Star Trek: a cosa serve un alieno

Kirk, Spock, Mcoy..etc ritornano in azione, in una nuova realtà dove ancora i loro destini sono da scrivere...
Rispondi
solo
Guardiamarina
Guardiamarina
Messaggi: 868
Iscritto il: 23 ago 2004, 10:40
Località: Siena

Star Trek: a cosa serve un alieno

Messaggio da solo » 30 ott 2008, 15:57

E' atteso per il maggio 2009 l’undicesimo film della saga di Star Trek. Atteso dagli appassionati, che potranno aggiungere un nuovo tassello a questo universo. Dal pubblico della fantascienza Hollywoodiana, che potrà contare su J.J. Abrams regista di blockbuster, un cast fresco o comunque di buona notorietà. E atteso infine da chi si interessa di questo genere di fenomeni, che con Star Trek ha un conto aperto da qualche decennio.

Riuscirà la pur facoltosa produzione della serie a tenere il passo con tutte queste attese, sfuggendo tra l’altro la famigerata maledizione del film dispari?
'Star Trek', questo il sobrio titolo del film, si annuncia come un prequel della serie classica televisiva, le tre stagioni che alla fine degli anni Sessanta hanno dato inizio al mito dell’astronave Enterprise, del capitano Kirk, dell’alieno Spock con le orecchie a punta, e di un equipaggio multiculturale alle prese con strani nuovi mondi, coraggiosamente incurante di un budget limitato. In questo nuovo film vedremo dunque i giovani Kirk e Spock ancora studenti dell’Accademia della flotta stellare, interpretati rispettivamente da Chris Pine e Zachary Quinto, attori già noti al grande pubblico.
Come testimoniato dai poster promozionali, in effetti incontreremo l’intero equipaggio storico dell’Enterprise, e saranno tutti giovani, di bell’aspetto, con sguardi volitivi, pettinature e uniformi secondo il gusto attuale.

Immagine

L’operazione non è nuova, infatti la saga di Star Trek ha spesso esplorato se stessa, con scene retrospettive e 'balzi in avanti', viaggi nel tempo paradossali e improbabili incontri all’interno di singolarità.

Immagine

Si è trattato di un meccanismo a volte solo autoreferenziale, altre volte autenticamente metanarrativo. Soprattutto Star Trek ha esplorato di volta in volta il suo tempo, riflettendo sul mondo mentre immaginava il futuro. Se infatti la fantascienza non parla del futuro, ma del presente e del passato, la serie televisiva 'classica' (TOS), attraverso la trasposizione fantascientifica, ha raccontato lo spirito della sua epoca, ha parlato di multiculturalismo, di intelligenza artificiale, di libertà, della corsa allo spazio, del concetto americano di frontiera.

Con pochi mezzi ma con un linguaggio innovativo, Star Trek ha lasciato un marchio rilevante nella cultura popolare americana, ha interessato la critica, e ha prodotto in tutto il mondo un fenomeno di 'fanatismo' unico nel suo genere, ma le tematiche del primo 'Star Trek', insieme alla sua estetica ingenua e sessantesca, con le astronavi di cartapesta e le uniformi del tutto simili a pigiami, le orecchie di gomma di Spock e i baffi degli alieni Klingon, le minigonne delle attendenti e le loro pettinature cotonate, erano già decisamente parte del passato, mentre Gene Roddenberry alla fine degli anni Settanta cercava di portare in televisione un seguito della serie, Phase II, mai trasmesso.

Immagine

Da quelle idee avrebbero preso forma le prime pellicole cinematografiche della saga, ambientate pochi anni dopo le vicende di TOS, e uscite in sala da partire dal 1979.Quando Star Trek arriva per la prima volta al cinema i tempi sono radicalmente cambiati, è cambiata la società, è cambiato il gusto, e la produzione è più ricca. Allo stesso tempo, Star Trek è diventato una saga, ha un proprio passato con cui confrontarsi, un futuro da immaginare. Nei primi film c’è ancora l’idea di esplorazione coraggiosa della frontiera ma c’è anche la guerra, ci sono i vecchi nemici, nuovi dubbi personali, ci sono la necessità di mediazione politica e le implicazioni della diplomazia.

I cowboy dello spazio sono invecchiati, indossano uniformi dall’aspetto più marziale (con spalle imbottite più militari ma soprattutto terribilmente anni Ottanta), le loro astronavi hanno fanno un curioso balzo tecnologico in avanti. E i Klingon d’improvviso hanno il cranio stranamente corrugato, allo spettatore si chiede di sospendere l’incredulità, un piccolo sforzo che l’appassionato di fantascienza è ben disposto a sostenere, grazie anche alla magia del grande schermo. Quando poi la nuova serie, The Next Generation (TNG), approda in tv nel 1987 porta con sé le tematiche e l’estetica dei primi film (e del perduto Phase II) e le elabora ulteriormente: se Kirk era un capitano convinto della forza del singolo individuo, di un’etica netta, di azioni estreme quanto risolutive, Picard è più riflessivo, figlio degli anni postmoderni, dove il soggetto ha confini più incerti, e ogni azione ha molte implicazioni che devono essere valutate. Diversi episodi di TNG infatti, si chiudono non con una risposta ma con una nuova domanda, più importante di quella iniziale.

Immagine

Il taglio è sempre più intimistico: Roddenberry invita i suoi autori a parlare di quello che più stava loro a cuore, trasferendo le tematiche su qualche strano pianeta, un approccio inusuale eppure coinvolgente. La nuova Enterprise poi, sempre più avanzata e confortevole, perde in parte il carattere militare in favore di un’atmosfera rassicurante, quasi residenziale, con uniformi nuovamente essenziali, ponti e alloggi spaziosi, ordinati, luminosi (c’è persino un bar con finestra panoramica). In quest’ottica a piani diversi, l’esplorazione della saga e l’esplorazione del proprio tempo, si lavora per cucire i filoni narrativi, e così al cinema con 'Generazioni', nel 1994, viene messo in scena il passaggio di consegne tra i capitani dell’Enterprise 'classica' e l’Enterprise di 'TNG', Kirk e Picard, una sorta di dialogo forzato tra le due epoche: Picard si ritroverà a dover smuovere un troppo dubbioso Kirk, in una inversione dei ruoli non del tutto riuscita.

Immagine

In 'Primo Contatto' invece, nel 1996, si torna indietro nella linea temporale della saga e si mostra l’incontro tra i terrestri e i vulcaniani, prima degli avvenimenti di TOS. La Terra è reduce da un’apocalisse tecnologica e gli umani sono impegnati a sopravvivere, in un mondo brutale che ricorda il caos della nostra contemporaneità, eppure sono ancora capaci di immaginare di volare nello spazio. I vulcaniani al contrario sono alieni spirituali e allo stesso tempo decisamente pragmatici. Lo spirito del film è di speranza: dal dialogo pacifico nascerà l’ordine rassicurante, seriale persino, dello Star Trek che lo spettatore già conosce.

All’interno di questo meccanismo di creazione ed esplorazione del mito e dei tempi, il nuovo film racconta l’epoca immediatamente successiva al 'primo contatto'. Giovani ufficiali umani e alieni frequentano insieme l’Accademia, e inizia il confronto tra due personaggi, Kirk e Spock, un filone fondamentale nella saga di Star Trek: il capitano e l’occhio alieno.

Immagine

Sempre nello spazio artificiale dell’astronave, o della base spaziale, c’è l’essere umano che interpreta i principi della flotta stellare, e con lui c’è l’occhio alieno, la controparte, un essere venuto da altri mondi, o comunque qualcuno (a volte persino qualcosa) capace di offrire uno sguardo alternativo. Kirk e il vulcaniano Spock in TOS, Picard e l’androide Data in TNG, Sisko e l’alieno mutaforma Odo in Deep Space Nine, Janeway e il dottore 'olografico' in Voyager, Archer e la vulcaniana (di nuovo) T’pol in Enterprise.

Immagine

Già nel trailer di questo nuovo film appare evidente l’intento di riprendere le fila dell’inizio della saga, rileggendola con uno spirito attuale: una enorme Enterprise dal design contemporaneo è via di costruzione, sarà l’Enterprise della serie classica, che però in tv era fatta di cartapesta, le uniformi riprendono i pigiami di TOS, ma con un tessuto a nido d’ape che ricorda più un accappatoio.

E noi? Noi sospendiamo l’incredulità, anzi, restiamo affascinati da come le tessere del puzzle vengono incastrate davanti ai nostri occhi, mentre la voce narrante recita 'un piccolo passo per l’uomo un grande passo per l’umanità', e di seguito 'spazio, ultima frontiera', ricollegando così tutti i piani di narrazione: la corsa alla spazio, mito dei nostri anni Sessanta ancora affascinante, la frontiera spaziale di TOS, nata proprio in quegli anni Sessanta, le vicende di 'Primo Contatto', che a loro volta rimandano a TNG e ai suoi anni Ottanta e Novanta. In questo senso il trailer è potente, fa appello alla nostalgia del trekker e allo stesso tempo al 'senso del fantastico' dello spettatore di fantascienza, parla al pubblico che conosce la contemporaneità, e fornisce indizi al critico. L’attesa certo è stemperata da qualche legittima perplessità. Attraverso le diverse serie televisive da TOS a TNG, e poi Deep Space Nine, Voyager, Enterprise, e parallelamente nei film, le idee di Roddenberry, scomparso nel 1991, sono state negli anni sviluppate in lungo e in largo per la galassia, con gran dispiego di navi stellari sempre più avanzate, tunnel spaziali, paradossi temporali, alieni sempre più straordinari, nuove uniformi e ambientazioni, in un accumulo quasi collezionistico, che se da un lato ha arricchito di dettagli il mondo di Star Trek, dall’altro ha prodotto una invitabile saturazione.

ImmagineImmagine

L’impressione è che nell’ansia produttiva sia finita in secondo piano, purtroppo, la voglia di raccontare qualcosa che stia davvero a cuore a qualcuno. Le serie più recenti parlano molto di Star Trek ma senza dire nulla di realmente nuovo, e parlano poco del nostro tempo, e quando pure lo fanno non offrono un’ottica particolarmente originale. Questo le rende meno interessanti dal punto di vista critico, e probabilmente anche più noiose da quello del puro intrattenimento, come sembrano testimoniare i cali d’ascolto di 'Enterprise' (poi cancellato), lo scarso successo di 'Nemesis' al botteghino, e la recente stagnazione produttiva.

Immagine

In ogni caso, chiunque abbia avuto un po’ di Star Trek nella sua vita, anche solo per ragioni anagrafiche, può attendere con curiosità questo undicesimo film con un nuovo giovane Spock, la cui madre sarà Winona Ryder, mentre lo stesso Leonard Nimoy apparirà interpretando il suo personaggio in là con gli anni. Rimane da scoprire se questo Spock avrà ancora qualcosa da dirci, se vorrà ancora essere la nostra controparte, il nostro occhio alieno sul mondo.


Articolo di Veronica Villa
Fonte: persinsala.it













Rispondi

Torna a “Star Trek (2009)”

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 9 ospiti