Concordo in pieno con
arnoldo, ma voglio andare oltre...
Analogamente a quanto fece
ormazad per “La Valiant”, mi assumo d'ufficio la difesa di questo episodio
, benché non sia “un capolavoro” (per usare un eufemismo), e pur comprendendo le motivazioni di chi lo ha bistrattato (ma di questo parleremo alla fine...)
Il paragone con “La Valiant” non è casuale; l'episodio non è brutto, è agghiacciante.
Per una volta la logica viene piegata
non all'approfondimento dei personaggi, ma ad una riflessione su due temi universali:
- a cosa porta la pazzia unita all'arroganza
- le tragiche conseguenze di una fede cieca
mi rendo conto che questo è un po' spiazzante per chi aspetta con trepidazione gli sviluppi della guerra Dominio-Federazione o degli intrecci socio-psico-amorosi dei protagonisti del telefilm, ma tant'è...
Nota: mi asterrò da mettere il dito nella piaga nelle incongruenze “ambientali”, tanto non interessano (quasi) a nessuno.
Lo sviluppo di Dukat può avere due chiavi di lettura, entrambe coerenti con quanto visto sinora:
Incredibile astuzia ed opportunismo per creare scompiglio tra gli odiati bajoriani (e quindi Sisko), e contemporaneamente per “uscire di scena col botto”, e poter tramare in santa pace.
Lucida follia che cresce nella mente di un personaggio che è comunque un leader naturale ed uno sciupafemmine impenitente.
Io preferisco la seconda ipotesi, che tra l'altro porta a compimento in maniera intelligente gli spunti di alcune puntate passate: le crisi di pazzia, l'onnipresente carisma, il dongiovannismo, l'esperienza con i Pah-wraiths, l'ego smisurato. Tutto questo, una volta scoperta una setta che adora i “profeti rossi”, viene catalizzato dal cardassiano nelle decisioni presentate in questo episodio.
A questo punto, una volta edificata con l'aiuto della pazzia la propria personale cattedrale della predestinazione, anche la “caduta in tentazione” viene mentalmente messa a tacere con un piano diabolico, che sfiora lo sdoppiamento di personalità.
Morale: se ci convinciamo dell'assoluta purezza delle nostre intenzioni, “il fine giustifica i mezzi” diventa il nostro 11° comandamento...
Come contraltare abbiamo un gruppo di bajoriani “illuminati”; non deve stupire, li avevamo già visti nell'arco di storie che ci hanno traghettato dalla sesta alla settima stagione; e già all'epoca avevo commentato il comportamento “da pecoroni” dei bajoriani; quanto vediamo qui ne è diretta conseguenza. Molto intelligentemente gli autori inseriscono nel gruppo anche un “idolo” di Nerys, uomo di profonda fede e cultura; come a suggerire che non si tratta di un gruppo di sempliciotti zotici, ma di persone alla ricerca di uno scopo e di una guida, all'interno di un cammino spirituale irto di pericoli e di delusioni. A questo punto l'accettazione come “santone” della propria nemesi “folgorata sulla via di Damasco” è la giusta conclusione di un percorso che parte dall'adorazione delle controparti “negative” dei profeti.
Il cerchio si chiude.
Non fraintendetemi: non catalogherò questo episodio tra “i miei preferiti”, ma paragonarlo alle prime stagioni o considerarlo non degno di valore, francamente mi stupisce. Forse finisce troppo bene; ad essere realisti dovevamo assistere al suicidio di massa, salvo forse risparmiare il piccolo ibrido grazie a Nerys. Ma è un telefilm, non la tragica realtà a cui si ispira...
Comunque, come da “tradizione Trek”, e come in maniera diversa il prossimo episodio, ci tocca nel profondo su temi sempre attuali, ma spesso dimenticati per convenienza.
Attenzione: qui non si parla di divinità o di ultrapoteri, qui non si vedono fasci di luci rosso/blu; Dukat chiede l'aiuto e la guida dei "suoi" profeti, ma niente ci dimostra che siano in qualche modo intervenuti... il tema della puntata non è il pantheon mistico bajoriano, ma i profondi meandri dell'animo umano
Non mi stupisce che questo episodio, trattando degli eccessi della fede cieca, sia visto con fastidio da una parte di chi ama DS9
.
P.S. A questo punto in DS9 non abbiamo una coppia di semi-dei, ma addirittura una vera e propria trinità: Sisko-emissario, Dukat-santone... e Super-Vic, l'ologramma semi-onnipotente
La nostra vera nazionalità è l'umanità. H.G.Wells
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...siamo tutti un po' Garak