Allora... caso accezionale o rischiamo veramente???
[ANSA] PRIMA MAXIMULTA PER AVER SCARICATO MUSICA DAL WEB
NEW YORK - Fino ad oggi non era mai successo: un tribunale americano, accogliendo appieno il ricorso delle principali compagnie discografiche ha inflitto una megamulta di oltre 200 mila dollari a una donna che aveva scaricato illegalmente una ventina di canzoni, rendendole disponibili sul web attraverso i programmi 'peer to peer'. La notizia ha scatenato un putiferio e gli immediati numerosi commenti sono durissimi e senza ambiguità, come quelli pubblicati sul sito web del New York Times. "Tra 50 anni, quando gli archeologi troveranno i resti dei dirigenti delle case discografiche (e dei loro avvocati), saranno simili a quelli dei dinosauri: grassi e con un cervello piccolo piccolo", scrive tale John sul 'blog' del prestigioso quotidiano della Grande Mela. Sulle stesse colonne, Jim Sanders è ancora più duro: "Finché l'industria discografica non cambierà tattica, non spenderò un centesimo sui loro prodotti". Jim Alexander, uno studente, è infine cinicamente ironico "Buona fortuna, continuate a far causa ai milioni di studenti del paese, tanto sono già tutti poveri".
Teoricamente per l'industria discografica americana si tratta di una vittoria senza precedenti nella difesa del copyright la condanna di una donna di 32 anni, Jammie Thomas di Brainerd, nel Minnesota, a pagare una multa di oltre 220 mila dollari per aver scaricato musica illegalmente dal web. Ma, vista la ridda di reazioni (e più prosaicamente le vendite dei cd che continuano a diminuire) c'é l'impressione negli Stati Uniti che la campagna avviata da diversi anni ormai dalla Riaa, La Recording Industry Association of America, rischi sempre di più di trasformarsi in un boomerang, in un momento già particolarmente difficile. Per esempio, l'idea della band inglese Radiohead di vendere il suo nuovo cd unicamente online e sul proprio sito, a un prezzo scelto dagli utenti, fa tremare le 'major' discografiche, come anche l'ingresso sul mercato della musica di nuovi attori tipo Starbucks, la catena americana di caffé. La decisione del tribunale americano è una prima assoluta, perché in passato gli 'scaricatori' beccati dalle compagnie discografiche avevano patteggiato con la Riaa, accettando di pagare un forfait di circa tremila dollari. La Thomas non ci era stata, e aveva continuato a negare i fatti: E' per questo che il tribunale ha avuto la mano pesante, condannandola al pagamento di 9.250 dollari per ognuno dei 24 brani scaricati illegalmente da Internet e in particolare per il loro 'file sharing', ovvero la 'condivisione illegale di file'.
Prima maximulta per aver scaricato musica dal web
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