Crisi Economica Mondiale: chi ha ragione???


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Messaggio da ormazad » 23 ott 2008, 10:54

Mitttica " deregulation " ....
Dathon , una risposta secca è : manco col piffero . Non esistevano derivati , non c' era una bolla immobiliare , era finanziariamente parlando tutto un altro mondo .
Imperatore , non faccio il bisio , ma non confondo neanche le mie opinioni con quelle del resto del mondo . Altrimenti saremmo tutti Juventini .


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Messaggio da spones » 23 ott 2008, 12:14

Non confondo niente, caro juventino. Leggo...



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Messaggio da interforever » 23 ott 2008, 14:53

Per Ormazad..

http://www.repubblica.it/2008/10/sezion ... stiti.html

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Questa notte splendida darà i colori al nostro stemma: il nero e l'azzurro sullo sfondo d'oro delle stelle. Si chiamerà Internazionale, perchè noi siamo fratelli del mondo.
Ps: Visto che la diarrea non è stata sufficiente, tra poco inizierò ad augurare malattie veneree a chi tocca la mia firma...

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Messaggio da ormazad » 23 ott 2008, 16:46

Se me lo dice Spones posso anche crederci , ma se lo scrive Rep è sicuramente una caxxata .
Se vuoi nel week end dedico 1\2 ora su google per trovarti 2 o 3 cento sciocchezze scritte dal tuo quotidiano di riferimento sulle elezioni usa .


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Messaggio da Salmacis » 23 ott 2008, 18:11

Originally posted by ormazad

Se me lo dice Spones posso anche crederci , ma se lo scrive Rep è sicuramente una caxxata .
Se vuoi nel week end dedico 1\2 ora su google per trovarti 2 o 3 cento sciocchezze scritte dal tuo quotidiano di riferimento sulle elezioni usa .
Mica lo dicono solo i comunisti...

http://news.bbc.co.uk/2/hi/americas/7685067.stm

"Non si è mai abbastanza coraggiosi da diventare vigliacchi definitivamente." (G. Gaber)

"Se un giorno ti verrà rimproverato che il tuo lavoro non è stato fatto con professionalità, rispondi: "L'Arca di Noè è stata costruita da dilettanti, il Titanic da professionisti". (Anonimo)

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Messaggio da interforever » 23 ott 2008, 18:13

Premesso che per non scrivere sciocchezze bisogna non scrivere, a me basterebbe meno per trovare gli errori (in misura superiore :smokin: ) di qualunque altro quotidiano.
Ma quando anche tu avessi ragione, gli errori precedenti non costituiscono una dimostrazione.
Se così fosse il teorema di Fermat sarebbe stato dimostrato un 400 anni prima...

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Messaggio da Dathon » 23 ott 2008, 18:27

Originally posted by ormazad

Dathon , una risposta secca è : manco col piffero . Non esistevano derivati , non c' era una bolla immobiliare , era finanziariamente parlando tutto un altro mondo .
Ammesso e assolutamente non concesso, è ispirandosi a Reagan che l'hanno trasformato in questo.

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Messaggio da spones » 24 ott 2008, 14:00

A parte le dotte citazioni del prof (alle quali, non capendone nulla, posso solo ossequiosamente assentire :smokin: ), BBC, CNN, Times e praticamente tutti i giornali di una qualche "serietà", dicono la stessa cosa :wink:

P.S. Grazie per la considerazione Ormazad, vedrò di non deluderti mai [:avatar] :smokin: :wink:

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Messaggio da favarato » 24 ott 2008, 19:56

Attenzione, perchè oggi non è un gran anniversario...
...
Gli analisti storici fanno notare che il 24 ottobre 1929 fu il giorno in cui a Wall Street inizio' il crash che diede il via alla Grande Depressione. Oggi, secondo le news che circolano nelle sale trading di Manhattan, il ribasso e' alimentato da vendite forzate degli hedge funds (che devono far fronte a valanghe di riscatti, per cui si crea un circolo vizioso di ribassi) e alla consapevolezza che la recessione sta diventando globale e impattera' pesantemente i consumi e il mercato del lavoro ovunque nel mondo.
...


IL 24 OTTOBRE DELLA GRANDE DEPRESSIONE
di Matteo Mediola
Quel giorno del 1929 iniziò la caduta del listino di Wall Street. Il Dow Jones perse l’11,73% fino al «sell-off» che si concluse soltanto nel 1932.
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell' autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

(WSI) – «Non mi risulta ci sia nulla di negativo nei fondamentali del mercato azionario, delle imprese e della struttura creditizia a esso relativa». Così parlò Charles E. Mitchell, presidente della National City Bank, martedì 22 ottobre 1929. Il giovedì successivo sul New York Stock Exchange vennero scambiate 12,9 milioni di azioni.

L’ondata di panico tra gli investitori non si fermò e il Dow Jones inaugurò la settimana successiva con un calo del 12,82 per cento. Il giorno dopo, 24 ottobre 1929, l’indice perse un altro 11,73. Era il «martedì nero» di Wall Street, devastante esplosione di una bolla speculativa che ha trovato paragoni solo in questi mesi, con il terremoto che ha sconvolto i listini internazionali in seguito alla crisi dei mutui americani.

Il crac che diede il via alla Grande Depressione (se ne sia stato la causa o il sintomo è un argomento ancora al centro di un acceso dibattito tra gli economisti) giunse al termine di un boom speculativo senza precedenti che vide i prezzi delle azioni crescere apparentemente senza freni per tutta la seconda metà dei «ruggenti Anni 20». Incoraggiati dal trend rialzista e attratti dal miraggio di facili guadagni, migliaia di comuni cittadini iniziarono a investire in borsa, arrivando persino a indebitarsi per poter acquistare nuove azioni.

Nell’agosto del 1929 il valore complessivo di prestiti emutui era arrivato a 8,5 miliardi di dollari, una cifra che superava l’ammontare della moneta in circolazione negli Stati Uniti all’epoca. E per chi non aveva molta liquidità a disposizione, c’erano sempre i «derivati», che consentivano un investimento limitato al momento dell’acquisto con prospettive di redditività allettanti. I tassi di interesse arrivavano al 12%, e, con il Dow Jones che dal 1924 al 1929 aveva quintuplicato il suo valore, nessuno riusciva a immaginare di poterci perdere. «Persino il lustrascarpe o il ragazzo dell’ascensore elargivano consigli sulle quotazioni delle azioni Ford e General Motors - ricorda Paul A. Samuelson, Nobel per l’economia nel 1970 -. Si trattava di capitalismo allo stato puro, che praticamente agiva senza regole governative».

Intanto, il ritorno della Gran Bretagna al gold standard faceva sbarcare nuovi capitali sui lidi di Manhattan. Ma la sopravvalutazione delle azioni e la bolla creditizia avevano ormai toccato livelli insostenibili. Nel mese precedente il «giovedì nero» del 24 ottobre, data d’inizio della crisi, i mercati avevano già dato forti segnali di instabilità. All'inizio di settembre del 1929 la media del rapporto tra prezzi e utili delle azioni di S&P Composite aveva raggiunto quota 32,6. Nel mese successivo il valore dei titoli calò del 17%, per poi recuperare metà delle perdite e calare di nuovo.

La spirale ribassista non si fermò, e il 24 ottobre si scatenò il panico tra gli investitori. In una sola seduta vennero vendute 12,9 milioni di azioni. Il giorno successivo alcuni tra i più grandi banchieri d’America si riunirono per cercare di trovare una soluzione alla crisi, un po’ com’è avvenuto nei giorni scorsi tra Washington e New York.

Col capitale messo a disposizione dai colossi della finanza di allora, come il numero uno della Chase National Bank, Albert Wiggin, e il presidente della Morgan Bank Thomas W. Lamont, il vicepresidente della Borsa, Richard Witney comprò titoli di alcune tra le principali blue chip a un prezzo che ne sopravvalutava nettamente il valore. Ma la mossa non riuscì, come sperato, a spingere gli investitori ad acquistare di nuovo, ed ebbe come unico effetto una chiusura di sessione piatta. Ma il peggio doveva ancora arrivare. Lunedì 28 ottobre l’ondata di vendite continua, e il Dow Jones perde il 12,82 per cento.

Il giorno successivo è il caos. Il principale indice della borsa della Grande Mela lascia sul terreno altri 11,73 punti percentuali. Solo in quella sessione vengono bruciati 14 miliardi di dollari. È il «martedì nero ». Il crollo si arresterà solo l’8 luglio del 1932, con il Dow Jones che chiude a quota 41,22 punti. Il 3 settembre 1929 era a 381,17 punti, il record di allora. In meno di due anni l’indice aveva perso l’89% e dovette attendere fino al 1954 per recuperare le perdite. Nelle parole dell’economista Richard M. Salsman «chi comprò azioni nella metà del 1929 e le tenne vide passare la maggior parte della vita da adulto prima di ritornare in pareggio».

Il panico si diffuse presto a tutte le piazze statunitensi ed estere. Si parla di numerosi suicidi di squali della finanza che in poche ore avevano visto svanire nel nulla tutte le loro ricchezze, un fenomeno successivamente ridimensionato da John Kenneth Galbraith in quello che è forse il libro più famoso sull’argomento: The Great Crash, 1929. I mercati finanziari di tutto il mondo vararono misure per sospendere i titoli che registravano ribassi eccessivi. Nel 1933 il Glass-Steagall Act introdusse la distinzione tra banche commerciali e banche d’affari, quegli istituti che, oltre a gestire depositi e fornire prestiti, si occupano del mercato dei titoli.

Nel frattempo lo Smooth- Hawley Tariff Act del 1930 aveva bruscamente aumentato i dazi doganali sulle importazioni, spingendo i partner commerciali dell’America a reazioni dello stesso segno e alimentando la sfiducia dei mercati e, con essa, le tendenze al ribasso. Era iniziata la Grande Depressione, le cui conseguenze inizieranno ad avvertirsi presto anche oltreoceano. E che, come uno scenario da incubo, rischiano di ripetersi oggi: siglando come un incubo la fine dell’era di George W. Bush.

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Messaggio da spones » 27 ott 2008, 9:45

E infatti la borsa cerca di festeggiare l'anniversario... :smokin:

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Messaggio da favarato » 27 ott 2008, 22:22

Certo è davvero singolare che tutti i grandi crolli dei mercati azionari della storia moderna siano avvenuti nel mese di ottobre, dai che fra tre giorni questo mese maledetto è finito!!!... :smokin:



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Messaggio da Galen » 29 ott 2008, 15:25

Vale più un'immagine di mille parole... :smokin:

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"poi dice che uno si butta a sinistra... "
Totò

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Messaggio da spones » 29 ott 2008, 15:34

:lol: :grin: :smile: :indifferente: Ma che c'avrò da ridere... :smokin: :wink:



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Messaggio da Dathon » 29 ott 2008, 20:50

E intanto, a proposito di crisi, the big one avanza inesorabile...

http://www.bloomberg.com/apps/news?pid= ... fer=energy

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Messaggio da interforever » 30 ott 2008, 13:57

si riferisce alla fine del petrolio?

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