Non sei più vergine?...& io ti stupro
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"Mi sono ribellata allo stupro
ora sogno solo una famiglia mia"
di GIUSEPPE PORCU
CAGLIARI - "Non so, non ho capito bene cosa ha deciso la Cassazione. Il mio avvocato mi ha detto che la condanna è stata confermata e che ora decideranno solo se deve essere più leggera. A me queste cose non interessano, non mi sono mai interessate. Io voglio solo che certi fatti non si ripetano". A 48 ore dalla sentenza choc della Cassazione che l'ha portata involontariamente alla ribalta, la ragazza violentata sei anni fa dal patrigno, quando era poco più di una bambina, dopo molte resistenze decide di uscire dal silenzio e di svelare con l'assistenza del suo legale, l'avvocato Massimiliano Ravenna, i pensieri di queste ore, le angosce di una storia che l'ha segnata, le speranze in futuro diverso.
La notizia della decisione della terza sezione della Cassazione, che ha rispedito indietro il processo alla Corte d'appello di Cagliari perché giustifichi in maniera più approfondita le motivazioni che hanno impedito la concessione di un'attenuante al violentatore, l'ha appresa solo ieri dal suo avvocato. E sempre da lui ha saputo del clamore suscitato dalla decisione di considerare meno grave uno stupro se la vittima, in questo caso una quattordicenne, ha avuto già esperienze sessuali. In questi giorni non ha letto giornali e non ha visto tv, e il suo legale ha preferito non entrare nei dettagli della sentenza per non ferirla ulteriormente. "Non ho avuto il coraggio - dice - l'ho voluta proteggere. Più avanti le spiegherò tutto".
Esile, lunghi capelli scuri, occhi neri, la ragazza parla nello stesso giorno in cui anche la madre decide di dire la sua con poche e incerte battute alla televisione. "Mia figlia non mi ha mai raccontato nulla di quanto è successo, non mi diceva mai niente. Mi auguro solo il suo bene e che tutto questo clamore finisca presto".
Ma alla figlia il clamore non dispiace.
Lo sa che tutta l'opinione pubblica è a suo favore?
"Mi fa piacere che la gente sia con me. Mia madre mi aveva detto di non farlo, di non denunciare il suo compagno, perché tutto il mondo si sarebbe rivoltato contro di me. Non è vero. Oggi sono contenta di averlo fatto anche perché nella casa famiglia dove sono stata ho visto tanta sofferenza intorno a me".
La Cassazione ha stabilito che i giudici d'appello devono valutare meglio se non sia il caso di concedere le attenuanti al suo patrigno. Cosa ne pensa?
"Non so, io non capisco queste cose, ho chiesto solamente giustizia. Mi sono costituita parte civile ma non ho mai chiesto soldi, non mi interessano. Io voglio solo che queste cose non succedano ad altri bambini".
È stato detto che lei è tornata a vivere insieme al suo patrigno, è vero?
"No, intanto loro due non vivono più insieme. Lui ogni tanto va a casa a trovarla, ma solo per vedere la figlia che hanno avuto. E poi io non sto più con mia madre. Quando sono diventata maggiorenne sono andata a lavorare fuori dalla Sardegna, in Toscana, e a casa di mia madre ci vado poche volte".
Ha mai incontrato il suo patrigno?
"Sì, due o tre volte in questi due anni".
Che effetto le ha fatto?
"Brutto".
Che cosa le ha lasciato questa storia?
"Mi ha fatto molto male, ma l'ho superata... anche se ogni volta che sento alla televisione certe notizie, le violenze sui bambini... mi sento male".
Com'è ora la sua vita?
"Ho un fidanzato e vivo con lui, poi quando ci riesco lavoro, soprattutto d'estate negli alberghi, in Sardegna o in continente".
Cosa vorrebbe per il suo futuro?
"Poter vivere serena, dimenticare questa brutta storia, trovare un lavoro e farmi una famiglia diversa da quella in cui sono vissuta".
ora sogno solo una famiglia mia"
di GIUSEPPE PORCU
CAGLIARI - "Non so, non ho capito bene cosa ha deciso la Cassazione. Il mio avvocato mi ha detto che la condanna è stata confermata e che ora decideranno solo se deve essere più leggera. A me queste cose non interessano, non mi sono mai interessate. Io voglio solo che certi fatti non si ripetano". A 48 ore dalla sentenza choc della Cassazione che l'ha portata involontariamente alla ribalta, la ragazza violentata sei anni fa dal patrigno, quando era poco più di una bambina, dopo molte resistenze decide di uscire dal silenzio e di svelare con l'assistenza del suo legale, l'avvocato Massimiliano Ravenna, i pensieri di queste ore, le angosce di una storia che l'ha segnata, le speranze in futuro diverso.
La notizia della decisione della terza sezione della Cassazione, che ha rispedito indietro il processo alla Corte d'appello di Cagliari perché giustifichi in maniera più approfondita le motivazioni che hanno impedito la concessione di un'attenuante al violentatore, l'ha appresa solo ieri dal suo avvocato. E sempre da lui ha saputo del clamore suscitato dalla decisione di considerare meno grave uno stupro se la vittima, in questo caso una quattordicenne, ha avuto già esperienze sessuali. In questi giorni non ha letto giornali e non ha visto tv, e il suo legale ha preferito non entrare nei dettagli della sentenza per non ferirla ulteriormente. "Non ho avuto il coraggio - dice - l'ho voluta proteggere. Più avanti le spiegherò tutto".
Esile, lunghi capelli scuri, occhi neri, la ragazza parla nello stesso giorno in cui anche la madre decide di dire la sua con poche e incerte battute alla televisione. "Mia figlia non mi ha mai raccontato nulla di quanto è successo, non mi diceva mai niente. Mi auguro solo il suo bene e che tutto questo clamore finisca presto".
Ma alla figlia il clamore non dispiace.
Lo sa che tutta l'opinione pubblica è a suo favore?
"Mi fa piacere che la gente sia con me. Mia madre mi aveva detto di non farlo, di non denunciare il suo compagno, perché tutto il mondo si sarebbe rivoltato contro di me. Non è vero. Oggi sono contenta di averlo fatto anche perché nella casa famiglia dove sono stata ho visto tanta sofferenza intorno a me".
La Cassazione ha stabilito che i giudici d'appello devono valutare meglio se non sia il caso di concedere le attenuanti al suo patrigno. Cosa ne pensa?
"Non so, io non capisco queste cose, ho chiesto solamente giustizia. Mi sono costituita parte civile ma non ho mai chiesto soldi, non mi interessano. Io voglio solo che queste cose non succedano ad altri bambini".
È stato detto che lei è tornata a vivere insieme al suo patrigno, è vero?
"No, intanto loro due non vivono più insieme. Lui ogni tanto va a casa a trovarla, ma solo per vedere la figlia che hanno avuto. E poi io non sto più con mia madre. Quando sono diventata maggiorenne sono andata a lavorare fuori dalla Sardegna, in Toscana, e a casa di mia madre ci vado poche volte".
Ha mai incontrato il suo patrigno?
"Sì, due o tre volte in questi due anni".
Che effetto le ha fatto?
"Brutto".
Che cosa le ha lasciato questa storia?
"Mi ha fatto molto male, ma l'ho superata... anche se ogni volta che sento alla televisione certe notizie, le violenze sui bambini... mi sento male".
Com'è ora la sua vita?
"Ho un fidanzato e vivo con lui, poi quando ci riesco lavoro, soprattutto d'estate negli alberghi, in Sardegna o in continente".
Cosa vorrebbe per il suo futuro?
"Poter vivere serena, dimenticare questa brutta storia, trovare un lavoro e farmi una famiglia diversa da quella in cui sono vissuta".
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Qui la parte interessante e spero che il mio punto di vista sia chiaro, si sta parlando di attenuanti.
La notizia della decisione della terza sezione della Cassazione, che ha rispedito indietro il processo alla Corte d'appello di Cagliari perché giustifichi in maniera più approfondita le motivazioni che hanno impedito la concessione di un'attenuante al violentatore, l'ha appresa solo ieri dal suo avvocato. E sempre da lui ha saputo del clamore suscitato dalla decisione di considerare meno grave uno stupro se la vittima, in questo caso una quattordicenne, ha avuto già esperienze sessuali.
La notizia della decisione della terza sezione della Cassazione, che ha rispedito indietro il processo alla Corte d'appello di Cagliari perché giustifichi in maniera più approfondita le motivazioni che hanno impedito la concessione di un'attenuante al violentatore, l'ha appresa solo ieri dal suo avvocato. E sempre da lui ha saputo del clamore suscitato dalla decisione di considerare meno grave uno stupro se la vittima, in questo caso una quattordicenne, ha avuto già esperienze sessuali.
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Ti ho postato un articolo della tizia, stiamo parlando di una sessantenne che odia i suoi colleghi uomini. Hai presente la tizia che sostituisce Santi Licheri su Forum?interforever ha scritto:
Non mi pare che il Consigliere Sotgiu sia un giornalista...
Nè mi pare che il Presidente delle sezioni riunite della corte di cassazione la abbia smentita, e infine credo che il CSM interverrà (se non lo ha già fatto) sulla vicenda...
Ha presente la puntata di TNG dove una tizia mette sotto accusa Picard e company?
Mi domando su cosa debba intervenire visto che la questione è legata ad un processo e non generalizza (diversamente da voi) e chiede semplicemente di rifare un processo tenendo conto delle attenuanti.
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Deslok ha scritto:
Ti ho postato un articolo della tizia, stiamo parlando di una sessantenne che odia i suoi colleghi uomini. Hai presente la tizia che sostituisce Santi Licheri su Forum?
Ha presente la puntata di TNG dove una tizia mette sotto accusa Picard e company?
quella tizia l'ho sentita un pò di volte anche io, appena vede un uomo cerca di metterlo in galera o prosciugargli il conto in banca [:x]
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Un'altra "bella" sentenza in materia: il tribunale di Vicenza ha dimezzato la pena ad un paracadusta americano accusato di aver (dopo essersi ubriacato) ammanettato, picchiato e violentato una nigeriana, nel febbraio 2004.
Il paracadutista era appena rientrato da un turno di servizio in Iraq e per il tribunale "vanno riconosciute le attenuanti generiche, perchè appare verosimile che l'imputato, nella commissione dei reati, sia stato influenzato da atti di violenza cui ha assistito in Iraq e che nulla avevano a che fare con la necessaria violenza bellica, in una guerra condotta con ogni mezzo, estremamente logorante per le truppe di occupazione, di cui non si intravvede la fine".
Long live and prosper (se potete...)
"Ne ferisce più la parola che la spada, è vero, ma i rimpianti sono armi di distruzione di massa"
Il paracadutista era appena rientrato da un turno di servizio in Iraq e per il tribunale "vanno riconosciute le attenuanti generiche, perchè appare verosimile che l'imputato, nella commissione dei reati, sia stato influenzato da atti di violenza cui ha assistito in Iraq e che nulla avevano a che fare con la necessaria violenza bellica, in una guerra condotta con ogni mezzo, estremamente logorante per le truppe di occupazione, di cui non si intravvede la fine".
Long live and prosper (se potete...)
"Ne ferisce più la parola che la spada, è vero, ma i rimpianti sono armi di distruzione di massa"
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