007 - Casinò Royale (2006)
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007 - Casinò Royale (2006)
Ieri sera ho visto Casinò Royale.
Per gli amanti del genere 'azione' secondo me è IMPERDIBILE.
Come era stato per “Barman begins” questo film spazza via tutti i precedenti, dove James Bond (pur con la classe di Pierce Brosnan) era diventato più simile a un super-eroe dei fumetti che un agente segreto.
Dopo decenni, un film sull’agente segreto di Sua Maestà che non fa rimpiangere quelli interpretati da Sean Connery.
In questo film finalmente vediamo 007 vicino a come l’aveva pensato Ian Fleming, vediamo prima di tutto un uomo e un agente segreto come dovrebbe essere, duro cinico e spietato.
------S-P-O-I-L-E-R---------
Le sequenze di azione non mancano anzi, abbondano e sono mozzafiato senza scadere continuamente nel ridicolo, i soliti inseguimenti con un’auto piena di aggeggi fantascientifici sono ridotti a uno che dura 60 secondi scarsi e … gli aggeggi di fantasia in pratica non ci sono.
L’abituale sequenza catastrofica finale c’è ….. e fa venire il crepacuore anche a chi non è stato a ……
Il cattivo di turno non è il solito pazzo che vuole conquistare e/o distruggere il mondo, ma un faccendiere che, con operazioni bancarie illecite, fa fruttare i soldi che ha in custodia da vari gruppi terroristici nel mondo.
In pratica, per suo tornaconto, finanzia il terrorismo.
Dopo tutte le critiche che aveva ricevuto anzitempo ...
Daniel Craig : Bene Bravo Bis !!!
Per gli amanti del genere 'azione' secondo me è IMPERDIBILE.
Come era stato per “Barman begins” questo film spazza via tutti i precedenti, dove James Bond (pur con la classe di Pierce Brosnan) era diventato più simile a un super-eroe dei fumetti che un agente segreto.
Dopo decenni, un film sull’agente segreto di Sua Maestà che non fa rimpiangere quelli interpretati da Sean Connery.
In questo film finalmente vediamo 007 vicino a come l’aveva pensato Ian Fleming, vediamo prima di tutto un uomo e un agente segreto come dovrebbe essere, duro cinico e spietato.
------S-P-O-I-L-E-R---------
Le sequenze di azione non mancano anzi, abbondano e sono mozzafiato senza scadere continuamente nel ridicolo, i soliti inseguimenti con un’auto piena di aggeggi fantascientifici sono ridotti a uno che dura 60 secondi scarsi e … gli aggeggi di fantasia in pratica non ci sono.
L’abituale sequenza catastrofica finale c’è ….. e fa venire il crepacuore anche a chi non è stato a ……
Il cattivo di turno non è il solito pazzo che vuole conquistare e/o distruggere il mondo, ma un faccendiere che, con operazioni bancarie illecite, fa fruttare i soldi che ha in custodia da vari gruppi terroristici nel mondo.
In pratica, per suo tornaconto, finanzia il terrorismo.
Dopo tutte le critiche che aveva ricevuto anzitempo ...
Daniel Craig : Bene Bravo Bis !!!
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Non posso che appoggiarlo a T Plock... Film veramente ben fatto con ottimi effetti speciali e storia.
Devo sottolineare la crudezza di certe scene... mi viene instintivo proteggermi le "parti basse" al solo a pensare alla pezzo della tortura... credo che nei prossimi film James canterà nel coro delle voci bianche....
ciao a tutti Fabirzio
Devo sottolineare la crudezza di certe scene... mi viene instintivo proteggermi le "parti basse" al solo a pensare alla pezzo della tortura... credo che nei prossimi film James canterà nel coro delle voci bianche....
ciao a tutti Fabirzio
- spones
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Da fan di JB l'unica cosa che ho trovato ridicola é il surf dell'ultimo film.T Pock ha scritto:
senza scadere continuamente nel ridicolo,
A mio parere, escludendo Dr.No, questo fatto lo allontana dagli 007 di Connery.T Pock ha scritto:i soliti inseguimenti con un’auto piena di aggeggi fantascientifici sono ridotti a uno che dura 60 secondi scarsi
Stesso discorso fatto sopra... non ritorno alle origini ma "reinvenzione".T Pock ha scritto:e … gli aggeggi di fantasia in pratica non ci sono.
A parte la parentesi Dalton, io non ho mai rimpianto (il per me miglior 007) Connery.T Pock ha scritto:Dopo decenni, un film sull’agente segreto di Sua Maestà che non fa rimpiangere quelli interpretati da Sean Connery.
E qui devo citare Garak. Il mondo degli agenti segreti é diverso. Non é quello dei film (di James Bond, per intenderci). Quindi, a mio personalissimo avviso, pur essendo "Casino Royale" un gran bel film, e pur essendo Daniel Craig un ottimo attore nonchè un decente 007, questo film non tratta lo 007 inteso da Chubby Broccoli. E, per quanto possa interessare neppure lo 007 inteso e amato (parecchio) anche dal sottoscritto.T Pock ha scritto:questo film spazza via tutti i precedenti, dove James Bond (pur con la classe di Pierce Brosnan) era diventato più simile a un super-eroe dei fumetti che un agente segreto.
Per chiudere, James Bond a mio avviso é, in ordine sparso:
1) Gadget
2) Avventura
3) Belle donne che gli cascano ai piedi
4) Save the world
5) Umorismo inglese
6) "Happy end" (inteso anche come tr.... finale)
7) Sicurezza in se stesso
Ripeto, con questo non intendo dire che "Casino Royale" non sia un ottimo film, perchè lo é. Semplicemente non mi piace questo tipo di James Bond... e trovo che non sia "riconducibile" al James Bond che io conosco e amo.
P.S. Per la cronaca, i miei tre film preferiti di JB sono Goldfinger, Thunderball e Goldeneye...
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Questa è quella che ho trovato più ridicola in assoluto in 44 anni di 007 !spones ha scritto:
Da fan di JB l'unica cosa che ho trovato ridicola é il surf dell'ultimo film.
Sì, è proprio una reinvenzione. Ben riuscita, a mio avviso.spones ha scritto:
... non ritorno alle origini ma "reinvenzione".
Beh, c'è stato qualcosa di Roger Moore che non era proprio il massimo.spones ha scritto:
A parte la parentesi Dalton, io non ho mai rimpianto (il per me miglior 007) Connery.
Sempre nella sufficienza cmq
....forse, ma il modo di operare degli agenti segreti, sezione "lavori sporchi" non deve essere tanto diverso.spones ha scritto:
Il mondo degli agenti segreti é diverso. Non é quello dei film (di James Bond, per intenderci).
I miei preferiti sono From Russia with love, Goldfinger, Thunderball, Live and let die e Goldneyespones ha scritto:
P.S. Per la cronaca, i miei tre film preferiti di JB sono Goldfinger, Thunderball e Goldeneye...
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Non mi sono spiegato intendo dire che, come ha argutamente argomentato Garak in "Our man Bashir", il lavoro dei "veri" agenti segreti é moooooooooooolto diverso dal mondo di James Bond. E "Casino Royale" reinventando James Bond in maniera più "reale", a mio avviso si é allontanata dalle radici originali della saga.T Pock ha scritto:....forse, ma il modo di operare degli agenti segreti, sezione "lavori sporchi" non deve essere tanto diverso.spones ha scritto:Il mondo degli agenti segreti é diverso. Non é quello dei film (di James Bond, per intenderci).
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Principalmente dalla saga cinematografica. Ma anche da come é stato dipinto il mondo e la vita degli agenti del MI6 da Fleming. I "lustrini", la "noncuranza", il "the name is Bond, James Bond", il mondo patinato fuori ma spietato sotto (abito da sera sotto la muta, insomma), sono marchi che sono sempre stati presenti nella saga. Roba che nei pochi (3 o 4) libri di Fleming che ho letto erano, comunque, pure ben presenti.
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Non ho letto nulla di Fleming, ma mi sembra di aver capito (da quello che mi dicono) che il Bond di questo film e' molto simile a quello del corrispondente libro. Ma non voglio parlare di argomenti dove la mia ignoranza e' palese
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Infatti lo é (simile al libro)
Ma é il primo libro di Fleming, lo 007 "acerbo" e, per questo diverso dallo 007 (sicuro di sè, spavaldo, donnaiolo, ecc....) dei rimanenti 19 film. Dico 19 perchè continuo ad escludere Dr.No dal quadro, dato che anche quello, pur essendo un ottimo film di James Bond, é "diverso" dagli altri.
Ma é il primo libro di Fleming, lo 007 "acerbo" e, per questo diverso dallo 007 (sicuro di sè, spavaldo, donnaiolo, ecc....) dei rimanenti 19 film. Dico 19 perchè continuo ad escludere Dr.No dal quadro, dato che anche quello, pur essendo un ottimo film di James Bond, é "diverso" dagli altri.
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Ecco la mia recensione:
007 torna alle origni, sia come storia, raccontando la prima missione Bondiana (curioso il fatto che però si svolga al giorno d’oggi… è davvero il “nuovo” Bond), sia come idea di fondo, andando a recuperare il Bond dei romanzi, quello meno infarcito di gadget ad effetto e più attento all’intrigo, alla spy-story in cui tutti nascondono qualcosa o lavorano per qualcuno. Un Bond insomma più “vero” e meno supereroe di fantascienza.
La sigla è perfettamente a tema con tutte quelle della saga e miscela perfettamente immagini e suoni… scelte cromatiche anni ‘60 con la complesssità delle animazioni dei giorni nostri: è azzecatissima! E dopo la sigla appare lui: il Daniel Craig che ha fatto storcere il naso a molti. Ebbene, questo attore ha senso nell’ottica della storia: non è “ancora” il James Bond raffinato e donnaiolo che siamo abituati a conoscere, ma un agente segreto credibile e a volte fallibile, che impara nel corso di questa sua prima missione quali sono i clichés che in futuro dovrà rispettare. Un perfetto Giancarlo Giannini gli fa da comprimario e si presenta come “Matis, René Matis”, dando l’idea di mentore del giovane Bond. Un barista chiede al neoagente se il Vodka-Martini debba essere agitato o mescolato e il nostro lo manda al diavolo… e le citazioni si sprecano, ma in modo perfettamente coerente con la trama. Craig mi ha convinto: non so se sia davvero un perfetto Bond, di certo è un perfetto protagonista per questo film. La trama si dipana in maniera convenzionale e intrighi e sottointrighi a volte appaiono un po’ scontati, ma lo sviluppo dei personaggi è accattivante: il cattivo di turno è sia citazionista (anche nell’aspetto, sfoggiando una cicatrice in perfetto stile Blofeld, altro antagonista di Bondiana memoria) sia originale, muovendosi in un organizzazione di cui non è capo assoluto né esente da minacce al suo potere. Giannini è sempre impeccabile, mentre mi aspettavo di più dalla tanto decantata Eva Mendes, ovviamente bellissima ma un po’ scialba se si pensa che ha un ruolo centrale nella pellicola. M è ancora interpretata da Judy Dench, che fa il suo ruolo in maniera onesta, da grande professionista, e inanella anche un paio di battute niente male (“Una volta un agente sbagliava, disertava e passava dall’altra parte… Dio come mi manca la guerra fredda!)” restando fedele al tratto che il personaggio aveva nei precedenti capitoli al fianco di Brosnan. Senza infamia e senza lode gli altri comprimari, come era prevedibile.
Molti diranno che questo film “non è James Bond”. Sbagliato. Questo E’ James Bond, il Bond originario, quello pensato dall’autore… NON E’ il Bond di Brosnan e questo non può che farmi piacere, anche se capisco che gli estimatori di quest’ultimo non troveranno azzeccato il nuovo corso. Eppure il film è lì e parla da sé, ed è un film “costruito” bene, che non fa gridare al miracolo ma che non è nemmeno un circo pieno di effetti pirotecnici (a parte qualche inseguimento un po’ barocco e la scena dolorosissima del ribaltamento di una Aston Martin DBS) senza contare che conserva molto dello stile e del carisma della saga, andando a ripescare gli elementi classici. Carrellate su luoghi da cartolina, ambienti chic con donne fatali inguainate abiti improbabili, una partita a poker da annali del cinema, killer nell’ombra e la solita atmosfera del “so chi sei e per chi lavori, ma voglio scoprire le tue carte”.
007 torna alle origni, sia come storia, raccontando la prima missione Bondiana (curioso il fatto che però si svolga al giorno d’oggi… è davvero il “nuovo” Bond), sia come idea di fondo, andando a recuperare il Bond dei romanzi, quello meno infarcito di gadget ad effetto e più attento all’intrigo, alla spy-story in cui tutti nascondono qualcosa o lavorano per qualcuno. Un Bond insomma più “vero” e meno supereroe di fantascienza.
La sigla è perfettamente a tema con tutte quelle della saga e miscela perfettamente immagini e suoni… scelte cromatiche anni ‘60 con la complesssità delle animazioni dei giorni nostri: è azzecatissima! E dopo la sigla appare lui: il Daniel Craig che ha fatto storcere il naso a molti. Ebbene, questo attore ha senso nell’ottica della storia: non è “ancora” il James Bond raffinato e donnaiolo che siamo abituati a conoscere, ma un agente segreto credibile e a volte fallibile, che impara nel corso di questa sua prima missione quali sono i clichés che in futuro dovrà rispettare. Un perfetto Giancarlo Giannini gli fa da comprimario e si presenta come “Matis, René Matis”, dando l’idea di mentore del giovane Bond. Un barista chiede al neoagente se il Vodka-Martini debba essere agitato o mescolato e il nostro lo manda al diavolo… e le citazioni si sprecano, ma in modo perfettamente coerente con la trama. Craig mi ha convinto: non so se sia davvero un perfetto Bond, di certo è un perfetto protagonista per questo film. La trama si dipana in maniera convenzionale e intrighi e sottointrighi a volte appaiono un po’ scontati, ma lo sviluppo dei personaggi è accattivante: il cattivo di turno è sia citazionista (anche nell’aspetto, sfoggiando una cicatrice in perfetto stile Blofeld, altro antagonista di Bondiana memoria) sia originale, muovendosi in un organizzazione di cui non è capo assoluto né esente da minacce al suo potere. Giannini è sempre impeccabile, mentre mi aspettavo di più dalla tanto decantata Eva Mendes, ovviamente bellissima ma un po’ scialba se si pensa che ha un ruolo centrale nella pellicola. M è ancora interpretata da Judy Dench, che fa il suo ruolo in maniera onesta, da grande professionista, e inanella anche un paio di battute niente male (“Una volta un agente sbagliava, disertava e passava dall’altra parte… Dio come mi manca la guerra fredda!)” restando fedele al tratto che il personaggio aveva nei precedenti capitoli al fianco di Brosnan. Senza infamia e senza lode gli altri comprimari, come era prevedibile.
Molti diranno che questo film “non è James Bond”. Sbagliato. Questo E’ James Bond, il Bond originario, quello pensato dall’autore… NON E’ il Bond di Brosnan e questo non può che farmi piacere, anche se capisco che gli estimatori di quest’ultimo non troveranno azzeccato il nuovo corso. Eppure il film è lì e parla da sé, ed è un film “costruito” bene, che non fa gridare al miracolo ma che non è nemmeno un circo pieno di effetti pirotecnici (a parte qualche inseguimento un po’ barocco e la scena dolorosissima del ribaltamento di una Aston Martin DBS) senza contare che conserva molto dello stile e del carisma della saga, andando a ripescare gli elementi classici. Carrellate su luoghi da cartolina, ambienti chic con donne fatali inguainate abiti improbabili, una partita a poker da annali del cinema, killer nell’ombra e la solita atmosfera del “so chi sei e per chi lavori, ma voglio scoprire le tue carte”.
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Concordo con Spones: ha ragione Garak, fare l'agente segreto è cosa ben diversa e molto più cruda dei film di 007.
Casino Royale si riavvicina un pò alla realtà: il faccendiere, il casino in Macedonia, i terroristi. Un gruppo di uomini ricchissimi che pensano per questo di poter usare il mondo a loro piacimento, rimanendone alla fine schiacciati.
Non si capisce però come Bond sopravviva al veleno che ha ingerito fino a defibrillarsi ne come sopravviva alla tortura. Ma è comunque un film, tanto vale goderselo.
Il mio preferito rimane From Russia With Love, l'organizzazzione terroristica è purtroppo qualcosa di reale come stiamo vedendo oggi. Goldfinger è ben fatto, grandi interpreti, ma la rapina a Fort Knox è troppo fuori dalla realtà come idea e come modi di realizzazione.
Casino Royale si riavvicina un pò alla realtà: il faccendiere, il casino in Macedonia, i terroristi. Un gruppo di uomini ricchissimi che pensano per questo di poter usare il mondo a loro piacimento, rimanendone alla fine schiacciati.
Non si capisce però come Bond sopravviva al veleno che ha ingerito fino a defibrillarsi ne come sopravviva alla tortura. Ma è comunque un film, tanto vale goderselo.
Il mio preferito rimane From Russia With Love, l'organizzazzione terroristica è purtroppo qualcosa di reale come stiamo vedendo oggi. Goldfinger è ben fatto, grandi interpreti, ma la rapina a Fort Knox è troppo fuori dalla realtà come idea e come modi di realizzazione.
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