Quanto vale la vita di un italiano?


pdl
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Messaggio da pdl » 22 giu 2009, 18:50

La sofferenza non insegna nulla di per sé, se non forse la sopportazione. Si impara dalla sofferenza solo se si considera la sofferenza in una certa ottica. Che non è quella fatalistica del pensiero criminale, che si assorbe in galera.
Paghiamo i psichiatri e psicologi nei carceri.... (anche se mi chiedo se sia o meno adeguata la loro professionalità..), basta istillare il desiderio o la necessità di cambiare per riuscirci... se non lo fanno, hanno scelto la strada della bestialità..
A tale proposito, con i soldi guadagnati dal lavo forzato, si potrebbe e si dovrebbe migliorare il supporto psichiatrico... e ti aggiungo che nel mio mondo ideale, tale supporto dovrebbe continuare a spese dello stato anche dopo la fase carceraria... oltre che sempre nel mio mondo ideale, parte dei soldi derivati dal lavoro forzato dovrebbero ritornare al carcerato sotto forma di mantenimento per i primi messi successivi alla detenzione...

Siamo proprio eticamente incompatibili, allora. Per me se investi volontariamente un tizio con la macchina, non hai diritto proprio a nessun'attenuante particolare. Nemmeno se il tizio ti ha ammazzato un figlio
Siamo proprio eticamente incompatibili, visto che io in quel caso, lo punirei simbolicamente, solo per riaffermare il principio che non ci si deve fare giustizia da soli, ma di fatto lo considero praticamente riabilitato e degno di far parte della società civile a prescindere dalla pena (anche se lo obbligherei a visite psichiatriche o psicologiche...)

Cioè, PDL, per te 15 anni di carcere NON sono una pena dura???????????
Sti caxxi!!!!!!!
Dipende dal reato... in quell' esempio ho detto massimo e ho calcolato un extra molto elevato da strage...
Certo, che se parliamo di omicidio volontario, 15 anni sono una bazzecola...
E a uno che avvelena un acquedotto quanto gli diamo????
Gli darei l' ergastolo e lavori forzati + il meglio delle cure mediche esistenti per prolungargli la vita...

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Messaggio da interforever » 22 giu 2009, 19:01

Bah!!!! Adesso non voglio fare l'ormazad della situazione, ma faccio moooooolta fatica a seguirti.......

W FILIPPO!!!!!!!!!
Questa notte splendida darà i colori al nostro stemma: il nero e l'azzurro sullo sfondo d'oro delle stelle. Si chiamerà Internazionale, perchè noi siamo fratelli del mondo...
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Messaggio da Galen » 22 giu 2009, 19:10

@Den :come osi ricordare che le grida, pur con molte imperfezioni, prevedono già un bel po' di situazioni e sono frutto di lunghi periodi di riflessione... Vuoi togliere il divertimento di dire che "se comandassi io" le cose andrebbero per il verso giusto? :mucca:

Originally posted by spones
Insomma, in genere sarebbe sempre buona norma andarci con i piedi di piombo quando si emettono giudizi
Anche tu, sei un guastafeste... :smokin:

Originally posted by pdl
Di certo produce il naturale impulso a non ricadere nella medesima situazione...
Poi Nella mia vita ho visto la gente imparare più dalla sofferenza che da qualsiasi altro cosa...
Scusa davvero, ma una teoria così aberrante da parte tua mi meraviglia. :eek:
E una certezza del genere totalmente slegata dalla realtà mi fa rabbrividire...

(Per inciso, perché allora limitarci ai criminali? Penitentiagite e l'evoluzione va avanti).


P.S. a me lavorare con il piccone sotto il sole, non so se mi ha fatto diventare una bestia, ma dubito fortemente mi abbia migliorato :rolleyes: . (di certo mi ha fatto notare che se studiare nel nostro Paese significava fare lo stesso lavoro per molti meno soldi... forse sarebbe stato meglio darsi al crimine :smokin: )

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Messaggio da pdl » 22 giu 2009, 19:11

interforever
Cosa ti sfugge !!
P.s
Quella delle cure mediche era una battuta...

.........
Galen
Forse sono stato frainteso, non lob so... però oggettivamente dicevo che dalla mia esperienza, la sofferenza insegna, ma non per questo voglio usarlo come mezzo di insegnamento adatto a tutto...
L' evoluzione dell' umanità, dovrebbe permetterci di insegnare fin dall' inizio (prima che si scelga la via del male) e con altri mezzi...
Cmq Galen, sarebbe bello che tu e da altri aveste modo, di parlare con gli stessi ragazzi, che conosco io (conosciuti, perché ho amici nell' arci), questi fin da ragazzini hanno percepito tramite i padri, il carcere come una passeggiata, un luogo ricreativo, uno ostacolo a cui ci si incappa nella propria vita lavorativa e che tutto sommato rende le loro scelte professionali più sagge di quelle dei poveri fessi che si spaccano il maxxo per pochi euro...
Alla luce di questa realtà, quello che chiamo sofferenza (ma non in senso brutale,), ma è il lavoro cheta tanti italiani e tantissimi stranieri fanno e (di cui dovrebbero essere orgogliosi ), può correggere le percezioni... ed è in questo senso che è educativa...
Come è educativo sapere che il dolore che noi infliggiamo, ha delle conseguenze in dolore (in senso non brutale).
Certo non sostengo la tortura o il dolore in senso brutale... ne tanto meno che il sistema giudiziario sia il mezzo (in senso di principale) educativo... Anzi , il contrario... (anche se essenziale la punizione )il mondo si cambia con altri mezzi, da utilizzare ben prima che si scelga la strada del male...

P.s (RElativo al lavoro)
Che vi devo dire, a me ed altri che ho conosciuto (tra cui anche qualche straniero), è servito e ci ha spinto ad essere migliori...
P.p.s
Alla faccia, altri due che hanno fatto i manovali... e poi dicono che l' italiano non fa lavori faticosi...

P.p.p.s
Originally posted by spones
Insomma, in genere sarebbe sempre buona norma andarci con i piedi di piombo quando si emettono giudizi
A scanso di equivoci, non mi sono mai riferito a casi reali/specifici, nei miei discorsi..

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Messaggio da interforever » 22 giu 2009, 19:22

Allora un conto è un omicidio volontario, o peggio ancora premeditato, altro un omicidio colposo.
Ma trovo comunque che 15 anni di carcere siano davvero tanti.

W FILIPPO!!!!!!!!!
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Messaggio da pdl » 22 giu 2009, 19:30

Allora un conto è un omicidio volontario, o peggio ancora premeditato, altro un omicidio colposo.
Mai sostenuto il contrario, se mai ho solo detto (oltre ai aumentare le pene in genere), che nella pena e nella sentenza si debba far percepire come concetto il danno in vita... questo sia per la comunità, sia per il colpevole

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Messaggio da interforever » 22 giu 2009, 19:55

Io penso che aumentare le pene sia una cavolata.
Le cosa importante è la certezza della pena.

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Messaggio da Gas75 » 22 giu 2009, 21:06

@interforever
Cioè, PDL, per te 15 anni di carcere NON sono una pena dura???????????
Sti caxxi!!!!!!!
E a uno che avvelena un acquedotto quanto gli diamo????
Potrebbe andare bene un espianto forzato dei suoi organi, scopo trapianto...

@ pdl
sempre nel mio mondo ideale, parte dei soldi derivati dal lavoro forzato dovrebbero ritornare al carcerato sotto forma di mantenimento per i primi messi successivi alla detenzione...
Ho deciso, vengo nel tuo mondo ideale a ammazzo qualcuno.
Questo per dire che il ricavato dai lavori forzati credo sarebbe più giusto destinarlo a opere pubbliche piuttosto che al mantenimento dell'ex carcerato, tipo mandi il carcerato a tappare le buche sull'asfalto, a cambiare lampadine pubbliche fulminate, a pulire fogne, a sorvegliare stazioni ferroviarie da vandali... il tutto controllato da agenti delle forze dell'ordine.
Che facciamo sennò? Diamo la buona uscita? Meglio che quando il carcerato esce ha imparato a tappare le buche stradali...

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Messaggio da Dathon » 22 giu 2009, 21:15

Originally posted by den

Vorrei farvi notare che la pena considera quante persone sono morte
Sì, d'accordo, ma non certo nei modi auspicati qui.

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Messaggio da pdl » 22 giu 2009, 21:34

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Una volta punito in modo severo, lo stato non può non porgersi il problema del rientro in società di questi individui... altrimenti, una volta fuori delinqueranno di più di prima... la mano tesa verso questi individui è essenziale (A punizioni durissime, devono seguire proporzionali interventi di sostegno..).
Anche perché una pena molto severa, se seguita da una mano tesa in senso di redenzione, assume il senso di punizione e di percorso riabilitativo , altrimenti è dire al carcerato non ti sei riabilitato del tuo futuro non ci importa...
Seguendo la tua visione delle cose, tanto varrebbe applicare la pensa di morte per quasi tutti i reati...

P.s
Ho deciso, vengo nel tuo mondo ideale a ammazzo qualcuno.
Sospetto che poi, ti pentiresti !!!

Den
Saresti così gentile e finirmi di illuminare ?!?!
L' impossibilità di cambiare la natura repubblicana, intesa in senso così ampio, non porterebbe rappresentare anche un limite nella possibilità di passare ad una repubblica presidenziale ?!?!?

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Messaggio da den » 23 giu 2009, 0:51

Ti rispondo subito pdl! La risposta è no! Si può passare tranquillamente alla forma "presidenziale", per 2 motivi. Il primo è di ordine formale, cioè la forma presidenziale non è una forma di stato, ma bensì una forma di governo. Il secondo attiene al tipo di norme costituzionali. L'ordinamento della repubblica, la c.d ingegneria istituzionale, è descritta nella parte "corta", cioè il nucleo non incomprimibile, per cui la attuale forma di governo parlamentare è pacificamente sostituibile con altre forme di governo. Ciò che non si può revisionare è la forma di stato e i principi fondamentali!!

-E lei, come si sente?

-Professore, non le dico: Antani, come trazione per due anche se fosse super-bip-la bitumata ha lo scappellamento a destra...

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Messaggio da pdl » 23 giu 2009, 1:28

den
Ti ringrazio moltissimo per la tua delucidazione, che va a confermare quello che sapevo.., ma di cui non ero certo fino ad ora.

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Messaggio da Gas75 » 23 giu 2009, 13:32

Originally posted by pdl

Gas75
Una volta punito in modo severo, lo stato non può non porgersi il problema del rientro in società di questi individui... altrimenti, una volta fuori delinqueranno di più di prima... la mano tesa verso questi individui è essenziale (A punizioni durissime, devono seguire proporzionali interventi di sostegno..).
Anche perché una pena molto severa, se seguita da una mano tesa in senso di redenzione, assume il senso di punizione e di percorso riabilitativo , altrimenti è dire al carcerato non ti sei riabilitato del tuo futuro non ci importa...
Seguendo la tua visione delle cose, tanto varrebbe applicare la pensa di morte per quasi tutti i reati...
Ragionamento magari più "civile" del mio, ma che trovo un po' discriminatorio nei confronti della gente onesta, costretta ad anni di precariato, lavoro in nero, disoccupazione... Se lo Stato dev'esserci nel favorire l'inserimento sociale, che ci sia per tutti i cittadini, anche lontano dal periodo elettorale.

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Messaggio da pdl » 23 giu 2009, 16:05

Gas75
A livello teorico, tutti gli stati, spaecialmente il nostro (fondato sul lavoro) dovrebbero favorire l' inserimento di tutte le fascine sociali e di tutte lw tipologie di persone a prescindere da qualsiasi cosa... nel mondo del lavoro. (Cercando di approssimarsi all' utopico 100% di occupazione [Cosa ritenuta impossibile, per questo ho detto approssimarsi] )
Questo non avviene per tre motivi, classi dirigenti inadeguate, un modello economico ancora troppo capitalista e non solidale (). gestioni precedenti pessime dello stato..
L' aumento del benessere generalizzato, ma sopratutto nelle facie sociali deboli, porterebbe dei benefici più che evidenti, nella riduzione di certe tipologie di crimini... (Infatti per quanto essenziale sia il punire severamente un criminale, la guerra alla criminalità necessita di altri strumenti, che hanno un peso anche maggiore nella lotta alla criminalità).



Visto che ha perso il mio post una direzione un pò particolare, mi trovo e lancio anche una considerazione finale.
La Gelmini, se volesse fare qualcosa di buono ed utile, potrebbe inserire una nuova materia obbligatoria, da fare come extra di pomeriggio, etica e studio dei meccanismi che reggono una comunità.
Con l' ausilio di un docente e di un psichiatra o comportamentista, aiutare i ragazzini ad uscire da certe logiche e visioni spesso distorte della realtà (o cmq incompatibili con una vita produttiva nella comunità)

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Messaggio da Gas75 » 23 giu 2009, 17:13

Per quanto ho visto, la scuola può ben poco se la famiglia non fornisce una solidità e un punto di riferimento.

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