da Tarantino. La storia e' quella che e': tre ragazzi se la spassano ad
Amsterdam tra droga e sesso quando vengono a sapere della presenza di un
ostello in Slovacchia, non segnato sulle carte, che e' il paradiso del
sesso, le ragazze sono tutte strafighe e facilissime e ci si ammucchia
con gioia. Il problema nasce quando due dei tre ragazzi iniziano a
sparire, vittime di un'organizzazione che fornisce vittime da torturare
e uccidere a facoltosi industriali e uomini di potere che possono in tal
modo sfogare le proprie frustrazioni ed istinti pagando una bella somma
(uno di questio potenti, uscendo dal macello, confessa che il rischio
maggiore di questo gioco e' di finire troppo alla svelta i propri soldi).
Diciamo subito che la parte migliore, a mio parere, e' quella iniziale,
che dura un'oretta circa, e che termina quando uno dei tre protagonisti
sparisce: la struttura e' quella di un high school movie americano
ambientato nei paesi dell'est, molto scorrevole con corpi femminili in
abbondanza e abbastanza divertente. Il problema nasce con la seconda
parte, ambientata nel macello, con corpi affettati, scarnificati,
tagliati a pezzi con la mannaia, occhi penzolanti, dita mozzate e
quant'altro. Qual e' il problema? E' che non sconvolge, non fa balzare
sulla sedia, non e' niente di che insomma e si risolve in maniera
improbabile e fin troppo convenzionale.
A me i film horror non spaventano, e questo non e' un'eccezione: tanto
per chiarirci e' piu' mostruosa l'idea che ha fatto partorire un film
come questo, ovvero la scoperta che in Thailandia puoi pagare per
uccidere una persona e non essere perseguitato dalla legge se la vittima
e' consenziente, e sono piu' disgustose certe scene di KillBill
(impressionanti il taglio del tendine d'Achille all'infermiere nel 1°
volume e qui ripreso in Hostel e La sposa che schiaccia sotto il piede
nudo l'occhio strappato al personaggio di Daryl Hannah).
Insomma, molto rumore per nulla
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