Nucleare in Italia: Un pò di Informazione


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Nucleare in Italia: Un pò di Informazione

Messaggio da IlSisko » 26 mag 2008, 21:26

Volevo riportare due interessanti post che ho letto su un Forum di Virgilio circa la scelta del nucleare ed in particolare del Nucleare Terza Generazione:
(ovviamente chi vuole può verificare i dati in essi citati per controllarne la veridicità)

"Appena il ministro Scajola ha annunciato l'avvio, entro 5 anni, della costruzione di centrali nucleari, si è messa in moto la macchina della propaganda a senso unico. Da ieri tutti i telegiornali nazionali (tranne il solito tg3) ci stanno dipingendo il nucleare, moderno, pulito, economico e sicuro, quasi come la panacea dei nostri problemi energetici.
Vediamo invece come stanno realmente le cose, sulla base di dati e fatti oggettivi.

Punto primo: Il nucleare non è certo l'ultimo grido in materia di energia. Il primo reattore nucleare a fissione fu realizzato nel 1942 (in America dall'equipe di Enrico Fermi). Il primo reattore per uso civile fu acceso in Russia nel 1954. La prima centrale nucleare italiana entrò in funzione a Latina nel 1962. Da allora ci sono stati progressi tecnologici, ma nulla di rivoluzionario. Il ministro Scajola, assecondato dai turiferari televisivi, si riempie la bocca parlandoci di "centrali di ultimissima generazione". Si tratta in realtà dei cosiddetti reattori di terza generazione, una tecnologia risalente agli anni '90 (il primo fu operativo in Giappone nel 1996), che sono sostanzialmente una versione più costosa e migliorata, soprattutto sotto l'aspetto della sicurezza passiva, dei reattori di seconda generazione (quelli tipo Chernobyl, per capirci). Il vero salto di qualità si potrebbe avere (è d'obbligo il condizionale) con i reattori di quarta generazione, una tecnologia, o meglio un insieme di tecnologie oggi in fase di studio teorico, assolutamente innovativa dalla quale si spera di ottenere, non prima del 2030, un prototipo di reattore a basso consumo di combustibile fissile e a bassa residuazione di scorie. Nel frattempo in molti paesi (Usa, Germania, e anche Italia con il gruppo del Nobel per la fisica Carlo Rubbia) la ricerca si volge soprattutto alle fonti energetiche rinnovabili: biomasse, eolico, solare termodinamico e fotovoltaico. In questi settori esistono tecnologie già collaudate, gli sforzi puntano soprattutto al miglioramento dell'efficienza di conversione e all'abbattimento dei costi per l'impiego su vasta scala. Buona parte della comunità scientifica internazionale è oggi convinta che le fonti rinnovabili sono il futuro energetico dell'umanità.

Punto secondo: Il nucleare è una fonte energetica pulita, nel senso che le centrali nucleari, come quelle eoliche e solari, non rilasciano nell'aria sostanze inquinanti né gas serra. Restano purtroppo scorie residue altamente radioattive che è necessario tenere confinate in luoghi sicuri, isolati e sorvegliati per migliaia di anni (quindi sono un problema anche per le generazioni future). Inoltre ogni centrale nucleare alla fine del suo ciclo operativo (40-50 anni) richiede complesse, lunghe e costosissime operazioni di smantellamento e bonifica dei luoghi (decommissioning dell'impianto). Per esempio il costo del decommissioning della vecchia centrale dismessa di Caorso è stimato in 450 milioni di euro, cui vanno aggiunti 300 milioni per il riprocessamento del combustibile esausto (un lento trattamento di vetrificazione che ne riduce la pericolosità) che avverrà in impianti francesi, dopodichè le scorie trattate rientreranno in Italia per essere smaltite non si sa dove.

Punto terzo: Il nucleare non è economico. Negli ultimi 5 anni il prezzo dell'uranio si è moltiplicato per 6, cioè è cresciuto a un ritmo circa doppio del prezzo del petrolio. Il costo del kWhe (kilowattora elettrico) di origine nucleare è oggi ancora competitivo con quello delle fonti convenzionali solo in paesi come la Francia che dispongono di un gran numero di centrali costruite a suo tempo con fondi pubblici. Secondo uno studio americano condiviso dagli industriali del settore, il costo del kWhe prodotto da una centrale di terza generazione costruita ex novo non può scendere sotto gli 8-11 centesimi di dollaro, contro i circa 5 delle fonti convenzionali. In effetti una gara d'appalto bandita negli Usa per la costruzione di nuove centrali (dopo molti anni di stop) era andata deserta e il governo Usa ha dovuto garantire un incentivo statale di 1,8 centesimi/kWh per attirare l'interesse di alcuni consorzi. Un impianto di terza generazione in costruzione in Finlandia ha un ritardo di due anni sui tempi previsti e un extracosto di 1,5 miliardi di euro che hanno provocato il crollo in Borsa del titolo Siemens (azienda fornitrice della tecnologia).

Punto quarto: la sicurezza. Le centrali di terza generazione adottano vari sistemi di sicurezza passiva (cioè del tutto indipendenti da errori umani e da eventuali black-out elettrici o guasti di apparecchiature) che rendono estremamente remota (sebbene non nulla) la probabilità di un incidente disastroso (es. tipo Chernobyl). In pratica è più alto il rischio di essere addentati per strada da un coccodrillo scappato dallo zoo. Quasi superfluo aggiungere che i livelli di radioattività misurati nelle immediate vicinanze di una moderna centrale nucleare non presentano variazioni significative rispetto alla radiazione naturale di fondo. Tuttavia resta il grosso e tuttora irrisolto problema della messa in sicurezza delle scorie radioattive. Nessuna tecnologia, allo stato attuale, è in grado di garantire, entro margini accettabili, la sicurezza e l'isolamento dei siti per tempi arbitrariamente lunghi. Gli Stati Uniti hanno programmato un piano di investimenti astronomici (dell'ordine delle centinaia di miliardi di dollari) per smaltire le loro scorie. Quelle delle nostre vecchie centrali dismesse dopo i tre referendum del 1987 (nei quali gli italiani espressero un secco no al nucleare) sono stoccate in siti provvisori e non si sa bene dove nè come smaltirle. Un piano del precedente governo Berlusconi, che prevedeva l'interramento definitivo di 60.000 metri cubi di scorie presso Scanzano Jonico in provincia di Matera, fu abbandonato in seguito alle fortissime proteste della popolazione.

Riepilogando: il nucleare oggi è una fonte energetica pulita, ma piuttosto antiquata, antieconomica e problematica dal punto di vista della sicurezza. Per queste ragioni il suo impiego è in costante declino. Secondo la IEA (International Energy Agency) la percentuale di energia elettrica di origine nucleare prodotta nel mondo scenderà dall'attuale 15% al 9% nel 2030. Molti paesi un tempo nuclearisti convinti come la Germania, la Svezia, il Belgio, la Spagna hanno ufficialmente pianificato il graduale abbandono dell'energia nucleare. La Germania ha deciso che spegnerà l'ultimo dei suoi 17 reattori entro il 2020. Paradossalmente, proprio intorno a quella data (non prima del 2019 secondo la Edison, una delle aziende interessate) potrebbe entrare in funzione la prima nuova centrale italiana."
Conclusioni
"Nel mio post di ieri ho provato a spiegare che questa tecnologia nacque negli anni '90 essenzialmente come risposta dell'industria atomica civile all'ondata di sfiducia a livello mondiale verso il nucleare, conseguente al disastro di Chernobyl del 1986 e al grave incidente di Three Mile Island del 1979. I reattori di terza generazione dispongono di sistemi di sicurezza passiva (cioè non governati dall'uomo né da apparecchi elettronici, quindi non soggetti a errori umani né a guasti e black-out di energia) che li rendono intrinsecamente sicuri. E i reattori della cosidetta terza generazione migliorata (generation 3+), quelli ai quali pensa il ministro Scajola, a parte qualche evoluzione marginale, si limitano a enfatizzare questa caratteristica. Tuttavia essi funzionano sostanzialmente sugli stessi princìpi dei vecchi reattori di seconda e di prima generazione. Risolvono il problema della sicurezza, non quello dell'approvigionamento dell'uranio (il cui prezzo lievita più di quello del petrolio) né quello, davvero immane in termini economici e ambientali, delle scorie radioattive. Con ciò si spiega l'attuale periodo di stagnazione, se non di flessione, del nucleare nel mondo, a dispetto della crescente fame di energia, e la decisione di vari paesi (es. la Germania) di non costruire più centrali e di chiudere gradualmente tutte quelle esistenti. Si pensi che nel 2007 la potenza elettrica di origine nucleare istallata nel mondo è cresciuta di appena 1,9 GW (bilancio tra le centrali entrate in esercizio e quelle chiuse) contro i ben 20 GW di picco dell'eolico (che è cresciuto più del nucleare anche in termini reali, cioè tenuto conto dell'intermittenza della fonte). La tendenza è chiara: all'estero si punta con decisione sulle fonti rinnovabili, mentre il governo italiano, in controtendenza, scommette sul ritorno al nucleare. Ci sono vari aspetti negativi da sottolineare. Si rischia di vanificare un significativo patrimonio di conoscenze accumulato dalla nostra ricerca nel settore delle energie rinnovabili (es. nel solare termodinamico con le brillanti idee del Nobel Carlo Rubbia). Ci si avventura in un settore dove la nostra tecnologia è ferma praticamente a 20 anni fa (quando il nucleare fu seccamente bocciato per volontà popolare). Allora eravamo tra i primi nel mondo, oggi siamo molto indietro. Chiariamo una cosa: in Italia siamo bravissimi (e richiesti all'estero) nel progettare e costruire scambiatori di calore, pompe, caldaie, turbine e alternatori (cioè tutti i componenti di una centrale elettrica convenzionale e tutto ciò che in una centrale atomica è a valle del reattore), ma oggi non possediamo assolutamente il know-how necessario per progettare un reattore nucleare di terza generazione. Ed è impensabile poterci arrivare in 5 anni. Di conseguenza dovremo importare, al prezzo di molti miliardi di euro, queste sofisticate tecnologie dall'estero e con una scelta assai limitata dalle pochissime aziende presenti sul mercato. Probabilmente ci orienteremo sulla tecnologia EPR (European Pressurized Reactor) di Areva-Siemens (franco-tedesca), ma non escludo, vista la liaison Berlusconi-Putin, la clamorosa scelta di una più economica tecnologia russa. Infine rischiamo di avere una spiacevole sorpresa a partire dal 2030, quando anche le nostre centrali di terza generazione migliorata (che avrebbero circa 10 anni su un ciclo operativo che ne prevede almeno 50) potrebbero diventare di colpo dei ferri vecchi se dovesse concretizzarsi la quarta generazione del nucleare, oggi in fase di studio. Quella sarebbe una svolta tecnologica paragonabile al passaggio dalla diligenza al treno. Per esempio con i futuri reattori veloci autofertilizzanti (fast breeders) che si autoalimentano e sono in grado di bruciare anche i sottoprodotti della reazione, risolvendo in un colpo solo i due problemi della dipendenza dall'uranio e delle scorie radioattive. Oppure con i reattori veloci ad alta temperatura, in grado di produrre insieme all'elettricità anche idrogeno a buon mercato e condurre realmente l'umanità verso una nuova era, un mondo più pulito e vivibile basato sulla cosiddetta economia dell'idrogeno. Insomma, pensiamoci bene prima di fare una mossa che potrebbe facilmente rivelarsi avventata e tradursi in un ingente spreco di denaro."

Al di là dell'esattezza dei dati riportati (che non ho verificato) condivido nella sotanza quanto detto e ritengo che l'argomento meriti una riflessione e soprattutto una maggiore e più obbiettiva informazione di quella attualmente fornita dai Media.
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Messaggio da favarato » 26 mag 2008, 21:57

A me sembra il solito articolo di parte, solo aspetti negativi, solo catastrofismo.
Non che a me piaccia l'idea ma ribadisco, non ci sono al momento alternative, a meno che non vogliamo continuare a dipendere dagli Arabi e dalla Francia, che grazie alle sue centrali nucleari ci vende buona parte dell'energia elettrica che non riusciamo a produrre da soli.
Oppure vi piace l'idea di avere le centrali a carbone?
E per i pannelli solari e le pale eoliche? Sia mai vicino a casa nostra, deturpano il paesaggio, la nostra bella Italia!
Cosa facciamo? Aspettiamo che finisca il petrolio e poi torniamo all'età della pietra?
:eek:

E adesso un'altro 'esperto':
Intervista Antonino Zichichi, presidente della Federazione Mondiale Scienziati

«Un investimento per evitare crisi globali»

Professor Zichichi, il nucleare è il miglior investimento energetico per l'Italia in questo momento?
«Il mondo è entrato nella fase acuta di crisi energetica, come si può facilmente dedurre da quanto costa il petrolio. L'Agenzia Internazionale dell'Energia (IEA) di cui fanno parte 32 Nazioni prevede che nel prossimo decennio il bisogno d'energia crescerà in modo impressionante.


Ci sono cinque miliardi e mezzo di persone che vorrebbero avere a loro disposizione la stessa quantità di energia pro-capite che abbiamo noi: il miliardo di persone che vivono nel G-8. L'unica sorgente in grado di soddisfare le richieste di energia esponenzialmente crescenti è quella nucleare. Ecco perché la risposta alla Sua domanda è positiva.
Quanto costerebbe al Paese creare una filiera di centrali nucleari?
«Molto meno dei miliardi e miliardi di Euro che dovremmo pagare in petrolio, per produrre la stessa quantità d?energia. Con il vantaggio che i soldi per la filiera di centrali nucleari vengono spesi a casa nostra, producendo posti di lavoro e tecnologie di alta specializzazione sulle quali le richieste cresceranno enormemente. I nostri soldi, necessari per comprare il petrolio, vanno all'estero e vengono totalmente perduti».
Definirebbe "sicure" le nuove centrali? Come si eliminano le scorie?
«Per definire "sicuro" un progetto io ho bisogno di studiarne i dettagli. Posso solo dire che è possibile costruire centrali sicure, a condizione di non metterle in mano a "raccomandati politici" come avvenne a Chernobyl. L'eliminazione delle scorie è un problema economico, non tecnico. Costa molto meno seppellirle in modo sicuro, invece di distruggerle».
Quali sono i tempi reali di progettazione e attuazione del piano nucleare?
«I tempi dipendono esclusivamente dalla volontà politica. Ce lo insegna il Progetto Manhattan che venne realizzato in quattro anni, partendo dal nulla. I padri di quel progetto (Fermi, Wigner, Oppenheimer) non sapevano quasi nulla di quello che venne tecnologicamente inventato. Era come se si dovesse progettare un aereo senza che mai un aereo fosse esistito. Con le centrali nucleari di oggi è come se dovessimo progettare un aereo sicuro dopo che ne sono stati costruiti diversi modelli».

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Messaggio da IlSisko » 26 mag 2008, 23:11

Con tutto l'immenso rispetto che ho per Zichichi mi sembra che il suo intervento sia un pochino generico, non contraddicendo nessuno dei punti dell'articolo che ho riportato che per altro era abbastanza obbiettivo separando il discorso sicurezza dal discorso economico.

Che la domanda mondiale d'energia crescerà nel tempo è un fatto che nessuno nega.
Che Paesi come Francia,Germania e Spagna abbiamo negli ultimi 20 anni puntato molto sul nucleare (ma nel contempo investendo molto + di noi nella ricerca di fonti rinnovabili) è un altro fatto.
Che l'Italia abbia bisogno di + energia per essere meno dipendente dalle importazioni è un'altro fatto.
Che le centrali che vogliamo costruire siano più sicure di quelle di prima e seconda generazione è stato detto (vedremo se effettivamente sarà la generazione 3+).
Che il petrolio entro non molti anni sarà esaurito o scarso probabilissimo.
Che le centrali di Scajola siano economiche ho molti dubbi: Rubbia parlava di uranio (costoso), di bruciare le scorie (costoso). E Zichichi? sulle scorie così come sul costo della sicurezza sostiene la stessa cosa mentre l'uranio non lo ha menzionato.

Quindi? Io posso anche starci al rifinanziamento della ricerca nucleare per vedere se siamo in grado di progettare e realizzare entro i prossimi 30 anni una centrale nucleare di quarta generazione. Ma qualsiasi compromesso è evidentemente negativo e rimanderemmo soltanto problemi che gli altri paesi europei si pongono già oggi.

Ah, a proposito di IEA, fonti di energia rinnovabili e posti di lavoro:

http://www.repubblica.it/2007/09/sezion ... erica.html
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Messaggio da Medico Olografico » 27 mag 2008, 0:12

credo che nonostante tutti i punti del post del sisko siano inattaccabili rimane il fatto che la società si basa sull'economia, soprattutto quella moderna e quindi non si può chiedere di aspettare nella situazione in cui va ora il prezzo del petrolio e la domanda di energia
quindi se il post è per prendere coscienza dei molti lati negativi del nucleare di terza generazione è ok
ma altrimenti l'italia rischierebbe di trovarsi molto male nei confronti degli altri paesi...
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Messaggio da interforever » 27 mag 2008, 5:59

Zichichi un esperto????
Ma è una battuta??
Da quando in qua un mediocre scienziato, pessimo divulgatore, bravo solo nel saper scegliere i padrini di riferimento politici, è un esperto??
W FILIPPO!!!!!!!!!
Questa notte splendida darà i colori al nostro stemma: il nero e l'azzurro sullo sfondo d'oro delle stelle. Si chiamerà Internazionale, perchè noi siamo fratelli del mondo.
Ps: Visto che la diarrea non è stata sufficiente, tra poco inizierò ad augurare malattie veneree a chi tocca la mia firma...

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Messaggio da TheGib » 27 mag 2008, 6:45

interforever ha scritto:
Zichichi un esperto????
Ma è una battuta??
Da quando in qua un mediocre scienziato, pessimo divulgatore, bravo solo nel saper scegliere i padrini di riferimento politici, è un esperto??
Ecco, appunto... [:mauri92]
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Messaggio da favarato » 27 mag 2008, 22:07

Ah, quindi Zichichi è un mona, Veronesi un venduto, mentre l'anonimo autore del post di Virgilio è un esperto, ok. :razz:

Comunque se riuscite guardatevi Report trasmesso da Rai 3 domenica sera, replicato su Sky e penso disponibile anche sul sito Rai: parlano di eolico e di quanti soldi abbia mangiato in Italia la sua sperimentazione e costruzione, per produrre lo 0,00002 per cento del fabbisogno nazionale.
E del solare, Chicco Testa diceva che per avere l'1 per cento del fabbisogno nazionale bisognerebbe ricoprire di pannelli solari TUTTI i tetti d'Italia.

Quindi, ribadisco, cosa facciamo? Spegnamo tutti i climatizzatori quando farà caldo? Andiamo in bici e lasciamo le macchine in garage? Spegnamo le luci per le strade ed in città? Buttiamo via frigoriferi, competer e TV?
Come facciamo a produrre il 50% in piu' di energia di cui il Paese avrà bisogno nei prossimi 30 anni?
Ditemi.
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Messaggio da ormazad » 27 mag 2008, 22:32

Il nucleare è antiquato perchè risale al 1950 . Con la stessa logica potrei argomentare che il solare e l' eolico sono preistorici .
Io non credo che sia la panacea di tutti i mali , ma credo che chi non vuole il nucleare debba almeno farsi carico di proporre qualche alternativa .


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Messaggio da Medico Olografico » 27 mag 2008, 23:37

oppure di cambiare le abitudini di tutto il mondo... -_-''
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Messaggio da efagiol » 28 mag 2008, 11:01

Cerchiamo di vedere oltre il nostro naso. Per risolvere un problema di oggi andiamo a scaricare sulle future generazioni la gestione delle scorie nucleari. Considerato che io non ho figli la cosa non dovrebbe preoccuparmi troppo ma a volte mi viene da pensare un filino più in grande e mi ritrovo a pensare al futuro dell'Italia, cerchiamo di garantire un futuro ai vostri figli e se per farlo dobbiamo rivedere i nostri stili di vita. . . fate un po' voi, si dice che per i figli si fa tutto, o no ?

PS
Zichichi dice "a condizione di non metterle in mano a raccomandati politici". In Italia ! e quando mai è successo ! Ma siamo seri, siamo assolutamente incompatibili con una tecnologia così pericolosa come il nucleare. Ma poi Zichichi. . .

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Messaggio da ormazad » 28 mag 2008, 21:48

Giusto , comincia col dire al figlio di qualcuno : " figliolo , mi dispiace , sei nato troppo tardi , ti aspetta il tenore di vita del 1950 . Abituati , in fondo mio nonno ci campava benissimo ! " .

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Messaggio da efagiol » 29 mag 2008, 13:02

Ok, io gli dico questo, tu digli che rischia (per i prossimi millenni) di beccarsi Dio solo sa quale contaminazione radiattiva, mica posso fare tutto io !

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Messaggio da IlSisko » 29 mag 2008, 16:20

Soprattutto perchè nel frattempo il presidente del Veneto Giancarlo Galan candida la Regione come possibile sede di una delle centrali nucleari, non escludendo al limite di farla proprio a Porto Tolle... Tu dirai...meglio del carbone ...E' triste però...

Io credo che mentre si combatte questa "battaglia" tra propaganda e informazione (sempre meglio cercare di leggere il più possibile sull'argomento per farsi una opinione obbiettiva), le decisioni vengano prese in base a interessi economici che esulano dalla reale emergenza energetica così come è stato per la vicenda dei rigassificatori.
Del resto anche durante il precedente governo Pecoraro Scanio parlando di Rubbia aveva ammesso in più di una occasione che mediare con il ministro Bersani era stato difficile poichè "la produzione di energia pulita in Italia, più che un problema di "pulizia" ambientale è un problema di "produzione" economica su cui le voci forti non sono verdi."
Fortunatamente le proteste dei cittadini a volte vengono ascoltate.

P.S.: sulle critiche a Rubbia, pur rispettando le diverse opinioni, mi rifiuto di rispondere.

<img alt="Grillo_dottor_Spock.jpg" src="http://www.beppegrillo.it/immagini/imma ... _Spock.jpg" height="282" width="400">
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Messaggio da TheGib » 1 giu 2008, 9:05

Vorrei che si riflettesse anche su un altro aspetto della vicenda: le "nuove" centrali sarebbero "previste" per il 2020 [:ride].

A parte che nel frattempo ci saranno:
- Altri governi
- Apocalisse nel 2012
- Expo a Milano nel 2015
- Realizzare il ponte sullo stretto nel ????

Quando mai in Italia qualcosa è stata realizzata nei tempi/costi previsti E "a regola d'arte", SE è stata infine realizzata? :smokin:
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Messaggio da ormazad » 1 giu 2008, 10:56

Lavoro vicino a un paese che si chiama Taglio di Po , in cui in altri anni in tempi brevissimi è stata realizzata un imponente opera idraulica ( lascio ai più sagaci lettori indovinare quale ... )
Ma forse allora in Italia non si pensava che a non far niente non si sbaglia mai .

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