava ritirandosi dalla
battaglia. "Prima che ti riunisca al collettivo, Picard, avrei pensato
di mostrarti la distruzione della tua inutile nave stellare." Prima
che qualcuno potesse dire qualcosa, si rivolse a Sailor Moon. "Sailor
Borg..." Tuxedo Kamen ringhio' a quel nome. "... distruggi
l'Enterprise. Inizia con la sezione a disco."
Non rispose, ma una luce comparve dalla spilla che conteneva il
cristallo d'argento, e si intensifico' velocemente. Un raggio parti' e
colpi' la punta del cristallo del nodo di distribuzione piu' vicino,
e questo inizio' ad illuminarsi, assieme ad altri.
Mercury osservava attraverso il visore, che era ancora attivo,
raccogliendo dati. Il raggio passava attraverso il sistema di energia
dei Borg, usando l'intera nave come conduttore per l'arma. E inoltre
poteva affermare che il cristallo d'argento non stava assorbendo
l'energia vitale da Sailor Moon, ma la stava assorbendo da tutto il
collettivo Borg, prendendone una minuscola parte da ogni menbro,
fino a farlo diventare un'impressionante quantita'.

Riker guardo' lo schermo quando vide la nave Borg emettere di nuovo
quel bagliore biancastro. Prima di poter dare qualsiasi ordine, un
intenso raggio di energia usci dalla nave, e colpi' la sezione a
disco. Quando lo schermo torno' attivo, fu quasi sorpreso di rivederla
ancora. "Riker a Crusher. Rapporto!"
"Stiamo bene, Will." rispose il dottore. "Q ci ha protetto, come
aveva detto."
"Avrei potuto mentire?" disse la voce di Q dall'interfono.
Riker si stupi' e guardo' Q che stava di fronte a lui. Q ritorno'
lo sguardo, con la solita espressione. "Che c'e', Riker? Non puoi
credere che mi possa trovare in due posti alla volta?" Finito di
parlare, i Borg colpirono di nuovo, questa volta la sezione a
curvatura, e sempre senza effetto. "Oh! E smettetela!" disse irritato.

Rubeus guardo' gli schermi quasi in preda ad un colpo apoplettico
di rabbia. La sua arma finale aveva fatto fuoco due volte e aveva
colpito entrambe le sezioni della nave stellare. Ma in qualche modo,
inesplicabilmente, entrambe erano ancora integre. "Come puo' essere?"
borbotto'.
"Problemi, Rubeus?" chiese Picard, con un leggero tono di
divertimento. Quando vide entrambe le sezioni emergere intoccate dai
due attacchi, si senti' meglio. Forse c'era ancora una possibilita',
dopotutto. Se non per loro, almeno per la sua nave e per il suo
equipaggio.
Da parte sua Rubeus stava combattendo per tratterere la sua rabbia.
Entrambe le sezioni di quella nave stellare avrebbero dovuto essere
polvere ormai... Anzi, meno di polvere! Non c'era una spiegazione che
desse come risultato questa possibilita', a meno che... Annui'. Si',
doveva essere quella la ragione. In qualche maniera, in qualche modo,
una piccola parte di Sailor Moon stava resistendogli.
Prese un attimo per decidere cosa fare. Dopotutto non voleva che
gli resistesse ad ogni passo che lo portava al suo trionfo. Doveva avere
un totale controllo su di lei, corpo e mente. La sua volonta' di
resistere, il suo spirito, dovevano venire piegati senza possibilita'
di tornare indietro. E sapeva come fare. Si volto' verso Sailor Borg e
le diede un silenzioso comando attraverso il collettivo.
Mars guardo' Usagi girarsi lentamente e camminare verso Tuxedo
Kamen, che rimase in silenzio quando quella grottesca parodia della sua
amata si avvicino'. Stava pensando a tutti i tipi di inferno che
avrebbe voluto far visitare a Rubeus per questa atrocita'. Nella sua
mente, senti' Deanna che la invitava a restare calma, ma ignoro' il
consiglio, cercando invece di focalizzare le sua forze per liberarsi
dalla presa del Borg che la tratteneva. Sfortunatamente, non ebbe
miglior fortuna delle altre nella sua azione.
Si fermo', tutti i suoi pensieri di fuga sparirono quando vide cosa
voleva fare Rubeus. Sailor Moon si era fermata di fronte a Tuxedo
Kamen, e aveva steso il suo braccio destro, prendendolo alla gola e
chiudendo la mano. Rubeus voleva che Usagi uccidesse Mamoru. "NO!
Usagi! Non lo fare!!"
"Cerca di liberarti, Sailor Moon!" grido' Jupiter. Anche Mercury e
Venus si aggiunsero.

*Deanna, aiutami a raggiungere la sua mente!*" Rei grido'
mentalmente. *Ti prego!*
*Ci provero' Rei.* le rispose il consigliere. Non era convinta di
poterla raggiungere con le sue abilita' psichiche cosi' limitate, ma
senza pensarci ci provo'. *Sailor Moon! Ascoltami!*

"Non ha importanza se la tua nave e' stata distrutta o meno" disse
Rubeus, in maniera discorsiva. Avrebbe anche potuto discutere del
tempo, invece di guardare uno dei suoi nemici che stava strangolandone
un altro. "Presto questa nave partira', e l'Enterprise non sara' in
grado di seguirla."
"E dove vorresti andare?" chiese Picard.
"Non dove, Picard, ma quando."
Mercury smise per un attimo le sue urla verso Sailor Moon. "Vuoi
portare questa nave a Crystal Tokyo! Nel tuo tempo!"
"Corretto. Le capacita' di viaggio nel tempo della mia nave vennero
distrutte quando arrivai nell'universo di Picard, ma i Borg hanno il
loro metodo, che e' molto piu' efficiente."
Picard senti' un gelo nel petto. "I Borg possono viaggiare nel
tempo?" chiese. Ma avrebbe dovuto aspettarselo. A volte sembrava che
non ci fosse nulla di impossibile per i Borg.
"Oh, si', Picard." disse ridendo "Noi lo possiamo fare..."

"Signore, i Borg stanno emettendo particelle cronometriche" disse
O'Brien. "Stanno creando un vortice temporale."
"Un viaggio nel tempo" disse Riker. Non aveva previsto questa
possibilita'. Dovevano essere veloci prima che fosse troppo tardi.
Guardo' Artemis. Al gatto era stata affidata una console tattica
libera del ponte di battaglia e stava dicendo a Riker cio' che Luna
aveva appena detto a Crusher. "La navetta...?"
"E' in posizione!" rispose il gatto.
"Allora procediamo, Artemis!" Era ora di giocare il primo jolly.
"Far detonare la navetta."
"Con piacere!" Artemis premette un controllo con la zampa e parti'
un segnale verso la navetta. A bordo della navetta robot, chiamata
ironicamente "Einstein", una serie di controlli vennero bypassati e il
campo di contenimento del piccolo nucleo a curvatura della nave venne
disattivato. Contemporaneamente i blocchi magnetici dei contenitori di
antimateria iniziarono a perdere consistenza, e una serie di cariche
esplosive vennero fatte esplodere. L'unione di diversi chili di
antimateria con la materia genero' una reazione materia/amntimateria
massiva ed incontrollabile, causando una esplosione piu' potente di
un qualsiasi siluro fotonico... senza contare l'energia rilasciata dal
nucleo a curvatura.
Lo schermo principale si oscuro' quando il computer cerco' di
compensare l'apparizione di un piccolo sole sullo scafo del cubo Borg.

La nave Borg si scosse violentemente. "No!" grido' Rubeus, quando
gli pervenirono direttamente nella mente le stime dei danni dal
collettivo. La peggiore di queste era che il salto temporale doveva
venire abortito. "Non puo' essere!" Guardo' la sezione a curvatura
dell'Enterprise sullo schermo. Le sua armi non erano in grado di
causare tutto questo, percio' che era successo? Focalizzo'
l'attenzione direttamente sui droni che stavano iniziando a riparare
il cubo. Una volta completate, avrebbe schiacciato quella
insignificante nave stellare come un insetto.
Picard guardava Rubeus e Sailor Moon. Se ci fosse stata
un'opportunita' di raggiungerla, per riuscire a liberarla dal
controllo mentale di Rubeus, quello era il momento. "Combatti, Sailor
Moon." le disse. "Non lasciare che sia Rubeus a controllarti! Puoi
rompere l'unione che il collettivo Borg ha su di te. Io ci sono
riuscito, percio' anche tu puoi farlo!"

Deanna chiuse piu' forte i suoi occhi, cercando disperatamente di
raggiungere la personalita' soppressa di Usagi. Sfortunatamente, non
aveva molta fortuna. Le sue capacita' psichiche erano troppo deboli
per forare il controllo dei Borg.
Senti' una piccola forma saltarle in grembo. "Sta cercando di
raggiungere Usagi telepaticamente, vero consigliere?"
"Si', ma non sto avendo molta fortuna."
"Forse la posso aiutare io." Il simbolo della mezzaluna sulla sua
fronte inizio' ad illuminarsi. "Posso aggiungere le mie capacita'
psichiche alle sue, e forse insieme la raggiungeremo." Un raggio
parti' e tocco' la fronte di Troi, formando l'unione.
La coscienza combinata chiamo' *Usagi!*, All'inizio sentirono solo
la cacofonia di una moltitudine di voci che arrivavano dal collettivo
Borg. Ma dietro di questo, sentirono una debole voce lontana.
*Aiutatemi!*
*Siamo qui, Usagi. Combatti contro la mente unica dei Borg.*
*Luna? Sei tu?*
*Si', Usagi. E anche il consigliere Troi.*
*Aiutatemi!* grido' disperatamente. *Mi vuol far uccidere Mamoru.
Non riesco a fermarlo!*
*Si' che puoi* le risposero le due, rassicurandola. *Ti guideremo,
ma devi avere la forza di volonta' di riuscirci. Se non per te stessa,
fallo per Mamoru.*

Le senshi aggiunsero le loro voci a quella di Picard, cercando di
convincere Usagi a resistere. Picard si fermo' di colpo. Non ne era
sicuro, ma penso' di aver visto che la presa della ragazza su Mamoru
era diminuita... e quello nei suoi occhi era un briciolo di
coscienza? Stava riuscendo a rompere il legame?
Mamoru riusci' a respirare. La presa stava diminuendo? La guardo'
negli occhi, e vide della coscienza fluire attraverso essi.
Sbatte' le palpebre. "Mamoru?"
"Combattili, Usagi. Combatti i Borg. Liberati!"
"Zitti, voi tutti!" Rubeus aveva capito le loro intenzioni. "E'
completamente sotto il mio controllo. Sailor Borg, te lo comando:
uccidi Tuxedo Kamen!"
Sbatte' nuovamente le palpebre, e mollo' la presa piu' chiaramente.
Con una voce appena percettibile disse una parola: "No!"

"Penso che tutto questo abbia attirato la loro attenzione." noto'
Riker con soddisfazione. L'esplosione materia/antimateria aveva creato
un grosso foro nel fianco della nave Borg. Diverse punte di cristallo
che emergevano da quella parte erano state distrutte.
"Molto impressionante" osservo' Q, non sembrando affatto
impressionato. "E adesso, qual'e' il tuo prossimo trucco?"
"Osserva. Capo...?"
O'Brien annui'. "Quasi pronti, signore. Il deflettore sara' a piena
potenza a momenti."

L'osservatrice annui' a se stessa. Ora era il momento critico. La
vittoria o la sconfitta dipendevano dai prossimi minuti.

Sailor Moon grido' quando Rubeus le addosso' tutto il peso della
mente unica Borg nella sua testa. Lotto' per non venir sommersa di
nuovo, ma il peso del collettivo era troppo per chiunque.
*LO DISTRUGGERAI, SAILOR BORG!*
*NO!* grido' mentalmente. *Non lo faro'! Io sono Sailor Moon!*
Gli altri la chiamavano per incoraggiarla, ed era tutto quello che
potevano fare, tenuti stretti dai Borg. Improvvisamente Picard si
accorse che la presa dal drone che lo teneva era diminuita. Se avesse
voluto, si sarebbe potuto liberare facilmente. Ma da quanto vedeva,
questo non era lo stesso per gli altri. E non c'era molto che potesse
fare da solo. I Borg si erano gia' adattati ai phaser, ma se avesse
potuto raggiungere il mekh'leth di Worf...
*Locutus.*
Si spavento'. Lo aveva sentito nella sua mente? Si', c'era
qualcosa, una specie di mormorio nel profondo della sua testa.
Improvvisamente capi'. In qualche modo sapeva che parte del
collettivo stava cercando di resistere al controllo di Rubeus. Ed era
questa parte che gli stava dando l'opportunita' di liberarsi, di fare
qualcosa. Ma cosa? Senza volerlo, un'immagine gli apparve nella mente.
Non gli importo' da dove provenisse quella nuova informazione.
Decise di agire: liberarsi e colpire a Rubeus.
Rubeus si volto', distratto. "Che stai facendo, Picard?!?"
"Questo!" il capitano sferro' un pugno con tutta la forza che aveva
proprio sul naso di Rubeus, facendolo barcollare. Non gli fece troppo
male, ma ebbe l'effetto desiderato.
Sailor Moon ansimo' quando la pressione che Rubeus le stava
portando svani' improvvisamente. "Il mio nome *NON* e' Sailor Borg."
Le sua mani raggiunsero il cristallo d'argento.
"MOON HEALING... ESCALATION!"

L'osservatrice si permise un sorriso. Anche se qualcosa aveva
interferito nello scorrere del tempo, ora tutto sarebbe continuato
normalmente.
Q non pensava che sarebbe riuscita a liberarsi dal collettivo. Ci
sarebbe voluto molto per pagare quella scommessa.

"Signor O'Brien, fu..." La vode di Riker svani', confuso. "Che
diavolo?!?" La ragione della sua confusione era chiara. La nave Borg
era stata avvolta da una diffusa aura bianca. Era simile alla luce che
aveva visto prima che la super arma sparasse, ma questa sembrava avere
un aspetto non pericoloso, quasi curativo. Un raggio di energia emerse
dalla luce e raggiunse la sezione a disco.

"Manovra evasiva!" ordino' Crusher, vedendo il raggio di energia
avvicinarsi.
"Annullare l'ordine!" Beverly guardo' duramente il consigliere. Sia
lei che Luna sembravano stanche dalla loro fusione mentale, ma i loro
occhi erano lucidi. "Non e' un attacco, Beverly. Infatti, credo che
sara' di giovamento per una delle tue pazienti."
La dottoressa torno' a guardare lo schermo. Il raggio di energia
era ormai su di loro. "Spero che tu abbia ragione, Deanna."
Istintivamente si preparo' per l'impatto, ma non ci furono scosse.
Passo' semplicemente attraverso lo scafo.

L'infermiera Ogawa rimase sorpresa e si allontano' quando una luce
bianca entro' dal soffitto ed avvolse l'ensign Harris. La luce la
nascose dalla vista per alcuni secondi, ma quando svani', la sua pelle
era tornata del normale colore, e non c'era segno degli impianti Borg.
Ogawa immediatamente apri' il tricorder medico e la controllo'.
"Non ci posso credere!" borbotto', premendo il comunicatore. "Ogawa a
dottor Crusher."
"Avanti, Alyssa.'
"Dottore, non so come, ma tutte le nanosonde Borg sono state
rimosse dal corpo dell'ensign Harris. E' tornata completamente
normale."

In plancia, Luna annui' soddisfatta. "Ce l'hai fatta, Usagi."

Picard si fece largo nella luce, con gli occhi quasi accecati, per
trovare Data. Gli altri stavano cercando di proteggersi gli occhi in
qualche modo dalla luce, ma poterono fare ben poco, visto che erano
ancora saldamente nella presa dei droni, ad eccezione di Rubeus, che
guardava Sailor Moon con grande sorpresa. Raggiunto l'androide, Picard
premette l'interruttore di attivazione, e Data si sedette
immediatamente.
In quel momento la luce svani', e una voce esclamo' "Io sono Sailor
Moon!" Le senshi sorrisero mentre Picard noto' con sorpresa che il
colore della sua pelle era tornato normale e che non c'era segno degli
impianti Borg che aveva pochi istanti prima.
"Interessante." disse Data. "Sembra che gli eventi siano proceduti
velocemente mentre ero disattivo." Si volto' verso il suo capitano,
con uno sguardo interrogativo. "Stiamo vincendo?"

Il silenzio regnava sul ponte di battaglia mentre l'equipaggio
guardava il cubo Borg. Tutte le proiezioni cristalline erano state
eliminate dall'ondata di energia. Ora sembrava un tipico cubo Borg al
quale erano abituati, con un grosso buco su un lato.
O'Brien fu il primo a parlare. "Che diavolo e' stato?"
"Sui due piedi, direi che e' stata Sailor Moon." disse Q.
"Probabilmente con quel 'Moon healing' qualcosa."
"Pero'! Ha un cervello!"
Q guardo' Artemis e sbuffo'. "Vorresti andare a trovare Spot di
nuovo, gatto?"
"Non ora, Q" disse Riker. "Se sono stati in grado di liberare
Sailor Moon, e' il momento di tirarli fuori da li'. Capo, riesce ad
avere una posizione per il teletrasporto?"
O'Brien controllo' il tattico. "No, signore. Il campo EM dei Borg
e' ancora attivo. Aspetti... Ricevo una chiamata."
Riker si acciglio'. "Sentiamo."
Sentirono ancora una volta quella fredda, atona, voce collettiva.
"Noi siamo i Borg."
"Uh, oh!" esclamo' Artemis.
"Gia'!" concordo' O'Brien. "Sembrano alquanto arabbiati."

La stessa voce si senti' nel cubo. "Sarete assimilati. Aggiungeremo
le vostre caratteristiche biologiche e tecniche alle nostre. La
resistenza e' inutile."
Picard e Data non attesero la fine della litania dei Borg, e
neppure le proteste di Rubeus. Il capitano prese il mekh'leth di Worf
dal pavimento e corse a liberare la Sailor Senshi piu' vicina a lui,
ovvero Sailor Jupiter. Non esperto come Worf nell'uso di quell'arma,
riusci' a maneggiarla e colpi' il Borg che la teneva. Il secondo colpo
che voleva dare venne fermato dall'altro Borg che gli prese la mano e
lo fermo'. Combatte' per liberare il braccio armato e vide che il Borg
aveva gia' alzato l'altro braccio, con gli artigli estesi.
Improvvisamente il Borg cerco' di colpire, ma venne sollevato da
Jupiter. Con un urlo, la senshi sollevo' il drone sopra la testa e lo
lancio' con tutta la forza, mandandolo contro quello che teneva Venus.
Nel frattempo, Data si mosse velocemente per liberare Mercury,
terminando quello che stava facendo prima di venir disattivato. Il
Borg si mosse per fermarlo, ma nonostante fosse piu' forte di un essere
organico, non c'era storia contro un androide e venne disattivato
velocemente.
"SHABON SPRAY!"
Rubeus andava a tentoni nella nebbia della stanza. Non poteva
vedere piu' nulla, ma senti' Venus che stava lanciando il suo attacco,
probabilmente per liberare Mars, seguita a breve dalle altre senshi.
Naturalmente, visto che non controllava piu' Sailor Moon, non era piu'
in grado di seguire la battaglia, visto che il legame che la univa ai
Borg era stato distrutto. Ma si poteva supporre che ormai fossero
tutti liberi. "Accidenti a te, Sailor Moon!"
"Parla per te, Rubeus." Giro' la faccia verso la sorgente della
voce. La nebbia si stava alzando, permettendogli di vedere i
lineamenti di Sailor Moon. "Mi hai usata per cercare di uccidere i
miei amici, per uccidere l'uomo che amo. E per questo, la pagherai!"
"Lo vedremo!" le rispose, facendo un passo verso di lei. Prima di
poter proseguire, si trovo' la strada bloccata da una rosa.
"Si', lo vedremo!" disse Tuxedo Kamen, mettendosi di fianco a
Sailor Moon. Picard le si affianco' dall'altra parte, mentre gli altri
si posero dietro il trio.
"E' finita, Rubeus." disse Picard.
"Gia'! Tu sei finito!" aggiunse Mars.
"Credete di farmi paura?" rispose con rabbia Rubeus. "Sono stato in
grado di affrontare tutte le senshi prima. E senza i Borg. Posso
ancora..."
"Oh, *taci!*" gli disse Picard, sparandogli col phaser. Stavolta
non ci fu un campo di forza a fermare il raggio, ma non fece altro che
farlo barcollare.
"Mi piace il suo stile, capitano." disse Tuxedo Kamen. "Penso che
sia ora di buttar via la spazzatura, giusto Sailor Moon?"
"Giusto!" disse, estraendo il Moon Scepter. "Ci hai causato un
sacco di guai, Rubeus! In nome della Luna..."
"... Mercurio..."
"... Venere..."
"... Marte..."
"... e Giove..."
"... e della nave stellare Enterprise." disse Data, entrando nello
spirito delle cose e ricevendo uno sguardo assassino da Worf. Picard
sorrise.
"... ti puniremo!" finirono all'unisono.
"MOON PRINCESS HALATION!" Il raggio bianco si diresse verso Rubeus,
nascondendolo. Quando svani', era sparito.
"Ti sei dimenticata che mi posso teletrasportare?" disse una voce
dietro di loro. Girandosi, videro Rubeus in piedi, con una sfera di
energia nera che gli nascondeva una mano. "Qualche ultimo desiderio?"
"Si'" disse Data. "Attento dietro."
"Androide, e' il trucco piu' vecchio del mondo. Pensi proprio che
ci possa casca.. gak!" Rubeus fu sorpreso da una mano cibernetica che
lo prese alla spalla. Lo lascio' pochi secondi dopo, lasciandogli
credere per pochi istanti di essere salvo. Poi senti' le nanosonde che
erano entrate nel suo corpo, che stavano alterandogli la biochimica e
cadde al suolo. Stava venendo assimilato. "NO! Non puo' succedere! Io
sono Rubeus!!"
Diversi Borg lo passarono, avanzando verso le senshi, e la voce del
collettivo disse "Rubeus e' irrilevante."
"Per una volta, sono d'accordo coi Borg" disse Picard.
"Gia', ma c'e' ancora lavoro per noi" disse Venus.
"Allora finiamolo!" dissa Sailor Moon, e le urla d'attacco
risuonarono nella zona, assieme ad una salva di rose.
"MOON PRINCESS HALATION!"
"BURNING MANDALA!"
"SHINE AQUA ILLUSION!"
"CRESCENT BEAM!"
"SPARKLING WIDE PRESSURE!"

La sezione a curvatura sussulto' quando i Borg ripresero il loro
attacco. "Ci hanno presi con un raggio traente. Stanno assorbendoci
gli scudi." grido' O'Brien.
"Diamo loro una lezione, capo." rispose Riker. Era tempo di giocare
il secondo jolly. "FUOCO!"

Geordi guardo' il nucleo a curvatura con apprensione quando
aumento' il flusso di materia e di antimateria attraverso di esso,
superando i limiti delle specifiche. Tutta l'energia venne canalizzata
verso il deflettore di prua.
"O la va o la spacca..."

Riker trattenne il respiro aspettando l'inizio della scarica di
energia dal deflettore principale. L'ultima volta che l'ebbero usato,
i Borg erano pronti per l'ondata EM ad alta energia e semplicemente
questa rimbalzo' sui loro scudi. C'era una piccola probabilita' che
anche questa nave se la poteva aspettare e fosse preparata, ma c'era
anche la possibilita' che non sarebbero stati in grado di
assorbire l'ondata questa volta.
Se avessero avuto la potenza di deviare il raggio... Riker
cancello' quel pensiero. Se fossero stati in gradi di deviarlo, non
c'era molto da pensare per il dopo.
Il raggio parti' dal deflettore e colpi' il cubo nel centro del
buco lasciato dall'esplosione della navetta. Per un breve secondo
venne trattenuto da un campo di forza. Ma i Borg erano a corto di
energia per il passaggio fra i due universi, e per la battaglia con
l'Enterprise, e il campo di forza cedette. Il raggio penetro' nel cubo
e Riker pote' vedere esplosioni secondarie su ogni faccia del cubo.

All'interno, le cose stavano diventando caotiche. La nave rollava
violentemente, rendendo difficile, ad eccezione di Data, lo stare in
piedi. Almeno, l'unica cosa buona era che i Borg arretraveno,
improvvisamente piu' concentrati nella riparazione della nave. Picard
guardo' senza simpatia come Rubeus, assimilato, si muoveva per fare la
volonta' del collettivo. "Che succede?" grido' Jupiter.
"Direi che l'Enterprise ha aperto il fuoco col deflettore
principale." rispose con calma Data.
Mercury guardava attraverso il visore. "Ha ragione. I sistemi
energetici tanno andando fuori controllo." Non era difficile da
credere, visto che tutto intorno i condotti di energia e i nodi di
distribuzione stavano esplodendo sovraccaricati dall'attacco
dell'Enterprise. "Sta per esplodere!"
"Sembra che sia ora di andarcene." noto' Picard, premendo il
comunicatore. "Picard a Enterprise." La nave ebbe un forte scossone, e
sarebbe caduto se Venus e Mars non lo avessero aiutato a stare in
piedi. Lo stesso stava facendo Jupiter con Worf. Le senshi riuscivano
in qualche modo a stare in piedi, anche grazie alla loro forza.
Nel dubbio di aver mancato la risposta, Picard riprovo'. "Picard a
Enterprise." Nessuna risposta. "Qualcosa interferisce con le
comunicazioni!"
Mercury fece un rapido aggiustamento mentale al visore. "I Borg
stanno ancora disturbando le comunicazioni. Il loro campo EM sta anche
bloccando le funzioni del teletrasporto."
"Merde" disse Picard. Lo sguardo stupito che ricevette da Venus,
significava che aveva capito cio' che aveva detto. "Dobbiamo andarcene
da qui. Suggerimenti?"
"Un Sailor Teleport?" propose Venus.
Mercury annui'. "Si'. L'energia che lo impediva doveva venire dalle
modifiche fatte alla nave da Rubeus, e Sailor Moon le ha distrutte."
Jupiter sembrava dubbiosa. L'unica volta che avevano portato
qualcuno col Sailor Teleport, l'avevano fatto con una persona. Questa
volta avevano Picard, Data, Worf e Tuxedo Kamen. "Ce la faremo a
portarli tutti?"
"Non c'e' scelta!" disse Sailor Moon "Ci dobbiamo provare!" Le
Senshi formarono un cerchio, con gli altri in piedi nel mezzo. Picard
senti' i pochi capelli della nuca raddrizzarsi e si abbraccio' a Data,
cercando di stare piu' o meno in piedi.

"Rilevo massive fluttuazioni nella griglia di potenza dei Borg."
disse O'Brien. Era capibile. La superficie del cubo era ravvivata da
scariche di energia casuali e da diverse eplosioni. "Sta per
scoppiare!"
"Riesce a localizzare l'away team?" chiese Riker nuovamente.
"No, signore. Quel dannato campo EM e' ancora li'. Ma anche se non
ci fosse, ci sono troppe scariche di energia per poter focalizzare il
teletrasporto con tutte quelle interferenza."
Riker non provo' neanche a chiedere a Q. Era stato chiarissimo,
prima, che il suo aiuto sarebbe consistito solo nella protezione
dell'Enterprise. Poteva cercare di convicere l'entita' ad aiutarli, ma
non c'era tempo. La prima priorita' era la salvezza della nave.
"Interrompere il fuoco. Ensign, ci porti il piu' lontano possibile
dalla nave Borg alla massima velocita'."
"Si signore." Ro e O'Brien risposero dopo una leggera esitazione.

Guinan era in piedi di fronte alla finestra del Ten Forward. Come
civile, non aveva posto di combattimento. Infatti avrebbe dovuto
essere nel suo alloggo ora, come il resto della popolazione civile
della nave. Ma non era mai stata una che si ritirava nell'alloggio
durante le battaglie, e non era il momento di iniziare a farlo.
Comunque, la battaglia era finita. La sezione a disco si era
ritirata da un pezzo, e guardo' cercando di vedere la sezione a
curvatura che stava ancora affrontando i Borg. Dato che era fuori dal
campo visivo, poteva solo immaginare cosa stesse succedendo.
Si volto' di scatto, e guardo' nella stanza, sentendo qualcosa.
Anche cosi', si spavento' all'apparizione di una sfera luminosa. Nove
persone erano apparse improvvisamente nel Ten Forward.
Le senshi cercavano di tenersi in piedi, e ansimavano, come senza
fiato. "Whoa! Questo teletrasporto mi ha svuotata!" disse Jupiter fra
un respiro e l'altro.
Venus annui'. "Beh... Non abbiamo mai trasportato tanta gente
prima."
"E' stato un modo interessante di viaggiare." osservo' Picard.
"Anche se, mi perdonerete, preferisco il teletrasporto
dell'Enterprise."

La sezione a curvatura fuggi' via dalla nave maledetta, cercando di
mettere piu' spazio possibile da essa. Dato che il disco deflettore
principale era stato messo fuori uso dall'ondata, doveva andare a
potenza di impulso, e anche cosi' non poteva andare alla massima
velocita'. Improvvisamente, apparvero degli squarci lungo le superfici
del cubo e, con un'immenso lampo, la nave Borg esplose.

Crusher si volto' al suono delle porte del turbolift che si
aprivano, e noto' con sollievo che Data, Worf e Picard sembravano in
buone condizioni. Ma prima di poter dire qualcosa, le porte del
turbolift di dritta si aprirono, rivelando...
"USAGI!" arrivo' l'urlo gioioso di Luna nel vederla salva. Salto'
sulla ringhiera della plancia e copri' la distanza che la separava da
lei con un balzo quasi prodigioso.
Sailor Moon la abbraccio' gentilmente. "Sto bene, Luna."
Picard guardo' lo schermo. Poteva vedere che l'ondata d'urto aveva
gia' raggiunto la sezione a curvatura, ma che era stata assorbita dagli
scudi. E stava proseguendo la sua marcia inesorabile verso di loro.
"Stato degli scudi?"
"Sono andati" rispose Crusher. Quindi, all'interfono collegato con
tutta la nave "A tutta la nave! Pronti all'impatto!" Dopo pochi
secondi, sentirono il pavimento scuotersi violentemente al passaggio
dell'ondata di energia.
"Ma non eravamo appena andate via da questa festa?" mugugno'
Jupiter, rialzandosi dal pavimento.
"Beh, ti aveva avvertita" le rispose Mars, che si era aggrappata
alla ringhiera della plancia.
"Rapporto danni!" ordino' Crusher.
"Entrambi i motori ad impulso sono andati, e abbiamo delle brecce
nello scafo sui ponti dodici e tredici" disse Steiner. "Campi di forza
di contenimento in azione. Possiamo manovrare con i razzi."
"Sembra che siamo stati fortunati." disse Picard.
"Molto." rispose Crusher, alzandosi dalla sedia di comando. "E'
tutta tua di nuovo, Jean-Luc. Sara' meglio che vada in infermeria."
"Non cosi' veloce, dottore. Quello puo' aspettare finche' non avremo
riunito la nave."
Sorrise. "Beh, se lei insiste, *signore*." e si sedette. "Timoniere,
manovrare per il rendezvous con la sezione a curvatura."
"Allora e' finita?" chiese Sailor Mars.
"La nave Borg distrutta e Rubeus con essa." rispose Picard. "Io
direi che e' finita." Guardo' verso le senshi, e vide gli sguardi di
sollievo e di gioia nei loro occhi. Anche Sailor Moon sorrise quando
lei e Tuxedo Kamen si abbracciarono.
Troi guardava, non convinta. Poteva sentire che non era tutto a
posto per Sailor Moon. Guardo' la ragazza di nuovo, e questa volta
vide uno strano sguardo nei suoi occhi. Il consigliere sospiro' fra
se'. Aveva gia' visto quello sguardo negli occhi del capitano proprio
un anno prima.
Non era ancora finita...

----

TO BE CONTINUED

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Messaggio da trekfan1 » 4 ott 2009, 18:49

Sailor Trek: The Next Generation
Un Borg da ricordare...
Capitolo 7 - Guarigione
Storia originale di Bill Harris
Traduzione ed adattamento di Ezio "Bosk" Boscani

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Space -- The final frontier.
These are the voyages of the starship Enterprise.
It's continuing mission -
to explore strange new worlds...
to seek out new life and new civilizations...
to boldly go where no one has gone before.


Sailor Trek: The Next Generation
Un Borg da ricordare...

Capitolo 7 - Guarigione

Storia originale di Bill Harris
Traduzione ed adattamento di Ezio "Bosk" Boscani

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L'entita' guardava nel vuoto, ed ammirava a modo suo lo scorrere
del tempo attorno ad essa. Era tutt'altro che compiaciuto quando si
rivolse alla sua compagna. "Credo che le dovrei rimandare indietro
ora." disse Q leggermente petulante. La figura vicino a luo scosse la
testa, muovendo i suoi lunghi capelli neri dai riflessi verdi.
"Non sarebbe una buona idea. Sailor Moon ha bisogno di tempo per
riprendersi completamente dagli eventi passati... nei quali tu hai
avuto una certa responsabilita' dopotutto." Q sbuffo' incredulo.
"Inoltre credo che, dopo tutto quello che hanno passato negli ultimi
due anni, un po' di riposo se lo siano anche meritato."
Q la guardo', con la tentazione di trasformarla in un cane dei
cartoni animati. Ci aveva gia' provato con lei una volta, solo per
scoprire quanto fosse potente in questo dominio. Naturalmente, il
fatto che avesse altri amici nel continuum dei Q non gli consigliava
quell'azione. Era stato quell'incidente che lo porto' alla sua breve
esistenza come essere umano. "Molto bene, Pluto. Faremo come vuoi tu."

"Diario del capitano. Data stellare 45239.8. L'Enterprise rimane
nell'universo delle Sailor Senshi, all'incirca cento anni nel loro
futuro, e si trova in orbita attorno alla luna di Giove, Europa, mentre
il comandante LaForge completera' le riparazioni alla nave. La sua
stima e' che ci vorra' almeno una settimana prima che le riparazioni
siano complete e che la nave possa viaggiare a velocita' curvatura."

"Diario personale del consigliere di bordo. Data stellare 45239.9.
Beverly ha completato le sue analisi su Usagi, e mi ha detto che tutti
gli impianti Borg sono stati rimossi dal cristallo d'argento, e che si
e' completamente ripresa... almeno fisicamente. Comunque sono convinta
che per diversi aspetti della sua guarigione, ci vorra' molto piu'
tempo."

"Non so che fare" disse Mamoru.
Troi guardava il ragazzo passeggiare nel suo ufficio. Anche se non
aveva un'espressione preoccupata sul viso, poteva sentire che aveva
dei problemi, visto che stavano irradiandosi da lui come una supernova.
Ormai era quasi passato un giorno da quando erano riusciti a
riprendere Usagi dalla nave Borg. All'inizio la ragazza sembrava stare
bene, ma da allora, si era ritirata, praticamente rinchiusa nel suo
alloggio.
Il suo passeggiare stava facendola innervosire, e il consigliere
non riusciva a sopportarlo. "Mamoru, siediti." Dopo un attimo di
esitazione da parte del ragazzo, aggiunse con piu' enfasi "Per
favore!"
Finalmente si sedette di fronte a lei. "Mi scusi. E solo che..."
Deanna annui'. "Capisco. Le vuoi molto bene."
"Si'" rispose. "E' tutto per me."
"E nonostante cio', non molto tempo fa hai interrotto la tua
relazione con lei."
La guardo' sorpreso. "Sa anche questo?"
"Si'" affermo' il consigliere. "Ho parlato sia con Rei che con
Luna. Dovevo sapere del suo passato se dovevo aiutarla per quello che
sta passando adesso." Gli diede un momento per assimilare questa
informazione. "Perche' hai interrotto la relazione?"
"Rei o Luna non gliel'hanno detto?"
"Si'" rispose "Ma preferisco sentirlo dire da te."
Fece un profondo respiro. "In poche parole, stavo avendo questi
sogni, notte dopo notte. Continuavano a dirmi che, se non fossi stato
lontano da lei, Usagi avrebbe potuto farsi male... ed anche essere
uccisa."
"E tu hai l'hai lasciata per un sogno?" chiese Troi, scettica.
Si alzo' e riprese a camminare, con suo dispiacere. "Lei non
capisce. Non potrei sopportare il fatto che possa morire. Farei
qualsiasi cosa per evitarlo. Anche se cio' significasse perderla."
"Non pensi che stia pensando lo stesso?"
Mamoru si fermo'. "Che vuole dire?"
Si alzo' e gli si pose davanti. "Pensaci, Mamoru. Nei giorni
scorsi, e' stata catturata ed assimilata dai Borg. Poi fu forzata da
Rubeus, attraverso il collettivo Borg, a provare a distruggere questa
nave, con tutte le sue amiche, le altre senshi. Alla fine Rubeus uso'
lei per cercare di ucciderti. E visto l'amore che c'e' fra voi due,
questo deve aver avuto un effetto devastante nella sua psiche."
"Ma era Rubeus che stava cercando di uccidermi, non..." obietto'.
"Lo so" lo interruppe Troi. "E a livello cosciente anche lei lo sa.
Ma ci vorra' un po' di tempo per lei accettarlo a livello
subcosciente." Si fermo' un attimo per lasciarlo pensare. "Non cercare
di forzarla, Mamoru. Quando sara' pronta, sara' lei a venire da te."

Il suono delle porte del Ten Forward che si aprivano attrasse
l'attenzione di Guinan. Era uno dei periodi morti nel salotto, nel
mezzo della notte, ed era praticamente deserto. La maggior parte
dell'equipaggio che non era in servizio, a quell'ora era nel proprio
alloggio, a dormire. Naturalmente c'erano quelli dell'equipaggio che
giuravano che lei fosse sempre in servizio, ma era quasi
incomprensibile.
Era semplicemente li' dove e quando serviva.
Guardo' per vedere chi stesse entrando, ma non vide nessuno. Dopo
un attimo, le porte si chiusero. Si irrigidi', sorpresa dallo strano
comportamento delle porte.
Un'ombra che si muoveva sul pavimento del salotto oscurato catturo'
la sua attenzione. Guardando in quella diresione, individuo' Luna che
si muoveva verso la grossa finestra del Ten Forward. Annui',
soddisfatta della spiegazione dell'apertura delle porte.
Luna salto' sul bordo, e si sedette, guardando silenziosamente
Europa che era sotto di loro. Guinan la guardo' per qualche istante,
poi si mosse per andare da lei. "Ciao, Luna."
La gatta si spavento' quando senti' parlare. "Oh. Buona sera,
Guinan."
"Direi che invece e' mattina presto."
La guardo' stupita. "Davvero? Ho perso la sensazione dello scorrere
del tempo."
"Quando sei immersa nei tuoi pensieri, puo' capitare." le rispose
la barista. "Vuoi qualcosa? Forse un po' di latte?"
"No, grazie." La gatta torno' a guardare fuori, guardando Europa
che lentamente roteava su se stesso cinquecento chilometri sotto di
loro. Giove stava sorgendo all'orizzonte. Era una visione
spettacolare. La Grande Macchia Rossa era proprio sul terminatore del
giorno, e c'erano centinaia di tempeste che illuminavano con in propri
lampi la zona in ombra, mentre aurore illuminavano le parti piu' a
settentrione. In breve, una vista che qualsiasi astronomo avrebbe
voluto vedere.
Guinan ignoro' lo spettacolo e guardo' la gatta pensierosa. "Sei
preoccupata per Usagi."
La gatta s-bip- in silenzio per un attimo, poi annui'. "Si'. L'ho
vista passare attraverso un sacco di guai negli ultimi due anni, ma
non l'ho mai vista cosi'." Luna s-bip- silenziosa per un momento. "E'
come se stesse cercando di allontanarsi da noi il piu' possibile."
"In un certo modo, lo sta facendo." disse Guinan. "Parte di lei e'
arrabbiata con se stessa per cio' che ha fatto mentre era assimilata
dai Borg."
Luna sbuffo'. "Ridicolo! Non poteva controllarsi!"
"Hai ragione. Non poteva controllare se stessa. E quella sara' la
cosa piu' difficile da accettare."
Luna sospiro'. "Abbiamo avuto una discussione prima." ammise. "Mi
ha accusata di non capire cosa ha passato, prima di buttarmi fuori
dalla stanza. E ha ragione. Per quanto voglia, non posso davvero
capire cosa ha passato. Non credo che qualcuno lo possa davvero fare."
"Al momento" rispose Guinan. "C'e' qualcuno che puo'.'

Locutus di Borg cammino' lungo il corridoio della nave Borg, e si
volto' per guardare il monitor. Ad un comando mentale, lo schermo
tremo', mostrando diversi ufficiali delle navi stellari che stavano
affrontando i Borg. "La resistenza e' inutile. Disattiverete le vostre
armi e ci scorterete fino al settore zero zero uno. Se cercherete di
intervenire... verrete distrutti."
"A tutte le navi, manovra di attacco alfa. Aprire il fuoco."
ordino' l'ufficiale comandante della flotta, l'ammiraglio Hansen.
Locutus noto' che Picard lo conosceva, che lo considerava un caro
amico. In ogni caso cio' non aveva importanza per Locutus. L'amicizia
era irrilevante.
Diverse navi stellari si avvicinarono a massimo impulso e spararono
salve di phaser e di siluri fotonici. Locutus concentro' le armi
sulla piu' vicina, la USS Melbourne. In pochi secondi gli scudi furono
assorbiti e la meta' anteriore dello scafo principale era evaporato.
Senza potenza, il relitto di cio' che era una coraggiosa nave stellare
inizio' a vagare nello spazio, con l'equipaggio che cercava la
salvezza nelle capsule di salvataggio.
Ignorando la nave distrutta, Locutus sposto' la sua attenzione
sulle altre navi della flotta.
E distrusse navi...
...dopo navi...
...dopo navi...

"NOO!"
Picard salto' a sedere sul letto, con la faccia coperta di sudore.
Si guardo' attorno rapidamente prima di accertarsi di essere ancora
nel suo alloggio... ancora sull'Enterprise. "Un incubo." e per di piu'
riguardante Wolf 359. Non ne aveva avuti da tanto tempo. Non serviva
essere uno psicologo come il comandante Troi per capire che cosa
l'aveva innescato. Gli eventi recenti l'avevano colpito molto da
vicino. Specialmente quando senti' nuovamente la voce del collettivo
nella sua mente. Non era ancora sicuro di come fosse successo. Era
ancora connesso in qualche modo col collettivo? E avrebbero potuto
usarlo contro di lui? O poteva girare le carte in tavola ed usarlo
contro di loro?
Erano domande che avrebbero avuto una risposta piu' avanti.
"Computer" disse, con la voce impastata. "Che ore sono?"
"Sono le ore zero quattro ventisette."
Sospiro'. Doveva passare ancora un'ora prima di doversi alzare.
Decidendo che ormai non sarebbe riuscito piu' a dormire, si alzo',
pensando di farsi una doccia. Ma prima... "The, Earl Grey, caldo."

In un altro alloggio dell'Enterprise, qualcun altro si era appena
svegliato da un incubo. Usagi era seduta nel letto, tremante, non di
freddo, ma di puro terrore. Ci vollero diversi momenti prima di capire
dove fosse e prima che le sue pulsazioni tornassero a un livello di
tranquillita'.
Si alzo' e ando' verso la finestra, fissando lo sguardo allo spazio
esterno. La magnifica visione di Giove non riusci' ad alleviare il suo
stato. Infatti non stava guardando il gigante gassoso. I suoi pensieri
erano fissi sugli eventi recenti. 'Avrei dovuto essere capace di
fermarli.' penso'. 'Avrei dovuto essere in grado di evitare che
usassero il cristallo d'argento come un'arma, che cercassero di farmi
uccidere...' I ricordi la soppraffarono e inizio' a piangere
silenziosamente.
"Odio questo posto!."

Poche ore dopo, la porta si apri' per far entrare qualcuno nella
stanza. Minako andava a tastoni nella stanza oscurata. 'Ora, come si
accendono le luci qui?' Dopo un momento si rispose da sola. "Computer,
accendere le luci." Ubbidiente, il computer accese le luci della
stanza. Sorrise e si congratulo' mentalmente per aver trovato la
soluzione.
"Huh?" Seduta alla finestra della stanza, Usagi sbatte' gli occhi
per abituarsi al cambio di luce.
Minako sorrise e ando' verso l'amica. "Usagi, che fai seduta al
buio?"
Scrollo' le spalle e torno' a guardare fuori dalla finestra.
"Niente. Sto solo pensando."
"Dici sul serio? Dai, amica mia, non e' il tempo per pensieri cupi.
Abbiamo appena battuto Rubeus e i Borg! E' tempo di celebrare! E c'e'
una grossa, enorme nave stellare dove farlo." Quando non rispose,
Minako continuo'. "Dai, Usagi. Stiamo andando a provare quel ponte
ologrammi per vedere quello che puo' davvero fare! Perche' non vieni
con noi?"
La sua risposta arrivo' fra i denti. "Andate senza di me."
"Usagi..."
"Ho detto di no!" urlo' improvvisamente, spaventando Minako con la
veemenza della risposta. "Andatevene e lasciatemi sola!!"
Per la prima volta da tanto tempo, Minako rimase senza parole.
Alla fine annui' semplicemente ed usci' dalla stanza.
Le altre attendevano Minako fuori. "Hai avuto fortuna?" chiese
Makoto. Minako scosse la testa come risposta.
Rimasero in silenzio per un momento. Alla fine Ami disse "Non mi
piace. L'unica volta che me la ricordo in questo stato era quando
Mamoru era stato rapito dalla Negaverse."
"Hai ragione." mormoro' Rei. Poi a voce piu' alta aggiunse "Andate
avanti. Vi raggiungo dopo."
"Dove vai? chiese Minako.
"A parlare con Deanna. Forse ci puo' dare un consiglio su come
comportarci con Usagi." Detto questo, Rei si incammino' lungo il
corridoio.
"Ehi, voi due! Andiamo!" disse Makoto, dirigendosi verso il
turbolift. "Non so voi, ma mi e' venuta improvvisamente una gran
voglia di fare a pezzi qualche cosa."
"Tipo?" chiese Minako.
"Non so. Forse... Attiviamo il programma della nave Borg, ma
mettiamo la faccia di Rubeus su ogni drone!"
Le tre ragazze continuarono il resto del viaggio in silenzio.
Una volta arrivate, attesero che le porte del ponte ologrammi si
aprissero per farle entrare. Dopo essere entrate, si fermarono.
Si aspettavano la normale griglia di un ponte ologrammi disattivato.
Ma apparentemente c'era un programma attivo. Le tre ragazze si
guardarono attorno confuse. "Che succede?" chiese Makoto. La scena
era paludosa e l'aria era alquanto umida, con un pesante odore.
"Pensavo che il ponte ologrammi fosse stato prenotato!"
Uno sguardo di dispiacere arrivo' sulla faccia di Minako.
"Oooops..."
Makoto si rivolse alla bionda. "Minako, non mi dire che te ne sei
dimenticata?!?"
"Er... Um..." balbetto'. "Mi dispiace..."
"Sono sicura che ci siano altri ponti ologrammi che possiamo usare."
suggeri' Ami. "Dopotutto, e' mattina presto."
"Gia', hai ragione, Ami." confermo' Makoto, anche se la sua voce
era ancora accusatoria.
Prima di potersi muovere o di richiamare l'uscita, un alto grido
fece eco nell'area e una grossa forma salto' fuori dai cespugli li'
vicino. Salto' su Minako e Ami, sbattendole in una pozza.
Makoto istintivamente si preparo' quando la creatura la carico'. La
ragazza devio' e blocco' l'attacco, e reagi' velocemente, dandogli due
colpi sulla testa prima di finirlo con un calcio rotante. La creatura
cadde al suolo e non si mosse. Stava per rilassarsi, quando un suono
dietro di lei la fece voltare. C'era Worf con Mamoru al suo fianco,
ognuno dei due teneva una grossa arma incurvata e sembrava che
stessero combattendo creature di questo tipo da un po' di tempo. "Che
state facendo qui?" chiese il Klingon.
"Ci dispiace" disse Makoto. "Non sapevamo che il ponte ologrammi
fosse occupato."
"Avreste dovuto controllare gli indicatori prima di entrare!" disse
Worf con tono accusatorio.
"Beh, ci scusi!" rispose in malo modo Minako, mentre lei e Ami
cercavano di strizzarsi gli abiti. "Comunque, che tipo di programma e'
questo?"
"Secondo Worf, questa e' la sua idea di ginnastica mattutina."
rispose Mamoru.
"Ginnastica?!?" disse Ami scioccata. Minako guardo' il capo della
sicurezza mentre Makoto inizio' a guardarsi intorno pensierosa.
L'accigliamento onnipresente di Worf venne meno. Lo sapeva che
avrebbe rimpianto il fatto di fare un favore a Deanna invitando Mamoru
ad unirsi a lui quella mattina. Pochi umani potevano apprezzare un
programma di esercizi Klingon. Prima che potesse dire qualcosa, Makoto
parlo' "Non so, ma credo che mi piaccia."
Worf subito vide la ragazza sotto una nuova luce. Se non fosse
stato sicuro della sua umanita', avrebbe detto che la ragazza aveva
sangue Klingon nelle vene.

Deanna stava guardando gli appuntamenti quando il campanello
suono'. *Entra, Rei.*
Come risposta alla sua chiamata silenziosa, la porta si apri' per
far entrare la senshi. "Come sapevi..." La sua voce svani' quando Troi
la guardo'. "Lascia stare. Ho capito."
Deanna sorrise. "Che hai in testa, Rei?"
"Usagi."
"Avevo la sensazione che tu volessi parlarmene." rispose il
consigliere, facendo svanire il sorriso. "Siediti" Mentre Rei si
sedeva, continuo' "Ho avuto un incontro simile con Mamoru, ieri sera.
Dopodiche' ho fatto una sessione con Usagi."
"E?"
"Ha eretto una formidabile barriera emotiva attorno a se'. Sente
un grosso senso di colpa per cio' che e' stata obbligata a fare dal
collettivo."
"E' proprio la testolina buffa." borbotto' Rei. "Si sente in colpa
per cio' che non puo' controllare."
"Si', ma e' comprensibile." rispose Troi. "Vuole molto bene a
Mamoru, e lo stesso vale per le altre Sailor Senshi... E specialmente
per te, Rei."
"Ma dai, Deanna!" le rispose. "Tutto cio' che facciamo e'
litigare!"
"Rei, dopo aver parlato con entrambe, ho scoperto che voi due siete
la cosa piu' vicina all'essere sorelle senza essere parenti." le disse
Deanna gentilmente.
"L'unica cosa che importa ora e' cercare di farla uscire dal guscio
in cui si e' rinchiusa." rispose Rei per cercare di sviare il
discorso. "Hai qualche idea?"
"Ne ho un paio" rispose "Prima e soprattutto penso che dobbiamo
convincerla a parlare col capitano Picard."
"Huh? E perche'?"
"Circa un anno fa, passo' attraverso un'esperienza simile." spiego'
Troi. "Era stato catturato dai Borg, e assimilato nel collettivo. Siamo
stati in grado di recuperarlo..." si fermo'. "...ma non prima che i Borg
lo usassero per distruggere una flotta di navi stellari della
Federazione."
"Wow." Rei pondero' l'informazione. "Bene, allora quando lo
facciamo?"
"Presto, spero." Vedendo l'espressione di Rei continuo' "Il
capitano Picard e' un uomo molto riservato. Non e' molto propenso a
parlare di se' con la gente... specialmente riguardo a questo."
"Non mi interessa!" esclamo' Rei, alzandosi di scatto. "Se parlare
con Usagi puo' esserle d'aiuto, allora lo fara'. Andro' direttamente
in plancia e lo convincero' personalmente che lo deve fare!"
Deanna si sedette e la guardo' pensierosa. "Forse dovresti..."

"Da quanto posso dirle, la Terra non ha idea che siamo qui." disse
Riker.
Picard annui' sedendosi e guardando il suo primo ufficiale. "Ma la
Terra qui e' nel suo tardo ventunesimo secolo, e la tecnologia che ha a
disposizione non e' devastata da una guerra mondiale come lo era sul
nostro mondo. Devono avere qualche idea su cosa e' successo."
"Non vedo come non avessero potuto accorgersene." ammise Riker.
"C'e' stato un massiccio scambio di fuoco, senza contare l'esplosione
della nave di Rubeus. Fortunatamente le loro basi sulla Luna e su Marte
erano fuori posizione per poter assistere alla battaglia, percio'
rimanevano solo le osservazioni satellitari. Se siamo stati fortunati,
hanno rilevato poco o niente."
"Beh, la cosa migliore per ora e' rimanere fuori visuale finche' il
comandante LaForge ci possa far ritornare a casa." disse Picard.
"Terra o no, qui la Prima Direttiva e' da rispettare."
"Concordo." rispose Riker. "Ma io raccomanderei..."
La sua osservazione fu interrotta dalle porte dell'ufficio che si
aprirono con Rei che entrava. "Vorrei parlare con lei, capitano."
Fisso' Riker con uno sguardo tagliente. "Da sola."
La faccia del capitano non nascose un certo dispiacere per
l'intrusione, ma disse solamente "E' tutto, Numero Uno." Il comandante
annui' e lascio' la stanza. Con una voce calma, Picard disse "Bene,
signorina Hino, si sieda e mi dica cosa vuole."
"Le posso rispondere con una sola parola: Usagi."
L'espressione di Picard si fece confusa. "Non credo di capire."
"Invece si'. E' appena passata attraverso l'inferno, e lei ha il
dovere di aiutarla."
"Capisco." rispose Picard. "Sono sicuro che il consigliere Troi
fara' il possibile per aiutarla nella sua ripresa, ma io..."
"No, *lei* deve aiutarla." disse Rei, decisa. Si avvicino' alla
scrivania e alzo' un dito verso di lui. "Se non era per lei, saresti
di nuovo a farti un giro di servizio su un cubo Borg, Locutus!"
Il capitano sbianco' in volto, confermando a Rei che aveva colpito
nel segno. La sua voce rimase calma. "Che suggerisce?"
"Le parli. Lei ci e' passato. E' l'unico che puo' aiutarla a
passare questo momento."
"Molto bene, signorina Hino. Le parlero piu' tardi, nel
pomeriggio..."
"*Ora*!" insis-bip- Rei.
Picard ebbe la senzazione di venire leggermente manovrato. "Non
lascera' questa stanza finche' non acconsentiro', giusto?"
Rei scosse la testa. "Ci puo' scommettere!"
Si guardarono per alcuni momenti. Alla fine "Molto bene, signorina
Hino. Contattero' il consigliere Troi e le faro' portare qui Usagi il
piu' presto possibile." Immediatamente le porte si aprirono e Troi con
Usagi entrarono nell'ufficio. Gli occhi di Picard si mossero su Rei e
su Troi, capendo che le due si erano accordate per combinare
l'incontro.
Rei scosse le spalle. "Grazie, capitano. Se mi vuole scusare, sono
attesa al ponte ologrammi tre." si volto' verso l'uscita, fermandosi
solo per dise "Ciao, Usagi"
"Ciao, Rei" mormoro', senza alzare lo sguardo. Rei sembrava voler
dire qualcosa, ma semplicemente torno' a guardare Picard, con gli
occhi che parlavano da soli.
Sentendo che l'unica cosa era voler aiutare la sua amica,
l'espressione di Picard si rilasso' e le rimando' un lieve cenno di
assenso con la testa. "Grazie, consigliere. E' tutto." Rei e Deanna
uscirono, lasciando i due da soli.
Non sapendo da dove cominciare, Picard si schiari' la voce e si
diresse verso il replicatore. "Vuoi qualcosa da bere? Del the?"
La ragazza alzo' le spalle, non importandole nulla. "Va bene."
"The, Earl Grey, caldo. Per due." Il replicatore emise un ronzio e
le due tazze richieste si materializzarono. Picard ne diede una a
Usagi, e le indico' una sedia. "Prego, siediti." La ragazza si
sedette, e guardo' inespressivamente fuori dalla finestra. Picard
torno' alla sua sedia e la guardo' per un attimo, cercando di trovare
il modo giusto per cominciare. "Anche se e' difficile da credere, so
quello che stai passando."
Lo guardo' con uno sguardo tagliente, mostrando per la prima volta
la vera emozione che provava. Rabbia. "Lo dicono tutti! Beh, come
potete? Come puo saperlo qualcuno? Io ero quella che era lassu'." Le
lacrime sgorgarono dagli occhi, ma continuo' "Io ho quasi ucciso le
mie migliori amiche che abbia mai avuto, l'uomo che amo! Loro..."
Si fermo', ma Picard continuo' da dove si era interrotta. "Ti hanno
preso tutto cio' che sei. I tuoi poteri, le tue capacita', i tuoi
ricordi." Si fermo', coi ricordi che gli ritornavano alla memoria. "Ti
hanno usata per uccidere, distruggere. Li combattevi il piu' duramente
possibile, ma non li potevi fermare. E comunque credevi di essere in
grado di fermarli in qualche modo."
Lo guardo', con parte della rabbia che svaniva dalla faccia. "Come
puo' saperlo lei..." comincio', poi la voce le venne meno.
Improvvisamente si ricordo' qualcosa del suo periodo come Sailor Borg.
Un ricordo dalla coscienza del collettivo Borg.
Una faccia.
La faccia di Picard.
No, non lui, precisamente, ma con impianti cibernetici, come quelli
che aveva lei. Un nome venne a galla con quella visione. "Locutus"
sussurro'.
Picard annui'. "Si', io ero Locutus."
"Allora le e' successa la stessa cosa..."
"Poco piu' di un anno fa" annui' "Un vascello Borg invase lo spazio
della Federazione, e mi prese come portavoce. Fui rapito, ed
assimilato, come te." La sua voce divenne quasi un sussurro
richiamando quei brevi ma orribili giorni. "Presero tutta la mia
conoscenza delle tattiche della Flotta Stellare e delle difese, e la
usarono per distruggere trentanove navi stellari a Wolf 359, uccidendo
migliaia di persone della flotta. Molti di loro erano amici che
conoscevo da anni." Si fermo' e guardo' intensamente Usagi. "Hai fatto
meglio di quanto abbia fatto io. Nel momento critico, sei stata in
grado di sopraffare il collettivo Borg nella tua mente e hai ripreso
il controllo di te. Io invece fui in grado di dare a Data un messaggio
di una sola parola."
"Ci sono riuscita perche' Rubeus era stato distratto
dall'Enterprise che ha usato quell'arma ad energia contro il cubo. Se
no, avrei ucciso..." la voce le si spense nei singhiozzi al ricordo di
cio' che era stata forzata a fare.
"No." Picard insis-bip-. "Non tu. Lo voleva fare Rubeus. Attraverso
il collettivo. Ti hanno usata..." si fermo' un attimo. "*Ci* hanno
usati per causare quelle morti. La responsabilita' di quelle azioni e'
solo loro. E' qualcosa che entrambi dobbiamo cercare di capire."
Sorrise leggermente. "Dobbiamo cercare di dimenticare."
Usagi penso' alle sue parole per un po'. Alla fine disse "Come
riesce a vivere con questi ricordi?"
"E' una cosa che va avanti giorno per giorno." le rispose. "Il
supporto della mia famiglia e dei miei amici mi hanno aiutato. E ti
aiutera'. E, come tutti gli incubi, svanira' col tempo."
"Non posso proprio dire alla mia famiglia tutto cio'! Non sanno
neanche che io sono una Sailor Senshi."
"Vero" concordo'. "Ma ci sono altri su cui puoi contare. Luna... le
altre senshi... e Mamoru."
"Gia'!"
"Sono preoccupati per te. Non dovrebbe essere il posto giusto per
suggerirtelo, ma penso che dovresti andare da loro e parlarne. Lascia
che ti aiutino. E se vorrai, saro' felice di avere altri incontri con
te."
Dopo un minuto "Sa... Sa dove si trova Mamoru?"
"Dovrebbe essere facile." rispose. "Computer, localizzare Mamoru
Chiba."
"Mamoru Chiba si trova sul ponte ologrammi tre." rispose il
computer.
"Grazie!' disse. Poi "Hey! Aspetti un attimo... Rei ha detto che
stava andando la'! Cosa vole fare la' col *mio* Mamoru?!?" Prima che
Picard potesse dirle che non erano soli, si alzo' e corse verso la
porta, esitando sulla soglia. "Um. Come si arriva al ponte ologrammmi
tre?"
Picard sorrise. "Ti faro' accompagnare da qualcuno." Si alzo' e
entro' in plancia. "Numero Uno, sarebbe cosi' gentile da accompagnare
Usagi al ponte ologrammi tre?"
"Naturalmente, signore." rispose il primo ufficiale. "Se mi vuoi
seguire..."
Picard li guardo' entrare nel turbolift, poi torno' alla sua
scrivania per leggere i vari rapporti. 'Si', dobbiamo dimenticare'
penso'. 'Ma non dimentichero' mai i Borg per le loro azioni. Un giorno
*pagheranno* per quello che hanno fatto.'

Come sempre, la porta svani' dietro di loro quando entrarono nel
ponte ologrammi. Riker si guardo' attorno, osservando la scena,
apparentemente una zona urbana. "Mi chiedo cosa sia questo posto."
"Juban" rispose Usagi. "E' dove viviamo, appena fuori Tokyo."
"Hmmm... Interessamte. Mi chiedo perche'..." Riker vide una
figura familiare nelle vicinance, e gli si avvicino'. "Un nuovo
programma, signor Worf?"
"Non proprio, comandante. E' una modifica del..." si fermo' quando
un'altra figura si avvicino'. Riker riconobbe subito il tenente
Reginald Barclay, un ingegnere eccellente e un ottimo programmatore
dei ponti ologrammi.
"L-la matrice olografica sembra essere stabile questa volta,
signore." disse a Worf, e saluto' il primo ufficiale con un cenno della
testa. "Comandante". Poi guardo' incerto Usagi.
Riker disse velocemente "Tenente Barclay, questa e' Usagi."
"Salve." gli disse, guardandosi attorno. "Pensavo che il computer
avesse detto che Mamoru fosse qui."
"Oh, si'" rispose Barclay indicando dietro di lui. "E' laggiu' da
qualche parte." La guardo' piu' da vicino. "Per caso lei e' Sailor
Moon, giusto?"
Esito' un momento prima di rispondere. Ma non c'era motivo per
tenerlo segreto. "Certo, perche'?"
"Oh, bene." Inizio' a lavorare sul padd che stava tenendo in mano.
"Vorrei..."
Un rumore da un palazzo vicino lo interruppe. Una finestra era
stata sfondata e Tuxedo Kamen volo' fuori. Colpi' un muro li' vicino, e
rimase a terra, stordito. Un'altra figura apparve dalla finestra rotta
e volo' verso di lui "Stavolta ti prendero', ragazzo mascherato!"
Usagi sussulto'. Zoicite! Ma come.. ? Non importava! Era pronto ad
attaccare Mamoru, che stava ancora cercando di riprendersi. Doveva
agire ora! "Stai per pentirti di averci incontrato, Zoicite!" urlo'.
Barclay la guardo' allarmato.
Riker cerco' di fermarla. "Aspetta Usagi! E' solo..."
Troppo tardi! "MOON CRYSTAL POWER... MAKE UP!" Era la prima volta
che tre ufficiali della Flotta Stellare vedevano una senshi
trasformarsi, e rimasero affascinati alla vista. Prima che qualcuno
potesse reagire, salto' in avanti, atterrando di fronte a Tuxedo
Kamen, con il Moon Scepter pronto. "Averci gia' provato con noi non e'
gia' stata una lezione sufficiente, Zoicite? Nel caso te lo sia
dimenticato, io sono la paladina della legge, Sailor Moon! Raddrizzo i
torti e combatto il male! E questo vuol dire te!"
La figura che volteggiava rise diabolicamente. "Bene, ecco la
mocciosa della luna. E quello e' il tuo sonaglio?"
Sailor Moon digrigno' i denti "Lo vedrai!"
"Aspetta! Ferma!" urlo' Barclay.
Ma era troppo tardi. "MOON PRINCESS... HALATION!" Il raggio bianco
di energia colpi Zoicite. Il generale della Negaverse tremolo' per un
secondo, poi si fermo'. "Huh?"
"Errore nel programma" disse il computer.
"Bene, al diavolo la stabilita' della matrice olografica." sospiro'
Barclay.
Sailor Moon sembro' non averlo sentito. "Errore nel programma? Che
significa?!?"
Kunzite apparve dalla finestra. La sua espressione si fece rabbiosa
quando vide Zoicite congelato di fronte a Sailor Moon. "La pagherai,
Sailor Moon."
Sailor Moon lo guardo'. "Prima Rubeus, poi Zoicite, ora tu! Ma che
e'? La settimana del ritorno dei cattivi morti?"
"Computer, fermare programma." disse Worf. La sfera di energia che
Kunzite aveva lanciato contro Sailor Moon si fermo' a mezz'aria.
Luna usci' dalla costruzione e guardo' Worf. "Che e' successo?"
"Sailor Moon" rispose Worf. "Non abbiamo ancora inserito i
parametri dei suoi attacchi nel computer. Non e' stato in grado di
processarli nel programma, e c'e' stato un errore."
"Stavo per farlo, percio' i sensori erano al massimo." disse
Barclay. "Probabilmente hanno raccolto abbastanza informazioni sul suo
attacco da poterli analizzare e far ripartire il programma. Computer:
arco." Il controllo ad arco apparve li' vicino e l'ingegnere inizio' a
lavorare al pannello.
"Vuol dire che questo e' un grosso gioco al computer?" chiese
Sailor Moon guardandosi intorno. "Grande!"
"Non e' un gioco" rispose duramente Worf. Usagi istintivamente si
protesse al tono della sua voce. "E' una simulazione di allenamento."
Dopo uno sguardo da Riker, continuo' con un tono piu' calmo. "Luna mi
ha chiesto di modificare un programma per aiutare le senshi nel loro
allenamento. Dato che le necessita' di sicurezza in questo universo
sono minimali, ho acconsentito. Il comandante LaForge mi ha
consigliato di rivolgermi al signor Barclay visto che e'... un esperto
in questo campo."
Sailor Moon aveva smesso di ascoltarli, e si era chinata su Tuxedo
Kamen, aiutandolo a rialzarsi. "Stai bene?" gli chiese.
Prima di rispondere, Mamoru guardo' Riker, che capi' la situazione
e annui'. Dopo una parola con gli altri ufficiali, i tre lasciarono il
ponte ologrammi. "Dovrei essere io a chiedertelo."
Usagi senti' il suo sguardo, e si volto'. "Io... Io sono sorpresa
che tu mi voglia ancora parlare."
"Usagi..."
"Ho cercato di ucciderti!" le lacrime iniziarono a sgorgare di
nuovo.
"Usagi" disse di nuovo. Le prese il mento con la mano e le volto'
la faccia verso di lui. Con la mano libera, si tolse la maschera
e la guardo' fissa negli occhi. "Rubeus ha cercato di uccidermi, non
tu. Tu l'hai fermato alla fine. Tu hai salvato me... Tu hai salvato
tutti noi. Questo e' importante." si guardarono per un momento
silenzioso, poi, come se fossero stati d'accordo, si abbracciarono
stretti. "Ti amo, Usagi. L'ho sempre fatto e lo faro' sempre. Non
importa cosa succedera'."
Luna guardava con un senso di soddisfazione quando percepi'
qualcuno dietro di lei. Si volto' e vide le altre senshi che stavano
li' in silenzio, con sorrisi di felicita' sui loro volti che
indicavano che anche loro erano contente per come stavano andando le
cose.
La gatta torno' a guardare avanti e si compiacque. Sarebbe stata
una lunga strada, ma era sicura che Usagi poteva riprendersi
completamente.

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TO BE CONTINUED

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Messaggio da trekfan1 » 4 ott 2009, 19:07

Sailor Trek: The Next Generation
Un Borg da ricordare...
Epilogo - Il party di addio
Storia originale di Bill Harris
Traduzione ed adattamento di Ezio "Bosk" Boscani

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Space -- The final frontier.
These are the voyages of the starship Enterprise.
It's continuing mission -
to explore strange new worlds...
to seek out new life and new civilizations...
to boldly go where no one has gone before.


Sailor Trek: The Next Generation
Un Borg da ricordare...

Epilogo - Il party di addio

Storia originale di Bill Harris
Traduzione ed adattamento di Ezio "Bosk" Boscani

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"Diario del capitano. Data stellare 45242.5. Il comandante LaForge
ha riparato la nave con la sua consueta efficienza. Comunque ho deciso
di non ritornare nel nostro universo per il momento. Innanzi tutto, su
raccomandazione del mio primo ufficiale, per poter sfruttare
l'opportunita' unica di esplorare le immediate vicinanze della Terra in
questo universo alternativo. Secondo, e piu' importante, permettere
ad Usagi un adeguato periodo per potersi riprendere adeguatamente.
Glielo dobbiamo, dopotutto."

"Diario personale del primo ufficiale. Data stellare 45290.3. Deanna
ha informato il capitano che Usagi ha fatto abbastanza progressi
nell'ultimo mese da poter ritornare a casa. Q le riportera' a casa
domani, e in questo momento la nave e' in rotta verso la Terra. Penso
che sopravvivero' fino a quel momento..."

Il computer principale di una nave stellare di classe Galaxy non
poteva fare degli errori, ma un osservatore vicino al Ten Forward
poteva scommettere che quello fosse un'eccezione, avendo visto le
porte del turbolift aprirsi senza che nessuno uscisse. Riker usci'
esitando e guardo' con cautela il corridoio. Facendo un sospiro di
sollievo, alzo' la custodia del trombone e si incammino' verso
l'entrata del Ten Forward.
Aveva fatto pochi passi, quando "Ciao, Will."
Il primo ufficiale si spavento' leggermente, finche' non vide la
fonte della voce. "Consigliere."
"Ehi! Come siamo tesi!" commento' Deanna. "Infatti non mi ricordo
di averti visto cosi' nervoso dal nostro primo incontro su Betazed."
"E' stato un mese... abbastanza pesante."
"Davvero?" chiese Troi, usando un tono di voce candido. "Ammetto di
essere stata abbastanza occupata con Usagi, ma non mi e' sembrato di
aver visto cose fuori dall'ordinario."
Riker la guardo' con uno sguardo addolorato, che la fece solo
sorridere ulteriormente. Sapeva perfettamente di cosa stesse parlando
Riker. "E' facile per te scherzarci su. Non sei stata il bersaglio delle
loro... attenzioni."
"Non ci credo." disse ridendo.
"Cos'e' cosi' divertente?"
"Tu!" L'espressione della faccia la fece sorridere ancora di piu'.
"Non posso credere che tu, Will Riker, che ha avuto relazioni con
donne di tutta la Federazione..."
"Deanna!" protesto'. "Hanno meno della meta' dei miei anni!"
"... sia impaurito dalle avances di due ragazzine!" continnuo'.
"Puoi confrontarti con i Borg, i Ferenghi, Q... anche mia madre, ma non
riesci a reggere Makoto e Minako." Entro' nel salotto, ancora
sorridendo.
Dopo un momento, Riker la segui' all'interno. "E' bello poter
contare su di te, Imzadi."

Per dire la verita', era stato uno strano mese anche per le Sailor
Senshi, penso' Mamoru avvicinandosi all'alloggio di Usagi. Ma non era
stato poi cosi' dispiacevole. Infatti, l'equipaggio dell'Enterprise
aveva fatto del suo meglio per fare in modo che la loro permanenza
fosse piacevole, da Riker che aveva insegnato loro a giocare a
Parisi's Square, al capo O'Brien che lo aveva portato a fare canoa sul
ponte ologrammi ieri. Era ancora dolorante dall'esperienza, anche se a
O'Brien era andata peggio, con una spalla lussata. Da quello che aveva
detto il dottor Crusher, quella non era la prima volta che succedeva.
E non riusciva a capire perche' un uomo appena diventato padre, non
fosse piu' prudente.
Naturalmente, cio' che rese piacevole il mese, era il fatto che
Usagi stava facendo buoni... no, eccellenti progressi. Dopo sessioni
quasi giornaliere col consigliere Troi, e frequenti chiacchierate col
capitano Picard, si era quasi del tutto ripresa da cio' che aveva
passato.
Stava per premere il controllo per il campanello, quando la porta
si apri'. "Mamoru! C'e' qualcosa che non va?"
Sbatte' gli occhi, sicuro che avrebbe dovuto farle fretta per
essere pronta. "Niente, Usagi. Solo... sono sorpreso che tu sia gia'
pronta."
"Hey!" protesto'. "Non e' che io debba essere *sempre* in ritardo!"
"Solo la maggior parte delle volte." disse una voce dietro di lei.
Minako usci' dalla stanza. "Ma non quando c'e' qualcuno che e' li' a
farti muovere."
"Mille grazie, Minako."
"Nessun problema." rispose la bionda, ignorando lo sguardo gelido
che Usagi le stava mandando. "Vi lascio soli. Se mi sbrigo, forse
riesco ancora a beccare Will da solo al Ten Forward." Cio' detto'
saluto' con la mano e corse verso il turbolift.
"Stiamo per andarcene e non ha ancora rinunciato a provarci con
Riker?" chiese Mamoru.
"Macche'! E neanche Mako." ripose, in un mormorio. "C'e' qualche
motivo perche' dovrebbero farlo?"
Mamoru decise che qualsiasi commento avesse fatto, l'avrebbe fatta
infuriare. "Andiamo?" le chiese porgendole il braccio. "L'ospite
d'onore non deve arrivare in ritardo."

Il Ten Forward era piu' pieno del solito, osservo' Picard, ma c'era
una valida ragione. Dopotutto, questi otto individui, per certi versi
unici, stavano per lasciare la nave dopo esserci stati per un lungo
lasso di tempo. Era naturale che si fossero formate diverse amicizie
fra loro e l'equipaggio.
Comunque c'era un senso di apprensione che veleggiava nell'aria, ma
forse era solo immaginazione. Ma sembrava che fosse normale quando Q
era coinvolto. Fortunatamente, aveva limitato la sua... visita solo
per arrivare normalmente, al solito nel momento meno opportuno, e per
chiedere quando le Sailor Senshi sarebbero state pronte per tornare a
casa.
C'era un pizzico di mistero. Perche' non l'aveva fatto da solo? Non
sembrava dover richiedere l'approvazione di qualcuno per fare
qualcosa. Qualcosa che solitamente faceva senza chiedere.
Picard si avvicino' al bar e guardo' Guinan, che anticipo' la sua
domanda. "E' vicino." disse "Ma non nelle immediate vicinanze... Non
ancora, comunque."
"Il giorno e' ancora giovane." osservo' il capitano. "Ah, vedo che
e' arrivata la nostra ospite d'onore." Infatti, in quel momento,
Mamoru e Usagi erano entrati nel salotto, seguiti a breve dal dottor
Crusher. Il capitano noto' che la coppia era leggermente rossa in viso
per qualche ragione, mentre Beverly avea un sorriso che diceva "Io
conosco un segreto!". "Dottore."
"Capitano" gli rispose avvicinandosi al bar. Dietro di lei, Mamoru
e Usagi si riunirono alle altre senshi. Makoto era ancora assente per
qualche ragione.
"E' un segreto, Beverly, o lo puoi condividere con noi?"
"Che vuoi dire, jean-Luc?"
"Sembri un gatto che ha appena mangiato un canarino" le rispose
Picard.
Esito' prima di rispondere. "Diciamo che mi sono imbattuta nei
nostri due piccioncini." Picard alzo' un sopracciglio, facendole cenno
di parlare piu' adagio. "Non farti strane idee, Jean-Luc. Si stavano
solo baciando."
Il cameriere, Ben, arrivo' al bar, ma Guinan parlo' per prima. "Non
me lo dire. Un gelato triplo con cioccolata calda, giusto?"
L'uomo la guardo'. "Stai diventanto telepatica, Guinan."
La barista scosse la testa. "No, e' solo la stessa cosa che Usagi
ha ordinato ogni volta che e' venuta qui."
"E a volte anche tre in una sola serata!" aggiunse Ben.
"Bonta' divina!" disse Beverly, stupita. "E come fa a non
ingrassare?"
"Non lo so." disse ben "Ma qualsiasi sia il suo segreto, sono
sicuro che Deanna lo vorrebbe sapere."
"Anche io!" aggiuse il dottore.

Makoto diede un'occhiata all'orologio e scosse la testa. Quella
deviazione in infermeria l'aveva trattenuta piu' di quanto avrebbe
voluto. "Grande! Sono in ritardo. Sto diventando peggio di Usagi."
borbotto' raggiungendo la porta. Come sempre, la porta si apri'
automaticamente, e corse fuori.
O cosi' avrebbe voluto, se Worf non fosse stato li', e lei ci
sbatte' contro. Evidentemente il capo della sicurezza era appena
arrivato fuori dalla sua porta.
Fortunatamente non aveva ancora preso velocita', percio' tutto cio'
che successe fu far arretrare il Klingon di un paio di passi. "Scusami.
Stai bene, Worf?"
"Non ho subito danni." disse, rimettendosi a posto la fascia.
"Spero che anche tu ti sia ripresa."
"Huh? Ah, intendi il mio braccio!" Inconsciamente, si
massaggio' l'avambraccio. Era stato ferito durante un episodio
abbastanza violento nel programma di ginnastica di Worf, quella
mattina. La sua deviazione in infermeria era stata causata da questo.
"Si', il dottor Crusher me l'ha messo a posto, nessun problema. Ma mi
ha fatto notare troppo vigorosamente che stavamo facendo andare il
programma al livello cinque."
"Bene." rispose. "Possiamo parlare in privato?"
Makoto si irrigidi'. Voleva raggiungere la festa al Ten Forward, ma
se aveva imparato una cosa in quel mese, era che Worf non era una
persona che facesse richieste inutili. Se voleva parlare con lei in
privato, cio' doveva essere importante per lui. Inoltre, era curiosa
di sapere cosa c'era in quella grossa scatola che stava portando. Beh,
c'era solo un modo per scoprirlo. "Certo!" disse, rientrando nel suo
alloggio.
Worf la segui' e mise la scatola sul tavolo, ma non disse nulla
all'inizio. Invece sembrava indeciso su come iniziare. Lei non ne era
sicura, pur essendogli stata attorno per un mese: Worf era un alieno,
dopotutto, ma le sembrava che Worf fosse nervoso per qualcosa. Cosa
voleva fare?
"Allora, Worf?" prese l'iniziativa.
Worf inizio'. "Da quanto ho capito, oggi Q vi riportera te e gli
altri al vostro luogo e al vostro tempo."
"Gia'. E' ora di tornare. Voglio dire, mi piace stare qui, ma non
possiamo starci per sempre." Guardo' la stanza, fissando lo sguardo
sul replicatore. "Inoltre, quello sara' una cosa che non mi manchera'!
Ho potuto fare poca pratica di cucina da quando sono qui!" Diede un
altro sguardo offensivo al dispositivo e torno' a Worf. "Comunque, che
succede? E che c'e' in quella scatola?"
"Un dono." rispose. Prese la scatola sul tavolo e la apri',
estraendo un bat'leth. "Da un guerriero, ad un altro."
Guardo' l'arma, incerta su cosa fare. "Perche'?"
"Praticamente siamo entrambi orfani, visto che ho capito che non
hai una vera famiglia al di fuori delle Sailor Senshi." Al suo cenno
di assenso continuo'. "Io ho una famiglia, ma molti di loro risiedono
nell'Impero... ad eccezione di mio figlio Alexander, che vive con i
miei genitori umani sulla Terra."
"Non capisco dove tu voglia arrivare, Worf." disse Makoto, confusa.
"Lasciami finire. Durante la battaglia sulla nave Borg, mi hai
salvato la vita in piu' di un'occasione."
"Beh, lo hai fatto anche tu con me... e anche le altre. C'erano un
sacco di droni da combattere."
"Si'" continuo' il Klingon. "Dalla prima battaglia sul ponte
dell'Enterprise, rispetto le capacita' della Sailor Senshi come
guerriere... Ma tu in paricolare, possiedi uno spirito guerriero."
"Grazie, Worf" disse, aggiungendo mentalmente 'penso'.
"E' un complimento." le disse, come se avesse letto la sua mente.
"Da quella battaglia, ho percepito una specie di legame fra noi...
come guerrieri. E io vorrei che tu accettassi questo bat'leth come un
segno che, anche se non siamo parenti di sangue, noi condividiamo
questo legame come una famiglia." Le porse l'arma Klingon. "Makoto, la
Casa dei Mogh sarebbe onorata di accettarti come guerriera... e come
sorella."

Tutti si voltarono a salutare i due ritardatari. Makoto e Worf
entrarono nel salotto, cercando di mostrarsi rilassati, nonostante
fossero al centro dell'attenzione. "Era ora che arrivaste!" disse
Minako.
"Ci spiace per il ritardo" cerco' di scusarsi Makoto, mettendo una
grossa scatola sul pavimento. "E' solo che..."
"Penso che possiamo immaginare cosa stavate facendo." la interruppe
Rei.
Usagi la guardo' in malo modo. "Vuoi dire che Worf assomiglia al
tuo vecchio fidanzato?" Scaldando il trombone, Riker senti' la frase e
sussulto', suonando un paio di note stonate. Sorridendo, si scuso' col
resto della banda.
"Penso che Minako abbia fatto colpo sul comandante Riker." osservo'
calma Ami. Minako riacquisto' il buon umore e guardo' la banda,
sorridendo a Riker che divenne visibilmente pallido.
Nel frattempo, Worf e Makoto stavano cercando di negare, ma non
sembravano avere successo. "Non pensavo che ti piacessero delle giovani
donne, Worf." disse Beverly, entrando nello spirito della discussione.
"Non e' il caso, dottore." le rispose Worf, fulminandola con lo
sguardo.
Fortunatamente ai due ritardatari venne risparmiato un ulteriore
imbarazzo quando intervenne Data. "Penso che loro non si siano
intrattenuti con attivita' sessuali." disse l'androide.
"Uh, e come fa a dirlo?" chiese Rei. Beverly pote' notare segni di
sconforto alla piega che stava prendendo la conversazione. O almeno
alla strada che aveva intrapreso l'androide.
Senza saperlo, Data continuo'. "Ho fatto estensive ricerche sulle
pratiche sessuali di diverse razze, inclusi i Klingon. Il sesso fra i
Klingon tende ad essere abbastanza... di natura fisica, e spesso i
partecipanti subiscono delle ferite." Vedendo le ragazze arrossarsi in
viso, Beverly decise di intervenire prima che Data potesse proseguire.
Conoscendo bene l'androide, sapeva che avrebbe potuto andare avanti
per ore. E continuo' dicendo "Infatti, e' considerato segno di buona
sorte fratturarsi una clavicola la notte del matrimonio. E..."
La dottoressa prese l'androide per il braccio e lo tiro' a forza
verso il bar. "Su, Data. Le offro un drink."
"Data si irrigidi', confuso. "Ma... Ho gia il mio drink, dottore."
indicando un bicchiere pieno.
"Gliene offriro' un altro, allora."

La banda stava ancora suonando, dando fondo alle proprie riserve di
stamina, e stavano entrando nella terza ora... o era la quarta? Troi
scosse la testa. Non c'era dubbio che Data avrebbe potuto dirle con
precisione la durata attuale del party al secondo, ma gli umanoidi
tendono a perdere il senso del tempo di fronte a questi eventi. Andava
bene cosi', come il synthalcool che era la base delle bevande che
venivano servite.
Sentendo l'avvicinarsi di qualcuno, si volto' e vide Rei. "Come fa
a farlo?" le chiese, indicando Riker. "Ogni volta che c'e'
un'interruzione, Makoto e Minako sono occupate con qualcuno che parla
con loro."
"Gli ufficiali della Flotta sono allenati ad avere un buon
tempismo" disse Deanna con un sorriso. "E io credo che abbia reclutato
diversi complici, piu' che altro Geordi e Worf, per fargli da scudo in
quelle situazioni. Perche'? Volevi vedere i fuochi d'artificio?"
"Ero solo curiosa." rispose difendendosi. Poi aggiunse "Perche' non
ti ha reclutata per aiutarlo? Dopotutto credevo che voi due foste...
stati insieme."
"Infatti. Ma Will mi conosce bene per chiedermelo. Gli direi
solamente 'Sei un ragazzone, Will. Puoi cavartela da solo di fronte a
due ragazzine'". Comunque sentiva lo sconforto di Riker alle loro
divertenti avances.
Senti' un senso di preoccupazione da Rei. Guardandola, vide che il
suo sguardo era rivolto verso Usagi al bar, dove lei e Mamoru stavano
parlando col capitano Picard. "Sei ancora preoccupata per lei, vero?"
Rei annui'. "Gia'. Voglio dire, sembra normale adesso... per lei."
Deanna alzo' un sopracciglio al commento. Sapeva che lo diceva solo
per salvare le apparenze. E sapeva che Rei lo sapeva. "Ma e' riuscita
a passare anche questa."
"Vero" disse Troi. "Ha fatto abbastanza progressi da poter
continuare senza di me, ma ci vorra' molto tempo per potersi buttare
alle spalle l'esperienza. Non cercare di forzarla. Se te ne vuole
parlare, sara' lei a dirlo. Altrimenti, trattala come faresti
normalmente."
Prima che Rei potesse rispondere, la voce di Artemis arrivo' da
sotto un tavolo li' vicino. "Non penso che lei lo voglia davvero,
consigliere."
Riusci' *quasi* ad evitare il calcio di Rei.

Minako si irrigidi' leggermente e guardo' la stanza. Pensava di aver
sentito Artemis gridare, ma tutto cio' che vide in quella direzione
era Rei che parlava con Troi. Scrollando le spalle, ritorno' la sua
attenzione alla conversazione con Geordi.
L'ingegnere stava dicendo "... se avesse continuato, avremmo potuto
scoprire se fosse possibile prosciugare le riserve di energia di una
nave semplicemente esagerando con l'uso del replicatore." Guardo' di
nuovo Minako. "E inoltre, non avrei mai pensato che fosse possibile
che qualcuno potesse attivare la frattura del nucleo semplicemente
colpendo casualmente due bottoni."
"Hey! Ho detto che mi dispiace!"
"Su!" le disse con un sorriso. "Stavo solo scherzando!"
"Sara' meglio!" gli rispose. Il suo stato d'animo cambio' quando
diede un'occhiata alla banda. "Oh, il comandante Riker ha finito di
suonare. Scusatemi."
Inizio' a muoversi in quella direzione, ma Data la intercetto'
prima. "Mi scusi, ma sono curioso. Perche' lei e Makoto siete cosi'...
aggressive verso il comandante Riker?"
Lo guardo'. "Sta scherzando? E' il piu' bel fusto della nave, ecco
il perche'!"
Un'espressione confusa si formo' sulla faccia di Data. "Il piu' bel
fusto?"
Geordi sorrise. Nonostante tutti i suoi tentativi di diventare piu'
umano, Data non aveva ancora imparato lo slang. "Vuole dire che e'
attraente, Data."
"E' cio' che ho detto."
"Ah." Data annui', apparentemente soddisfatto. "Sembra essere
l'opinione della maggior parte delle donne."
Minako rimase di gelo. "Huh?"
"Ho osservato che il comandante Riker sembra avere un grande
successo in questioni romantiche."
Ora era Minako ad essere confusa. "Come puo' saperlo? Pensavo che
lei non avesse emozioni."
"Vero" rispose Data. "Non sono capace di sentire emozioni. Comunque
ho diverse esperienze in questo campo. La mia esperienza romantica fu
circa tre mesi fa. Il mio precedente incontro sessuale fu quattro
anni, tre mesi, sette giorni, dodici ore, dieci minuti e quarantasette
secondi fa."
Mina arrossi' in volto. "Ma... Lei e' solo una macchina. Come
puo...?"
Quando non fini' la frase, Data chiese "Come posso cosa?"
"Lo sa."
"Penso voglia dire fare sesso, Data." intervenne Geordi.
"Capisco. Lei crede che io sia incapace di performances sessuali.
Si sbaglia." Scioccata, Minako lo guardava, bevendo un sorso dal
bicchiere. Senza dare peso a cio', Data continuo' "Sono pienamente
funzionale, programmato in una varieta' multipla di tecniche
sessuali."
Geordi penso' che era solo pura sfortuna che Minako stesse
guardando in quella direzione in quel momento... quando gli spruzzo'
addosso la bibita che stava bevendo.

Ami alzo' lo sguardo dal padd che stava studiando verso il suono
dei colpi di tosse. Dopo aver visto che Minako stava bene e che
Geordi e Data avevano la situazione sotto controllo, torno' a leggere.
O almeno, ci provo'. Una mano lo prese e glielo strappo' dalla
presa. Beverly Crusher esamino' il contenuto dello schermo, ignorando
le proteste di Ami. "Come pensavo. Anche se non ci volevo credere
quando Makoto me l'aveva detto." Scuotendo la testa, si sedette in
fianco alla ragazza. "Siamo qui, nel mezzo di un party... e tu stai
studiando?!?"
"Siamo state via un mese. Ci vorra' un po' per ricominciare."
"E io che pensavo male di Wesley." disse Beverly con un sospiro.
"Da quanto mi hanno detto, Ami, di solito sei piu' avanti della tua
classe. Inoltre hai preso delle lezioni qui sulla nave, percio' non
dovresti metterci molto a ricominciare. Sei troppo giovane per fare
questo." Quando fini' di parlare, si senti' presa da un senso di deja
vu. Quante volte si era trovata in una situazione simile con Wesley?
"Voglio lavorare sodo. Lei sa che voglio diventare un dottore."
"Non posso dire di disapprovare la tua scelta" ammise Beverly. "Ma
dovresti lo stesso prenderti del tempo per rilassarti, in special modo
alla tua eta'. La tua giovinezza viene una volta sola. Inoltre credo
che scoprirete che non sara' passato molto tempo quando tornerete a
casa."
Ami sembro' sorpresa. "Come fa ad esserne sicura?"
"Precedenti esperienze con Q. E la prima e' stata la peggiore."
Beverly guardo' nella stanza, ma l'entita' non era ancora apparsa.
Prima che potesse dire qualcos'altro ad Ami, un rumore di acqua arrivo'
dal bar, seguito da un urlo felino.
"Artemis!"

Pochi momenti prima, Geordi si stava avvicinando al bar, cercando di
asciugare la propria uniforme senza molto successo. "Tenga, comandante.
Sembra che ne abbia bisogno."
Guardo' ed accetto' il tovagliolo che gli veniva offerto. "Grazie,
Reg." Si sedette a fianco dell'ingegnere diagnostico ed inizio' a
pulirsi la maglia meglio che pote'. Mentre lo faceva, noto' Luna che
stava sdraiata sul bancone vicino a Barclay, sembrando molto contenta
mentre l'ingegnere la grattava. "Non sapevo che ti piacessero i gatti."
"Oh, mi sono sempre piaciuti, signore."
"E sa anche come grattarci." disse luna fra le fusa.
Geordi sorrise. Barclay era riuscito anche a parlare coi gatti,
mentre non molto prima era a malapena capace di parlare con i suoi
compagni. Mentre non lo avrebbe mai considerato un gregario, era
migliorato molto da quando era salito a bordo. Ed era un buon ingegnere.
E pensandoci... "Hey, Reg. Te lo volevo chiedere. Come stanno andando le
riparazioni del ponte ologrammi tre?"
"Oh, bene signore. Abbiamo quasi rimpiazzato la meta' dei chip
isolineari saltati." Barclay si acciglio' indicando Minako che stava
ancora discutendo animatamente con Data. "E' vero che e' riuscita a
cortocircuitare i controlli semplicemente cercando di modificare i
parametri del programma?"
"E' quello che mi e' stato detto."
"Non capisco. Non... non puo' succedere." insis-bip- Barclay.
"Non conosce Minako bene." disse un'altra voce. Luna apri' un occhio
e vide Artemis che era saltato sul bancone.
"Pensavo che tu stessi parlando col consigliere Troi."
Esito' un attimo, poi guardo' velocemente dove si trovavano Troi e
Rei prima di rispondere. "Stava diventando troppo pericoloso da quelle
parti." Il gatto tremo' leggermente sedendosi di fianco a Luna. "Ah,
comandante Riker." disse, salutando il primo ufficiale che si
avvicinava. "Ha pensato che fosse il momento giusto per lasciare la
banda?"
Riker si guardo' attorno prima di rispondere. Data e Worf stavano
tenendo le sue inseguitrici occupate. "Per il momento. Piu' al sicuro
che al tavolo da poker prima."
"Poker?" Luna sussulto', e diede uno sguardo di disapprovazione
al comandante. "Lei non ha giocato a poker con loro, vero?"
"Non con loro." la rassicuro' Riker. Punto' Artemis, che sembrava
abbastanza soddisfatto con se stesso. "Lui. Mi ha ripulito." Fece cenno
a Guinan per un drink.
Luna si sedette e guardo' Artemis, scioccata. "Forse e' un bene che Q
ci riporti a casa oggi."
Artemis si acciglio'. "Devi proprio menzionare quel cretino!"
"Starei piu' attento quando parli di lui. Ricordati cosa e' successo
l'ultima volta che lo hai insultato."
"Hah!" rispose. "Ho controllato con Data. Spot non e' piu' in calore,
e nemmeno le altre gatte della nave. E dubito che possa uscirsene con
qualcosa di piu' originale."
Geordi e Riker sembrarono dubbiosi, ma prima che potessero dire
qualcosa, Guinan salto' come se fosse stata colpita da un bastone
Klingon del dolore. Giro' la testa verso Artemis. "Attento!"
"Huh?" Prima che il gatto potesse dire qualcosa, una grossa sfera
d'acqua si formo' sopra la sua testa. Fluttuo' su di lui per un secondo,
e si pote' sentire una voce dire. "Oh, davvero? Beh, congela, gatto."
L'acqua cadde addosso ad Artemis con un fragoroso *splash*.
Ci fu un momento di silenzio fra i presenti alla vista del gatto ora
bagnato. Si alzo' sul bancone, tremando, col colore che lentamente
virava ad un pallido blu. "E' F-F-FRED-D-DA!!"

Picard guardo' la confusione con un'espressione preoccupata. Non che
potesse farci molto. Minako e Guinan stavano asciugando Artemis con
dei tovaglioli, mentre Beverly e Ami lo controllavano col tricorder e
col computer. "Sembrerebbe che Q abbia fatto notare la sua presenza."
"Grande." borbotto' Usagi. "Quel verme sa certamente come rovinare
un party."
Picard annui'. "Concordo. Sfortutatamente Usagi, non c'e' molto che
possiamo fare con lui. Dopotutto non e' come se potessimo rinchiudere
un onnipotente in prigione."
"Gia'." disse la ragazza. "Non gli servirebbe da quanto e'
potente."
Picard considero' brevemente, poi lascio' stare, l'idea di dirle
che era cio' che aveva detto. Al suo posto, continuo. "Comunque c'e'
stata una volta che sono stato in grado di metterlo in gabbia."
Cio' sollevo' la loro curiosita'. "Oh?" disse Mamoru. "E come mai?"
"E' stato... circa due anni fa. Q e' apparso in plancia ..." decise
di non accennare al fatto che Q era completamente nudo. "...
affermando che i suoi compagni nel continuum gli avevano levato i suoi
poteri. Naturalmente non credevamo a quella storia. Alla fine urlo'
'Che dovrei fare per convicervi?' E Worf diede una risposta... molto
appropriata." si fermo' volontariamente lasciando la storia in
sospeso.
"E che gli disse?" chiese Usagi.
Picard abbasso' il tono della voce per imitare quella del suo
ufficiale della sicurezza. "'Morire'". Ebbe l'effetto desiderato. Sia
Usagi che Mamoru sorrisero, e lui stesso aggiunse una breve risata.
"Beh, per condensare la storia, visto che apparentemente non aveva
poteri, ho deciso di ripagarlo per i guai che ci aveva causati. Ho
ordinato a Worf di metterlo in prigione."
"Oh, molto divertente, Jean-Luc." disse una voce, prima di
rivelarsi Q.
Q non sembrava divertito, il che convinse Picard a non smetterla.
"Sono qui a salvare te e la tua preziosa nave e tu mi ripaghi cosi'?
Offendendo la mia buona reputazione?"
"Per poterlo fare, Q, prima dovresti *avere* una reputazione!" gli
rispose Picard.
"Non mi spingere oltre, mon capitaine. E non hai avuto neanche la
cortesia di invitarmi alla festa." Con uno sguardo addolorato, aggiuse
"Jean-Luc. Sono offeso."
"Ti passera'."
"Si', forse." L'entita' guardo' nella stanza. "Beh, penso che
dovrei vestirmi per l'occasione."
Picard si irrigidi' quando l'entita' schiocco' le dita. Q era
apparso nel solito abbigliamento di capitano della Flotta Stellare.
Visto che li' tutti erano in vestiti privati o in uniforme, non era
sicuro di cio' che volesse fare Q. Ma stavolta ebbe una buona idea,
penso', quando il bagliore attorno a Q svani'.
Q aveva cambiato il suo abbigliamento in uno smoking, e stava
indossando una maschera. Riflettendoci, era identito al vestito di
Mamoru nel suo stato trasformato, un fatto che non piacque alle Sailor
Senshi. Lo guardavano attonite, Usagi piu' di tutte. Mamoru fu scosso
per un attimo, ma ora stava fissando Q.
"Tuxedo Q, al suo servizio." dichiaro', togliendosi il cilindro e
facendo un inchino profondo verso Usagi. "Posso invitarla a ballare?"
Mamoru si intromise. "Non penso proprio."
I due si fissarono per alcuni secondi, con la tensione che stava
diventando palpabile. Alla fine Usagi disse "Smettila, Q. Comunque
quel vestito sta meglio a Mamoru."
"E' vero." aggiunse Makoto avvicinandosi con Worf.
"Si', non e' il mio solito abito." aggiunse Q, tornando
all'uniforme della Flotta Stellare. "Si', questa e' molto meglio.
Quello smoking era troppo attillato per uno della mia natura... sta
meglio decisamente a lui." Prima che Mamoru potesse rispondergli
"Dimmi, ma vai in battaglia sempre vestito in maniera cosi' formale?"
Sembrava che Mamoru stesse per dire qualcosa, ma Usagi lo prese per il
braccio e lo tiro' al bancone, ma non prima di aver dato a Q uno
sguardo di ghiaccio. "Oh, sembra che non le piaccia. E' stato qualcosa
che ho detto?" chiese a Picard.
"Penso che abbia a che fare con l'essere stata assimilata, Q."
rispose il capitano.
"Oh, davvero Jean-Luc? Io non c'entro. L'unica cosa che ho fatto e'
stata portarli qui."
"Si', ma non ci hai informati su cio' che sarebbe successo." lo
accuso' Makoto.
"Vi aspettate che vi tenga per mano per tutta la vostra esistenza?"
disse Q. "Voi umani continuate ad esultare perche' imparate dalle
scoperte, ma quando arriva qualcosa di ignoto, volete che qualcuno vi
dia le risposte su di un piatto d'argento."
Gli arrivo' una risposta, sotto forma di una sbuffata dal vicino
bancone. Vedendo Minako ancora impegnata ad asciugare Artemis, Q ando'
da lei e disse "Ah, vedo che qualcuno e' inciampato in un gatto
bagnato."
"Molto divertente" disse la voce di Artemis. Tiro' fuori la testa
dai tovaglioli e guardo' l'entita'.
Minako diede uno sguardo intenso a Q. "Spero che tu sia
soddisfatto, Q. Potrebbe morire di raffreddore."
"Oh, sono sicuro che non accadra'." la rassicuro' Q. "Dopotutto ci
sei tu che gli farai da infermiera. Giusto?'
"Naturalmente." gli rispose la ragazza.
Picard e Guinan si scambiarono uno sguardo, sicuri che c'era
qualcosa in questo scambio di battute. Primo, perche' Q non aveva
l'abitudine di dire qualcosa di buono di qualcuno. Secondo, le Sailor
Senshi e Mamoru erano scioccate con gli occhi quasi fuori dalle
orbite.
Anche gli occhi di Artemis si spalancarono, ma la sua espressione
era piu' di orrore. "Sono fritto." mormoro'. Minako mosse lo sguardo da
Q al gatto.
"Artemis!"
Q sorrise, lasciando che le emozioni girassero per la stanza per
un momento. "Beh, non sia mai detto che io non sia stato magnanimo."
proclamo', schioccando le dita. "Ecco, Artemis... Asciutto e ben
caldo."
Artemis si senti' caldo e asciutto, e si trascino' fuori dal
tovagliolo. "Ah, molto meglio."
"Io... non lo ringrazierei ancora, Artemis." disse Minako.
"E perche'?"
Lo indico'. "Um... la tua pelliccia?"
Artemis si giro' come pote' per guardare dove indicava Minako, e
sussulto'. La sua pelliccia sembrava appena uscita da un'essicatrice
programmata per ravvivare la lana. "Q!!!" Da parte sua, Q sembrava
insofferentemente compiaciuto. Piu' del solito.
"E' sempre cosi'?" chiese Makoto mentre l'entita' si stava
divertendo.
Worf guardo' Q con uno sguardo assassino. "Si'".
Q mise un'espressione scioccata sul viso. "Che rude che sei,
Microcervello! Sembra che tu sia piu' acido del tuo succo di prugne."
Makoto guardo' dubbiosa Worf. "Succo di prugne?" Guardo' il
bicchiere che stava tenendo Worf. Pensava che fosse una qualche
bevanda Klingon.
"Una bevanda da guerriero." si difese Worf.
"Bene." disse Q vedendo Makoto e Worf assieme. "Sembra che voi
abbiate rotto il ghiaccio. L'amazzone e il microcervello. Dimmi Worf,
sono invitato al matrimonio?"
Worf lo guardo', rifiutando di controbattere. Makoto, invece, era
piu' aggressiva. "Lasciamelo elettrizzare ancora!" Raggiunse la sua
Star Henshin Pen, ma Worf la fermo'.
"Oh, lasciala fare, Microcervello. Lascia che mi elettrizzi col suo
piccolo dragone."
"Lo vorrei vedere anche io, ma non cambierebbe nulla." commento'
Riker. "Continueresti a dar fastidio, come il proverbiale penny
scozzese."
Q si ingobbi'. "Credo che non apprezzi il mio valore qui
dentro, Riker. Senza di me che ti do fastidio ogni tanto, la piu'
grossa sfida della tua esistenza sarebbe cercare di far sorridere
Worf." si rivolse al Klingon. "Che ne dici Worf? Lo fai un sorriso per
moi?" L'unica risposta di Worf fu sbuffargli addosso dalle narici.
Picard decise che era tempo di intervenire e di mettere dei limiti
a Q prima che qualcuno perdesse davvero le staffe. E se fosse capitato
ad una delle Senshi, avrebbe potuto causare seri danni al Ten Forward.
"Q..." disse "... basta."
Q emise un sospiro frustrato. Picard cercava sempre di interrompere
il suo divertimento. "Oh, molto bene, mon capitaine. Ma ho paura che
tu stia diventando troppo insipido con l'avanzare dell'eta'."
ignorando lo sguardo di Picard, continuo'. "Il Q Express e' qui!
Tutti in carrozza. Salutatevi finche' potete!"
Ci fu una lieve commozione quando le Senshi salutarono l'equipaggio
dell'Enterprise. Alla fine, Usagi arrivo' da Picard. "Grazie,
capitano. Per tutto." Impulsivamente diede al capitano un veloce
abbraccio, che lo lascio' leggermente imbarazzato.
Mamoru decise solo di stringerli la mano. "Anche da parte mia."
Q apparve dietro a Picard e gli sussurro' nell'orecchio. "Non e' un
po' giovane per te, mon capitaine?"
Picard fece del suo meglio per ignorare l'entita'. "I miei migliori
auguri ad entrambi. Buona fortuna in qualsiasi avventura vi
troverete."
"E che avventure interessanti che saranno!" aggiunse Q.
"Che vuoi dire con questo?" chiese Makoto.
"E' cio', come dicono, che io conosco e voi dovete scoprire." Q fece
dei cenni nella stanza. "Molto bene, Sailor Senshi. E' ora di tornare
a casa!" Poterono fare un ultimo saluto con la mano prima che Q
schioccasse le dita, e svanirono dal Ten Forward. Continuando con la
sua abilita' da show-man, Q disse. "E ora, per il prossimo trucco..."
"Risparmiatelo, Q" lo interruppe Picard. "Andremo a casa coi nostri
mezzi."

"Siamo entrati nel sistema terrestre, capitano." disse Data. "Il
nostro vettore di avvicinamento dovrebbe rendere difficile per la
Terra rilevarci finche' non raggiungeremo il flusso."
Picard annui' mentre si sistemava sulla sedia. Il party era stato
interrotto pochi momenti dopo che i loro ospiti erano partiti, e la
nave stava tornando alle normali attivita'. Comunque, c'era qualcosa
che mancava, ora che le senshi se n'erano andate, riflette' Picard.
Era simile alla sensazione che fosse tornato alla sua casa astrale, la
sensazione di una casa vuota. Ed era una strana sensazione su una nave
con oltre mille persone a bordo. "Diminuire a velocita' di impulso,
ensign Ro."
"I motori a curvatura sono pronti, Geordi?" chiese Riker.
"Si signore." rispose l'ingengere. "Li ho programmati per emettere
il campo di curvatura alla frequenza corretta quando incontreremo il
flusso. Dovrebbe portarci dritti a casa."
Q sembro' annoiato. "Una perdita di tempo. Vi potevo riportare a
casa piu' in fretta."
Riker cerco' di ignorare Q per il momento. Forse se lo avesse fatto
per molto, se ne sarebbe andato. No, non poteva essere cosi'
fortunato. Guardo' la plancia, poi disse al capitano "Sa, ero cosi'
abituato ad averle attorno che in qualche modo la nave mi sembra piu'
vuota." Picard annui', condividendo l'impressione.
"Ti mancano gia' le tue ragazze?" intervenne Q. "Beh, se ti senti
solo, Riker, posso fare in modo di fartele andare a trovare ogni tanto."
Deanna cerco', ma non riusci' completamente, a trattenere una risata
nel vedere la faccia del primo ufficiale. Riker sposto' lo sguardo da
Q a lei.
"Ho notato la stessa cosa." disse Picard, cercando di non notare la
costernazione di Riker. "Avevano un modo di rendere la vita...
interessante."
Q assunse un'espressione perplessa. "Non stiamo diventando troppo
sentimentali qui dentro?" osservo'.

La solitudine del tempio fu disturbata da un suono e da sei alte
colonne di luce, accompagnate da altre due piu' piccole, che
velocemente svanirono nelle senshi, Mamoru e i due gatti.
Si guardarono attorno, controllando dove fossero. Almeno, gli umani
lo fecero. Artemis inizio' subito a risistemarsi la pelliccia, aiutato
da Luna. Con loro grande sollievo, videro che erano nel cortile del
tempio. Come promesso, Q le aveva rimandate a casa.
"Che sollievo." disse Minako. Si guardo' intorno ancora una volta.
"Non sembra sia cambiato molto. Mi chiedo quanto tempo siamo state
via."
Ami aveva gia' preso il computer e stava usandolo per capire l'ora.
"E' lo stesso giorno di quando ce ne siamo andate" disse.
"Cosa?" esclamo' Rei e tutte si misero attorno ad Ami. Tutte le
bocche rimasero aperte quando videro lo schermo. "Siamo state via...
un paio di MINUTI?!?"
"Ma che... Siamo state sull'Enterprise per piu' di un mese!" disse
Makoto.
"Avrei dovuto immaginarlo. Abbiamo visto che Q puo' facilmente
manipolare il tempo e lo spazio." disse Ami. "Non e' tanto
sorprendente che ci abbia rimandate qui esattamente dopo che ce ne
siamo andate."
"Gia', penso sia vero." Rei guardo' Usagi. "Ma scommetterei che
neanche Q sarebbe in grado di far arrivare Usagi in orario."
Un osservatore poteva dire che Rei stava scherzando, vedendo lo
sguardo che aveva negli occhi, e che stava solo prendendo in giro
la leader delle Sailor Senshi. Sfortunatamente, Usagi non era molto
attenta, e si volto' da Mamoru, infiammandosi. "Io posso arrivare
dovunque in orario, Rei! Smettila di prendermi in giro!"
"Hah! Eri in ritardo per l'incontro che dovevamo avere il mese
scor... ehm... oggi! Come sempre!"
"Ero in ritardo perche' sono stata messa in punizione!"
Rei senti' crescere la sua tempra, e istintivamente ritornarono le
vecchie abitudini. "Probabilmente perche' eri arrivata in ritardo a
scuola ancora, testolina buffa!"
"Oohh... Smettila di chiamarmi testolina buffa, tu.. tu...
Lanciafiamme!"
Luna sospiro', visto che l'ennesimo litigio fra le due era iniziato.
"Beh, vedo che le cose sono tornate alla normalita'.'
"Hai proprio ragione" disse Artemis, che stava ancora lavorando
alla sua pelliccia.
"Thbb!!" Entrambe le ragazze tirarono fuori la lingua.

"Stiamo avvicinandoci alle coordinate del flusso." annuncio' Ro.
"Nessuna indicazione che ci abbiano rilevato." aggiunse Data.
Picard annui'. Sembrava che il loro transito non avrebbe arrecato
disturbi a quella Terra. "Ridurre velocita' a meta' impulso, ensign.
Alla via cosi'."
L'ensign Bajoriana annui', e fece gli aggiustamenti al timone per
guidare l'Enterprise all'interno del flusso. "I motori a curvatura si
stanno attivando." disse Geordi. "Siamo nel flusso. Come previsto,
c'e' una diminuzione dell'energia." Ad enfatizzare questo punto, le
luci del ponte tremolarono, come fece lo schermo principale, durante
la transizione fre i due universi. Ma la nave riemerse velocemente
dall'anomalia spaziale e i sistemi si stabilizzarono.
"Ferma tutto." ordino' Riker una volta che si erano allontanati dal
flusso.
"Il timone conferma: tutto fermo."
Data fece una rapida scansione dell'area. "I sensori confermano che
siamo tornati nel nostro universo, signore."
"C'e' stato un calo di energia su tutta la nave, ma tutti i sistemi
dovrebbero tornare alla normalita' fra breve." disse Geordi. "Le
modifiche che ho fatto agli scudi ci hanno protetto dal peggio."
"Bene" disse Picard. Guardo' Riker e diede un veloce cenno. Era ora
di mettere in pratica il piano che avevano preparato.
"Signor Worf, pronto il siluro modificato."
Q li guardo' abbastanza scioccato. "Cosa?"
"Sigilleremo il flusso quantido." spiego' Picard.
"Le anomalie interdimensionali nello spazio non sono cose con cui
giocare troppo alla leggera, Jean-Luc. Specialmente se non conosci la
loro natura... e tu non la conosci. Non lo farei se fossi in te."
Picard guardo' Q. "Ma io non sono te."
"Ottima ragione per ascoltarmi." insis-bip-. "Che ti spinge a
proseguire con questo piano?"
Il capitano cerco' di spiegare. "E' necessario, Q. Dobbiamo
prevenire la possibilita' che chiunque in questo universo, come i Borg
o i Romulani, possa interferire con l'altro."
"Nobile come sempre, mon capitaine." disse Q. "Ma mal indirizzato.
Ti potrei suggerire di prenderti un po' di tempo per pensarci? Magari
uno o due secoli, in modo che voi possiate capire meglio la fisica
interdimensionale?"
"Grazie per il tuo consiglio." rispose Picard. "Ma no."
Q alzo' le mani in segno di resa. "Va bene. Vai avanti. Testone. Ma
non dire che non vi avevo avvisati."
"Fuoco." Il siluro usci' dal tubo e entro' nel flusso. Ci fu un
breve lampo di luce quando esplose.
Data guardo' le letture dei sensori. "Il flusso e' scomparso,
signore."

Pluto si spavento'. Qualcosa si stava formando nel flusso del
tempo, qualcosa che non doveva esserci. Doveva muoversi in fretta per
prevenire che il danno alla realta' divenisse permanente. Le venne
un'idea. Si', forse loro potevano essere di aiuto.
Scosse la testa, i suoi lunghi capelli neri si muovevano alla
leggera brezza della porta. Avrebbe avuto una lunga discussione con Q
quando tutto sarebbe stato risolto.

Riker guardo' Q. "Non mi sento diverso, Q." C'era un tono esultante
nella sua voce.
Da parte sua, Q divenne stranamente serio. "Le conseguenze di
questo gesto, ci metteranno un po' prima di farsi notare, Riker. E non
sarai il solo che ne subira' le conseguenze." si rivolse a Picard. "Ti
pentirai di non avermi ascoltato, mon capitaine... segnati queste
parole." Detto questo, svani' nella sua maniera, ma non prima di
borbottare "A lei non piacera' tutto questo."
"Lei?" chiese Geordi. "Chi e' questa lei?"
Data scosse la testa. "Non saprei." Dagli sguardi in plancia,
nessun altro ne aveva la benche' minima idea.
Picard guardo' dove stazionava Q pochi secondi prima. "Perche' ho
la sensazione che avesse ragione?" Forse aveva congedato l'entita'
troppo rapidamente. Rimosse quel pensiero dalla testa velocemente.
Cio' che era stato fatto era fatto. Se Q aveva ragione, avrebbero
affrontato le conseguenze quando si sarebbero rivelate loro. "Ensign,
rotta per la Base Stellare 215. Curvatura sei."
"Rotta impostata."
Picard porto' la mano in avanti "Engage."

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THE END

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