IL DONO

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TheGib
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Re: Una nuova ff... in un forum non molto frequentato. Chi la leggerà?

Messaggio da TheGib » 14 giu 2016, 22:13

@Maty: abbi pazienza, arriva a 10 messaggi; poi mi ingaggerai coi PM :wink:
Nel frattempo complimenti e... hai un PM ::p:
"La nostra vera nazionalità è l'umanità." H.G.Wells
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"...c'è una certa drammatica ironia in tutto questo, una sincronia che sconfina con la predestinazione, si potrebbe dire..." R.Giles

Maty
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Re: Una nuova ff... in un forum non molto frequentato. Chi la leggerà?

Messaggio da Maty » 16 giu 2016, 19:40

Capitolo 5

“Quali sono le sue condizioni fisiche?” chiese Spock, guardando Jimmy che divorava i suoi pancake seduto su di un bioletto in infermeria.
Era circondato da tutte le infermiere del turno che non smettevano di sorridergli e dirgli cose dolci.
Il ragazzino sorrideva educato, ma si ritraeva appena cercavano di toccarlo o accarezzarlo.
McCoy doveva ammettere che Jimmy era un bambino molto, molto carino.
Ora che si era calmato anche estremamente ben educato per la sua età e molto silenzioso. Troppo, rispetto alla sua versione adulta.
“Tecnicamente è un normale bambino di cinque anni circa. Non presenta particolari patologie, ma è sottopeso e…” la voce di McCoy si smorzò, incerto su quanto rivelare al vulcaniano
“Insomma sta abbastanza bene. E non ha alcun ricordo della sua vita di adulto” concluse.
“Ha qualche idea su come sia potuto succedere?” chiese il primo ufficiale.
“Assolutamente no. I risultati delle analisi per ora non mostrano alcuna anomalia, ma ho fatto altri prelievi e i miei ci stanno lavorando”
“Tecnicamente tutto fa supporre che questa regressione abbia origine in qualcosa che è accaduto ieri sera sul pianeta”
“Vuoi dire che ha davvero a che fare con il famoso dono?”
“Le probabilità sono elevate. Per questo abbiamo invertito la rotta e ho richiesto un incontro con la nuova regina. Il tenente Uhura ed io scenderemo alle tredici zerozero sul pianeta”
“Speriamo bene. Jimmy è molto carino, ma rivoglio il nostro Jim indietro”

“Ehi campione… che ne dici se ci togliamo quella maglietta? L’infermiera Chapel ha replicato questi per te”
McCoy mostrò i jeans, la piccola maglietta nera i calzini e le scarpe da ginnastica che Christine aveva replicato.
“Grazie, ma mancano le mutande” scandì il bambino studiando il vestiario.
“Cosa?”
“MANCANO LE MUTANDE!” scandì di nuovo il bambino.
“Non posso mettere i jeans senza…”
“Oh sì scusa” borbottò il medico mentre si avviava verso il replicatore, ma Spock lo aveva preceduto.
“Ecco il capo desiderato, cap… Jimmy” fece Spock porgendogli un paio di piccoli boxer.
Svelto il bambino borbottò un ringraziamento e le infilò sotto la maglietta e poi la tolse.
McCoy l’aveva già visto durante l’esame fisico di poco prima, ma Spock no.
Il torso, le gambe e le braccia di Jim era pieni di lividi, alcuni recenti, altri già scoloriti.
Per un attimo la maschera stoica del vulcaniano andò in frantumi e lo sconcerto si disegno sul viso pallido.
“Dottore…” bisbigliò il primo ufficiale.
“Sì lo so, ma parliamo dopo” lo bloccò subito il medico.
“Vuoi che ti aiuti?” chiese mentre Jimmy iniziava a vestirsi.
“No, faccio da solo. E so anche allacciarmi le scarpe” replicò orgoglioso il bambino.
“Che ne dici se ora l’infermiera Chapel ti fa vedere i giochi che ho caricato sul PADD?” chiese poi quando il piccolo ebbe finito.
“Ok…”
McCoy aspettò che il bambino si allontanasse con la giovane infermiera prima di rivolgersi di nuovo a Spock.
“Lei aveva detto che non presentava segni di patologie o lesioni… cosa sono quei segni sul corpo?” la voce del vulcaniano era leggermente incrinata dall’emozione.
“Abbassa la voce… a quanto pare la regressione ha riportato Jim esattamente alla stessa condizione fisica di quando aveva cinque anni”
“Vuole dire che il capitano è stato picchiato quando era bambino?”
Ora nella voce di Spock McCoy sentiva rabbia malcontrollata.
“Cosa sai dell’infanzia di Jim?” chiese in risposta il medico.
“Non molto, che è nato in Iowa e non ha più contatti con la sua famiglia da vari anni”
McCoy sospirò; ormai era diventato inevitabile.
“Incontriamoci dopo il vostro ritorno dal pianeta con la squadra di comando nella sala conferenze. Se non risolviamo a breve il problema dovete sapere qualcosa”

Spock e Uhura si materializzarono direttamente nella sala del Consiglio di Betarus, dove la giovane regina era seduta sul suo trono, circondata da quelli che dovevano essere i suoi dignitari e dalle ancelle.
Spock si avvicinò lentamente, con passo calmo, affiancato da Uhura.
“Maestà, siamo qui per chiedere aiuto”
La ragazza sul trono li guardò perplessa.
“Il dono che la sua augusta madre ha fatto al nostro capitano…” iniziò a raccontare Spock
Durante tutta la spiegazione sia la regina che i dignitari rimasero in assoluto silenzio.
“Dispiace che il dono fatto stia causando problemi all’equipaggio dell’Enterprise” disse alla fine calma la ragazza.
“Regina M’Hiar, crea problemi non solo all’equipaggio. Il nostro capitano ha diritto di vivere la sua vita adulta e non credo che il dono sia gradito”
Mormorii di disapprovazione si levarono dalla piccola folla presente.
“Signor Spock, forse lei sta giudicando in base a quelle che sono le sue aspettative. Forse il dono elargito da mia madre va a vantaggio del capitano Kirk, anche se non a vantaggio del suo equipaggio” disse calma la giovane regina.
“Può specificare?” chiese sempre stoico Spock.
“Il dono che la regina morente fa al suo protetto è sempre nell’interesse di quest’ultimo… quasi sempre gli viene dato quel che più gli è mancato”
“Non riesco a trovare una spiegazione logica che mi induca a pensare che il capitano Kirk desiderasse tornare all’età infantile”
“Forse non coscientemente. Comunque signor Spock non possiamo aiutarla. Né io né alcuno su questo pianeta possiede le capacità per annullare il dono di mia madre. Il dono funzionerà sino a che sarà necessario” concluse la ragazza, congedandoli con un gesto della mano.
Poi si alzò e uscì dalla sala, seguita dalle ancelle.
Spock e Uhura rimasero interdetti.
Uno dei dignitari rimasto nella stanza si avvicinò.
“Signor Spock nessuno di noi può aiutarvi mi creda. La regina, con la sua veneranda età aveva acquisito capacità che la nostra giovane regnate non ha. Quello che posso confermarvi è che il dono non ha mai riflessi negativi per chi lo riceve. E come vi ha detto la regina, il dono funzionerà solo sino a quando è necessario” disse loro con aria solenne.
A Spock ed Uhura non restò altro che tornare sulla nave.

PS: se notate la netta diminuzione degli errori è grazie al mio beta reader...

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Re: Una nuova ff... in un forum non molto frequentato. Chi la leggerà?

Messaggio da Maty » 24 giu 2016, 19:55

Capitolo 6


“Finito” annunciò Jimmy restituendo il PADD a McCoy.
“Ma hai iniziato meno di cinque minuti fa” si meravigliò il medico, riprendendo il PADD e guardando il puzzle perfettamente ricomposto.
“Era facile” fece con indifferenza il bambino.
McCoy sospirò: era un gioco progettato per bambini dai dodici anni in su.
“Sarai bravissimo a scuola” chiese curioso.
“Invece sto sempre in punizione” disse il piccolo guardando curioso in giro.
Logico, pensò il medico.
“Perché ti annoi?” chiese sorridendo.
Jimmy lo guardò con interesse, come se finalmente avesse trovato qualcuno che lo capiva.
“Quando la maestra assegna i compiti io li finisco in cinque minuti e poi non so che fare…” ammise.
McCoy si trovò ancora una volta a sospirare e a rimpiangere l’enorme potenziale sprecato in quel bambino.
“Chi è?” chiese Jimmy indicando la holofoto di McCoy e Johanna che il medico teneva sulla scrivania.
“Mia figlia Joanna”
“E dov’è?”
“Sulla Terra, vive con la madre”
“E non la vedi?”
“Non spesso come vorrei” rispose triste il medico
“Mio papà è morto. Era un eroe sai…” replicò il bambino.
A McCoy si strinse il cuore. Jimmy aveva lo stesso identico tono del Jim adulto quando parlava del padre.
La conversazione fu interrotta dall’arrivo di Spock e Nyota

“Dal punto di vista biologico i Betariani hanno enormi capacità psichiche. Suppongo che la regnante appartenga ad un gruppo etnico ancor più potente. L’ipotesi più plausibile è che le loro capacità di far crescere gli elementi organici possa funzionare anche all’incontrario” ragionò Spock.
I tre stavano parlando nell’ufficio di McCoy e guardavano dalla porta a vetri Jimmy giocare con il PADD nell’infermeria: le dita del piccolo si muovevano velocissime per comporre un altro puzzle.
“E non si può trovare un modo per sbarazzarsi di questo dono??” McCoy era sempre più irascibile e disperato.
“Proverò a studiare l’anatomia dei Betariani ed i dati in nostro possesso, ma per ora temo che non ci sia niente da fare”
McCoy imprecò più volte.
“Dovremo avvertire la Flotta?” chiese Uhura.
“E’ inevitabile. Anche se impiegheremo non meno di due settimane per rientrare…” confermò il vulcaniano.
“Dobbiamo trovare una soluzione. Se, quando arriviamo sulla Terra, Jim non sarà tornato normale sai bene che lo faranno sbarcare. E lui non ha nessuno…” fece McCoy triste.
Spock annuì.
“Davvero non riesco a capire cosa volesse dire la regina. Non trovo spiegazione logica alla circostanza che il dono l’abbia fatto tornare all’infanzia” ragionò.

Proprio in quel momento si udì uno strillo acuto.
Tutti si voltarono di scatto verso l’infermeria per capire cosa fosse successo.
Le infermiere erano chinate sotto il bioletto, dove evidentemente si era rifugiato Jimmy.
“Ma cosa…” chiese McCoy precipitandosi fuori dall’ufficio.
“Mi spiace dottore. Io non volevo spaventarlo. L’ho visto sul lettino e volevo solo parlargli” fece subito il tenente Hendorff, gigantesco capo della sicurezza, che Jim aveva soprannominato “Cupcake” il giorno del loro mitico primo incontro nel bar di Riverside.
IL gigantesco ufficiale si era ritirato contro una parete e aveva sulla faccia uno sguardo dispiaciuto.
McCoy non gli badò, troppo occupato a cercare di raggiungere Jimmy.
“Ehi piccolo, che ci fai qui sotto?” chiese, raggiungendo con fatica il bambino che nel frattempo si era raggomitolato a palla sotto il letto.
Nessuna risposta.
“E’ successo qualcosa? Il tenente Hendorff non voleva spaventarti. E’ il nostro capo della sicurezza…”
“No, è amico di Frank!!” urlò Jimmy.
“Non è amico di Frank… è solo grosso. Qui Frank non c’è… e nessuno ti farà del male”
Jimmy alzò un po’ la testa.
“Ehi… sai come chiamiamo il tenente Hendorff? Cupcake!” McCoy provò ad alleggerire l’atmosfera.
Anche da sotto il letto si udì forte il grugnito di disapprovazione dell’uomo.
Jimmy ridacchiò.
“Cupcake, cioè pasticcino? Perché su questa nave avete tutti soprannomi stupidi?” chiese sorridendo.
“Dovresti chiederlo al nostro capitano…”
“A Spock?”
“No… poi ti spiego. Che ne dici di uscire? Sono vecchio sai e se resto ancora qui piegato mi sa che devono usare un carrello gravitazionale per tirarmi fuori”


Jimmy uscì da sotto il letto, seguito da un dolorante McCoy, guardando un po’ intimorito verso Hendorff. “Scusa” fece debolmente.
Poi inaspettatamente tese le braccia verso il medico per essere preso in braccio, immediatamente accontentato.
Mentre Jimmy nascondeva il viso sulla spalla del medico, il gigantesco capo della sicurezza si avvicinò.
“Non ti preoccupare. Io mi chiamo John Hendorff. Ma tu, e solo tu, puoi chiamarmi Cupcake” sorrise.

“Volevi capire la logica del dono? Ci vediamo fra mezz’ora in sala tattica” concluse McCoy avviandosi con il bambino appeso al collo verso la sua cabina.


Quando McCoy entrò nella sala tattica, accanto al ponte di comando, tutto l’equipaggio di comando stava già aspettando”
“Ma com’è? Voglio dire…” chiese Scotty, l’unico a non aver ancora visto il bambino
“E’ Jim… una versione mini di Jim, insomma” rispose Uhura con un mezzo sorriso.
“Signori un attimo di attenzione per favore. Sapete tutti cosa è successo nelle ultime ore al capitano Kirk. La logica ci impone di ritenere che si tratti di una situazione passeggera e reversibile, ma allo stato attuale non abbiamo soluzioni percorribili. Nel frattempo il dottor McCoy deve informarci di alcune circostanze…”
Il medico si schiarì brevemente la voce prima di iniziare a parlare.
“Beh… non sono tipo da convenevoli e se sto per condividere questo con voi è solo perché non sappiamo quanto durerà questa cosa e quindi dovete sapere come rapportarvi con lui… con Jimmy. Ovviamente confido che quanto dirò ora resterà fra i presenti”
Tutti annuirono seri.
“Dunque… come sapete Jim è nato nello spazio e subito dopo… la distruzione della Kelvin sua madre tornò a vivere in Iowa con il bambino ed il figlio maggiore George Samuel”
“Il capitano ha un fratello?” chiese Uhura stupita.
“Sì… ha sei anni più di Jim e tutti lo hanno sempre chiamato Sam dopo la morte del padre”
McCoy si fermò un attimo in cerca delle parole giuste.
“Quando Jim aveva tre anni, Winona si risposò con un agricoltore di Riverside, tale Frank Jennis. Subito dopo il matrimonio iniziò a viaggiare fuori dal pianeta accettando vari incarichi come ingegnere della Flotta. Tornava raramente sul pianeta e i bambini furono affidati al patrigno”
McCoy si bloccò di nuovo.
“Ho saputo quello che sto per dirvi solo per caso, consultando le schede mediche di Jim e durante alcune conversazioni in cui… lui non era molto sobrio. Beh, per farla breve… diciamo che Frank non è stato un tipo paterno. Ha spedito Jim in ospedale varie volte…”
Sul gruppo calò il gelo.
“Vuol dire che il capitano è stato picchiato dal patrigno?” chiese con un filo di voce Sulu.
“Varie volte purtroppo. Il bambino ha sempre rifiutato di denunciarlo. L’ultima volta però l’ha picchiato talmente forte che Jim è stato in coma per due mesi per una massiva emorragia celebrale. E’ vivo per miracolo”
“Dottore… non capisco. Su Vulcano, nonostante l’educazione rigida, i bambini sono considerati sacri, degni del massimo rispetto e protezione” fece Spock con voce calma
“Purtroppo sulla Terra non è sempre così”
“E’ per questo che ha quei segni sul corpo? Perché li aveva a cinque anni?” chiese ancora Spock, la voce sempre più incrinata.
“Suppongo di sì”
Nella sala calò di nuovo il silenzio.
“Cosa ne è stato del fratello e di questo Frank?” chiese Scotty con occhi fiammeggianti d’ira.
“Sam appena compiuti diciotto anni scappò dalla casa di Frank, lasciando Jim con il patrigno”
“Cosa?” balbettò Chekov incredulo.
“Per la disperazione Jim prese la vecchia Corvette del padre, che Frank stava per vendere, e la lanciò da una scogliera. E’ stato allora che Frank l’ha colpito talmente forte da spedirlo in coma. L’uomo poi è stato accusato di tentato omicidio e credo stia ancora scontando la pena in prigione”
Uhura aveva le lacrime agli occhi.
“E la madre?”
“Jim non la vede da quando aveva dodici anni. E nonna Rose è morta quando Jim aveva undici anni”
Nessuno dei presenti chiese cosa era successo al loro capitano dopo, conoscevano già la storia di Tarsus.
Nessuno osava più parlare.
“Ora… non sappiamo per quanto tempo il capitano resterà in questa condizione. Ma Jimmy è un bambino che mostra evidenti segni di trascuratezza emotiva e perciò è diffidente e ostile con gli adulti. A cinque anni l’unico referente emotivo che aveva era il fratello maggiore, che ovviamente non è qui. Non gridate mai con lui, non fate movimenti bruschi, siate gentili, ma non condiscendenti. E’ molto, molto intelligente come tutti sapete, con QI assolutamente al di sopra della media. Insomma… cerchiamo di farlo stare bene” concluse McCoy.
“Quindi è questo quello che manca al capitano… una infanzia felice. Ciò che il dono cerca di ridargli” ragionò il vulcaniano.
“Certo che faremo tutto quanto in nostro potere… potrei portarlo a fare un giro in ingegneria” propose subito Scotty.
“Ed io potrei mostrargli la serra…” propose Sulu.
“Calma, non vi eccitate troppo… speriamo che la cosa duri poco; tutti ci auguriamo che Spock capisca come farlo tornare il nostro capitano…” si imbronciò McCoy.
“Farò tutto il possibile” concordò Spock.


PS: grazie ammir... ops TheGib

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Re: Una nuova ff... in un forum non molto frequentato. Chi la leggerà?

Messaggio da Miles » 25 giu 2016, 0:23

Posso dire che hai uno stile molto pulito che rende naturale visualizzare con la fantasia le cose che racconti. Inoltre, mi sorprende come tu stia riuscendo ad integrare così bene il tipo di storia e l'interazione fra i personaggi, con quell'universo di Star Trek moderno che invece è molto sbilanciato sull'azione. Ti dico che, sorprendentemente, riesco a immaginare la tua storia con questi personaggi ma non con quelli classici degli anni '60. Sei molto brava.

Speriamo che la Paramount non ti denunci :smokin:
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Re: Una nuova ff... in un forum non molto frequentato. Chi la leggerà?

Messaggio da Maty » 25 giu 2016, 11:16

grazie Miles.. complimenti immeritati. Che comunque vanno condivisi con il mio beta reader. Io in realtà mi scordo di digitare la "a", scrivo frasi spropositatamente lunghe ecc ecc.
Sì in effetti la ff (tutte le mie, perchè ne ho altre) sono un po' fuori dello schema adrenalinico di JJ, un po' intimiste, ma non temere... anche qui ci sarà azione... (SPOILER) arriveranno i klingon prima o poi.
Grazie ancora e spero ti diverta ancora a leggere le mie stupidaggini.
PS se la Paramount mi querela, so difendermi ;)

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Re: Una nuova ff... in un forum non molto frequentato. Chi la leggerà?

Messaggio da Miles » 25 giu 2016, 17:47

Penso che sarebbe carino usare il titolo della tua fanfiction per rinominare questo topic, che ne dici?
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Re: IL DONO

Messaggio da Maty » 25 giu 2016, 19:38

Fatto ;)

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Re: IL DONO

Messaggio da Miles » 25 giu 2016, 20:26

Molto meglio :P
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Re: IL DONO

Messaggio da Maty » 26 giu 2016, 13:44

Capitolo7
Dieci giorni dopo

Jimmy si svegliò, stiracchiandosi nel suo letto nella cabina del dottor Bones.
Anche se non era ancora del tutto convinto che non fosse su una nave pirata (i cattivi sanno ingannare bene e si scoprono solo alla fine, come nei film), il medico gli piaceva.
Era buffo, diceva un sacco di parolacce (e nessuno lo riprendeva mai per questo), aveva un accento terribile e sembrava eternamente arrabbiato, ma in fondo era buono e carezzava e baciava Jimmy come solo Sam, o nonna Rose quando veniva in visita, facevano. Era un po’ come Brontolo dei sette nani.
Il dottor Bones si occupava di lui, lo lavava, lo vestiva, lo faceva mangiare, ma solo quello che diceva lui perché il resto è “schifezza che fa cadere tutti i denti e diventare come dracula il vampiro”.
Con il dottor Bones Jimmy sentiva meno la mancanza di Sam, tranne la sera perché il dottor Bones proprio non sapeva cantare le canzoni country come faceva Sam per farlo addormentare. In realtà il dottor Bones quando cantava sembrava proprio il gatto dei vicini di casa, quella volta che, poverino, era caduto nel replicatore; ma Jimmy era educato e non glielo faceva notare, tanto bastava turarsi un po’ le orecchie per eliminare gran parte del fastidio.
Anche il folletto con le orecchie a punta, il signor Spock, gli piaceva.
Jimmy non era proprio sicurissimo che non fosse romulano (e Sam gli aveva insegnato che i romulani sono cattivissimi, forse anche più dei Klingon), ma il signor Spock aveva gli occhi buoni, anche se non rideva mai e parlava strano, amava molto la parola “logico” e litigava continuamente con il dottor Bones. Almeno sembrava che litigassero perché poi, pur dicendosene di tutti colori, non sembravano molto arrabbiati l’uno con l’altro.
Tutti sembravano aver grande paura e rispetto del signor Spock, tranne appunto il dottor Bones.
E poi c’erano gli altri.
La signorina Uhura era bellissima. Sembrava un’attrice di quelle che nonna Rose guardava negli holovid romantici. Ogni tanto lei e il signor Spock si facevano le coccole, ma sempre di nascosto dagli altri; forse erano fidanzati, come Lucas e Debbie della seconda classe.
La signorina Uhura, che di nome faceva Nyota ma pochissimi lo sapevano, parlava tante lingue e lo portava sempre nel suo posto preferito, ovvero a guardare le stelle sul ponte più in alto. Era proprio bellissima e Jimmy capiva perché il signor Spock si era fidanzato con lei.
Il signor Scott era basso, ma una vera furia. Beveva tanto e a volte Jimmy non lo capiva quando parlava, perché, come gli aveva spiegato, veniva dalla Scozia e in Scozia parlano inglese standard, un po’ meno “standard”. Gli aveva mostrato il motore della nave e lui e Jimmy erano rimasti a guardarlo incantati per mezz’ora, senza dire una parola. Il signor Scott parlava della nave come se fosse una donna vera e odiava i cani, perché, come gli aveva detto “uno gli aveva rovinato la vita”, ma Jimmy proprio non capiva come poteva essere successo.
Pavel Chekov era giovane, il più giovane della nave, e quindi Jimmy lo chiamava per nome. A Pavel piaceva tanto la matematica. Anche a Jimmy piaceva tanto la matematica, a volte facevano a gara a chi risolveva più velocemente il problema. Pavel aveva però la fissa che tutto, ma proprio tutto, quello che c’era al mondo, era stato inventato in Russia. Ora Jimmy non era mai stato in Russia, ma era abbastanza certo che non tutto poteva essere stato inventato lì. Certamente non il baseball e di sicuro neppure gli hot dog.
Il signor Sulu era assolutamente impressionante. Un vero guerriero ninja… era più bravo di Leonardo delle Tartarughe ninja con la sua spada. Il signor Sulu era il pilota della nave, ed i motori facevano solo quello che diceva lui (anche se il signor Scott non era d’accordo su questo). Una volta il signor Sulu gli aveva fatto pigiare i pulsanti della sua console e anche se Jimmy aveva capito che era solo per gioco si era divertito lo stesso. L’unica cosa che a signor Sulu piaceva di più della sua spada erano le piante. Ne aveva alcune carnivore e Jimmy avrebbe tanto voluto che Sam fosse lì a vederle.
Ma Sam non era lì e quando ci pensava a Jimmy veniva da piangere. Anche se dove c’era Sam c’era anche Frank e Jimmy non voleva tornare da Frank.
Il dottor Bones ed il signor Spock gli avevano promesso che non avrebbe mai più rivisto Frank.

“Buon giorno Jimmy. E’ ora di lavarsi, vestirsi e andare a fare colazione” disse il dottor Bones uscendo dal bagno, già vestito.
Da un paio di giorni il medico era più triste, Jimmy aveva sentito lui e signor Spock bisbigliare su qualcosa che stavano cercando e non trovavano e sul fatto che era rimasto poco tempo.
“Giorno. Posso avere le gelatine dopo la colazione?” chiese Jimmy saltando giù dal suo letto, proprio accanto a quello del dottor Bones.
“Quante volte ti devo dire che quelle cose non contengono alcun principio nutritivo e fanno solo cadere i denti? Vuoi andare in giro con le protesi?” rispose il medico.
Jimmy sorrise e non replicò, sapeva che a fine colazione avrebbe trovato due o tre gelatine sul vassoio.
Si lavò e vestì in fretta e poi i due uscirono avviandosi verso la sala mensa.

“Jimmy, vieni a sederti con noi” lo invitò Uhura appena entrati in sala mensa.
Lei e il signor Spock avevano l’aria di chi si era appena fatto un mucchio di coccole, anche se facevano gli indifferenti.
Jimmy prese posto di fianco a Spock.
“Buongiorno Jimmy” lo salutò il vulcaniano.
“Buongiorno. Che stai facendo signor Spock?” chiese Jimmy curioso, osservando il PADD che il comandante aveva in mano.
“Nulla. Solo alcuni esercizi matematici per diletto”
“Posso vedere?”
Spock rimase un attimo interdetto. Poi cambiò pagina e girò il PADD verso Jimmy.
“Vediamo se riesci a capire qual è l’altro numero da inserire”.
Sullo schermo c’era una sequenza di numeri :1 1 2 3 5 8 13 21 34…
Jimmy rimase pensoso per alcuni momenti poi scrisse il numero 55 e lo porse a Spock.
Uhura spalancò gli occhi dalla sorpresa.
“Molto bene Jimmy. E sai quale numero segue ancora?” chiese il vulcaniano.
“Ottantanove” rispose sicuro il bambino.
Uhura era allibita.
“A cinque anni a stento dovrebbe conoscere i numeri ed invece ha capito la sequenza di Fibonacci?” fece quasi strozzata.
“A quanto pare sì. Ma del resto sappiamo tutti quanto è intelligente”
“Facciamo un altro gioco di matematica? Ma più difficile” chiese con innocenza Jim, guardando quasi estasiato Spock.
“Che gioco?” si intromise McCoy, portando al tavolo il vassoio con la colazione.
“Un gioco di matematica difficile” rispose subito Jimmy.
“Facciamo così. Fai colazione e poi puoi venire con me sul ponte. Ti mostro la console della postazione scientifica” propose Spock.
McCoy poteva giurare di aver sentito un accenno di rivincita nella voce calma.
Jimmy iniziò a mangiare, quasi ingozzandosi per la fretta.
“Ehi piccolo vai piano, non strozzarti” lo rimproverò McCoy, ma Jimmy non lo stava a sentire.
Ingoiato l’ultimo boccone, si precipitò a raggiungere Spock e Nyota che lo stavano aspettando.
“Ehi, le tue gelatine” cercò di dirgli McCoy, ma il bambino era già corso verso il turboascensore.
E McCoy provò una acutissima e del tutto irragionevole fitta di gelosia.

Grazie grazie beta reader

Maty
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Re: IL DONO

Messaggio da Maty » 2 lug 2016, 13:53

Capitolo 8

Era la fine del turno alfa e McCoy si sentiva stranamente triste e vuoto.
Erano bastati pochi giorni con Jimmy in giro, che alcune ore senza di lui lo facevano sentire come privo di qualcosa di essenziale.
Una parte di lui si sentiva in lutto.
Sapeva che Jim non era morto, ma in fondo il suo migliore amico non c’era più: niente più notti passate a bere e chiacchierare, niente più litigi su quanto fosse incosciente e incurante per la propria salute, niente più Jim.
Solo il pensiero di doversi occupare del ragazzino vivace e tormentato che aveva preso il suo posto era riuscito a tenere McCoy a galla, mentre si affacciava sempre più prepotente nella sua mente la possibilità che Jim, quello che lui aveva conosciuto, il ragazzo bello ed infelice sulle cui scarpe aveva vomitato nella navetta che li portava all’Accademia, non sarebbe più tornato.
Il che lo poneva, ora che il viaggio verso la Terra era quasi finito, di fronte ad una scelta.
Jimmy non aveva nessuno sulla Terra e sarebbero passati sul suo cadavere prima di metterlo in istituto o darlo in adozione a sconosciuti.
L’unica era mettersi in congedo e crescere Jimmy in Georgia, con l’aiuto di mamma Eleanor, nella casa di famiglia.
Del resto Joanna aveva sempre voluto un fratellino.

Con mille pensieri nella testa si alzò dalla scrivania e notò con stupore l’orario. L’intero turno era passato e Jimmy non si era fatto vedere.
Con inquietudine percorse la strada sino al ponte, pronto a riprendersi il bambino.
Appena arrivato fu accolto dalle risatine del piccolo.
“Hai inteso il concetto. E’ esatto Jimmy, i semi all’interno del girasole seguono la sequenza di Fibonacci” stava spiegando Spock, mentre Jimmy lo guardava con aria estasiata, come se fosse la cosa più bella dell’universo conosciuto.
“Ehi piccolo, sei stato qui tutto questo tempo? Non devi disturbare le operazioni del ponte di comando” fece McCoy.
“Non ha disturbato affatto dottore. Quando siamo stati impegnati con il nostro lavoro, Jimmy ha lavorato ai problemi con il suo PADD” informò Spock.
“Vuoi dire che l’hai fatto studiare matematica per tutto il tempo?” chiese furibondo il medico.
“Non solo matematica, anche fisica e chimica” protestò Jimmy sorridendo felice.
McCoy avrebbe giurato che Spock lo stava guardando con aria di trionfo e sfida.
“Comunque è ora di pranzo. E poi devi fare il tuo sonnellino”
“Ma…” provò a protestare il bambino.
“Ubbidisci, andiamo” sbottò McCoy con voce più dura di quanto volesse.
Jimmy si alzò senza più protestare, l’aria leggermente perplessa.
“Grazie signor Spock” disse, restituendo il PADD al vulcaniano.
“Prego, domani possiamo continuare” fece Spock compito.
“Domani ho la giornata libera. E tu non volevi imparare a giocare a basket?” intervenne subito McCoy sorridendo ammiccante al bambino.
“Sì!!! Bello, ma dopo posso stare con Spock, così mi insegna a giocare a scacchi” propose il bambino.
“Vediamo, se non sei stanco” rispose il medico, con voce sempre più stizzita.
“Dottore, mi sembra illogico privare il bambino di un divertimento intellettuale a lui gradito” intervenne Spock. Negli occhi ormai era visibile il risentimento.
“A me pare illogico stancare un bambino di cinque anni con ore e ore di studio” sibilò il medico.
“Spock, Leonard basta!” fece dura Uhura avvicinandosi.
Jimmy era rimasto immobile ad assistere al litigio, negli occhi lo stupore.
“Bene, andiamo a mensa. Sono sicuro che ci sono gli hamburger. E puoi avere anche le patatine se vuoi” sorrise forzatamente McCoy, prendendo il bambino per mano.
“Ma non avevi detto che le patatine fanno male?” chiese stupito Jimmy.
“Dopo tante ore di studio noioso no, non fanno male”

Ben presto fu chiaro che la guerra fra Spock e McCoy era solo all’inizio.
Se McCoy insegnava a Jimmy a giocare a basket, Spock gli insegnava a giocare a scacchi.
Se Spock gli spiegava la spirale logaritimica, McCoy lo portava nella suite degli ambasciatori e lo faceva giocare per ore nell’enorme vasca da bagno con l’acqua e [con] tutti i giocattoli che aveva replicato per lui.
Se Spock lo portava sul ponte di osservazione a guardare una costellazione, McCoy gli faceva vedere tutti gli holovid con i cartoni animati del secolo scorso.
Ben presto fu chiaro a tutti che la guerra non sarebbe finita neppure all’arrivo dell’Enterprise sulla Terra.
E mancava poco.

“Signori, a quanto pare di capire non avete trovato alcun rimedio per la situazione del capitano Kirk”
Il viso dell’ammiraglio Archer, sullo schermo della sala conferenze, lasciava trasparire preoccupazione.
“No signore. Le nostre ricerche non hanno avuto alcun esito. Temo che ci dovremmo rassegnare al fatto che la situazione si protrarrà per un tempo indeterminato”.
Spock sedeva rigido a capo tavola, circondato dagli altri membri della squadra di comando.
“Il che ci pone di fronte ad una serie di problemi. Ovviamente signor Spock è più che probabile la sua nomina a capitano dell’Enterprise” sospirò il vecchio ammiraglio.
“In realtà quello che ci sta più a cuore è la sorte di Jimmy… del capitano Kirk” rispose Spock.
“Certo. A quanto ho capito non ha parenti prossimi a cui può essere affidato sino a che resta bambino…”
“No, ma signore, lui starà con me. So che non è possibile tenere bambini sulle navi, ma io sono disposto a mettermi in congedo illimitato e tenerlo con me. Mia madre può aiutarmi…” intervenne McCoy.
“Veramente dottore, la situazione dovrebbe essere ponderata con maggiore calma” scandì Spock, guardando il medico senza emozione.
La sala cadde in un silenzio gelido.
“Che cosa? Cosa vuoi dire con questo??” McCoy si alzò dal suo posto furibondo.
“Che lei qui non è l’unico che può prendersi cura del cap… di Jimmy”
“E chi allora? Tu?” fece ironico McCoy.
“Non è da escludere che mio padre possa occuparsi con me del bambino…” Spock fissò il medico con sguardo duro.
“Che cosa??? Stai scherzando!!! Non essere assurdo. Tu non sei in grado di allevare un bambino umano, e certo non Jimmy”
“Ho testato le sue capacità intellettuali e sono pari a quelle di un bambino vulcaniano di pari età. Potrebbe, con la dovuta eduzione, essere ammesso alle scuole su New Vulcan e poi all’Accademia Vulcaniana delle Scienze”
Spock pareva calmo, ma stringeva i pugni sui braccioli della poltrona.
“Tu non porterai Jimmy su New Vulcan e lui non crescerà come un robot senza sentimenti, quello che sei tu!” urlò McCoy.
“Sempre meglio che rischiare che imiti le sue tendenze alcoliste vivendo con lei, dottore” scandì Spock.
“Signori!!!” urlò Archer dallo schermo.
Aveva l’aria assolutamente sconvolta, come tutti nella stanza.
“Smettetela subito o vi mando sotto corte marziale entrambi. Arrivati sulla Terra decideremo per Kirk. E se non riuscirete a trovare un accordo non resta altra strada che far decidere ad un giudice”
“Sì signore” dissero entrambi.
Appena lo schermo si oscurò McCoy uscì dalla sala imprecando.


“Leonard lui non voleva…”
Uhura stava cercando di calmare McCoy, senza risultato, da una buona mezz’ora.
Il medico si era richiuso nel suo ufficio e andava avanti ed indietro senza sosta.
“Cosa non voleva? Ti rendi conto? Pensa davvero che può prendere Jimmy, il nostro Jim e portarlo su New Vulcan? Per fare cosa? Per crescerlo secondo i dettami della logica??” la interruppe.
“Lui non vuole portarlo via da te… è solo che vede un grande potenziale in lui e vorrebbe dargli le opportunità…”
“Opportunità? Insomma Nyota, ti rendi conto che quel bambino è il nostro Jim? Il nostro capitano? Già è difficile accettare che probabilmente non tornerà più, ma ne vogliamo fare davvero qualcosa di totalmente diverso da quello che era il nostro amico? Da quello che era prima che iniziasse tutta questa storia?” McCoy stava per piangere.
“Se continua così, Leonard, sarà inevitabile. Jimmy crescendo non sarà lo stesso Jim che abbiamo conosciuto, sia che lo cresca tu, sia che stia con Spock ed il padre su New Vulcan”.
La frase mise McCoy davanti alla dura realtà.
Con le lacrime agli occhi si accasciò lungo la parete e si sedette in terra.
Nyota si sedette accanto a lui.
“Credi che non lo sappia? Mi sento il cuore lacerato all’idea che potremo non riaverlo mai più. Il pensiero di quel bambino è l’unica cosa che mi tiene in piedi, credimi. Io non posso perderlo…”
“Leo… perché non ti metti nei panni di Spock per un attimo? Credi che a lui non manchi Jim? Anche se non lo dà a vedere, sta soffrendo esattamente come te, e si sente in colpa per non aver trovato una soluzione per portarlo a come era prima. Sta solo cercando di dare un senso alla perdita del suo unico amico dando a Jimmy il futuro migliore possibile”
“Il migliore futuro per Jimmy non è crescere con Spock e non è crescere su New Vulcan!” scandì McCoy.
“Lui non la vede così” rispose sinceramente Uhura.
“Bene, allora credo che dovrà decidere qualcun altro” la sfidò il medico.
“Leo… tu e Spock dovete pensare bene a cosa state facendo a Jimmy. Tu sai bene cosa significa essere un padre che non può vedere il proprio figlio. La cosa migliore per lui sarebbe avervi entrambi”
McCoy ridacchiò amaro.
“Stai sognando, mia cara”
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Maty
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Re: IL DONO

Messaggio da Maty » 9 lug 2016, 16:35

Capitolo 9

La sala conferenze dell’Enterprise era stata trasformata in aula di tribunale.
L’ammiraglio Archer aveva fatto in modo che l’udienza si svolgesse sull’Enterprise al fine di tenere, per quanto possibile, la stampa all’oscuro di quello che stava succedendo a Kirk; almeno sino a quando c’era una speranza di farlo tornare adulto.
Poco prima di entrare McCoy aveva lasciato Jimmy che giocava, sorvegliato da Uhura, con il cane di Archer in una delle sale ricreazione ai ponti inferiori. L’ammiraglio aveva passato parecchio tempo a parlare con il bambino, ma ora stava prendendo posto in uno dei banchi allineati che avevano sostituito il grande tavolo ovale nella stanza.
Spock aveva già preso posto nel banco in prima fila, rigido e composto come al solito.
Lui e McCoy non avevano scambiato neppure una parola o uno sguardo dallo scontro di due giorni prima.
“Non ti preoccupare dottore, noi siamo con te” bisbigliò Scotty prendendo posto accanto al medico, con Sulu e Chekov. Lo scozzese si teneva ben lontano dall’ammiraglio e soprattutto dal suo cane.
“Bene signori, possiamo iniziare” disse la giovane donna bionda, il giudice Maria Roberts, prima di sedersi nel banco posto in fondo alla sala e leggermente rialzato.
“La situazione è alquanto particolare. Il capitano Kirk è per la legge un adulto, avendo ventotto anni. Tuttavia l’ammiraglio Archer mi ha informata che non è stata ancora trovata una soluzione, e che la sua ‘regressione’ potrebbe durare a tempo indeterminato” scandì la donna guardando i presenti con aria severa.
“Sino a che non torna adulto, la Federazione deve quindi procedere all’affidamento di James Kirk. Vi informo che sono state presentate ufficialmente tre richieste”
Nella sala si levò un mormorio.
McCoy divenne pallido e per un attimo Spock si voltò a guardarlo con sorpresa negli occhi.
“Come sarebbe tre richieste? Chi è il terzo??” chiese Sulu sottovoce.
“Hanno presentato richiesta il dottor Leonard McCoy, il capitano Spock e l’ammiraglio Archer”
“Archer?? Ma ha più di centoquaranta anni… non può crescere un bambino” sbottò Scotty.
McCoy sentiva il sangue gelarsi nelle vene.
“Studiando le richieste ho visto che tutti e tre i richiedenti presentano profili di meritevolezza, anche se per il signor Spock e il dottor McCoy l’affidamento implicherebbe un temporaneo congedo dalla Flotta, al contrario dell’ammiraglio che è già di stanza sulla Terra”
“No, no… non possono affidarlo ad un vecchio” balbettò Sulu.
McCoy non riusciva a pensare correttamente, ma ora si spiegava la ragione per cui Archer aveva insistito per parlare da solo con Jimmy.
“Prima di qualsiasi decisione vorrei sentire James. Mi hanno detto che nonostante la tenera età presenta un quoziente intellettivo di tutto rispetto” proseguì la donna.
Dopo pochi minuti nella sala entrò Jimmy, accompagnato da Uhura.
Il bambino si guardò in giro un po’ intimorito e McCoy ebbe una stretta al cuore.
Già quella mattina aveva dovuto spiegargli quello che stava succedendo e che Sam non poteva venirlo a prendere, ora che erano arrivati sulla Terra.
Il bambino aveva pianto silenziosamente per un po’ e non aveva fatto altre domande.
“Vieni, siediti qui James” sorrise il giudice, mostrandogli la sedia accanto alla sua.
Il piccolo obbedì in silenzio.
“Sai perché sei qui?” chiese con aria dolce il giudice.
“Veramente non mi ricordo come sono arrivato qui. Ero nella mia stanza in Iowa e mi sono addormentato con il pigiama di Dino il dinosauro… e poi ero sull’Enterprise, senza il pigiama”
Nella sala si levarono risatine.
“Capisco. Ma ti hanno spiegato che cosa è successo?” chiese ancora la donna.
“Più o meno. Il dottor Bones dice che prima ero il loro capitano e poi ad un certo punto una specie di maga mi ha fatto tornare bambino. Ma sono confuso, non mi ricordo di essere stato grande e poi… io non posso essere il capitano. Quando giochiamo a Flotta Stellare Sam è il capitano, io sono sempre il primo ufficiale”
Altre risatine si levarono nella sala.
“Beh James, invece è proprio così. E sai che sino a che sei piccolo dobbiamo decidere con chi devi stare?”
Jimmy annuì.
“Non posso stare con Sam? Il dottor Bones dice che è cresciuto, quindi potrei stare con lui…” chiese con un filo di voce.
Nella sala calò il silenzio.
“Abbiamo cercato di rintracciarlo, James, ma non ci siamo riusciti”.
Il bambino annuì di nuovo, triste. “Così dice anche il dottor Bones”
“Ora dimmi James… nelle settimane che sei stato sull’Enteprise ti sei divertito di più a stare con il dottor McCoy o con il signor Spock?”
Sia il medico sia il vulcaniano si irrigidirono alla domanda.
“Beh… ho fatto cose divertenti con entrambi, diverse ma divertenti comunque. Il dottor Bones mi fa giocare, mi ha insegnato anche a giocare a basket, e poi si è preso cura di me. Il signor Spock mi ha insegnato un sacco di cose, abbiamo fatto giochi di matematica molto divertenti… e poi mi ha fatto guardare nel suo microscopio e spiegato tutte le costellazioni…”
“E tu con chi vorresti stare?” chiese alla fine il giudice.
Tutta la sala trattenne il respiro.
“Beh… con entrambi” rispose sicuro il bambino.
“E se non fosse possibile?” chiese ancora il giudice.
“Perché non è possibile? Non possiamo continuare come abbiamo fatto sino ad ora?” domandò a sua volta il bambino.
Il giudice guardò fisso McCoy e Spock.
“Va bene James, è tutto. Ora puoi tornare a giocare con il cane dell’ammiraglio”
“Si chiama Porthos, come uno dei tre moschettieri…” ridacchiò il bambino.
Uhura stava accompagnando fuori Jimmy, quando il giudice li richiamò.
“Lei no, tenente Uhura. Vorrei parlare un attimo con lei e con l’ammiraglio Archer”

Il tempo che impiegarono i tre prima di uscire dalla stanza dove si erano richiusi sembrò a McCoy infinito.
Mille pensieri si agitavano nella sua la testa: Uhura era la ragazza di Spock e forse il giudice si stava assicurando che Jimmy avesse una presenza femminile accanto al vulcaniano, cui stava per affidarlo. Oppure lo stava per affidare ad Archer, Uhura serviva solo per comunicare la notizia e tenere Jimmy calmo.
Evitava di guardare verso Spock che, a dire il vero, mostrava altrettanti segni di nervosismo, stringendo a pugno le dita della mano dietro la schiena.
Finalmente il giudice Roberts uscì dalla saletta attigua e si sedette, imitata da Uhura ed Archer.
“Signori, ho raggiunto la mia decisione. In primo luogo devo dire che l’estrema conflittualità fra lei dottor McCoy e lei capitano Spock non è né logica, né positiva per la psiche del bambino. E mi ha, o meglio ci ha, costretto ad una soluzione ‘fantasiosa’ ”
La donna si interruppe per un attimo e poi riprese.
“Dobbiamo tener conto che la situazione di James Kirk, cioè la sua regressione all’età infantile, non è definitiva. L’ammiraglio Archer mi ha informato che ha incaricato i migliori scienziati della Flotta di trovare una possibile soluzione. Ciononostante appare necessario, come detto, provvedere al temporaneo affido di James. La soluzione più logica è quella prospettata dal bambino, ovvero la condivisione della responsabilità fra il dottor McCoy e il signor Spock. Stante l’impossibilità per la Flotta di perdere due elementi di rilievo, l’ammiraglio ha consentito che James sia trattenuto qui sull’Enterprise per sei mesi, durante i quali alla nave non saranno assegnate missioni pericolose. Durante tale periodo la suddivisione dei compiti di cura sarà esattamente quella adottata sino ad ora. Il dottor McCoy si occuperà dei bisogni primari di James e il signor Spock della sua educazione”
La donna si interruppe di nuovo e guardò severa verso i due.
“Data la conflittualità esistente fra voi ho ritenuto necessario individuare un garante per tale accordo. Tenente Uhura, lei sovraintenderà e regolerà i compiti che ho affidato al dottor McCoy e al signor Spock e me ne riferirà settimanalmente. Confido sul il fatto che i suoi rapporti con entrambe le parti non influiranno sul compito che le è stato assegnato”
“Ne sia certa signora” rispose Uhura seria e decisa.
“Bene, penso sia tutto. Ma vi avverto che se la conflittualità costituirà un problema per il bambino non esiterò ad affidarlo all’ammiraglio Archer. Ci rivediamo fra sei mesi per stabilire quanto ulteriormente necessario”


Mentre tutti uscivano McCoy non sapeva se essere sollevato o arrabbiato. Certo tutto era meglio della possibilità di perdere Jimmy, ma la necessità di avere continui contatti con Spock non lo entusiasmava.
“Dottore confido che troveremo un modus operandi tranquillo”
“Certo capitano” rispose McCoy usando di proposito il nuovo grado di Spock, mentre andava incontro a Jimmy che stava aspettando con Porthos in braccio.

Uscendo dalla sala Uhura fece l’occhiolino al bambino, senza che nessuno la vedesse.
E Jimmy pensò che il loro piano segreto era riuscito a meraviglia. Perché la signorina Uhura non solo era bellissima, ma anche molto furba ed intelligente.
Contro di lei né il signor Spock, né il dottor Bones potevano spuntarla.

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Re: IL DONO

Messaggio da Miles » 9 lug 2016, 19:00

Questa situazione Spock/Bones, separati in casa con prole, è proprio spassosa :mrgreen:

Hai una bella fantasia :;):
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Maty
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Re: IL DONO

Messaggio da Maty » 10 lug 2016, 9:46

Grazie Miles... è una FF leggera (almeno per la gran parte).
Ne ho scritte altre, un po' più... pesanti
Grazie sempre

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Re: IL DONO

Messaggio da trekfan1 » 10 lug 2016, 11:37

Nulla cmq vieta di fare anche "crossover" con altre serie, vedi altre fanfiction presenti qua che ho "trovato" su internet (e NON sono farina del mio sacco)

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Re: IL DONO

Messaggio da Maty » 10 lug 2016, 20:49

Certo, ma non sono una fan dei crossover... semplicemente non mi vengono bene da scrivere ;). Cerco di non essere troppo AU, il che di per sè è già difficile. E poi scrivere fan fiction star trek senza "slash"... rarissimo. Anche in questo cerco di essere "canon" fino a che posso e non è nelle mie corde quel tipo di ff.
Grazie della lettura ammiraglio.

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