interforever ha scritto:
Allora, trovo massimamente ipocrita (anzi ancor di più) difendere a parole la famiglia e poi di fatto usare l'arma del potere per far prostituire (perchè di questo si tratta) delle ragazzine magari consezienti.
Aspetto sulla vicenda un illuminato parere dI Eminence Ruini.
Ps: poi se qualcuno mi spiega cosa c'è di disdicevole per un ministro nell'andare al gay pride, perchè non ci arrivo....
SPONES SANTO SUBITO
Anche se sei off topic, ti domando se hai visto Ballarò ieri sera. Se l'hai visto ti renderai conto come tutti i politici sono d'accordo nel dire che questo uso sconsiderato delle intercettazioni deve smettere. Per il bene di tutti.
Perché è incredibile leggere delle cose private di alcune persone sui giornali quando le stesse persone non ne sono a conoscenza.
Ad oggi l'ex ministro Storace (crocifisso da tutti e dico TUTTI!!!) non ha ricevuto un avviso di garanzia. Non è indagato - ancora - dopo 100 giorni da quando si è dimesso dal ministero che presiedeva.
Ma come dicevo siamo off topic. QUI SI PARLA DI SINISTRA MALANDRINA!
E allora... ?
Beccatevi questa!
Peggio delle previsioni: sono arrivati alla frutta prima ancora di essersi messi a tavola. Trentaquattro giorni effettivi di governo (e di dichiarazioni inopportune, di fughe in avanti e inviti al silenzio). E ieri Rifondazione Comunista non ce l'ha fatta più. Ha preso carta di giornale e computer e su Liberazione, organo del partito, ha scritto: basta, compagni della sinistra ed ex dc, ora state esagerando. Se avete intenzione di farci fuori, sappiate che abbiamo capito tutto e non ci stiamo. E stai attento anche tu, caro Prodi: sei l'agnello sacrificale, la vittima illustre e privilegiata di questo progetto neocentrista. Colpiranno noi e anche te. L'articolo è di Rina Gagliardi, fior fiore dell'intellighenzia rifondarola. Il titolo, che spiega tutto: «Un piano per ribaltare il governo: fuori il Prc, dentro l'Udc di Casini». C'è del vero in questo titolo. Ma procediamo con ordine. Rifondazione ieri ha preso atto di ciò che mezza Italia sapeva già in campagna elettorale (e anche prima): le due anime della sinistra non possono convivere. Troppe differenze: sull'Afghanistan e le missioni di pace, sulle tasse e la politica economica, sulle Grandi opere, sui rapporti con l'opposizione. Su tutto. Da una parte, la sinistra massimalista, che vuole più spazio e lo reclama in virtù del peso (innegabile) che ha avuto nella vittoria elettorale. Dall'altra, la sinistra riformista che deve scegliere: o rimanere ostaggio dell'ala estrema della coalizione, con tutte le conseguenze del caso, o imboccare altre strade.