Rossi campione...!!!!
Inviato: 8 ago 2007, 16:53
Nella vita gudagnano 1000 volte di più di quanto guadagna una persona normale...
Ma cosa vogliono di più???
VALENTINO ROSSI NEI GUAI CON IL FISCO
Il campione delle moto accusato di evasione: avrebbe un debito con l'Agenzia delle entrate per 60 milioni
PESARO - Valentino Rossi «sbanda» sul fisco. Il campione di motociclismo non è riuscito a seminare l'Agenzia delle entrate. In seguito ai controlli effettuati l'Agenzia ha rilevato, a quanto apprende l'Adnkronos, per gli anni 2000-2004 un'evasione da 60 milioni di euro. Il centauro ha ricevuto un accertamento milionario dall'ufficio di Pesaro dell'Agenzia. E dato l'importo molto elevato scatterà, con tutta probabilità, una denuncia alla magistratura per il reato di omessa dichiarazione.
GUAI COL FISCO - Le disgrazie fiscali di Rossi nascono con la sua decisione di trasferire la residenza in Gran Bretagna il 15 marzo del 2000. La ricostruzione effettuata sulla base delle indagini condotte dall'ufficio di Pesaro dell'Agenzia, in collaborazione con la direzione regionale delle Marche e la Direzione centrale accertamento, avrebbe certificato che Rossi in questi anni, e più precisamente dal 6 aprile 2000, ha presentato le dichiarazioni tributarie in Inghilterra, ma per cifre irrisorie, attestando di essere residente ma non domiciliato. Una situazione che gli ha permesso di usufruire del peculiare regime dei «resident but not domicilied» che consente al contribuente di dichiarare solo i redditi prodotti in Inghilterra.
LA DICHIARAZIONE - In questi anni, quindi, Rossi avrebbe dichiarato in Italia i soli redditi di fabbricati e in Inghilterra i redditi prodotti nell'isola, cioè quasi nulla. Scomparse, invece, le ricche sponsorizzazioni e il contratto con la Yamaha, la società per cui corre. I consulenti fiscali di Rossi avrebbero comunque cercato di sviare gli 007 del fisco costituendo una seria di società estere alle quali sono stati intestati i vari contratti delle sponsorizzazioni. Tuttavia l'Agenzia delle entrate avrebbe ricostruito tutti i passaggi che hanno portato alla nascita di società a cui sono intestati i vari contratti degli sponsor con sedi di volta in volta a Dublino, Londra o altri paesi. Dalla ricostruzione dell'Agenzia delle entrate sarebbe emerso che, oltre ad avere in Italia la sede principale degli affari e interessi economici, Rossi ha mantenuto un solido legame «di natura sociale e familiare». Il meccanismo ideato dai consulenti fiscali avrebbe dovuto garantire vacanze tranquille al campione, ma cosi non è stato. La mattina dello scorso 3 agosto i funzionari dell'Agenzia delle entrate hanno notificato a Rossi, nei pressi della sua abitazione di Tavullia (Pesaro Urbino) l'accertamento per il quinquennio, suddiviso per anno d'imposta.
MULTA FINO A 240 MILIONI - Adesso il campione rischia grosso: l'avviso di accertamento notificatogli agli inizi di agosto su un'evasione pari a 60 milioni di euro implica che il centauro versi tale somma, con una multa che può variare da due a quattro volte l'imposta evasa, fino quindi a 240milioni di euro. Se Rossi dovesse pagare entro trenta giorni, potrebbe ottenere sostanziose riduzioni della sanzione. Il campione potrebbe anche decidere di patteggiare e chiedere una rateizzazione. O, in alternativa, non pagare e fare ricorso all'Agenzia delle Entrate. Ma c'è di più: visto che la somma eccede il limite di 75 mila euro, Valentino Rossi può anche incorrere in sanzioni di tipo penale.
Ma cosa vogliono di più???
VALENTINO ROSSI NEI GUAI CON IL FISCO
Il campione delle moto accusato di evasione: avrebbe un debito con l'Agenzia delle entrate per 60 milioni
PESARO - Valentino Rossi «sbanda» sul fisco. Il campione di motociclismo non è riuscito a seminare l'Agenzia delle entrate. In seguito ai controlli effettuati l'Agenzia ha rilevato, a quanto apprende l'Adnkronos, per gli anni 2000-2004 un'evasione da 60 milioni di euro. Il centauro ha ricevuto un accertamento milionario dall'ufficio di Pesaro dell'Agenzia. E dato l'importo molto elevato scatterà, con tutta probabilità, una denuncia alla magistratura per il reato di omessa dichiarazione.
GUAI COL FISCO - Le disgrazie fiscali di Rossi nascono con la sua decisione di trasferire la residenza in Gran Bretagna il 15 marzo del 2000. La ricostruzione effettuata sulla base delle indagini condotte dall'ufficio di Pesaro dell'Agenzia, in collaborazione con la direzione regionale delle Marche e la Direzione centrale accertamento, avrebbe certificato che Rossi in questi anni, e più precisamente dal 6 aprile 2000, ha presentato le dichiarazioni tributarie in Inghilterra, ma per cifre irrisorie, attestando di essere residente ma non domiciliato. Una situazione che gli ha permesso di usufruire del peculiare regime dei «resident but not domicilied» che consente al contribuente di dichiarare solo i redditi prodotti in Inghilterra.
LA DICHIARAZIONE - In questi anni, quindi, Rossi avrebbe dichiarato in Italia i soli redditi di fabbricati e in Inghilterra i redditi prodotti nell'isola, cioè quasi nulla. Scomparse, invece, le ricche sponsorizzazioni e il contratto con la Yamaha, la società per cui corre. I consulenti fiscali di Rossi avrebbero comunque cercato di sviare gli 007 del fisco costituendo una seria di società estere alle quali sono stati intestati i vari contratti delle sponsorizzazioni. Tuttavia l'Agenzia delle entrate avrebbe ricostruito tutti i passaggi che hanno portato alla nascita di società a cui sono intestati i vari contratti degli sponsor con sedi di volta in volta a Dublino, Londra o altri paesi. Dalla ricostruzione dell'Agenzia delle entrate sarebbe emerso che, oltre ad avere in Italia la sede principale degli affari e interessi economici, Rossi ha mantenuto un solido legame «di natura sociale e familiare». Il meccanismo ideato dai consulenti fiscali avrebbe dovuto garantire vacanze tranquille al campione, ma cosi non è stato. La mattina dello scorso 3 agosto i funzionari dell'Agenzia delle entrate hanno notificato a Rossi, nei pressi della sua abitazione di Tavullia (Pesaro Urbino) l'accertamento per il quinquennio, suddiviso per anno d'imposta.
MULTA FINO A 240 MILIONI - Adesso il campione rischia grosso: l'avviso di accertamento notificatogli agli inizi di agosto su un'evasione pari a 60 milioni di euro implica che il centauro versi tale somma, con una multa che può variare da due a quattro volte l'imposta evasa, fino quindi a 240milioni di euro. Se Rossi dovesse pagare entro trenta giorni, potrebbe ottenere sostanziose riduzioni della sanzione. Il campione potrebbe anche decidere di patteggiare e chiedere una rateizzazione. O, in alternativa, non pagare e fare ricorso all'Agenzia delle Entrate. Ma c'è di più: visto che la somma eccede il limite di 75 mila euro, Valentino Rossi può anche incorrere in sanzioni di tipo penale.