Ma la scuola è davvero a pezzi???


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Mauri
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Messaggio da Mauri » 28 feb 2007, 3:23

Scusa Inter ma dovrebbero venirti a dire i fatti loro? Se non l'ha mandato a scuola e non vuole spiegarti il perchè amen.
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interforever
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Messaggio da interforever » 28 feb 2007, 6:47

No caro. La famiglia, dichiarando il falso (una malattia inesistente) compie un illecito in primo luogo, in secondo luogo compie un gesto fortemente diseducativo.
Se i miei genitori mi avessero sorpreso ad impiccare, mi avrebbero severamente punito.
Infine, per lo studente in questione non era un giorno di scuola normale, ma aveva un corso di recupero.Fatti loro fino ad un certo punto, quindi, anzi proprio per nulla, visto che l'assenza ha ripercussioni sulla didattica.
Comunque a me quello che da più fastidio non è l'assenza, ma la bugia, perchè è offensiva per l'intelligenza delle persone.
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Messaggio da TheGib » 28 feb 2007, 6:58

@interforever: PERFETTO. Mi dispiace solo che il predicare questi concetti (ad ogni occasione, non solo a sQuola) provochi oramai solo uno sguardo di sufficienza nell'interlocutore :sad:
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Messaggio da Mauri » 28 feb 2007, 8:00

Io resto dell'opinione che siano fattacci loro, che poi i miei si sarebbero incavolati è un altro paio di maniche.
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Myra
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Messaggio da Myra » 28 feb 2007, 16:58

Mammamia ragà, fare l'insegnante è troppo complicato! E ti pagano troppo poco per quello che dovresti fare. Io ho anche un alunno che sospetto fortemente sia drogato. La mia realtà scolastica è pessima. Quando fui assunta 2 anni fa ebbi quasi un trauma. Arrivai lì tutta pimpante a spiegare il calcolo proposizionale e dei predicati e tutti mi guardavano come un'aliena. Dopo 15 giorni mi resi conto che quelli non capivano neppure il mio linguaggio. Quando dissi a un collega: qui è sprecata una laurea per poter insegnare, basterebbe un diploma da liceo scientifico. No, mi rispose, basta una buona licenza media!


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Messaggio da ormazad » 28 feb 2007, 21:44

Ma i buoni vecchi " motivi familiari " non si usano più come giustificazione ??

interforever
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Messaggio da interforever » 28 feb 2007, 22:53

Infatti, se avesse voluto dire sono capperi miei, poteva scrivere motivi familiari.
Avendo scritto motivi di salute, io avrei proposto un paio di giorni di sospensione con obbligo di frequenza.
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Zeide
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Messaggio da Zeide » 4 mag 2007, 13:27

1 Politicamente non c'è investimento sulla scuola
2 Preferisco la scuola attuale a quella di Gentile
3 Avete mai letto "lettere ad una professoressa?", è un libro molto bello che racconta dei ragazzi di Barbiana educati da Don Milani, a prescindere da come uno la pensa è un bel libro
4 penso che lo studio della pedagogia sia importantissima per i docenti

Un tempo la scuola era percepita dai giovani come un'opportunità, e a questa percezione corrispondeva motivazione allo studio. Ma purtroppo non era il tempo della scuola di "massa" come oggi, ovvero era selettiva e non permetteva a tutti di avere pari opportunità.
Oggi per fortuna non è più così, ci sono tutte le possibilità per studiare ma spesso gli alunni partecipano allo studio senza apprezzare veramente il suo valore, l'occasione che hanno. La demotivazione è all'ordine del giorno aggiungendo poi tanti altri problemi derivanti dalla nostra società.
La scuola pertanto si trova di fronte ad un utenza sempre più complessa e numerosa ma negli anni non sono stati dati poi così tanti strumenti e risorse per affrontare i problemi
Senza contare le riforme fatte a metà

Intanto finanziamo le scuole private sennò il Vaticano
si arrabbia... loro si che ne hanno bisogno

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Messaggio da Capitan_Carisma » 4 mag 2007, 20:43

Zeide ha scritto:
Un tempo la scuola era percepita dai giovani come un'opportunità, e a questa percezione corrispondeva motivazione allo studio. Ma purtroppo non era il tempo della scuola di "massa" come oggi, ovvero era selettiva e non permetteva a tutti di avere pari opportunità.

esatto, i ragazzi oggi considerano la scuola come una condanna, (da un lato è normale che sentano il peso dello studio, interrogazioni, ecc. però sono difficoltà che si affrontano); non capiscono che hanno tutte le carte in regola per elevarsi socialmente e diventare qualcuno grazie allo studio (e ai soldi dei loro genitori).
E nonostante questo sembra che non sentano minimamente la motivazione allo studio e preferiscano divertirsi dalla mattina alla notte sperperando i soldi dei loro genitori e pretendendo di avere tutto senza fare niente.
Ma quando i genitori non ci saranno più a mantenerli cosa faranno??
nella versione originale di Star Trek 4 - rotta verso la Terra, Chuck Norris doveva interpretare Scotty. Venne sostituito perchè nella scena in cui tenta di parlare con un computer del XX secolo il PC rispondeva per davvero. E andava anche a prendergli il giornale!

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Messaggio da ormazad » 5 mag 2007, 19:18

Oddio , non so nell' ottocento ma mi sembra che la scuola è sempre stata vista dagli alunni come una condanna .
Certamente la scuola come istituzione ha perso molto peso nella società . Da una parte è ( a ragione ) considerata inutile per la formazione professionale , dall' altra si è continuamente svilita la figura dell' insegnante .
Da figura autorevole che influenza i primi anni di vita a tizio qualsiasi che assegna ridicoli crediti formativi .

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Messaggio da Galen » 5 mag 2007, 21:19

Anche secondo me è una bella favola dell'età dell'oro che in passato la scuola fosse vista come un'opportunità... Qualcuno ci sarà stato, perché magari aveva i genitori intelligenti e ambiziosi, o che se lo potevano permettere, ma che fosse la regola non credo proprio, una fatica è una fatica.

Piuttosto oggi l'involuzione più colpevole mi pare quella di molti genitori che considerano la scuola una perdita di tempo da parte di un giovane che potrebbe già stare a guadagnare i danè... il capovolgimento è che prima un atteggiamento del genere lo aveva più spesso chi moriva di fame e per la conoscenza proprio non aveva tempo, ora invece è chi si può permettere di farne a meno. Semplificando, ovviamente.
"poi dice che uno si butta a sinistra... "
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Messaggio da TheGib » 5 mag 2007, 23:01

Galen ha scritto:
Piuttosto oggi l'involuzione più colpevole mi pare quella di molti genitori che considerano la scuola una perdita di tempo da parte di un giovane che potrebbe già stare a guadagnare i danè...
E non solo: i ragazzi si sentono le spalle coperte, perché i genitori tutto giustificano e tutto tollerano; guai agli insegnanti che osano interferire! Oramai è cronaca nera...

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Messaggio da favarato » 9 giu 2007, 14:14

Avete sentito l'ultima?
Io francamente metterei anche il PM che vuole condannare l'insegnante a scrivere un po' di volte 'sono un deficiente'... :sad:

[quote]
Palermo, mercoledì la sentenza con il rito abbreviato. Il pm ha chiesto due mesi di cella per «abuso dei mezzi di correzione»
«Scrivi: sono deficiente». E la prof rischia il carcere
Punito studente che insultava un compagno: sei gay. L’insegnante: dovevo farlo.

PALERMO — Lo sa che rischia due mesi di carcere per avere fatto scrivere cento volte «Sono un deficiente» a un suo alunno, ma anche se il processo va avanti da un anno e si concluderà mercoledì con il rito abbreviato, questa professoressa di 56 anni, da trenta in servizio alle medie, giura che da due mesi è certa che qualcosa di incisivo andava fatto: «L’ho capito il 5 aprile, quando quel povero ragazzo di Torino si è suicidato perché i bulletti della scuola lo sfottevano indicandolo come gay».
Il tragico epilogo di Torino e la storia emersa adesso in un quartiere popolare di Palermo hanno più di un’assonanza. Nessuno difese però lo studente ossessionato da chi gli faceva il verso chiamandolo Jonathan, come il personaggio di un reality. Mentre a Palermo una protezione l’ha trovata quel bimbo additato a 12 anni come «gay e femminuccia» da un compagno di classe pronto a bloccargli l’accesso nel gabinetto dei maschietti, spalleggiato da altri bulli più grandi. Appunto, la protezione dell’insegnate che ha rimproverato il «colpevole» condannandolo alla pena delle cento frasi al centro della denuncia con cui il padre dell’irrequieto scolaro chiede pure un risarcimento di 25 mila euro per le presunte turbe psichiche provocate nel figlio.
«Dopo tanti anni di servizio e madre di ragazzi adesso grandi, ho solo cercato di tutelare la vittima di un’ingiustizia, ragionando con tutti gli alunni sull’arroganza di quel comportamento e sul concetto di deficienza...», spiega l’insegnante che si danna di essere stata interrogata dal pubblico ministero Laura Vaccaro prima di quel cinque aprile, giorno in cui chiamò il suo legale, Sergio Visconti. «Gliel’ho detto all’avvocato che la terribile storia di Torino mi ha dato amara conferma di quel che andava fatto. Comunque vada, mi assumo le responsabilità per la scelta fatta. Perché anche nella mia storia, da una parte, c’è il ragazzino che fa combriccola con altri più grandi e, dall’altra, un bimbo indifeso, succube di chi si arroga il diritto di sbatterti addosso ogni marchio».
La professoressa ripercorre con un certo sgomento le tappe di una escalation cominciata il 28 gennaio dell’anno scorso, quando da quel bagno un bimbo torna in lacrime, lei istruisce un piccolo processo e intima all’altro ragazzino di scrivere nel diario quelle cento frasi precedute da due righe di suo pugno per invitare i genitori a presentarsi a scuola.
Perché non una nota sul registro? E’ la domanda del pmagli atti del processo. E la risposta è un invito a leggere quel registro: «Nei giorni precedenti c’erano state sette, otto note siglate dai miei colleghi, non da me, proprio su quel ragazzo. Una perché disturbava, un’altra perché si alzava dai banchi, un’altra ancora perché aveva danneggiato un portone... Non serviva l’ennesima nota. Occorreva una riflessione su quanto accaduto e un confronto con i genitori». Ma il giorno dopo il ragazzo torna nella scuola a due passi dal Policlinico di Palermo senza diario. «E fino al tre febbraio non c’è traccia del padre o della madre. Dal 4 all’8 io sono in malattia. Torno il 9 e l’alunno mi presenta il diario con due righe firmate dal padre: "Mio figlio sarà deficiente, ma lei è c..."».
L’offesa brucia. La professoressa capisce che quella parolaccia è nota agli altri scolari. E teme: «Non si può affidare a un figlio quel tipo di schiaffo al docente. Una scelta devastante nell’equilibrio dei ruoli. Così salta tutto. Con serenità mi rivolgo allo stud **!!virus deleted!!**

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Messaggio da interforever » 9 giu 2007, 17:38

Ne aveva parlato Spones; francamente sono allibito per l'idiozia dei genitori e per l'incompetenza del pm.
W FILIPPO!!!!!!!!!
Questa notte splendida darà i colori al nostro stemma: il nero e l'azzurro sullo sfondo d'oro delle stelle. Si chiamerà Internazionale, perchè noi siamo fratelli del mondo.

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Messaggio da TheGib » 9 giu 2007, 20:54

Devo anch'io -purtroppo- riconoscere che spones lo aveva già segnalato; onore al merito :grin: .
Come avevo detto poco sopra, i ragazzi si sentono le spalle coperte, anche troppo...

Ma questo episodio (come altri in tempi recenti), oltre a "rinfrescare" il dibattito sulla scuola, mi porta a fare una considerazione più generale, forse un po' OT.
Trattasi di situazione nella quale, seppur in modalità diverse, anch'io mi sono trovato, e credo molti altri; situazione che denota un certo atteggiamento preoccupante. Mi spiego meglio:

Qualcuno, che come stile di vita cerca di "stare nei ranghi", e magari impronta i rapporti interpersonali al massimo rispetto, anche a costo -talvolta- di apparire remissivo o debole, si trova per l'ennesima volta coinvolto in un episodio spiacevole; episodio dove la controparte ignora bellamente le regole del vivere comune, nonché magari qualche legge dello stato.

La goccia fa traboccare il vaso: la reazione del "nostro", seppur giustificata, sfora leggermente per qualche motivo nell'area grigia della legge...
...o non lo fa per niente, ma potrebbe sembrare :smokin:

Ecco che la controparte, oltretutto innervosita perché messa di fronte al suo palese torto, invoca la giustizia, invoca il rispetto, invoca la legge, assume tutte le pose possibili ed immaginabili della vittima di soprusi.
Controparte che, sino a 5 minuti prima, aveva tenuto un atteggiamento sprezzante dei diritti altrui; e magari continua a farlo, atteggiandosi per impedire una replica.

Che fare?
Estrarre un bel fucile a pompa, caricare e sparare ?
Oppure abbozzare, seguendo le proprie abitudini al perdono ed all'indulgenza ?
Oppure proseguire, cercando di non farsi sopraffare da una rabbia intestinale, in un interminabile discussione/dibattito/scambio di accuse?
Non lo so, non lo so proprio... :sad:
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