Un giudizio sulla quarta e la quinta stagione

La nave stellare Voyager è a 70.000 anni luce dalla Terra, lì dove nessuno è mai giunto prima.
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Weyoun_0
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Un giudizio sulla quarta e la quinta stagione

Messaggio da Weyoun_0 » 23 apr 2017, 22:35

Cari amici vicini e lontani (nel tempo)

Qualche tempo fa avevo aperto un topic con il mio giudizio sulle prime tre stagioni di Voyager. Ora è da un po' che volevo andare avanti, perché io e mia moglie siamo ora alla terz'ultima puntata di questa serie che da vecchio trekker (ricordo che probabiliter sono il più anzianotto come presenza nel forum, persino di trekfan1!) avevo snobbato alla grande. Ed invece merita, nel senso che si fa guardare. Certo...manca di profondità, rispetto a TOS e TNG (e forse anche a DS9, che però ho molto rivalutato, in negativo).

Ma veniamo all'oggetto. Con la quarta stagione in effetti le cose cambiano. La terza stagione aveva avuto dei buoni episodi (il doppio episodio Future's end rimane uno dei migliori dell'intera serie), ma a parte appunto il doppio episodio, le storie non decollavano. C'era qualche problema di scrittura, non tanto nel soggetto quanto nello svolgimento. Bene, con la quarta stagione le cose cambiano. La cosa sorprendente è che non è l'azione a cambiare la carte del gioco. Quell'azione che Scorpion sembrava annunciare e che invece è stata introdotta davvero con il misurino. Basta dire che Year of hell, un doppio episodio con una bellissima storia (anche per il richiamo con gli episodi della terza stagione che lo "annunciano"), ha uno svolgimento lentissimo. E che l'episodio d'azione per eccellenza della stagione, un altro doppio, è un tuttosommato deludente Killing Game in cui Chakotay fa il marines e si spara lungo tutta la nave. I nuovi cattivi sono poco avvincenti (e purtroppo torneranno ancora...gli idrogenati...tutti ci chiediamo come mai la specie 8472 sia davvero poco sfruttata...), ed i Borg compaiono ancora relativamente poco (perché c'è Sette ormai a bordo) e quindi le puntate migliori sono quelle che approfondiscono i personaggi: dall'addio di Kes, al micidiale Nemesi, al messaggio in bottiglia. Gli episodi col dottore erano già da prima i più belli ed anche in questa stagione la palma d'oro per me la vince Testimone oculare che è una bella storia (1), una bella storia di fantascienza (2), una bella storia di fantascienza con contenuto (3). Dunque dicevo che l'elemento caratteristico è una scrittura migliore degli episodi ed anche un aspetto poco apprezzato da me, ovvero l'incremento dell'horror, se così possiamo dire. Cioè di scene più macabre, più dark, più forti. Evidentemente è su questo elemento che la produzione ha puntato ma che ben presto abbandonerà (per fortuna, perché vedere gruppi di cadaveri Borg ammassati, o scene di sangue più appariscenti o altro non è un elemento determinante, anche se certamente provoca una reazione. Ma una di tipo solo sensoriale, che allo spettatore di Star Trek poco interessa). Un po' strano l'ultimo episodio: la produzione opta non per un cliffanger ma per una storia bella che lascia anche in fondo un po' di amarezza.

La prima stagione della serie è una chicca: bella, semplice, intrigante. La seconda cerca di mantenersi ai livelli della prima, ma cala: un po' per la scelta del cattivo unico e degli episodi tutti collegati (sarà una prova per DS9 che di lì a poco inizierà a concatenarsi tutta), un po' per degli epsiodi non riuscitissimi. La terza continua sull'onda della seconda, arretrando ancora. C'era bisogno di una svolta. La quarta stagione ci prova, ma con elementi poco significativi: horror e storie ad ampio respiro e svolgimento accattivante. Ma alcune scelte non convincono ed è con la quinta stagione che la serie trova davvero la sua marcia (un po' come TNG entra nel vivo con la terza stagione). La quinta stagione è per me la migliore dell'intera serie (peccato solo sia seguita dalla peggiore, la sesta, am di questo parleremo altrove). Inizia con un episodio avvincente, il nulla, ricco di sensazioni strane per Janeway depressa, l'assenza di stelle, il buio e l'oscurità. Davvero un ottimo inizio. E poi i borg con Drone, Regressione Infinita e Frontiera Oscura (un doppio episodio lanciato alla grande all'epoca, lo ricordo bene, con super pubblicità sulla UPN e mandato in onda come se fosse un film). Torna anche la specie 8472 con un episodio a dir la verità controverso e forse troppo inverosimile, In the flesh. Ma ci sono trame anche geniali: timeless per i 100 episodi della serie, Trenta giorni, contrappunto e Immagine latente che, sempre col super dottore (certamente il personaggio più riuscito della serie - e questo, detto tra parentesi, sarebbe un pregio se, come in TNG, Data trova eguale genialità di Worf, Geordy e Deanna, cosa che invece qui non avviene, se non per il capitano e Sette) apre a questioni esistenziali e filosofiche (finalmente!). Direi che quest'ultimo è l'episodio migliore della stagione e se la gioca coi migliori della serie. Ancora una volta gli episodi che approfondiscono i personaggi sono molto godibili, come Qualcuno vegli su di me e lo strano 11:59, ma anche La malattia e Rotta verso l'oblio. Torna Braxton con i salti temporali in un gran bel Relativity, avvincente, non scontato, tutto sommato neanche ripetitivo. L'episodio più "simpatico" è Tink tank, ma anche quelli su Chaotica tengono bene (ed è giusto limitarsi a due incursioni in bianco e nero, niente di più per non esagerare - il noioso bar hawaiano della seconda/terza stagione era già stato sufficientemente indigesto). Bene...ma qual'è l'elemento segreto di questa quinta stagione? Un elemento antipatico, per quanto efficace. Per far volare davvero la Voyager gli autori hanno deciso - letteralmente - di "giocare" coi personaggi, in particolare col capitano. La stagione inizia con una Janeway depressa. Dopo poco si mette a baciare un alieno pur di ottenere ciò che desidera, così come ad imbrogliare, per cavarsela. Una Janeway che abbandona la virtù dei valori federali da difendere sempre e comunque, e che fa avanzare, invece, una morale alquanto discutibile quale quella della sopravvivenza, dove tutto è concesso. Si potrebbe ben dire che da una morale virtuosamente umana si passa ad una etica animalesca, molto discutibile. Ecco perché a molti - anche qui sul forum - Janeway risulta alla fine indigesta: perché rispetto alle prime stagioni, in cui picardianamente farebbe di ogni granello di sabbia un principio universale, secondo una logica filosofica assolutamente virtuosa per cui nel particolare si mostra l'univerale, nella quinta stagione, invece, svende quei principi pur senza ammetterlo né mai riconoscerlo. Il buon Chakotay, anche lui, talvolta passa il segno: ma non era l'anima spirituale del gruppo? Improvvisamente diviene una copia della stilizzazione di Riker, che difenderebbe la salvezza della nave a qualsiasi costo. E dov'è l'abnegazione, il sacrificio, l'altruismo, la sopportazione della fatica? Dove sono, cioè, le virtù umane? Sì, certo, forse quella notte depressiva iniziale ha lasciato molto il segno nella capitana. Forse semplicemente è una donna e, diciamocelo, i gladiatori (forza e onore!) sono uomini e non donne, per loro natura cicliche e umorali (non si vuole certo sminuire nessuno: solo riconoscere, e quindi valorizzare, le differenze). Bene, quindi, una stagione coi fiocchi ma anche grazie ad uno scotto non indifferente: abbandonare quella rotta su cui Star Trek si era poggiata, da sempre (almeno in tv). L'influsso di DS9 si sente qui molto più che altrove.

Nota finale: a me Kes è mancata. Certo Sette sarà in grado di toccare vette molto più alte e profonde, ma in fondo la buona infermierina superdotata (di poteri telepatici...perché la vera superdotata è invece proprio la sua sostituta!) aveva creato un feeling col dottore che avrebbe potuto espandersi, e non poco. Il dottore, infatti, faticherà a trovare una spalla in grado di dare slancio alle sue questioni, trovandola un po' in Barkley ed un po' nei vari alieni di turno. Ma senza una presenza fissa che invece l'avrebbe agevolato. Pazienza.

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Re: Un giudizio sulla quarta e la quinta stagione

Messaggio da Miles » 24 apr 2017, 14:24

Concordo con le tue impressioni ma, in generale, Voyager non ha mai fatto veramente breccia nel mio cuore, per gli stessi motivi per i quali non l'ha fatta Enterprise (non a caso le due serie avevano gli stessi produttori esecutivi): salvo alcuni casi, personaggi non "eccezionali" (nel senso che rispetto a TOS o TNG dove si rappresentava multiculturalismo spinto - in un caso - ed "eccellenza" dell'umanità - nell'altro - qui abbiamo persone qualsiasi, gente che - technobubble a parte - potresti incontrare sotto casa. E l'effetto era certamente voluto) e inoltre abbiamo un'ambientazione davvero mal sfruttata (un prequel della TOS che non porta a nulla di quanto visto nella TOS ed una nave dispersa all'altro angolo della galassia, per di più con un equipaggio misto di fuorilegge, dove avrebbero potuto/dovuto tirare fuori atmosfere, tematiche, story arc da fare impallidire DS9... e invece è stato tutto sviluppato come una specie di TNG senza la Federazione).

Pur con tutte le sue criticità e i suoi lati oscuri, almeno DS9 s'è rivelata una sorpresa: quella che doveva essere (e per anni è stata) una noiosissima serie su una stazione spaziale dove non succede mai niente, l'hanno trasformata - piaccia o non piaccia - in una space opera intrigatissima.

Voyager ha i suoi punti di merito ed è indubbiamente una serie ben realizzata, ma ogni volta che la (ri) guardo penso all'occasione che hanno sprecato.
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Re: Un giudizio sulla quarta e la quinta stagione

Messaggio da TheGib » 24 apr 2017, 22:49

Di dibattiti su VOY, Janeway, meglio prima o meglio dopo, colpa di DS9 :smokin: , evviva DS9 :bandit:, ma chi ve l'ha fatto fare...
...è pieno questo forum e, probabilmente, tutti i posti dove si parla di ST 8)

Quindi solo qualche spunto personale:
- IDIC, un concetto che si applica anche a ST, in senso metanarrativo
- VOY si evolve o si involve o, semplicemente, prosegue nel suo cammino alla ricerca di una strada per tornare a casa; anche per questo si parla di ragioni esterne (cambio di regia); o ragioni interne, come anche tu hai fatto notare: ma come razzo facciamo a tornare sulla Terra ?!?
- Su Janeway ho già speso fiumi di parole: mi piace, il suo è un approccio unico e originale, proprio perché femminile, a molti dei problemi del comando; e nessun altro si è trovato nella sua situazione, al comando senza alcun binario guida vicino (TNG) o lontano (DS9); difficile fare paragoni.
- "Year of Hell" non è un doppio episodio, è un film; applicare misure temporali ad un film dentro una serie televisiva, per di più un film sui viaggi temporali, lo trovo rischioso :smokin2:

Riparliamone quando hai visto (o rivisto) tutta la serie, magari con un bel post incrociato VOY&DS9, dato che avevo promesso di farne uno nuovo sulla seconda :mrgreen:
"La nostra vera nazionalità è l'umanità." H.G.Wells
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"...c'è una certa drammatica ironia in tutto questo, una sincronia che sconfina con la predestinazione, si potrebbe dire..." R.Giles

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